RAME, TOSSICO O NO?
a cura di Elio Tiberi (Giardinaggio, maggio 2006)

Un minerale di ampio impiego, utilizzato in agricoltura fin dal lontano passato, oggi nel mirino dell'Unione Europea

 

II rame è stato utilizzato sin dall'antichità a tutt'oggi perché ha un meccanismo d'azione poco specifico, quindi non "seleziona" forme resistenti, al contrario dei moderni anticrittogamici di sintesi; inoltre possiede potere battericida.

Questo metallo, sebbene biologico, è tutt'altro che innocuo per l'ambiente, tanto che l'Unione europea ha emanato un'apposita direttiva che ne regolamenta e limita l'uso in agricoltura.

Agisce sotto forma di ione che, anche se distribuito in polvere, dev'essere veicolato da acqua. L'azione biologica è di contatto, aspecifica e diretta principalmente alle membrane cellulari nonché, nei funghi, alla parete cellulare.

La sensibilità dei diversi organismi è inversamente proporzionale alle loro strutture di isolamento dall'esterno: batteri e funghi necessitano di elevata umidità o di acqua allo stato liquido e sono molto esposti al rame; piante e animali, invece, sono meglio protetti dalle barriere più o meno impermeabili che li isolano nei confronti dell'ambiente esterno.

I composti rameici sono tutti potenzialmente fitotossici, ma la fitotossicità dipende dalla specie e dalla fase vitale. In generale, gli organi teneri sono sensibili: è facile avere fenomeni di fitotossicità nelle prime fasi di crescita delle piantine o in fioritura.

II rame ha elevata tossicità per i pesci mentre ha una bassa tossicità acuta per le api, l'uomo e gli animali a sangue caldo, anche se può dare pericolosi fenomeni di bioaccumulo e di tossicità cronica (tende ad accumularsi nel fegato).

Da un punto di vista ambientale, ammassandosi nel suolo può alterare l'equilibrio della microfauna terricola, soprattutto nei suoli acidi; in concentrazioni elevate, può anche deprimere l'attività degli insetti utili ausiliari (fitoseidi, coccinelle, crisope e imenotteri). In realtà i suoli mediterranei sono più facilmente calcarei, dando meno adito a problemi.

I formulati commerciali che vengono utilizzati come anticrittogamici sono caratterizzati da una limitata solubilità in acqua e da una lunga persistenza, caratteristiche queste che permettono di ottenere un giusto equilibrio tra azione anticrittogamica e fitotossicità: è sempre meglio tuttavia non esagerare, distribuendoli solo quando indispensabile.