ABELIOPHYLLUM
DISTICHUM
(a cura di Mariangela
Barbiero)
Qualche
tempo fa avevo promesso di parlarvi dell'Abeliophyllum
distichum ed eccomi qua. L'unica cosa che questa
pianta ha a suo sfavore è un nome impossibile, che
non si può neanche ingentilire: Abeliophyllum significa
che ha le foglie come quelle dell'abelia, distichum,
che le foglie sono a due a due. Io proporrei di chiamarla forsizia
profumata, perché somiglia moltissimo alla forsizia.
Fiorisce appena un po' prima, ed è profumata.
La
prima volta che ne sentii parlare fu in un articolo di Roy
Lancaster, uno dei maggiori plantsmen contemporanei. Plantsman letteralmente
significa "uomo di (per, da) piante", che è un
po' diverso da "giardiniere". Significa avere in
mente per prime le piante, poi il giardino. In italiano non
esiste questa distinzione, per cui noi giardinieri italiani
ci considereremo tutt'e due le cose, che ve ne pare? Avevo
letto dunque sul numero di Febbraio 1999 di The Garden,
il mensile di giardinaggio della Royal Horticultural Society
(RHS), un articolo di Roy Lancaster nella rubrica "Piante
che dovrebbero essere meglio conosciute".
Ne
fui subito conquistata ma pensai anche che se non era molto
popolare in Inghilterra, sarebbe stato piuttosto improbabile
trovarla. Invece mi sbagliavo. Quella stessa primavera, parlando
con un amico che lavora in un vivaio del Friuli, scoprii
che c'era, era lì a mia disposizione! Nella primavera
del 2000, dopo un anno dalla sua messa a dimora nel mio giardino,
si esibiva nella sua taglia ancora piccolina, ma deliziosa.
Da lontano sembra la ramatura di un pesco (senza tronco)
in miniatura, perché prima di aprirsi i bocci sono
rosa. Mentre la vera forsizia s'impone con tutta la veemenza
del suo giallo e ci mette addosso tutta l'allegria per la
fine dell'inverno, la forsizia profumata, con la gracilità e
la grazia dei suoi rami rosei, darà anche ai possessori
di piccoli giardini quell'incredibile felicità che
viene alla vista dei primi alberi da frutto in fiore.
Per
maggiore informazione, riporto un sunto dell'articolo in questione.
E
chiudo con questa considerazione: "I siti naturali,
per quanto belli e suggestivi, non sono ancora giardini;
lo diventano solo quando sono modellati dalle nostre azioni
e intessuti con i nostri sogni". C.W. Moore, W.J.
Mitchell e W. Turnbull jr., autori di scritti sul giardino,
1991
Abeliophyllum
distichum
(di
Roy Lancaster, da The Garden, febbraio 1999)
In coltivazione, l'Abeliophyllum distichum, prospera
in una vasta gamma di tipi di terreno, da quello alcalino a quello
leggermente acido, preferibilmente ben drenato, e, in clima inglese,
in qualunque esposizione purché non raggiunta dai raggi del
sole del primo mattino: come nelle camelie, il disgelo deve avvenire
lentamente all'ombra, altrimenti i fiori e le gemme si lessano. Ciò premesso,
la pianta svilupperà un portamento globoso, che col tempo tenderà a
diventare scomposto, a meno di non potarlo ogni due o tre anni, eliminando
subito dopo la fioritura i vecchi getti, che hanno portato i fiori,
fino a poche gemme dalla base.
A.d. è originario
della Corea centrale, dove un clima continentale, di estati
calde e inverni freddi, è la norma; si comporta molto
bene nei giardini inglesi in situazioni in cui riceva quanto
più possibile sole e caldo. Spesso l'ho visto contro
un muro, per maggiore protezione.
Nel nord-est degli Stati Uniti, dove c'è un clima continentale
simile a quello dell'Asia nordorientale, si vede l'A.d. crescere
in situazioni aperte e fiorire prodigiosamente e rigogliosamente, fino
a raggiungere nel tempo un'altezza di 1,2-1,5 m per altrettanto di
larghezza.
Nel clima inglese, tuttavia, con la possibile eccezione delle regioni
sudorientali e consimili zone di estati secche, è meglio farlo
crescere in una zona protetta o ancor meglio contro un muro esposto
a sud o a ovest, dove, se tirato su a spalliera, può raggiungere
fino a 1,5-1,8 m.
Nei Kew Gardens c'è un esemplare che ha raggiunto l'impressionante
altezza di 2,4 m. Le estati calde incoraggiano la maturazione dei getti,
stimolando nel contempo lo sviluppo delle gemme a fiore, che sono di
un bel porpora scuro.
Esse si formano a partire dalla fine dell'estate in mazzetti sui rami
dell'anno e in corti racemi sul legno vecchio, permanendo durante i
mesi invernali fino a fine febbraio/aprile, quando si gonfiano e da
esse sbocciano profumati fiori rosa, che impallidiscono fino a diventare
bianchi, formati da quattro petali nastriformi indentati in punta.
Per
la forma sono molto simili a quelli della forsizia, e ambedue
gli arbusti appartengono alla famiglia delle Oleacee. Nella
specie, i fiori, appena più larghi di 13 mm, sono
rosa pallido e invecchiando diventano bianchi. Nell'A.d. Roseum,
tuttavia, sono di un rosa più intenso quando si aprono,
diventando in seguito rosa pallido, e hanno lo stesso dolce
profumo della specie.
Variazioni nel colore e nella forma dei fiori sono state riscontrate
allo stato selvaggio, nei boschi della Corea, fra pini e querce: è dunque
probabile che piante nate da seme possano dare qualche piacevole sorpresa.
Abeliophyllum
distichum fu per la prima volta descritto, e
forse raccolto, dal botanico giapponese, Takenoshin
Nakai, nel 1919. Nel 1937 era già disponibile
in commercio e il catalogo della ditta W J Marchant di
Wimborne, nel Dorset, così lo descriveva: "Armonioso
arbusto a portamento leggero ed espanso, destinato a
diventare un beniamino grazie alla sua precoce stagione
di fioritura".
Invero è difficile immaginare come mai in seguito questo arbusto
dalla delicata fioritura non sia divenuto più popolare nei giardini
inglesi. Certamente merita più ampi riconoscimenti.