Le
malattie virali della rosa, benché raramente siano letali,
sono dannose in quanto riducono il vigore della pianta, la qualità
dei fiori ed il numero di steli florali prodotti. I virus più
comuni della rosa sono ad ampia gamma d'ospiti naturali, sono
cioè virus che, in condizioni naturali, iniettano anche
altre specie. Questi virus possono infettare anche le specie
di Rosa usate quali portainnesti, spesso senza causarvi
malattia evidente. Il portainnesto infetto può facilmente
contaminare la marza e così contribuire a diffondere
le virosi nelle coltivazioni.
Oltre alle malattie causate da virus noti, su rosa sono presenti
diverse malattie simil-virali di cui non è ancora stato
identificato l'agente causale, ma a sospetta eziologia virale.
Alcune di queste malattie possono anche essere molto gravi ed
avere esito letale.
Solo alcuni dei virus noti sulla rosa sono stati segnalati in
Italia. Tuttavia, considerando la grande quantità di
materiale vivaistico importato ogni anno in Italia da Paesi
europei o extraeuropei e la possibilità che materiale
infetto venga involontariamente introdotto nel nostro Paese,
in questa nota verranno trattati anche virus segnalati solo
all'estero. E' anche da tenere presente che in Italia non sono
state finora condotte indagini approfondite ed estese sulle
malattie da virus di questa coltura, pure così importante
nella nostra economia floricola. In dati riferiti al 1989, l'Italia
era al primo posto in Europa nella produzione di rose, con una
superficie coltivata corrispondente al 15% della superficie
mondiale dedicata a questa coltura (Loebenstein, W5).
LE
PIU' DIFFUSE
La più comune e diffusa virosi della rosa è indicata
con il nome generico di "rose mosaic"
(mosaico della rosa), cui non corrisponde uno specifico virus,
ma che è causata da virus diversi in infezione singola
o mista. I sintomi sono molto vari, presenti soprattutto sulle
foglie, e consistono in mosaico ben evidente, variante da clorotico
a giallo intenso, in maculature anulari, talvolta nella forma
detta a "foglia di quercia", in schiarimenti delle
nervature principali e del fine reticolo nervale, in bandature
perinervali e talvolta in malformazioni di foglioline. Queste
alterazioni sono intense soprattutto in primavera ed autunno,
I fiori in genere non mostrano decolorazioni, ma si possono
verificare malformazioni oppure alterazioni, quali ritardato
inizio della fioritura, numero ridotto di steli florali, boccioli
più piccoli del normale. Le piante infette spesso mostrano
minor vigore di quelle sane. Ai sintomi di "rose mosaic"
sono associati soprattutto quattro virus, indicati di seguito.
ed alcuni minori.
Prunus necrotic ringspot ilarvirus (PNRSV, virus della
maculatura anulare necrotica delle drupacee),e apple
mosaic ilarvirus (ApMV, virus del mosaico del
melo). Si tratta di due virus sierologicamente correlati
e con molte caratteristiche in comune, tanto che sino a qualche
tempo addietro ApMV era consideralo un ceppo, o sierotipo,
di PNRSV. Ora sono considerati virus diversi (Loebenstein,
1995).
PNRSV
è il più comune virus della rosa, molto diffuso
ovunque questa pianta sia coltivata, e presente anche in Italia,
Oltre al virus tipico, in Rosa sono stati segnalati anche
alcuni ceppi o sierotipi, quali il sierotipo "cherry"
(ciliegio), comune in Inghilterra. ApMV è stato
rilevato soprattutto in Nord America. A PNRSV e a ApMV
sono associati i più tipici sintomi di "rose
mosaic": maculature lineari clorotiche tipo "foglia
di quercia", maculalute anulari e mosaici giallo vivo (Foto
1, 2 e 3). In uno studio condotto in Inghilterra su Rosa
cv, 'Fragrant Cloud' coltivata in pien'aria, le piante infette
da PNRSV mostravano ritardi nella fioritura, numero ridotto
di steli florali, boccioli più piccoli e maggior numero
di fiori deformati; la caduta autunnale delle foglie era anticipata
e in generale mostravano minor vigore rispetto alle piante sane
(Thomas, 1982). In un esperimento condotto innestando
marze di Rosa cv. 'Mercedes' su portainnesto non radicale
di Rosa indica è stato dimostrato che solo il
20% delle marze infette da PNRSV attecchivano, mentre
innestando marze sane si aveva il 90% di innesti positivi (Stein
et al. 1988). PNRSV infetta numerose specie di rosa
usate quali portainnesti, ma non è stata dimostrata la
trasmissione del virus attraverso il seme in quattro di queste
specie (Thomas, 1984).
