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Il
taleaggio, che consiste nell'incoraggiare sezioni
di steli o di rami a emettere radici è un sistema
molto efficace per propagare un consistente numero di piante
identiche.
David Hide spiega i processi e fattori coinvolti.
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ATTREZZATURA
PER FARE E SISTEMARE LE TALEE
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Cesoie (per
prendere le talee), un coltello estremamente
affilato (per rifilare
i tagli e/o incidere la base), borse di plastica (per
impedire che si disidratino), dischi di
substrato di radicazione (venduti asciutti
e piatti: una volta bagnati si espandono), vassoio
di plastica a celle (dove saranno collocati
i dischi), ormone
radicante in polvere o liquido (usare un piattino
per quello in polvere e un vasetto di vetro per quello
liquido) , quaderno
ed etichette (per tener nota di
tutto). |
Andiamo
ora a esplorare i molti fattori che contribuiscono alla radicazione,
sia con piante facili come le fucsie che
con soggetti più difficili come le azalee decidue. Il
successo dipenderà dalla comprensione della loro interazione
durante il processo di radicazione.
Propagazione vegetativa
Nella maggioranza dei casi le piante cresciute da seme non sono identiche
alla
pianta madre.
Il vantaggio dei metodi di propagazione vegetativa, come il taleaggio, è quello
che di ottenere una pianta identica (un clone). La maggior parte delle piante
più comuni acquistate nelle giardinerie sono delle cultivar e sono ottenute
da talee.
Le talee devono essere prelevate da piante sane e devono avere caratteristiche
identiche a quelle della pianta madre, vale a dire che non si devono prendere
talee con variegature e/o screziature e/o forme diverse da quelle tipiche della
pianta, a meno che non si considerino tali difformità interessanti mutazioni
genetiche, meritevoli di essere propagate.
Negli ultimi vent'anni si è molto lavorato sull'identificazione
delle caratteristiche che deve avere una talea per garantire
la riuscita della radicazione.
Talee ottenute da rami più bassi, più vicini al colletto (e dunque
alle radici) sembrano radicare più facilmente di quelle prese più in
alto.
Parimenti, getti cresciuti in ombra parziale ed eziolati (alti e esili
perché alla
ricerca della luce) e quindi naturalmente più sottili, sembrano radicare
più velocemente. Semprechè la radicazione avvenga in condizioni ottimali,
le talee più sottili
emetteranno radici prima di quelle di diametro maggiore. Ciò probabilmente
si deve al fatto che a parità di superficie fogliare per la produzione
di elementi nutritivi, producono riserve nutritive nelle medesime proporzioni,
ma le talee più sottili richiedono un minor dispendio di energia per mantenersi
talché le sostanze nutrienti in surplus vanno alla zona radicale.
Molte piante si riproducono vegetativamente allo stato naturale, mediante polloni,
propaggini e persino grazie a innesti naturali. Nella pratica del taleaggio,
invece, noi introduciamo un elemento di controllo del processo. Tutte le piante
producono composti chimici, fitormoni che facilitano l'emissione di radici, il
più comune dei quali è l'auxina. Capendo come questi ormoni funzionano,
si può aumentare la percentuale di talee che
emettono
radici,
il
cosiddetto 'tasso
fisso
prefissato.'
Tipologie di talee
Le descrizioni presenti in molti manuali dei diversi tipi di talee possono creare
confusione.
Le talee possono essere erbacee, semilegnose e legnose, di
punta, di fusto, di
ramo, di foglia, di radice. Possono essere prese anche con o senza
'il tallone.'
Le talee erbacee si ricavano dalla prima cacciata alla ripresa vegetativa,
sia
su piante decidue che sempreverdi.
Alberi e arbusti decidui come Deutzia, alcune cultivar di Acer palmatum e
di
Hydrangea radicano abbastanza facilmente quando il materiale è 'tenero',
ma queste talee necessitano di ambiente umido, perché in ambiente secco
possono appassire e morire rapidamente.
Le talee di piante sempreverdi vengono di solito fatte in
stagione
più avanzata,
su materiale semilegnoso; questo materiale viene descritto anche come legno
semi-maturo (o agostato, perché in genere si fanno
in settembre). Molte piante sia decidue che sempreverdi possono essere riprodotte
anche con
talee legnose, cioè di materiale più duro, dunque più vecchio.
