VALLE DELLA LOIRA, BOUQUET DI FRANCIA
di
Silvia Salvaderi (Giardinaggio, giugno 2009)
È un
grande giardino, la Valle della Loira, lungo il fiume dei
re.
Tempestato di pievi e castelli, torri e pinnacoli,
parchi e orti segreti.
Ognuno con una storia, tutti di grande
fascino.
Nel
Quattrocento attirava sovrani di Francia e corti di feudatari
in fuga da Parigi e dalla persistente Guerra dei Cent'Anni;
oggi la Valle della Loira è approdo sicuro per chi
vuole cambiare vita, rinunciare alle ambizioni smodate, dare
un taglio drastico all'asfissiante routine metropolitana.
Sono sempre di più le persone che si convertono alla
douceur de vivre del Giardino di Francia.
Vuoi per la stupefacente
ricchezza e varietà di paesaggi, vuoi per la vita
placida e piacevole, aliena da eccessi o inquietudini. In
questa terra benedetta dalla natura non ci sono solo
i castelli grandi e piccoli, ma anche le abbazie romantiche
e i borghi dalle reminescenze gotiche. E poi ci sono i vigneti
e i giardini, espressione di un Creato in armonia con
la mano dell'uomo.
Parchi immensi di residenze regali o orti
botanici di abbazie e priorati, insolite collezioni d'arte
contemporanea o labirinti che mettono alla prova il senso
dell'orientamento. Tutti con una personalità, ciascuno
con un segreto. Noi ne abbiamo selezionati dieci, da vivere
ere plaisance.
Le
geometrie del Rinascimento |
Giardini
del Castello di Villandry
II
programma delle colture al castello di Villandry
si effettua a novembre, secondo una scansione
che deve tenere conto dei tempi di fioritura,
del recupero della fertilità del suolo
e dell'aspetto estetico. |
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Giardini
del Castello di Villandry
...un
giardino ornamentale di bossi |
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Al
castello di Villandry, situato
nella regione della Turenna, si va per ammirare
l'unico
esempio di giardino
rinascimentale
in Francia. "Due ore prima del tramonto è al
massimo della sua bellezza" suggerisce ai
visitatori il padrone Robert Carvalho,
che due volte all'anno fa disporre da sette giardinieri
circa 80.000 piante
di ortaggi su sette ettari di terreno. Le coltivazioni
cambiano infatti a ogni semestre e vengono disposte
in modo da ottenere gli appezzamenti geometrici
e cromaticamente
armoniosi, tipici del giardino del Cinquecento.
Fu il suo bisnonno però ad avviare la ricostruzione
fedele dei giardini secondo i progetti del grande
architetto Jacques Androuet Du Cerceau.
Nel 1906 il medico spagnolo Joachim Carvalho acquistò infatti
il castello ormai in rovina, rinunciando a una carriera scientifica molto
promettente per investire il suo tempo e il denaro della ricca moglie americana
nel restauro
della residenza un tempo appartenuta a Jean Le Breton, ministro
delle Finanze di Francesco I e supervisore dei lavori a Chambord.
Grazie al suo intervento e a quello degli attuali discendenti i giardini
oggi si articolano su tre terrazze: quella inferiore include un giardino
di erbe
aromatiche,
la seconda un giardino ornamentale di bossi e la terza un giardino acquatico
con una grande vasca a forma di specchio. L'amore è il motivo dominante
di questi ambienti: modellate nel bosso ricorrono infatti le lame di pugnale
che simboleggiano l'amore tragico, le corna e i rami d'albero che alludono
all'amore incostante, i cuori arrotondati a ricordare l'amore eterno.
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Il
giardino delle fiabe |
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Il
castello di Rivau, con il suo parco, ricorda l'ambientazione
di un libro di favole. "Foresta
incantata", e "Sentiero di Pollicino" sono
alcuni dei nomi dei suoi giardini. |
I giardini del
castello di Rivau sembrano invece usciti da
un libro di fiabe e leggende. Incastonati nella valle
de la Vienne, attorno a uno scrigno medievale fortificato
nel Quattrocento da Pierre de Beauvau, ciambellano
di Carlo VII, i dodici giardini contemporanei sorprendono
con siepi
a forma di fate, orchi, folletti e draghi della foresta incantata.
Una magia, in effetti, secoli or sono avvenne tra queste
mura impreziosite da torri di vedetta e maschi di difesa.