Arabis
mosaic nepovirus (ArMV, virus del mosaico dell'arabis).
ArMV in infezione singola in Rosa ègeneralmente
associato a sintomi lievi ed è stato isolato anche da
piante senza particolari alterazioni. Se presenti, i sintomi
consistono in bandature nervati clorotiche, macule e mosaici
clorotici, talvolta schiarimenti dei reticolo nervale. In prove
sperimentali ArMV ha infettato numerose specie di rose
usate come portainnest in Gran Bretagna ed è risultato
trasmesso, attraverso il seme, in R. canina e R. rugosa
(Thomas, 1984). ArMV non e stato segnalato in
Italia nella rosa.
Strawberry
latent ringspot nepovirus (SLRV, virus della maculatura
anulare latente della fragola). Anche SLRV è
abbastanza diffuso nelle coltivazioni di rosa, particolarmente
nel nord dell'Europa, ma non è sicura la sua presenza
in Italia. In infezione singola può causare sintomi sulle
foglie, varianti da fitta maculatura clorotica a poche grandi
macule, pure clorotiche. I sintomi sono evidenti a temperature
intorno a 12°C e si attenuano a temperature superiori a
20°C. SLRV infetta e può causare malattia
in rose usate quali portainnesti; il virus è trasmesso
attraverso il seme in R. multiflora e R. rugosa,
in quest'ultima con percentuali di trasmissione sino al 48%
(Thomas, 1984).
Altri virus associati a sintomi di tipo "rose mosaic"
sono: tobacco ringspot nepovirus (virus della maculalura
anulare dei tabacco), tobacco streak ilarvirus (virus
della necrosi perinervale del tabacco), agente della malattia
più grave tra quelle causate dai virus associati al "rose
mosaic", con bassa incidenza nelle rose coltivate ma
frequente in rose selvatiche, e tomato ringspot nepovirus
(virus della maculalura anulare del pomodoro) (Secor
e Nyland, 1978). Questi virus sono stati segnalati in rosa
soltanto negli Usa.
Due altri virus sono stati rilevati solo sporadicamente in Rosa:
in Gran Bretagna è stato isolalo tobacco mosaic tobamovirus
(virus del mosaico del tabacco) da rosa rampicante con
vivace decolorazione dei fiori (Hicks e Frost, 1984).
Un closterovirus non identificato è stato osservato al
microscopio elettronico in foglie di rosa coltivata in Liguria,
mostranti sintomi di maculatura lineare (Foto n° 4)
(R. G. Milne e V Lisa, dati non pubblicati).
MALATTIE
SIMIL-VIRALI A EZIOLOGIA SCONOSCIUTA
Si
tratta di malattie che si ritengono causate da virus o da agenti
di malattie virus-simili in quanto sono trasmissibili da rosa
a rosa, in genere mediante innesto. I riferimenti bibliografici
relativi a queste alterazioni sono principalmente in Loebenstein
(1995), Secor (1977),Secor e Nyland (1978),
Slack et al (1976) e Thomas (1981). Nessuna di
queste malattie, con l'eccezione di "rose wilt",
è stata segnalata in Italia.
- Rose ring pattern (lineatura anulare della rosa).
I sintomi di questa malattia ricordano quelli causati dai virus
associati al "rose mosaic" in quanto consistono
in maculatura anulare, sottili lineature e macule clorotiche
compatte sulle foglie, talvolta anelli decolorati sui petali.
