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di Mara Garian (Giardinaggio, novembre
2008)
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Splendide
anche nei grigi mesi invernali, le palme sono tra
le piante più eleganti e armoniose. Non lasciatevi
ingannare dal loro look esotico, sono molte quelle
che riescono a sfidare il gelo.
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Con
i loro tronchi snelli e nudi, le chiome che esplodono contro
il
cielo come fuochi d'artificio, le fronde dalle tessiture
leggiadre e rigorose, le palme sono tra le creature
più eleganti e armoniose del regno vegetale. Inoltre
evocano immediatamente scenari tropicali da cartolina e mantengono
il loro aspetto spettacolarmente esotico anche nei grigi
mesi invernali. Come se non bastasse, oltre che molto belle
sono anche utili: da questi alberi, infatti, non si ricavano
solo datteri o noci di cocco, ma una quantità di prodotti
insospettabili come l'olio, lo zucchero, il vino e un pregiato
avorio naturale. Il fatto che vengano associate al caldo e
al sole non significa che siano precluse a chi vive in regioni
fredde: anche il settentrione italiano può ospitarle
con successo, a patto di saper scegliere la specie giusta in
un ventaglio necessariamente limitato.
Il clima mite e sulla costa
Lungo i litorali, dove il clima è dolce, salmastro
e ventoso, crescono bene un gran numero di palme, oltre 50
specie.
Phoenix canariensis,
proveniente dalle isole Canarie, è molto
diffusa nelle aree mediterranee e subtropicali, vive bene affacciata
sul mare ma dà ottimi risultati anche in ambienti urbani.
Sue strette parenti, più sensibili al freddo, sono
Phoenix reclinata, specie
sudafricana dalle foglie lunghissime, e Phoenix
dactylifera, molto diffusa in Africa per la produzione
dei dolcissimi datteri.
Oltre alle specie appartenenti al genere Phoenix, esistono
molte altre varietà di palme idonee ai nostri giardini
costieri, facili da coltivare e decorative, come Erythea
edulis dalle ampie foglie a ventaglio e le spettacolari infiorescenze,
Washingtonia robusta, slanciatissima pianta tipica della
California ma ormai diffusa anche sul litorale ligure e mediterraneo, Livingstonia
australis e L. chinensis, anche nota come palma-fontana
per la forma del suo folto ciuffo di foglie, Rhapis excelsa,
con fronde vagamente simili al bambù.
Nelle regioni fredde
Idonea agli ambienti più freddi e diffusa anche nell'Italia
settentrionale è Chamaerops
excelsa (sinonimo Trachycarpus
fortunei), palma himalayana dal portamento regale,
con tronco snello che può raggiungere i 12 m di altezza:
rusticissima, può resistere tranquillamente fino a -15 °C.
Tra le palme campionesse di resistenza, capaci di sfidare anche
gli inverni più rigidi fino a punte di -20 °C,
si fanno notare Nannorrhops ritchiana (sinonimo
Chamaerops ritchiana) e Trithrinax
campestris: piante scultoree,
non molto
alte (circa 3 m), dalle strette foglie nastriformi, tollerano
condizioni estreme, tanto di caldo e siccità quanto
di freddo (ma non di umidità!) e vi daranno garanzie
elevate quanto più pianterete esemplari adulti.
Discretamente adattabile è la nostrana Chamaerops
humilis,
unica specie autoctona italiana, detta anche palma di
San Pietro o palma nana (non supera infatti i 4 m di altezza):
amante dei suoli poveri e rocciosi, è di facile coltivazione
e tollera -10 °C purché situata in pieno sole. Lo
stesso si può dire di Brahea
armata,
bella pianta caratteristica dei paesaggi messicani e della
Bassa California, dalle
foglie blu e dalle curiose infiorescenze lunghe anche 6 m.
Altre palme capaci di superare inverni mediamente rigidi (-10 °C)
sono Washingtonia filifera,
Sabal minor e S.
palmetto, Brahea edulis e
Serenoa repens: sono tutte facili da coltivare ed
esteticamente molto gradevoli.
Anche la buzia (Butia capitata) tollera discese del termometro
a -10 °C, purché non siano prolungate e purché si
abbia l'accortezza di piantarla in zone asciutte, soleggiate
e al riparo dai venti freddi (gradisce solo le brezze
salmastre): molto decorativa, ha foglie pennate verde scuro,
che evocano le piume di struzzo, e produce dolci frutti
gialli.
La sua parente Butia paraguayensis resiste invece fino
a -15 °C, così come l'affascinante palma del
Cile (Jubaea chilensis), dal grande tronco liscio, alto fino
a 10 m e largo fino a 5 m, che però non tollera nel
modo più assoluto l'umidità.