Si dice infatti che prima dell'assedio di Orleans Giovanna
d'Arco venne qui per chiedere, e ottenere, i cavalli
necessari al suo piccolo esercito. Oggi gli scenari che
animano il
paesaggio si rifanno piuttosto ai racconti delle fiabe:
c'è l'Orto
di Gargantua, la Foresta Incantata, il sentiero di Pollicino,
il Labirinto di Alice nel Paese di Rivau. Le magie vere sono
quelle che si compiono ogni primavera, quando la fioritura
di 6.000 iris, centinaia di peonie giapponesi, e 400 varietà di
rose (premiate dal marchio «collezione di rose profumate»)
stordisce l'olfatto con un profumo intenso e inebriante.
I labirinti di Madame de Poitiers
Nelle giornate soleggiate Diana de Poitiers, favorita di Enrico
II, da cui ebbe questo castello in dono, ci scorrazzava
insieme alle dame della sua corte. I giardini.che fanno da
cornice al castello di Chenonceau sono introdotti da un maestoso
viale di platani, ombreggiato e fresco, in cui con un po'
di fantasia si può immaginare l'arrivo delle carrozze
accompagnato da sirene, ninfe e satiri. L'asse divide
i due eleganti giardini alla francese, progettati dalla fascinosa
amante del re e ancora inalterati nella loro
struttura. Diana vi aveva fatto piantare le violette dei
boschi vicini per farvi spandere il loro profumo, aveva intrapreso
la coltivazione del gelso e trapiantato migliala di piantine
di fragole prese dai boschi.
Il pomeriggio amava poi trastullarsi
tra i tassi tagliati all'altezza di 1,30 metri che vanno
a comporre il labirinto circolare, accessibile da cinque
ingressi ma con soli due sentieri che permettono di giungere
al chiosco centrale. Alla morte di Enrico, Caterina De Medici,
moglie in carica, pretese che la rivale le restituisse
il castello, dove organizzò sontuose dissolutissime
feste. Oggi i visitatori possono divertirsi tra giochi d'acqua,
un orto decorativo con bietole rosse giganti e spettacolari
zucche dalle diverse tonalità di verde, o passeggiando
guidati dall' iPod. Chenonceau è infatti l'unico castello
a proporre una visita audio-guidata in undici lingue e con
eccezionali documenti inediti!
Lo scrigno delle fragole
In un angolo tranquillo, immerso nella natura e circondato
dall'acqua, il castello di Moulin di Lassay sur Croisne è un
gioiello di armonia. Appena superata la porta, accoglie in
modo familiare il visitatore che, alzando gli occhi, vedrà i
nidi delle rondini prediligere quest'oasi di pace, facendovi
ritorno ogni anno. Costruito nel XV secolo, il castello ha
preso il nome dal suo creatore, Philippe du Moulin,
gentiluomo al servizio di Carlo VIII. Il giardino è stato
invece ridisegnato all'inizio del secolo, e rappresenta un
interessante esempio di orto classico, con i viali longitudinali
a collegare le varie zone dell'appezzamento, e i filari di
alberi di melo che tagliano i viali in trasversale.
Le dimensioni dei vari appezzamenti sono decrescenti, secondo
la tecnica ereditata dal Settecento per dare l'illusione
di uno spazio più grande, giocando sulla prospettiva.
Recentemente al suo interno si è costituito il "Conservatoire
de la Fraise": una serra a cielo aperto con tutte
le varietà di fragola, alcune poco note e originali,
accompagnata da un museo al coperto dove è stata ricostruita
la storia del frutto: la sua evoluzione, gli utilizzi, le
recenti varietà. La visita non può che concludersi,
ovviamente, con una sublime degustazione di fragole: californiane,
spagnole, italiane, olandesi e francesi, ciascuna con
sembianze e gusti completamente diversi.
Loiret a festa
E' il sito più frequentato del Loiret. Non c'è da
stupirsi: il Parco Floreale de la Source, a Orléans,
si presenta con un arcobaleno di colori, una tavolozza di iris,
un tripudio di dalie, una fantasia di roseti e una scenografica
serra tropicale, dove farfalle tinte in straordinarie tonalità volano
in libertà tra le orchidee dischiuse.
