NOTIZIARIO:
STRUMENTO E OPPORTUNITA'
Nasce
Rododendrinforma, il notiziario quadrimestrale ufficiale
della Società Italiana del Rododendro. Il primo di numerosi
numeri.
II
rododendro è un arbusto ornamentale poco conosciuto
e studiato, non molto diffuso nonostante possegga notevoli
pregi quali la sua indubbia rusticità, l'elevata
decoratività del
suo fiore dotato di una ricca gamma cromatica accompagnato
da un superbo fogliame differente da una varietà all'altra.
Per questi motivi e per il fatto di risiedere in Piemonte
dove esiste presso il Parco Burcina la più importante
collezione di rododendri da noi molto amata, identificata,
classificata e studiata, abbiamo dato vita a questo notiziario.
Ci proponiamo, forse, obbiettivi un po' ambiziosi, però è nostro
desiderio, grazie al Notiziario, che per ora si presenta
in forma dimessa e con sole quattro paginette ma che con
il vostro aiuto ci auguriamo divenga sempre più ricco,
fornire, di volta in volta, consigli, pareri, informazioni,
suggerimenti tecnico-pratici relativamente alla coltivazione
e all'impiego paesaggistico del rododendro nel giardino,
nel parco e perché no, nel verde pubblico. Quindi
il nostro augurio è che voi che leggete queste
righe crediate nel nostro progetto, diventiate membri
della Società Italiana del Rododendro e siate con
noi per le prime attività che
vi proponiamo (un miniconvegno e un viaggio di studio)
che troverete illustrate a pagina quattro. Vi attendiamo
numerosi!
Elena
Accati
Università degli
Studi di Torino
L'AUGURIO
DEL PRESIDENTE DELLA S I R, GUIDO PIACENZA
Chi ben
comincia...
I propositi ci sono, la volontà anche,
i volontari pure... non resta che iniziare.
Quanta
strada ha fatto il genere CAMELLIA dal 1965 ad oggi
in Italia! Un intelligente ingegnere di Saronno, l'ing. Antonio
Sevesi,
per quasi 40 anni si adoperò con passione e tenacia
tanto che oggi in Italia ogni anno si tengono ben 15 mostre
di camelia da Avellino a Cannobio. Oggi questo aristocratico
fiore è coltivato in molti vivai specialmente nel
Verbano, e nei centri vendita al dettaglio sono reperibili
decine di cultivar di C. japonica e C. sasanqua,
quella autunnale.
La nuova nata S.I.R. sarà capace di destare dall'oblio
il rododendro e
l'azalea? I presupposti sono:
1) Il fondamentale rapporto con il Dipartimento di Agronomia, Selvicoltura
e
Gestione del territorio dell'Università degli Studi di Torino nella persona
della Prof.ssa Elena Accati da cui proviene il supporto tecnico e scientifico
e la creazione di questo notiziario quadrimestrale ufficiale "Rododendrinforma".
2) La sede: al Parco della Burcina i rododendri sono di casa da 115 anni!
3) Che il presidente si adoperi per far sì che l'associazione
decolli.
4) Che si formi una congrua base di associati affinché si giustifichi
e motivi l'esistenza della società.
C'è molto da fare
A parte quelle che volgarmente chiamiamo azalee (botanicamente rododendri e azalee
sono accomunati nel genere Rhododendron), di rododendri in giro se
ne
vedono ben pochi (forse come accadeva 40 anni fa con la camelia), forse solo
poco più di una decina di robusti ibridi a grandi fiori provenienti dal
vivaismo dell'area dei laghi lombardi e dal nord Europa. Forse c'è chi
non sa che esistono specie striscianti e minute simili ad una pianta di mirtillo
dei nostri boschi (Vaccinium myrtillus) come il R. camtschaticum proveniente
dalle zone artiche, ma ugualmente specie arboree come il R. arboreum delle
zone temperate dell'Himalaya o il R. sinogrande con foglie coriacee,
lucide, che possono raggiungere 80 cm di lunghezza! E quelli profumati? E quelle
specie subtropicali epifite? E quelli che fioriscono già a gennaio o addirittura
ad agosto? Insomma, come detto, c'è da fare, c'è da scoprire. Ma
attenzione alle condizioni! Niente calcare nel terreno e nell'acqua. No ai grandi
caldi. No ai venti persistenti.