La malattia è presente negli USA in R. multiflora
ed in ibridi di Rosa Tea.
- Rose flower break (striatura dei fiori della rosa).
Questa malattia, segnalata in Gran Bretagna, Australia e Nuova
Zelanda, è caratterizzala da distorsione del margine
e da intensa pigmentazione delle nervature dei pelali.
- Rose streak (striatura della rosa). È
presente nel nord dell'Europa e negli USA, in cultivar di rosa
appartenenti a numerosi tipi ed ibridi. I sintomi caratteristici
comprendono anelli verde-brunastro e bandature nervali sulle
foglie espanse, caduta prematura delle foglie. maculature anulari
su fusti e frutti.
- Rose rosette o Rose witches' broom (rosettatura
o scopazzi della rosa). Questa malattia è presente
negli USA in infezione naturale in R. multiflora ed altre
specie di rose selvatiche, ed in ibridi di rosa, specialmente
se coltivati nelle vicinanze di siepi di R. multiflora
infetta. I sintomi consistono in deformazione e rugosità
delle foglioline, pigmentazione rosso vivo delle foglie, scopazzi
e talvolta fillodia. In R. multiflora la malattia può
essere letale in circa tre anni dal primo apparire dei sintomi.
E' trasmissibile da rosa a rosa anche per mezzo dell'acaro eriofide
Phyllocoptes fructiphilus.
-
Rose leaf curl (incurvamento fogliare della rosa).
E stata descritta negli USA, dove è presente in rose
da giardino, in particolare ibridi di Rosa Tea e rose
antiche. Si tratta di una malattia degenerativa: le foglie si
incurvano verso il basso e cadono prematuramente, i rami colpiti
avvizziscono iniziando dall'apice, i germogli basali presentano
foglie con schiarimenti di tratti di nervature e distorsioni,
aree suberose screpolate sul rachide, infossature ('pitting)
sullo xilema e aree scure sulla parie interna della corteccia.
- Rose spring dwarf (nanismo primaverile della rosa).
Anche questa malattia è stata descritta negli USA, dove
è presente soprattutto in aziende vivaistiche ed in rose
da giardino, I sintomi compaiono in primavera e consistono in
pronunciato incurvamento delle foglie accompagnato da arresto
di sviluppo del picciolo, per cui la foglia rimane aderente
al fusto, formando caratteristici "globuli". Le foglie
presentano inoltre un intenso schiarimento del fine reticolo
nervale. I sintomi si attenuano con l'avanzare della stagione,
ma possono riapparire se i rami vengono defogliati e si sviluppano
le gemme laterali.
-
Rose wilt (avvizzimento della rosa). E' la più
antica tra le malattie ad eziologia sconosciuta della rosa trasmissibili
per innesto. Fu dapprima segnalata in Australia, poi in Sudafrica
e Nuova Zelanda: in Italia fu segnalata un'alterazione (Gigante,
1936) che più tardi, da autori anglosassoni, fu ritenuta
assimilabile a "rose wilt" (Thomas, 1991),
ma senza supporti sperimentali. Sulle piante giovani i sintomi
compaiono tipicamente in primavera, quando le marze innestate
hanno iniziato lo sviluppo. I germogli presentano sviluppo ridotto,
con base a sezione normale ma che si restringe rapidamente a
formare un apice appuntito. Le foglie, piccole e malformate,
si incurvano verso il basso, sono fragili e si staccano facilmente.
I sintomi iniziano dall'apice vegetativo e procedono verso il
basso. Le piante colpite gravemente muoiono in pochi mesi, mentre
quelle con sintomi più lievi hanno una ripresa vegetativa
durante l'estate, ma rimangono generalmente debilitate, con
qualche ramo che progressivamente dissecca o che perde la dominanza
apicale. I sintomi di "rose wilt" hanno caratteristiche
in comune con l'avvizzimento causato da Verticillium dahliae.