Un parco così offre
a tutti un'occasione di stupore e riconciliazione con se stessi,
oltre che con la natura. Creato nel 1967 sulle rive della sorgente
del fiume, propone spettacoli diversi al variare delle stagioni:
in primavera fioriscono i tulipani, i narcisi, i rododendri,
le azalee, mentre il «tableau d'iris», collezione
nazionale con 940 varietà d'iris, si manifesta come
un gioco di mikado gigante. Da metà giugno a metà luglio
sbocciano le rose, a luglio e agosto rinverdiscono le piante
estive, in settembre avviene la seconda fioritura dei roseti,
poi delle dalie e infine dei crisantemi. Se chi passeggia può ammirare
questo meraviglioso trionfo della natura, anche il giardiniere
dilettante potrà trarne materia di studio. Magari spingendosi
sino all'Olivet, un tempo borgata di orticoltori e florovivaisti,
oggi sobborgo residenziale di Orléans con un sentiero
costeggiato da antichi mulini e pittoreschi orti privati.
Il frutteto antico
Facendo una deviazione attraverso la campagna della Beauce,
le poche case del paese di Talcy si radunano intorno a una
residenza signorile di campagna degli inizi del XVI secolo.
Attraverso la porta aperta di una massiccia torre quadrata
si accede al cortile interno dall'acciottolato irregolare,
dove si erge un pozzo ricoperto da una cupoletta sorretta
da tre colonne e ornato da rose rampicanti. A questo
pozzo sostò certamente Cassandra Salviati,
figlia del banchiere fiorentino Bernardo Salviati che
acquistò il
maniero nel 1517. La donna all'epoca fece battere il cuore
al poeta Pierre de Ronsard, che la immortalò nei
sonetti degli Amori. Mobili e arredi interni rivelano
ancora oggi l'atmosfera autentica di una residenza del Cinquecento,
il giardino restituisce invece antiche e rare varietà di
frutta coltivate all'epoca, grazie alle indicazioni
di Joèlle Weill, paesaggista diplomato.
Mela e pera sono i frutti protagonisti, anche con varietà scomparse
dalle odierne tavole. Accanto, noci e ciliegi a cui si
aggiungono altre specie presenti un tempo in tutti i frutteti:
pruni, nespole, ribes, uvaspina.
Regina tra le rose
Non è proprio una regina, ma una principessa. La padrona
di casa del castello di D'Ainay-le-Vieil, ai
confini tra il Berry e il Borbonese, è Madame de
La Tour D'Auvergne,
discendente del ministro di Luigi XI, Charles de Bigny,
che acquisì il maniero dal 1467. In quest'antica residenza,
un tempo proprietà di Jacques Coeur, perpetua
con amorevole cura la straordinaria collezione di rose antiche,
dai nomi
piuttosto altisonanti. C'è l'Imperatrice Josephine,
dedicata alla moglie di Napoleone, e la Cuisse de Nimphe,
dal colore leggermente rosato (e per questo paragonato alle
rotondità di una ninfa), ma anche la Rose Colbert, in
onore al ministro di Luigi XIV, e la Rosa centifolia.
Oltre alle 180 differenti varietà del roseto, il visitatore
di questa "Piccola Carcassonne" dalle mura inespugnabili
può percorrere i giardini tematici al riparo di pergole
di sciartrosa del XVII secolo, il frutteto scolpito e il suo
viale costellato da alberi da frutto, per finire in meditazione
nel Chiostro dei Semplici, allietato da aiuole quadrate di
piante medicinali, tintorie e aromatiche, e sovrastato
da un affresco ispirato a Giotto.
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I
giardini artistici di Drulon |
A Drulon, 16 giardini panoramici costituiscono uno scrigno vegetale per una collezione,
rinnovata continuamente, di sculture e installazioni moderne.
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Da
anni coltivava questo desiderio: abbandonare una carriera
nell'architettura per ritirarsi in un giardino. Mica uno
qualsiasi, l'orto di una tenuta del XV secolo immersa nel
Berry, tra Bourges e Sancerre. Sull'esempio di quanto appreso
nella precedente vita in Olanda il proprietario dei giardini
artistici di Drulon ha però deciso
di installare nel suo appezzamento una serie di opere d'arte.
Risultato: la
più grande esposizione a cielo aperto di sculture
contemporanee, dove land art e spazi naturali si fondono
in una concezione unica in Francia. E lo scenario muta ogni
anno: una cinquantina di artisti espongono a ritmi alterni
le proprie opere d'arte tra i fiori, nel teatro di verzura,
nel giardino, classico o segreto, e nel marais,
dove le presenze artistiche sono ancora più intriganti.
