Libere come tortore

(The Garden, aprile 2001)

Testo di Geoff Stebbings
autore e scrittore di giardini, freelance
Traduzione di Mariangela Barbiero

Le aquilegie sono le pietre miliari del cottage garden e hanno la capacità di ibridarsi spontaneamente. Geoff Stebbings svela le somiglianze tra aquilegie e specie meno conosciute,
e l'esaltante possibilità di combinare le due


Le aquilegie sono un'allegra combinazione di familiarità ed esotismo. Molti di noi sono cresciuti con aiole cosparse di fiori blu e malva ondeggianti elegantemente, con foglie simili all'adianto, ibridi dell'Aquilegia vulgaris. È però intrigante l'idea che in America altre specie siano state impollinate dai colibrì durante le loro migrazioni. Parenti dei ranuncoli selvatici, famiglia delle Ranunculaceae, le 70 specie, o giù di lì, di aquilegie sono tutte native delle regioni temperate settentrionali.
La comune A. vulgaris è da lungo tempo protagonista in giardino, probabilmente grazie alla sua naturale variabilità: si presentano spesso forme anomale che possono essere selezionate per diventare in significativa percentuale "reali piante da seme". Ci sono svariati metodi per coltivare le aquilegie: molti giardinieri sono contenti di lasciare che si ibridino e si seminino da sé, ma è anche possibile assumere un atteggiamento più purista, trascegliendo solo cultivar particolari o specie in una determinata gamma di colori. Anche in una piccola collezione è difficile mantenere campioni identici di quella specie o di quella cultivar, ma se si è estremamente rigorosi nell'isolare la pianta, il modello puro è quasi assicurato.
John Gerard, autore del famoso Herball del 1957, illustra tre aquilegie e descrive la Aquilegia vulgaris blu-violetto nel dettaglio: "questi fiori sono spesso di colore blu, altre volte rossi o porpora, spesso bianchi, o un miscuglio di questi colori, che distinguerli singolarmente servirebbe a ben poco, essendo queste piante tanto ben note a tutti. L'aquilegia doppia ha steli, foglie e radici come la prima, invece i suoi fiori sono molto doppi, vale a dire che molti di questi piccoli fiori, dalla forma di uccellino, infilati uno dentro l'altro, sono qualche volta blu, spesso bianchi, mentre altri sono di colori misti", osserva Gerard.
La somiglianza tra questi fiori e gli uccelli è doppia e dà alla pianta sia il suo nome botanico sia il suo nome volgare inglese: la forma ad artiglio dei fiori in boccio ricorda ai botanici l'unghia di un'aquila (Aquila chrysaetos) mentre i fiori aperti dell'Aquilegia vulgaris sembrano davvero cinque tortore, appollaiate e ad ali spiegate, da qui il nome inglese columbine.
Nel suo Paradisi in Sole Paradisus Terrestris del 1629, il grande botanico John Parkinson fa notare che, sebbene i risultati possano essere variabili, la propagazione da seme è utile per ottenere fiori doppi e altre forme: "le doppie danno semi buoni come le singole, cosa che non si osserva in molte altre piante".
Parkinson descrive anche "l'aquilegia rosa" che "non ha né speroni né corna, né verso l'interno né verso l'esterno o solo assai di rado; qualche volta s'innalza eretta ma con otto o dieci foglie, piccole e lisce, tutte verdi, ordinate una per una a formare un cerchio" (il fiore). Quest'attraente varietà è adesso nota col nome di Aquilegia vulgaris var. stellata.
Il periodo di fioritura delle aquilegie è abbastanza lungo; alcune specie americane sono in fiore già in aprile, mentre l'A. vulgaris dura bene fino a giugno e l'A. chrysantha può resistere anche più a lungo.
Le aquilegie solitamente sono delle perenni a vita breve, sebbene John Drake, proprietario della Collezione Nazionale di Aquilegie, ha tenuto alcuni ibridi del gruppo delle A. McKana per quattordici anni, e comunque possono durare più a lungo se non le si lascia andare in seme. Nel suo articolo "Aquilegie selvatiche e coltivate" (Gentes Herbarum, vol. 7, 1946) l'autore Philip Munz dice che ci si può aspettare che la gran parte delle aquilegie vivano per circa quattro anni ma l'A. chrysantha può vivere molto più a lungo.