Sono inoltre state segnalate su rosa alcune malattie, di tipo
degenerativo oppure proliferante, che non sono risultate trasmissibili
per innesto da rosa a rosa e che pertanto sono ritenute fisiopatie
causate da squilibri ormonali o da altri tipi di incompatibilità
tra marza e portainnesto, ma per le quali tuttavia l'ipotesi
di un'eziologia da patogeni sconosciuti, forse virus, non è
stata completamente scartata. Tra queste alterazioni ricordiamo:
rose bud proliferation (proliferazione della gemma
della rosa), descritta in Olanda e caratterizzata da proliferazione
delle gemme innestate su diversi portainnesti, rose dieback
o rose stunt (moria, o nanismo, della rosa), segnalato
in Gran Bretagna ma presumibilmente presente anche in altri
Paesi, con sintomi che ricordano "rose wilt",
e la "frisure", associata a proliferazione
e necrosi, segnalata in rose coltivate in serra in Francia (Bos
e Perquin, 1975; Devergne e Goujon, 1975; Thomas, 1981).
Anche in Italia sono state osservate alterazioni ad eziologia
non nota. Una malattia di tipo degenerativo (Foto 5 e 6),
con caratteristiche che ricordano "rose wilt è
stata osservata su alcune cultivar commerciali coltivate in
serra in Liguria, al primo o secondo anno dall'impianto. Dalle
piante affette non sono mai stati isolati patogeni batterici
o fungini che potessero giustificare i sintomi e, almeno nella
maggioranza dei casi, non vi erano elementi tali da far presumere
incompatibilità tra marza e portainnesto. La malattia
era presente solamente su piante derivate da marze innestate
su una determinata selezione del porrtainnesto (S. Rapetti,
comunicazione personale). Da queste piante non sono stati rilevati
virus, né dal soggetto né dal portainnesto. e
non si hanno informazioni sui eventuale trasmissibilità
della malattia per innesto. In rose con deperimento generalizzato,
coltivate in serra per produzione di fiore reciso, sono stati
recentemente rilevati tre RNA di tipo viroide, costituiti
da RNA circolare a singola elica ed a basso peso molecolare.
Tuttavia, RNA simili sono stati evidenziati anche in
piante che non presentavano alterazioni, per cui non è
possibile, al momento, associare queste molecole alla malattia
(G. Beccando, comunicazione personale).
LA
DIAGNOSI
I virus della rosa hanno la caratteristica di provocare sintomi
transitori, oppure possono essere latenti in certe cultivar,
per cui la sola ispezione visuale non è sufficiente per
individuare le piante infette.
La trasmissione di virus a piante indicatrici sia mediante inoculazione
per succo a piante erbacee che per innesto su Rosacee particolarmente
suscettibili, quali alcune cultivar di pesco oppure Prunus
serrulata 'Shirofugen', e l'esame di materiale vegetale
al microscopio elettronico, sono stati, per lungo tempo, gli
unici metodi per evidenziare la presenza di virus in piante
di rosa. La trasmissione di virus dalla rosa alle piante indicatrici
erbacee avviene con difficoltà e solo se alla soluzione
di estrazione vengono aggiunte sostanze antiossidanti, quali
polivinilpirrolidone in quantità variabile dal
2,5 al 5% (Fulton, 1976). I virus trasmessi a piante
indicatrici vengono poi identificati con metodi sierologici.
Queste procedure richiedono tempi lunghi e non sono sempre affidabili.
Attualmente la diagnosi massale dei virus più imporlanti
è realizzabile mediante saggi ELISA oppure di
immunomicroscopia elettronica, eseguiti direttamente sul succo
di foglie di rosa, utilizzando tessuti giovani ed evitando di
eseguire i saggi durante restale.
Dovendo
diagnosticare PNRSV o ApMV con ELISA, può
essere utile utilizzare sieri contro diversi sierotipi dei virus,
in quanto sieri preparati contro un sierotipo possono non reagire
con sierotipi diversi. Inoltre, come per molte altre piante
legnose, i campioni da analizzare dovrebbero essere prelevati
da rami diversi della stessa pianta, in quanto il virus potrebbe
non essere uniformemente distribuito nella pianta (Loebenstein,
1995). Nei saggi di immunomicroscopia elettronica, l'aggiunta
di polivinilpirrolidone al tampone di estrazione è determinante
per la visualizzazione delle particelle (Milne, 1993).
