Se è vero che il giardino è luogo di relax,
ricarica emotiva, contatto con la natura, apprendimento nella
dimensione di gioco, cultura di un'arte (e non finisce qui
l'elenco delle virtù positive), come è possibile
non dedicarlo anche a loro, ai piccoli di casa?
Nel progettare il verde domestico troppo spesso ci serviamo
dei canoni in uso per arredare il salotto: dividiamo gli spazi
per renderli esteticamente gratificanti e funzionali a noi
adulti, prevediamo alberi, arbusti e fiori come decorazione
al pari degli arredi e complementi da interni. Eppure, frequentando
aiuole e tappeto erboso, siepi e orto, i bambini possono vivere
alcune delle esperienze formative e ludiche più intense
dell'infanzia, che avranno ricadute positive nelle altre stagioni
della vita. Così, organizzando questo spazio speciale
dell'abitazione anche in funzione della loro crescita serena,
possiamo fornire molte chance in più al loro futuro.
L'occasione per queste considerazioni viene dalla sesta
edizione della mostra di giardinaggio "Sinfonia floreale",
svoltasi ad Arona (NO) tra il 10 e il 12 settembre scorso.
Ogni anno la manifestazione invita alcuni paesaggisti a progettare
e allestire giardini su un tema, che quest'anno è stato
proprio "II giardino per i bambini".
La scelta degli organizzatori è forse il segno di una
nuovo atteggiamento delle istituzioni e la prova di un encomiabile
impegno divulgativo da parte degli architetti del paesaggio
italiani.
Di certo, l'evento è stato un'occasione importante
per il largo pubblico di apprendere che ci sono molti modi
possibili di condividere il giardino con i piccoli di oggi,
che saranno gli adulti di domani.
A
dimensione di bambino
Un problema importante, che va affrontato prima di tutto:
le misure. A rendere il giardino inospitale e poco o nulla
agibile ai bambini spesso sono le dimensioni di ciò
che dovrebbe essere alla loro portata e non lo è: i
gradini di una scalinata, i piani di seduta e di appoggio,
i vasi con le piante...
Per capire il loro disagio, basterebbe immaginarci lillipuziani
in una realtà da giganti, come hanno dimostrato per
la manifestazione di Arona, con sapienza compositiva e ironia
fiabesca, le paesaggiste Marzia Brandinelli e Silvia
Refaldi dello studio Verdearchitettura di Milano. Ma,
oltre agli elementi "inorganici", anche gli alberi
d'alto fusto, già fuori scala per gli adulti, diventano
entità enormi per i più piccini e un giardino
in cui è predominante questo tipo di vegetazione, presenza
aliena e non famigliare, li può allontanare dal contatto
con la natura invece di promuoverlo. Se si realizza il giardino
quando i figli sono in tenera età, perché non
rinunciare per esempio a un esemplare già adulto, costoso
e di pronto effetto, a favore di un giovane albero che cresca
man mano che i figli crescono, diventando compagno di vita
con cui essi possano misurarsi?
Quanto alle erbe e ai fiori, sanno diventare amici e complici
e possono essere valorizzati
persino come metro di paragone. È una delle belle soluzioni,
sofisticate e moderne, progettate dall'architetto Annalisa
Ferraris di Baldissero Torinese (TO) per "II giardino
della Pinceporica", che ha previsto dislivelli e
materiali ben coordinati e utilizzato piante insolite, come
il sorgo, con il curioso gioco delle etichette in plexiglass
(l'allestimento è di Scultura di Cecilia Serafino di
Torino), e in cui piante ornamentali come gigli, celosie,
girasoli, e altre utili, come il sorgo, diventano parametri
ai quali i nostri minuscoli giardinieri possono rapportarsi
rispetto alla propria altezza e al tempo: oggi sono alto come
questa pianta, domani sarò come quest'altra, tra qualche
anno come quella là in fondo...
Con la voglia di rendere partecipi i bambini del "nostro"
giardino, e con la fantasia necessaria per renderlo condivisibile
come terreno di gioco, si possono inventare molte soluzioni
esaltanti anche senza acquistare le solite strutture-gioco,
quali scivoli e altalene: dall'albero della cuccagna, ipotizzato
dall'architetto Valerio Parola, con la chioma grondante giocattoli,
raggiungibile attraverso una scaletta avventurosa, sino ai
percorsi di "Fantasticamminando" di Emanuela
Baccicchetti e Manuela Strada e al gioco della "settimana"
disegnato a terra nell'allestimento progettato da Elena Paola
Dal Zio. Persino gli angoli più formali e classici
possono funzionare come stimolo al gioco.
Una
visione ludica
Al concorso di Arona un premio speciale della giuria è
andato a "Nascondin", un labirinto essenziale
di basse conifere: nulla è stato previsto espressamente
in funzione dell'uso infantile, ma i bambini se ne possono
servire senza pericoli per i loro giochi di movimento anche
se la superficie è ridotta, perché lo sviluppo
dei vialetti in un labirinto è comunque notevole: un
invito a rincorrersi, a nascondersi, a sentirsi abili nel
trovare la via d'uscita...
L'idea è di Omar Joan di Saonara (PD), realizzato
da Giorgio e Renato Joan, premio speciale della giuria "per
l'essenzialità che non va a scapito dell'efficienza
ludica".