Specie e cultivar di Aquilegia

1 A. vulgaris 'William Guiness' (sin. 'Magpie')
2 A. vulgaris 'Nivea' (sin. Munstead White)
3 A. moorcroftiana
4 A. vulgaris 'Warwick'
5 A. formosa var. truncata
6 A. vulgaris var. stellata 'Belhaven Blue'
7 A. vulgaris var. stellata
8 Ibrido di A. Gruppo McKana
9 Ibrido di A. Serie Songbird
10 A. vulgaris var. stellata 'Nora Barlow'
11 A. vulgaris var. stellata bianca

12 A. vulgaris 'Adelaide Addison'
13 A. ottonis
14 A. vulgaris 'Strawberry Ice Cream'
15 A. chrysantha
16 A. fragrans (non proprio fefdele alla pianta madre)
17 A. vulgaris var. stellata 'Gisela Powell'
18 A. formosa 'Albert Pike'(sin.'Pikei')
19 Aquilegia a fiore semidoppio non nomenclata
20 A. vulgaris var. florepleno 'Burgundy'
21 A. vulgaris 'Triestino'
22 A. atrata a fiore doppio

 

Aquilegia vulgaris
Nella sua forma comune l'A. vulgaris ha fiori inclinati con cinque petali esterni e cinque interni sporgenti. Così come si sono ottenute variazioni nel colore, sono state prodotte anche piante a petali doppi. Forse le più scenografiche sono quelle con i colori dei petali in contrasto, come l'A. vulgaris 'William Guiness'. Questa comune cultivar ha fiori bianchi e viola scuro ed è spuntata nella proprietà di Guiness vicino al giardino di Daphne Shackleton in Irlanda; lei ha dato i semi a John Drake e la cultivar è diventata estremamente popolare. Il nome 'William Guiness' è antecedente al sinonimo 'Magpie' (N.d.T.: magpie in inglese significa gazza).
La nomenclatura delle aquilegie è costellata di inesattezze a causa delle innumerevoli differenze che si manifestano nelle piante coltivate da seme: a piante che sono troppo simili per essere differenziate vengono dati nomi diversi. Aquilegia vulgaris 'Munstead White', che è una delle più popolari grazie al nesso con Gertrude Jekyll, è meglio conosciuta come Aquilegia vulgaris 'Nivea' (AGM). È un bianco puro che solitamente rimane bianco e non regredisce al blu come invece fanno altri bianchi. È importante che ogni piantina anomala venga estirpata appena compare, se si vuole mantenere pura la cultivar.
Le "cuffiette della nonna" dei cottage garden con i fiori a pompon hanno doppi petali a sperone non sporgente, come ad esempio A. v. 'Warwick' dai fiori viola scuro, probabilmente una semplice selezione della più comune A. v. var. florepleno, con cinque o più petali non a sperone. Ciò può capitare sia nelle cultivar a fiore singolo sia in quelle a fiore doppio e talvolta viene considerato un difetto. A. v. 'Adelaide Addison' produce regolarmente fiori di entrambi i tipi. Questa vecchia varietà fu salvata grazie al giardino della nonna del giardiniere di Cambridge, Timothy Clark.
Forse la più insolita mutazione dei fiori si trova nell'A. v. var. stellata, talvolta erroneamente chiamata A. clematiflora, nome che John Drake sospetta derivi dall'elenco dei semi dell'Hardy Plant Society, a causa della somiglianza con i fiori delle clematidi. I fiori solitamente sono rivolti a faccia in giù ma i loro ampi petali creano una fioritura con effetto ad ombrello. La gamma di colori è come nelle altre cultivar di A. vulgaris ma i fiori sono un po' diversi nelle dimensioni.
'Gisela Powell', rosa intenso, e 'Belhaven Blue' sono entrambe classificate come cultivar di A. v. var. stellata. Un'altra, 'Firewheel', è uno straordinario fiore dai boccioli rosso brillante impreziositi da stami dorati, che risaltano grazie alla mancanza dei petali a sperone.
Le varietà di stellata a fiore doppio sono più note nella oggi popolare Aquilegia vulgaris var. stellata 'Nora Barlow' (AGM), nomenclata in onore della nipote di Charles Darwin. Lei l'ha scoperta e l'ha per davvero ibridata; introdotta poi da Alan Bloom, ha di solito fiori doppi con petali affusolati di un rosso scuro, con punte bianche e verdi. È stata ibridata per avere lo stesso tipo di fiori in colori diversi, dei quali forse i più insoliti si trovano nella A. v. var. stellata 'Greenapples', bianco puro ma con una sfumatura verdolina quando non ancora matura.
Forse il risultato più eccitante nell'ibridazione delle aquilegie è stato ottenuto da Ray Brown del Plant World nel Devon: molte di loro sono state ibridate con aquilegie a foglie gialle. Comunemente riunite nel Gruppo Vervaeneana, hanno foglie di varie sfumature di giallo o giallo macchiettato di verde. Generalmente i fiori sono piuttosto pallidi. La preferita di John Drake di questo Gruppo è 'Graeme Iddon', porpora chiaro, ma ritiene che nessuna abbia crescita vigorosa o vita lunga.
Il primo tentativo riuscito di Ray Brown per ottenere foglie giallo puro fu l'A. 'Mellow Yellow'; in seguito ha lavorato per migliorare il colore del fiore. L'Aquilegia 'Sunburst Ruby' è ancora il suo miglior risultato, con foglie dorate e boccioli cremisi, mentre l'A. 'Roman Bronze' è ancora un passo avanti: ha fogliame giallo che maturando vira al bronzo, e fiori violetti.