Un ambiente ad hoc
Oltre alla scelta della specie giusta, fondamentale sarà l'ambiente
in cui la palma viene collocata: è determinante fornire
una posizione riparata e rivolta a sud per beneficiare di ogni
ora di caldo, ancor meglio se nei pressi di un muro soleggiato.
A fare la differenza è più il caldo che il sole:
sono molte le palme che si troveranno benissimo anche
a mezz'ombra, se sono situate in un giardino dove il clima è dolce
e tiepido. Al contrario, i venti freddi non sono graditi: sono
quindi da evitare le aree in cui il vento di tramontana o quello
di maestrale soffiano per parecchi giorni di fila.
Se diverse specie sopravvivono al freddo asciutto, nessuna
può tollerare il freddo umido: il drenaggio deve essere
perfetto, poiché contro il ristagno idrico unito al
gelo non c'è alcuna soluzione.
Avendo le palme una sola gemma, bisogna evitare che questa
geli: nei rigori invernali si possono avvolgere le foglie
e il tronco con veli di tessuto non tessuto o stuoie e graticci,
indispensabili soprattutto se è giovane, legando la
chioma non troppo stretta sino alla base del tronco. Anche
una pacciamatura
con paglia o foglie è utile e gradita. Le piante
in vaso, ancora più sensibili al freddo, devono
essere traslocate in serra; in alternativa possono svernare
sotto una tettoia, in modo da non rimanere esposte alla pioggia
invernale.
Phoenix canariensis
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La
palma delle Canarie è la più classica
della specie, dal portamento maestoso e dalla forma
armoniosa,
con fusto alto e diritto e una bella corona di lunghe
foglie pennate. Diffusa lungo tutti i litorali italiani,
cresce rapidamente e può raggiungere i 20 m
di altezza. Produce piccoli frutti gialli simili ai
datteri. Esposizione: vive
bene in pieno sole.Temperatura: resiste
discretamente al freddo fino a -10°C. Al Nord esige
un angolo soleggiato e protetto, soprattutto per gli
esemplari giovani. Cure: non
molto esigente sul terreno, anche se preferisce quelli
ricchi, richiede
ottimo drenaggio. Irrigazioni estive regolari e concimazioni
azotate favoriscono la crescita. Note: merita
un certo spazio per valorizzarne la bella silhouette.
Per i primi anni può essere coltivata anche
in grandi vasi, da riparare in inverno. |
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Sembra una palma ma non lo è: bella pianta neozelandese, Cordyline
australis sviluppa un alberello alto fino a 8 m. Specie a crescita
lenta, con fusto nudo ed eretto, si fa apprezzare per il rigoglioso ciuffo
di foglie
strette e nastriformi, grigio-verdi. Gli esemplari adulti possono produrre
pannocchie piumose, lunghe fino a 1m, di fiori bianchi profumati.
Esposizione: preferisce esposizioni soleggiate o alla mezz'ombra e clima temperato
caldo. Resiste bene alla salsedine.
Temperatura: specie abbastanza rustica, può stare all'aperto anche
nelle zone dei grandi laghi prealpini.
Cure: preferisce un terreno
fertile e ben drenato. In
estate gradisce irrigazioni generose.
Note: nelle zone a clima freddo
si può coltivare in vaso da riparare
in ambiente protetto. Da provare la varietà 'Purpurea', dal
fogliame sfumato di porpora. |
Meglio
nota come palma nana, la Cycas non è botanicamente
una palma, anche se ne ha la forma. È una pianta
architettonica, con fusto corto e una corona molto
decorativa di foglie allungate e pennate verde scuro.
Gli esemplari
femminili producono curiosi frutti simili a grandi
uova. Esposizione: preferisce
il sole o posizioni lievemente ombreggiate.Temperatura: resiste
discretamente al freddo purché il terreno
sia ben drenato e le gelate non siano prolungate. Cure: poco
esigente, preferisce comunque terreni ricchi e fertili,
di consistenza sabbiosa. Non tollera i trapianti. Note: adatta
al giardino come all'appartamento, si sviluppa bene
anche in grandi vasi, da riparare in inverno.
Ha crescita assai lenta ed è molto longeva. |
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Brahea armata, Brahea edulis
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Anche
nota come palma blu o azzurra, la Brahea ha
grandi fronde a ventaglio di un insolito coler verde-azzurro.
Cresce lentamente fino a 15 m e, pur essendo una palma
esotica, non teme il freddo, purché si piantino
esemplari già adulti. Brahea
armata è la specie più diffusa,
imponente, con fusto largo e chioma tondeggiante.
B. edulis è simile, ma di accrescimento
più rapido.
Esposizione: preferisce il pieno
sole, ma tollera anche la mezz'ombra. Temperatura: rustica,
sopporta ottimamente temperature invernali intorno allo O e può resistere
fino a -IO°C.
