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Usato
da secoli nella protezione dei vegetali, il macerato
di ortica ha come unico ingrediente, oltre all'acqua,
le foglie di questa pianta spontanea, chiamata molto
ingiustamente
erbaccia.
L'ortica è un alimento molto ricco di minerali, e al tempo stesso consolida
e nutre i suoli; in Africa la «Rete per l'agroecologia» sostiene
i contadini che la curano a questi scopi. Ha inoltre usi cosmetici ed erboristici,
se ne possono ricavare carta e tessuti nonché, appunto, fitofarmaci
naturali.
Potenzialità del tutto trascurate.
Ma in Francia è peggio. Dal 2002 in seguito a un'azione del Dipartimento
repressione frodi del Maine-et-Loire, la vendita del macerato è diventata
fuorilegge. La ragione?
Non certo un presunto danno, dato che questo antico rimedio non ne ha
mai registrati; ma perché il prodotto non è omologato. Come ha spiegato al sito
www.univers-nature.com il contadino e scrittore Bernard Bertrand, portavoce dell'associazione
Amis de l'ortie dedicata al recupero dei saperi tradizionali in campo agricolo,
l'omologazione è un burocratico procedimento lungo e costoso, che richiede
anni di sperimentazione e decine di migliala di euro. Il che è più che
giusto per le miriadi di sostanze di sintesi che affliggono il pianeta
e l'agricoltura; ma per quelle nemmeno basta, visto che i loro effetti
tossici
si rivelano magari
dopo decenni.
Per i prodotti naturali, da tempo usati e che non hanno mai messo in
pericolo la salute pubblica, l'omologazione è un'assurdità,
sostiene Bertrand.
Bertrand e altri hanno chiesto una sorta di esenzione per legge, un certificato
speciale per i prodotti naturali e conosciuti; ma niente. Da poco la
situazione è peggiorata,
diventando addirittura surreale. Il 1° luglio è entrato in
vigore un decreto che impedisce perfino di divulgare ricette per la preparazione
di
prodotti naturali
se non omologati.
Si vieta di trasmettere un sapere che appartiene alla memoria collettiva e potrebbe
anche perdersi, di questo passo. Il solo fatto di comunicare pubblicamente, ad
esempio durante un corso, o in un testo - come il libro Purin d'ortie
et compagnie scritto dallo stesso Bertrand - o anche in un
articolo, la ricetta secolare del macerato, o anche l'efficacia diserbante
dell'acqua calda, in teoria comporta
una multa salata e due anni di prigione.
Magari non si arriverà a tanto, ma l'effetto disincentivante c'è.
Alla fine di agosto Eric Petiot, un altro degli autori del libro, giardiniere
paesaggista e organizzatore di stages sull'agricoltura biologica, ha
ricevuto la visita di due ispettori, uno del servizio nazionale per la
repressione
delle frodi e l'altro del servizio regionale per la protezione dei vegetali,
i quali
gli hanno precisato che per i rimedi non omologati è vietata anche
l'informazione, e che non deve più portare gli stagisti
a raccogliere le erbe selvatiche.
Rimane il diritto di preparare il macerato e altri fitosanitari naturali
per il proprio uso diretto; ma guai ad andare a dire che funziona, foss'anche
in
una riunione di paese.