Terminando, rivolgo alla S.I.R. l'augurio di riuscire a divulgare nel nostro
bel Paese la coltivazione di questo genere dal bel fogliame e dalle belle infiorescenze,
dal nord sino alle acide pendici dell'Etna!
Guido
Piacenza
Presidente Società Italiana del Rododendro
LA
SEDE DEL PARCO ANNOVERA LA PIÙ IMPORTANTE
COLLEZIONE
DI IBRIDI ANTICHI D'ITALIA
La collezione nei rododendri del Parco Burcina di Pollone (BI)
Realizzata tra il 1892 ed il 1925, ad opera di Felice Piacenza,
figlio del creatore del parco, la valle dei rododendri
si
estende su di una superfìcie di circa due ettari,
tra le quote 630 e 696 m s.l.m.
La collezione dei rododendri del parco si compone di due
nuclei principali: il primo, più importante, è sito
presso il Pian del Lupo e costituisce la cosiddetta "conca
o valle dei rododendri" mentre il secondo, realizzato
in epoca successiva, è collocato nei pressi della sommità del
Bric Burcina, dove occupa una ampia fascia del versante
orientale della collina.
La valle dei rododendri si estende alla destra ed alla
sinistra del viale dei Liriodendri e si raggiunge percorrendo
la strada
che attraversa il parco in un succedersi di dolci tornanti.
Essa appare, improvvisamente, oltrepassando una curva,
con un impareggiabile effetto sorpresa: sulla sinistra, si
sviluppa
una imponente massa di rododendri che trova continuità,
a valle, ricoprendo
un ampio pendio del versante meridionale del colle.
Realizzata tra il 1892 ed il 1925, ad opera di Felice Piacenza,
figlio del creatore del parco, la valle dei rododendri,
si estende su di una superfìcie di circa due ettari,
tra le quote 630 e 696 m, comprendendo circa un migliaio
di piante
di rododendro. Si tratta di una collezione di rododendri
rustici sempreverdi, a foglia larga e grandi fiori, reperiti
presso
i paesi europei dove, all'epoca, la coltivazione del rododendro
aveva assunto livelli decisamente superiori rispetto all'Italia.
A partire dagli anni Trenta il parco e la collezione
vennero curati dal figlio di Felice, Enzo Piacenza, anch'egli
profondo
conoscitore dei rododendri, che ne assicurò lo sviluppo
e la conservazione. La collezione dei rododendri ben presto
riscosse notevole interesse da parte del pubblico, divenendo
uno degli elementi di maggiore attrazione del parco. Venivano
organizzate frequenti visite dalle Associazioni Orticole
di diverse zone d'Italia ma anche da parte di esperti stranieri.
Attualmente la collezione della valle dei rododendri, che
dall'alto si presenta come una variopinta cascata di colori,
rivela la
sua imponenza percorrendone i sentieri: ci si addentra
in un bosco dove, nel tempo, si è andato creando un vero e
proprio ecosistema, talmente idoneo allo sviluppo dei rododendri
che spesso si osservano giovani piante nate da seme, fatto
piuttosto inconsueto nei nostri climi. La meraviglia di incontrare
fiori sempre differenti non termina durante l'intero percorso:
le sfumature, a volte così simili, confondono anche
l'esperto e le dimensioni delle piante sorprendono il visitatore.
Uno degli aspetti più interessanti riguarda, però,
l'elevato numero di ibridi rari, talvolta unici, trattandosi
di antiche varietà scomparse altrove.
Dora
Remotti
Università degli Studi di Torino
Il
volume "II Rododendro, gli antichi ibridi
del Parco Burcina di Pollone" a cura del Dipartimerto
di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del territorio
dell'Università degli
Studi di Torino è distribuito
gratuitamente a chi ne faccia richiesta direttamente
all'Assessorato Agricoltura in C.so Stati Uniti 21,
Torino (e-mail: agricoltura@regione.piemonte.it). |