Più è duro il materiale della talea, più aumenta
il tempo
di emissione delle radici ma si riduce in cambio il grado di complessità necessario
al mantenimento di un idoneo ambiente di radicazione.
La facilità di radicazione
varia notevolmente tra genere e genere e anche all'interno di uno stesso genere.
La radicazione dell'Acer palmatum è problematica, richiede un
ambiente caldo e umido, al riparo dalla luce solare diretta, in un serretta chiusa,
e
generalmente necessita di frequenti nebulizzazioni. Alcune cultivar sono così difficili
che devono essere innestate. Per converso, talee legnose di salice infilate nel
terreno in autunno radicano già durante l'inverno.
Le talee di punta sono il non plus ultra della propagazione
e quelle più consigliate
per l'alta garanzia di successo che offrono in una vasta gamma di piante. Si
prende la punta del ramo, si taglia a 6-10 cm sotto un paio di foglie o nodo.
Queste talee si avvalgono di due fattori di successo: l'ormone radicante
che è
presente nella punta in crescita e addirittura concentrato nel nodo, talché la
talea
di punta è la miglior opzione in soggetti di difficile radicazione, come
Rhododendron, Pittosporum, Garrya, Rhamnus, Fremontodendron ed Escallonia
bifida.
A Wisley è stata scoperta una variante interessante sulle talee di punta.
Con un coltello ben affilato si è diviso a metà per 2 cm nel senso
della lunghezza la
base
delle talee di Edgeworthia chrysantha, una pianta che non si era riusciti
fino
a quel momento a far radicare. Le talee emisero radici dopo due settimane.
Un'ampia gamma di piante radica molto facilmente,
per cui non è importante il tipo di talea che si sceglie
di fare.
Per maggiori informazioni sulle
tecniche
di propagazione è utile la guida dell'RHS 'Propagating Plants'. Per le
specie in cui i nodi sono o molto vicini, come nell'erica e nel rosmarino,
o molto lontani, come nella verbena e nella lavatera, le talee di punta non
sono
necessarie. Si può aumentare il numero di piante che può essere
propagato, da una data quantità di materiale disponibile, usando anche talee
internodali (ottenute tra i due nodi di un fusto) e talee di gemma (che comprendono
la foglia,
una
gemma ascellare e una porzione del fusto), e spesso si ottengono giovani piante
ben accestite e di migliore qualità.
Per piante di radicazione più problematica, è consigliabile includere
nella base della talea una piccola sezione (lingua) del ramo dell'anno precedente.
Queste talee 'con tallone' vengono spesso utilizzate per la propagazione della
Camellia e del Ceanothus, e potete provarle con tutte le piante
che si rivelino restie a radicare. Rifilate il 'tallone' in modo che non superi
i 3 mm di lunghezza.
Questo legno più duro ha meno probabilità di marcire e contiene
livelli più alti di ormone radicante. Se usato correttamente, l'ormone
radicante di sintesi può grandemente aumentare la percentuale
di
riuscita di tutte le tipologie di talea.
Ambiente di propagazione
La cura data alle talee durante la fase critica di formazione delle radici è altrettanto
importante della scelta e della preparazione del tipo di talea. La comprensione
delle necessità delle varie specie è importantissima e serve
a
determinare la preparazione dell'ambiente di propagazione. Le talee dei cactus
collocate
in un ambiente umido non ce la faranno: le strutture cellulari si romperanno
e le talee collasseranno. I cactus radicano meglio in un ambiente più secco,
simile a quello dove vivono.
La chiave per la creazione dell'ambiente più adatto per la radicazione è la
comprensione dell'interelazione tra temperatura, luce, umidità, ossigeno e diossido
di carbonio. Fornendo alle talee un terreno più caldo della
temperatura dell'aria (piedi al caldo testa al fresco), i processi biochimichi
di radicazione si accelerano. Una temperatura eccessiva dell'aria è spesso
l'effetto di alti livelli di luminosità, con conseguente riduzione dell'umidità ambientale
e aumento del tasso di evaporazione (perdita di umidità delle talee).
In casi estremi, si può arrivare all'appassimento e alla morte. Si può ovviare
con l'ombreggiamento, tuttavia sempre tenendo presente che la luce è indispensabile
alla fotosintesi clorofilliana, che provvede a far fronte alle limitate riserve
di sostanze nutritive presenti nelle talee, stimolando nel contempo
il
processo
di
radicazione.