Gelate prolungate possono rovinare le foglie giovani.
Cure: si adatta a diversi tipi di terreno, ama i suoli poveri e aridi,
ben drenati; tollera bene la siccità mentre teme i ristagni radicali. Note: è robusta, di facile coltivazione e vive bene anche in atmosfera
salmastra. |
Chamaerops
humilis
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La
palma di San Pietro è l'unica specie autoctona
italiana, molto diffusa in Sicilia e lungo i litorali.
Anche conosciuta come palma nana, forma un cespuglio
scenografico con le sue foglie a ventaglio ampie e
lucenti, cresce rapidamente ma non supera i 4 m di
altezza. Esposizione: preferisce
le posizioni soleggiate o lievemente ombreggiate, al
riparo dai venti. Temperatura: resiste
al massimo fino a -10°C e a volte, anche se sembra
gelata, ributta dal ceppo appena il clima si fa mite. Cure: si
adatta a tutti i terreni, anche calcarei e sassosi, ma
vuole un ottimo drenaggio e non tollera i ristagni. Note:
ideale per la coltivazione in vaso grazie alle sue
dimensioni ridotte. Più piccola e meno diffusa, ma molto
più resistente al freddo è Chamaerops
cerifera, dal bei fogliame glauco. |
Sabal
minor e Sabal
palmetto |
II
fogliame è dawero particolare, di un bel verde
scuro tendente al blu. Originarie dei sottoboschi della
Florida e delle paludi tropicali, Sabal
minor e Sabal
palmetto sono piccole palme diffuse nel
bacino del Mediterraneo, ma anche nell'Europa continentale
poiché non
temono il freddo.
Esposizione: preferisce la mezz'ombra, purché tiepida e luminosa,
la sua posizione ideale è alla base di altri alberi.
Temperatura: resiste fino a
-10 °C, con punte di -15°C; una pacciamatura a protezione delle
radici è comunque
gradita nelle zone a clima rigido. Cure: si
adatta a diversi tipi di terreno, ma vuole irrigazioni estive generose e concimazioni
con azoto e potassio (NK).
Non tollera i trapianti.
Note: ideale, anche in piccoli
gruppi, ai piedi di palme più alte,
cresce bene anche in contenitore, soprattutto S.
minor.
In vaso però resiste
meno al gelo e deve essere riparata d'inverno. |
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Solo per il clima mite
Palma
livinstonia (Livingstonia
chinensis)
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Palma
talipot (Corypha
umbraculifera)
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Teatrali,
bellissime, lussureggianti: purtroppo queste due palme
cosi particolari non sono per tutti. Solo chi non ha
problemi di freddo invernale
se le può permettere.
La palma livinstonia (Livingstonia chinensis) incanta
con le sue fronde elegantissime: non tollera il gelo ma al Nord è possibile
coltivarla come pianta d'appartamento, in vasi grandi e in posizioni luminose
ma non troppo calde,
mantenendo il terriccio leggermente umido.
Originaria di India e Sri Lanka, la palma talipot (Corypha
umbraculifera) è una
delle più alte e longeve: cresce fino a 25 m (con foglie di 5 m e infiorescenze
tra le più grandi al mondo) e vive fino a ottant'anni. Fiorisce una
sola volta nella vita e subito dopo muore. Esige molto sole e un eccellente
drenaggio.
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Un
giardino di palme nell'Atlantico |
Una delle più incredibili collezioni di palme è ospitata nel giardino
Terra Nostra, nelle isole Azzorre. Il clima umido e ventoso di queste isole atlantiche è simile
a quello riscontrabile lungo le coste europee mediterranee e atlantiche, rese
miti dalla corrente del Golfo. |
Potare le piante
La
palma non esige potature, se non per fattori ornamentali
o di sicurezza. L'operazione è complicata e
deve essere fatta da mani esperte, meglio da veri professionisti,
per non arrecare danni irreparabili alla pianta. Ecco
alcuni errori da evitare.
Non asportate la scorza protettiva: se raschiate lo stipite (il tronco) fino
a raggiungere il tessuto chiaro che sta sotto, renderete la pianta molto sensibile
agli sbalzi termici e alle infezioni fungine.
Non utilizzate ramponi acuminati per la risalita: potreste provocare ferite che
diventeranno una via di ingresso del temibile Fusarium oxysporum,
che può essere letale per la pianta.
Non eseguite potature drastiche: tagliare troppe foglie riduce la capacità di
fotosintesi e provoca uno stress nutrizionale, che porta la pianta a utilizzare
le riserve accumulate nello stipite. Questo può causare una strozzatura
del diametro dello stipite, con effetti sulla stabilità della palma. |
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