LA
LOTTA
I virus responsabili delle principali virosi della rosa non
sono particolarmente infettivi né trasmessi molto attivamente
dai rispettivi vettori, quando questi sono noti. PNRSV,
come tutti gli ilarvirus, è trasmesso per polline.
La diffusione di questi virus può essere pertanto limitala
estirpando le piante infette dalle coltivazioni e, soprattutto,
utilizzando materiale di propagazione sano per i nuovi impianti.
In coltivazioni infette dai nepovirus ArMV e SLRV,
nei casi in cui vi sia chiara evidenza di diffusione delle virosi
nelle coltivazioni, segnalata, ad esempio, da distribuzione
delle piante infette a chiazze che si estendono progressivamente,
può essere utile franare il terreno per ridurre la popolazione
dei nematodi vettori.
Numerose cultivar di rosa infette soprattutto da PNRSV,
ma anche dagli altri virus, sono state risanate mediante termoterapia
seguita da micropropagazione di gemme o altri organi o tessuti
(Loebenstein, 1995). Le stesse tecniche possono essere
applicate anche per risanare le diverse specie di rosa usate
quali portainnesto. Nel caso di malattie ad eziologia ignota
si consiglia di estirpare e distruggere le piante che presentano
sintomi, in attesa di maggiori conoscenze che consentano di
applicare tecniche mirate.
|
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
|
|
|
Bos
L. & Perquin F.W. (1975) - Rose bud proliferation,
a disorder of still unknown etiology. Neth. J. Plant.
Path. 81 : 187- 198
Devergne J.C. e Goujon C. (1975) - Etude d'anomalies
de croissance chez le rosier de serre. Ann. Phytopathol.
7 : 71-79.
Fulton
R.W. (1976) - An isolate of Prunus necrotic ringspot
virus from rose with yellow net symptoms. Proc, Xth
Int. Symp. Fruit Tree Virus Disease 1976, Heidelberg,
29.
Gigante
R. (1936) - Una nuova virosi della rosa in Italia.
Boll. Staz. Pat. Veg. Roma. n. s., 16 (2): 76-94,
Hicks
R.G. e Frost R.R. (1984) - Isolation of a tomabovirus
from rose. Plant Path, 33: 581-587.
Loebenstein
G. (1995) - Rose. In "Virus and virus-like
diseases of Bulb and Flower Crops", G. Loebenstein,
R.H. Lawson e A. A. Brunt Eds, John Wiley & Sons,
Chichester, 426-437.
Milne
R.G. (1993) - Electron microscopy of in vitro preparations.
In "Diagnosis of Plant Virus Diseases", R. E.
F. Matthews Ed., CRC Press, Boca Raton, 215-251.
Secor
G.A. (1977) - Rose virus and virus-like diseases.
California Agriculture, March 1977, 4-7,
Secor
G.A. e Nyland G. (1978) - Rose ring pattern: a
component of the rose-mosaic complex. Phytopathology
68 : 1005-1010
Slack
S.A., Traylor J. A., Williams H.E. e Nyland G. (1976)
- Rose leaf curl, a distinct component of a disease
complex which resembles rose wilt. Plant Dis. Reptr,
60 : 178-182.
Stein
A., Levy S. e Loebenstein G. (1988) - Effects of
prunus necrotic ringspot virus on graft union and flower
quality of glasshouse grown roses in Israel. Acta
Hort. 234 : 435.
Thomas
B.J. (1981) - Some degeneration and dieback deseases
of the roses. Report of the Glasshouse Crops Research
Institute for 1979, 178-190.
Thomas
B.J. (1982) - The effects of prunus necrotic ringspot
virus on field-grown roses. Ann. appl. Biol. 100:
129-134.
Thomas
B.J. (1984) - Epidemiology of three viruses infecting
the rose in the United Kingdom. Ann. appl. Biol. 105:
213-222.
|
|