Specie europee e asiatiche
Sebbene ci siano abbastanza varietà di A. vulgaris da riempire un giardino, ci sono circa altre 70 specie, tutte dalle regioni temperate e spesso montane dell'emisfero settentrionale. Molte sono rustiche e indifferenti al gelo ma alcune delle specie montane devono avere terreno ben drenato, mentre le aquilegie più piccole come l'A. flabellata (AGM) prosperano in aiole rialzate dove beneficiano del migliore drenaggio, cosa che permette anche di controllare i fiori da più vicino.
John Drake ritiene che molte delle specie asiatiche ed europee rassomiglino molto all'A. vulgaris e ci sono ovvie somiglianze con la greca A. ottonis e l'himalayana A. moorcroftiana.
L'A. alpina ha steli eretti e fiori blu, o bianchi e blu, mentre la giapponese A. flabellata è più piccola, con steli che arrivano a 30 cm e pochi fiori blu con punte bianche. Questo schema di colori è passato attraverso molte ibridazioni tra cui le A. Gruppo Biedermeier, piante compatte i cui fiori, presenti in un'ampia gamma di colori, hanno il musetto rivolto verso l'alto.
Due specie, entrambe di origine asiatica, hanno fiori profumati ed erano, almeno fino a poco tempo fa, piuttosto introvabili. La più attraente è A. fragrans, originaria delle montagne del Kashmir. Dal profumo delicato, è una pianta compatta con foglie glauche e fiori speronati crema pallido a forma di campanella piuttosto rotonda, talvolta spolverati di blu o di rosa. Anch'essa profumata, benché meno vistosa, è A. viridiflora della Cina occidentale, che ha deliziosi fiori color cioccolato e verde giada.
Ray Brown ha usato l'A. fragrans per produrre una nuova gamma di ibridi profumati con fiori di tutte le forme e tutti i colori, e dice che il profumo varia anche considerevolmente, sia per intensità che per qualità; talvolta ricorda quello del caprifoglio. L'A. 'Sweet Rainbows' è la creazione più recente, una miscela di semi di tutti i tipi, ognuno con qualche profumo, mentre A. 'Sweet Lemon Drops' ha fiori gialli e buon profumo.

Specie americane
La maggior parte delle aquilegie europee e asiatiche hanno lo sperone corto e ricurvo, mentre quelli delle specie americane sono più allungati. Tra queste ci sono le gialle A. chrysantha e A. longissima, con lo sperone più lungo di tutte (fino a 15 cm), e un leggero profumo. A. caerulea (AGM) ha fiori bianchi e blu ed è bellissima, ma purtroppo vive poco, a meno che il terreno non sia davvero ben drenato.
Molte altre specie hanno fiori sui toni rosso, arancione e giallo. Tra queste ricordiamo l'A. canadensis (AGM), pianta a fioritura precoce che si trova lungo la costa orientale del Nord America, dalla Nuova Scozia alla Florida, e il suo equivalente occidentale, l'A. formosa. Questa specie mutevole, dal fogliame glauco elegantemente inciso, si trova sulla costa occidentale dalla California all'Alaska.
Le specie americane costituiscono la base degli ibridi a sperone lungo che per decenni hanno impreziosito i giardini. Queste aquilegie a fiore grande sono state giudicate con condiscendenza da alcuni puristi, ma sono bellissime da vedere in giardino - e sebbene le nuove ibridazioni diano fiori sempre più grandi e con nuove combinazioni di colore - non hanno perso niente del loro fascino naturale.
Le meglio conosciute sono gli ibridi del Gruppo McKana, creati in America e importati da Alan Bloom nel 1973. Le specie a sperone lungo costituiscono ancora la base della maggior parte degli ibridi in commercio e in anni recenti le aquilegie Serie Musical e la Serie Songbird tra cui l'A. 'Blue Jay', l'A. 'Goldfinch' e l'A. 'Robin', sono diventate popolari, essendo compatte ma vistose, con grandi fiori dai colori vividi; alcune hanno anche un leggero profumo.
Ci sono ancora ampi spazi per selezionare nuovi ibridi e forme interessanti: Ray Brown ha prodotto la sua delicata A. 'Apple Blossom' usando come genitore la strettamente imparentata Semiaquilegia. Recenti successi di Ray Brown sono alcune piante uniformemente variegate che crescono a tutta altezza ma hanno foglie dai bordi dorati, ibridi derivati da una A. flabellata variegata, che solitamente non sembra essere un buon genitore. Brown considera il suo successo un "esperimento giovanile - usando questo e quello ho ottenuto qualcosa che non avrei mai immaginato potesse accadere".
Sebbene Brown dichiari di aver estirpato piantine a tonnellate e non sia in grado di spiegare sempre perché alcune caratteristiche inaspettate siano apparse in alcuni dei suoi ibridi, è ancora entusiasta di spingere le aquilegie al limite. Ci ha già dato selezioni profumate dai colori brillanti. Forse c'è ora qualcosa che Gerard avrebbe voluto distinguere singolarmente.