E, nel giardino intitolato "II volto di Topolino",
allestito dalla Divisione Verde e Ambiente del Comune di Torino,
la prova che anche i parchi urbani possono trovare il compromesso
tra la fruizione dei grandi e quella dei piccoli, dando le
sembianze del più amato personaggio dei fumetti a un'aiuola
tutta colorata, che i bambini stessi possono contribuire a
realizzare facendo pratica di giardinaggio e imparando a distinguere
i colori e le tessiture delle piante.
Forse più di ogni altra cosa, è importante la
nostra capacità di adulti di vivere il giardino con
i ragazzi per "fare insieme". Sono momenti in cui,
praticando il giardinaggio come palestra di gioco, di sintonia
con le stagioni, l'osservatorio della natura, si capisce che
il verde è il migliore terreno d'incontro famigliare
e, con un impagabile senso di reciproca appartenenza, si prova
l'orgoglio di comprendersi su basi solide e fattive.
Il volto di Topolino
La tecnica della mosaicoltura per dare un volto a un personaggio
amatissimo. E se non è un giardino da vivere, è
però da costruire e poi da ammirare, cogliendo i colori
e le tessiture delle piante.
Un'idea dei progettisti della Divisione Ambiente e Verde del
Comune di Torino, che hanno realizzato giardini nelle scuole
materne municipali, anche con la progettazione partecipata.
In
giardino insieme
Così, indagando nei desideri più profondi dei
nostri bambini, tramite il giardino possiamo scoprire che
in cima ai loro obiettivi non ci sono le suggestioni del consumismo di massa, i regali natalizi, le mode capricciose,
ma il regalo della nostra presenza assidua e propositiva
attorno
a un piacere comune: "Che dici: nel prossimo fine settimana
costruiamo una mangiatoia per gli uccellini, raccogliamo bacche
e tralci d'edera per le ghirlande delle feste, andiamo a vedere
se il riccio è nella sua tana, se il topolino ha rosicchiato
i bulbi, se si sono già gonfiate le gemme del calicanto.
Oppure, se piove, incominciamo a dipingere i vasi in cui pianteremo
gli ortaggi la prossima primavera...". Come ha fatto,
con allegria scanzonata e uso accorto di colori e piante,
l'architetto Claudia Candeli di Torino nel suo "Colori
buffi in un orto matto", che ha vinto il primo premio
a "Sinfonia Floreale".
Non a caso, dividendo il riconoscimento con un allestimento
di segno opposto, "Giochi negati" dell'architetto
Paola Violani di Milano, un pensoso invito ad adulti e bambini
a vedere nel giardino un luogo importante per crescere con
serenità, condizione negata a una troppo grande parte
d'infanzia che conosce solo gli orrori della fame, delle guerre
e dello sfruttamento. In questo modo il nostro fazzoletto
di verde diventa uno spicchio di realtà dal quale affacciarsi
sul mondo.
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Giochi
negati. Un giardino che fa riflettere
gli adulti sulle disuguaglianze
e sui giochi negati a milioni di piccoli, costretti
a crescere anzitempo.
Questo il messaggio di Paola Violani di Milano, realizzato
da Nespoli di Carugo (CO). |
L'albero
della cuccagna. Giocattoli e peluches appesi a
un albero dal tronco basso e dalla chioma rada, un gioco irresistibile:
per raggiungere il tesoro, una scaletta di legno e una di
corda. Perché il tutto sia a prova di cadute, uno spesso
letto di sabbia alla base del tronco, che serve anche per
altri giochi. Progetto di Valerio Parola di Ispra (VA), realizzato
da Monverde di Brebbia (VA).
A
che gioco giochiamo? Uno dei giochi più
in voga al tempo dei nonni e dei genitori, come la "settimana"
proposta dai progettisti Elena Paola Dal Zio di Milano e Daniele
Baroni di Sesto S. Giovanni, per un giardino che è
anche un percorso di rivisitazione della memoria, con la volontà
di tramandare i momenti sereni dell'infanzia.
Realizzazione dei Fratelli Passerini di Caleppio di Settala
(MI).
Il
giardino dei giganti. Come comprendere il disagio
dei bambini nell'affrontare le misure, per loro fuori scala,
degli adulti? Provate con "II giardino dei giganti"
di Verdearchitettura di Milano. Marzia Brandinelli e Silvia
Refaldi hanno usato piante con foglie grandi (Alocasia,
Cordyline 'Red Sensation', Calathea, Thevetia...)
in vasi enormi. Poi hanno aggiunto un tavolino altissimo e
panchette di dimensioni normali che, per contrasto, appaiono
minuscole, Realizzazione Floric, Lago Maggiore di Gemonio
(VA).
Colori
buffi in un orto matto, Claudia Candeli, paesaggista
di Torino vincitrice con questo progetto dell'esposizione
di Arona, ex-aequo con "Giochi negati", ha
verniciato personalmente i vasi, con colori all'acqua, e la
giuria l'ha premiata anche per "il sapiente utilizzo
di materiali poveri".
Uno
spazio orientaleggiante che emana serenità,
luogo segreto in cui i bambini possono sentirsi
protetti dall'abbraccio
accogliente della vegetazione.
Rigoglioso e ordinato,
insegna la pratica dell'ordine e il piacere della
quiete che inducono a cogliere dimensioni, luci
e suoni naturali.
Progettato dall'Associazione Verdisegni, è stato
realizzato dalla Floricoltura II Trifoglio di
Bodio Lomnago (VA).
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