Sospese sugli alberi, abbracciate a un tronco, lungo l'acqua,
le
sculture diventano parte integrante della vegetazione
e scenografia di private emozioni.
Il
regno dell'erborista
Qualche consiglio su come utilizzare al meglio i frutti
del paradiso terrestre ce lo danno invece i coniugi francesi
che nel 1991 hanno acquistato la fattoria
di Bois Richeux,
situata nel cuore della Foresta dei Carnutes. All'interno
di una delle più antiche aziende agricole in Francia,
risalente addirittura ai tempi dei Celti, la coppia ha ricostruito
un giardino medievale attraverso l'attento studio delle fonti
scritte e iconografiche recuperate dall'epoca. Questo luogo
di delizia contemplativa, al tempo stesso utile al sostentamento
degli abitanti del castello, è suddiviso nei quattro
settori: il Pomarium (Frutteto), l'Hortus (Orto delle verdure
e dei frutti), l'Hortus Conclusus (Giardino d'Amore), l'Herbularius
(Giardino delle piante officinali e aromatiche).
Qui è possibile
ammirare piante aromatiche e medicinali come l'achillea,
utilizzata nel Medioevo per ricostruire l'imene alla ragazza
non illibata
che si accostava al matrimonio; la santolina, provvidenziale
contro l'azione dei tarli; l'alchemilla, usata dall'alchimista
per ricavare l'oro; la borragine, adottata nell'azione
contro il sudore; il cardo mariano, alleato nel trattamento
delle affezioni al fegato o la verbena, impiegata dalle streghe
per legare a vita l'uomo desiderato!
II
paradiso può attendere ancora per qualche giorno
se prima si è fatto visita ai giardini del priorato
d'Orsan, immersi nella quiete del Berry. Quasi una porta
al regno
dei cieli.
Gli spazi botanici sono stati interamente ridisegnati
e concepiti nella forma, nella struttura e nel simbolismo,
dall'architetto Patrice Tavarella e dal suo fido
giardiniere
Gilles Guillot secondo una libera interpretazione
delle miniature medievali. Giardini che rispondono a esigenze
terrene ma anche spirituali, giardini di piante rare o
comuni, antiche
o più recenti, racchiusi da recinti, palizzate intrecciate,
pergolati e padiglioni in legno. Un armonioso dedalo di
spazi verdi che favorisce una dolce contemplazione estetica
e il
raggiungimento della pace con Dio. |
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Prieurè d'Orsan |
A
Orsan si ritrova il concetto di giardino mistico, che
offre calma
e raccoglimento alla comunità monastica.
Sorge infatti all'interno di un priorato del XII secolo.
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La
Loira percorsa su due ruote...
Un itinerario sorprendente ed emozionante, lungo 600 km, è riservato
ai cicloturisti e a chi ama muoversi in bicicletta per apprezzare i colori,
i suoni e i profumi della rigogliosa natura nella Valle della Loira. I biker dispongono
di un percorso perfettamente attrezzato, segnalato e messo in sicurezza, che
va da Cuffy, nello Cher, a Saint-Brévin-les-Pins, in riva all'Atlantico.
Sentieri di diverse lunghezze e difficoltà: da 7 fino
a 150 km di piste dedicate a chi vuole scoprire il Paese dei Castelli pedalando
verso l'Oceano e la foce della Loira. Si può partire da Orléans,
Blois, Tours, Angers o Nantes, affidandosi alla Cyclopedia, un navigatore che
viene noleggiato negli uffici del turismo e che permette di seguire con precisione
i percorsi, usufruendo anche delle informazioni e delle indicazioni che vi
sono state appositamente caricate. Per saperne di più: www.loire-a-velo.fr
...
o vista dall'acqua
I più pigri possono discendere l'alveo fluviale della Loira a bordo
di una confortevole house boat, di una gobare (tipica imbarcazione fluviale)
o in bateau mouche e quando giunge la sera, e le luci si attenuano e i castelli
si illuminano a festa, rivivere sensorialmente i fasti e le virtù di
un tempo. Lasciando cavalcare l'immaginazione alle decine di feste aristocratiche
che questi luoghi hanno visto e vissuto: fruscio di sete, sferragliare di armature,
bagliori di grandi camini accesi. Una crociera sul fiume selvaggio, indomito
e indomabile, è possibile in alcuni tratti del suo corso, a un prezzo
abbastanza accessibile, in cui spesso è compreso anche il pernottamento
e la cena a bordo. Per maggiori informazioni: www.loire-a-velo.fr |