Note di coltivazione
I consigli dati da Philip Miller nel suo Gardeners' Dictionary del 1752 restano ancora validi e vengono raccomandati anche da John Drake, proprietario della Collezione Nazionale di Piante. "I semi dovrebbero essere piantati in un semenzaio ad agosto o settembre, perché quelli conservati fino a primavera raramente riescono bene". Di solito questa procedura vale per tutti i semi della famiglia delle Ranunculaceae, come ellebori, delfini e peonie. Non sono richieste alte temperature. Riempite il vaso di terriccio e ricoprite con uno strato di sabbia grossolana. I semi piantati sulla ghiaia e innaffiati non avranno bisogno di nessun'altra copertura. Se il vaso viene tenuto umido, le piantine spunteranno in un mese o poco più.
Drake ha visto che si può capire molto sulle future piante dalla prima vera fogliolina: le specie americane si distinguono per la tinta rossastra del fogliame. Le piantine dovrebbero essere fatte svernare in una serra fredda ben ventilata e innaffiate con moderazione fino a primavera. Bisogna lasciarle crescere per tutta l'estate e potranno essere messe a dimora definitiva in autunno e fioriranno nell'aprile e maggio successivi, circa venti mesi dopo la semina. Sebbene alle piante vengano dati i nomi delle cultivar, essendo coltivate da seme dovrebbero essere selezionate scrupolosamente per poter continuare a fregiarsi di quel nome.
Le aquilegie si disseminano liberamente e si incrociano con facilità, dando vita a ibridi che potenzialmente potrebbero somigliare poco ai loro genitori, anche se per molti giardinieri questo elemento di sorpresa aggiunge valore al loro fascino. Per mantenerne la purezza le piante nomenclate dovrebbero essere completamente isolate dalle altre aquilegie.
Piante speciali: si può provare a propagarle per divisione ma di solito con scarso successo; l'apparato radicale è legnosetto e se prelevato in primavera, si possono separare singoli getti con qualche giovane radice filiforme, ripiantandoli subito in terreno arricchito con un po' di sabbia.

Appassionati di aquilegie
Carol e Chris Jell hanno vissuto in Castlehill Road, Totternhoe, Bedfordshire, per vent'anni e dal niente hanno creato il loro suggestivo giardino piuttosto in pendenza. Gestito biologicamente, è stato concepito come un rifugio per la fauna selvatica ed è diviso in una serie di "stanze" dove alle piante viene permesso di seminarsi a loro piacimento. I Jell hanno un difficile terreno argilloso e calcareo, anche se è stato di gran lunga migliorato, e scelgono solo piante adatte.
Anche se sono riusciti ad avere un giardino interessante in tutte le stagioni, esso probabilmente si presenta al meglio in maggio, quando abbondano le aquilegie, le loro beniamine. In accordo con il tema naturale del giardino, alle aquilegie è permesso di disseminarsi liberamente, infiltrandosi anche in spazi in cui non erano previste, talvolta con gran sorpresa dei proprietari.
Carol diserba accuratamente a mano, così da conservare solo le piantine gradite. Le cultivar di aquilegia si mischiano l'una con l'altra e con le specie selvatiche dando vita a interessanti ibridi. In conclusione, c'è un abbondante miscuglio di piante con sperone corto e con sperone lungo, a fiore doppio e a fiore singolo, in ogni sfumatura di colore. La speciale predilizione dei Jell va a un'aquilegia dal fiore semidoppio color malva, ma non sono eccessivamente preoccupati di mantenere esemplari puri e sono felici di continuare a lasciare che la natura segua il corso voluto dal fato.

Award of Garden Merit
L'AGM (Award of Garden Merit) è il simbolo di eccellenza della Società, dato a piante che si distinguono per il loro valore in giardino. Le seguenti aquilegie hanno ricevuto questo premio: Aquilegia bertolonii, A. canadensis, A. caerulea, A. flabellata, A. flabellata var. pumila, A. flabellata var. pumila f. alba, A. 'Hensol Harebell', A. Music Series, A. vulgaris 'Nivea' (sin. Munstead White), A. vulgaris var. stellata 'Nora Barlow'.