I
PRODOTTI AMMESSI IN AGRICOLTURA BIOLOGICA SONO SEMPRE
PIU' RICERCATI E UTILIZZATI: ECCONE PRO E CONTRO
Essere
o non essere biologici? Il dubbio è amletico: contro
i parassiti, conviene usare prodotti biologici? Quali
funzionano davvero? Sono domande che abbiamo rivolto a Eden
Ferrari, titolare dell'azienda agrobiologica La Fraglia
(tel. 011/9327715).
La linea di confine a proposito di che cosa sia ammissibile
in agricoltura biologica, in materia di lotta ai parassiti
e alle malattie, la stabilisce l'allegato 2 alla legge 2092/91
e le relativamente poche modifiche successive. Il numero di
prodotti ammessi è piuttosto contenuto: piretro,
poltiglia bordolese (a base di rame e calce) ecc.
In aggiunta ci sono i formulati come quelli che produciamo
noi, partendo da piante o altri prodotti usati in erboristeria
o nella medicina naturale, e che non vengono classificati
come fitofarmaci pur avendo proprietà insetticide e
fungicide.
Qual è la differenza? Consideriamo per
esempio un trattamento contro gli afidi. Se tratto
con il piretro, l'insetto che in quel momento è
riparato da una foglia non viene irrorato e sopravvive. Se
invece applico un prodotto a base d'ortica, che come
principio attivo ha l'acido formico, questo entra in
circolo nella pianta e la rende velenosa per l'insetto, che
muore quando se ne ciba. Lo stesso effetto si ottiene con
i prodotti a base di legno di quassia contro la cavolaia,
per fare un altro esempio.
Ci sono tempi di carenza da rispettare, oppure rischi
per la salute? Di norma questi prodotti non lasciano
residui nocivi, o hanno tempi di carenza dell'ordine di due
giorni.
Una delle critiche agli antiparassitari biologici è
che, per funzionare, richiederebbero una conoscenza molto
precisa del ciclo biologico del patogeno (che non sarebbe
un male, di per sé), per cui funzionerebbero solo se
applicati in epoche precise; inoltre non sarebbero di pronto
effetto come quelli chimici.
Non è vero: a volte l'efficacia è addirittura
superiore rispetto ai prodotti di sintesi. In qualche
caso, però, un unico trattamento non basta perché
occorre dare alla pianta il tempo di metabolizzare le sostanze
attive.
Più una pianta è in buona salute, meglio
resisterà all'attacco di parassiti e malattie:
un principio di base da non dimenticare. Ciò significa
evitare stress idrici (siccità o, al contrario, eccesso
d'irrigazione o cattivo sgrondo dell'acqua piovana), tenere
sotto controllo le infestanti (con la pacciamatura -nelle
aiuole in produzione - e con la semina di piante da sovescio
come la senape bianca - in quelle a riposo -. Rimuovere i
residui colturali ecc.
L'efficacia di un antiparassitario è proporzionale
alla cura con cui viene applicato. Deve essere diluito
(se occorre) in modo da avere la concentrazione indicata dal
produttore, e irrorato con una pompa a pressione stando attenti
a trattare tutta la pianta, pagine inferiori delle foglie
comprese.
È consigliabile effettuare i trattamenti al tramonto,
per evitare una troppo rapida evaporazione.