L'acqua mantiene turgida la talea e veicola le sostanze nutritive, ossigeno
e diossido di carbonio, assolutamente vitali per la crescita della pianta. L'eccesso
di
diossido di carbonio però spesso limita il processo di fotosintesi,
per cui può essere d'aiuto un sistema di ventilazione che crei movimento
d'aria... tuttavia un eccesso di ventilazione riduce l'umidità.
Le radici hanno anche bisogno di ossigeno, pertanto le percentuali di
successo
possono aumentare aggiungendo perlite o corteccia al substrato di radicazione,
che risulterà meglio aerato. Se però nel substrato c'è un
eccesso di umidità, le talee marciranno anche se tutti gli altri fattori
sono ottimali.
In estate, di solito, la considerazione primaria è il mantenimento di un'alta
umidità,
particolarmente se si tratta di talee di alberi e arbusti decidui a foglia larga.
Per la maggior parte delle piante l'ambiente più appropriato per la radicazione
abbina
alti livelli di luce e umidità alla nebulizzazione intermittente
del
fogliame. Ciò previene l'appassimento, incoraggia la produzione di sostanze
nutritive e mantiene le talee fresche poiché fa evaporare l'umidità dal
fogliame.
Attrezzature come serrette riscaldate, cassoni freddi, tappettini di riscaldamento
elettrico,
unità di nebulizzazione possono essere d'aiuto, particolarmente con specie
di difficile radicazione, ma i soggetti più facili radicano con successo
anche in cassoni non riscaldati o solo riparati da un foglio di
plastica trasparente appoggiato su una piccola intelaiatura di filo di ferro
infilata
nel vaso e fissato (il foglio di plastica) con uno spaghetto sotto il bordo del
vaso. Una
regolare
nebulizzazione
manuale con uno spruzzino
può essere
altrettanto efficace di una costosa unità di nebulizzazione automatica.
La radicazione delle talee può essere facile o frustrante a seconda dei
soggetti. Con le specie difficili si andrà per tentativi, fino
a trovare l'ambiente giusto...
e
ciò renderà il successo ancor più gratificante.
TALEE
DI AZALEE DECIDUE |
Fate
le talee di mattina presto quando le piante sono ben
turgide e chiudetele in sacchetti di plastica per ridurre
l'evaporazione. Riponetele in frigorifero se non siete
in grado di occuparvi immediatamente di loro.
Per
avere i migliori risultati con le azalee decidue, prendere
le talee in aprile o maggio, quando la nuova vegetazione
raggiunge i 10 cm di lunghezza. Tagliate nel punto in
cui la parte erbacea comincia a indurire (5).
Usando un coltello affilato fate talee di 6-8cm (dalla
punta a dopo un nodo), incidete
verticalmente la base della talea per 2 cm (6)
e immergete la base in ormone radicante. Mantenete la punta
ma riducete il numero di foglie
dalla base (7 a
destra). |
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Infilate
la talea in un substrato di radicazione per acidofile,
non troppo fertile
(8) e mettetele in un ambiente
umido. Le foglie possono facilmente bruciarsi, per cui regolari nebulizzazioni
aiutano la radicazione (oppure coprite le talee
con plastica opaca).
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tappettino
di propagazione (di riscaldamento)
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Mantenete il fondo del vassoio di propagazione o
del vaso a 15-20°C,
e coprite le talee con un foglio di nylon non trasparente
o, idealmente, su un bancone di
nebulizzazione
(9). Se avete
acceso il 'tappettino di propagazione'
e potete gestire al meglio l'ambiente, la talea radicherà entro
otto-dieci settimane.
E' importante però ottenere una piccola quantità di
crescita dalle talee e un apparato di radici ben sviluppato (10)
prima
dell'inverno, in caso contrario può accadere che le talee che pur hanno
emesso
radici
non
riescano
a crescere
la
primavera
seguente.
Si può dare
alle talee un tempo di maturazione addizionale e vitale prima che si arrestino
per
l'inverno, estendendo la stagione mediante l'illuminazione artificiale.
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David
Hide è Supervisore Senior nel
Reparto Serre dei giardini dell'RHS a Wisley.
Per
saperne di più |
RHS Propagating Plants, by Alan Toogood, Dorling Kindersley, 2003, |
Plant
Propagation: Principles and Practices, by Hartmann,
Kester, Davies and Geneve, Pearson US Imports |
Siti
web: www.rooting-hormones.com - www.rhizopon.com |
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