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Dura
e diffìcile, può essere resa molto fertile.
Ma innanzitutto
scopriamone le caratteristiche, perchè conoscere
il suolo è fondamentale per la buona riuscita di un giardino
Sotto
il cocente sole estivo, crepe irregolari e profonde li squarciano,
come saette scagliate da un iroso dio Giove.
Con le piogge invernali, si impastano, si fanno pesanti e si
appiccicano a scarpe e attrezzi. Sono i terreni argillosi,
croce e delizia di agricoltori e giardinieri: per quanto
presentino innegabili difficoltà, sono infatti capaci di diventare
tra i più fertili che si possano sognare, come insegnano
tanti pregiati vigneti. Dalle Langhe alle colline liguri e
senesi, dalle terre carsiche del Friuli ai calanchi del Piacentino,
fino al Sud, in Puglia, Campania e Sicilia, rappresentano la
maggior parte del suolo italiano. Facile, dunque, se si possiede
un giardino, averci a che fare: tanto vale imparare a riconoscerli
e affrontarli.
Vischiosi se bagnati, duri e crostosi se asciutti,
poveri di humus, lenti a scaldarsi, faticosi da lavorare
e,
nei peggiori
dei casi, mal drenati e asfittici: questi i loro principali
difetti. Contengono, infatti, una percentuale più o
meno elevata di argilla, cioè di particelle molto piccole
e ravvicinate, che tendono ad aderire tenacemente le une alle
altre. «Tanto maggiore è il loro numero, tanto
minore è lo spazio disponibile per la circolazione dell'aria
e dell'acqua», spiega il professor Pierluigi Genevini,
della Facoltà di scienze agrarie di Milano. Come conseguenza
l'acqua stenta a penetrare e tende a ruscellare sulla superficie,
che si indurisce, diventando quasi impermeabile; una volta
assorbita, poi, viene trattenuta e rilasciata molto lentamente,
impedendo all'aria di circolare. Le radici, con poco ossigeno
a disposizione, si espandono a fatica e le piante crescono
poco e male.
Un altro problema riguarda la capacità nutritiva: “In
virtù delle piccole dimensioni, le particelle argillose
offrono un'elevata superficie di contatto e, quindi, un'alta
capacità di ritenzione di acqua e sostanze nutritive”,
prosegue il professor Genevini. “Tuttavia i terreni
argillosi italiani tendono a essere anche alcalini e calcarei:
due condizioni che provocano l'insolubilizzazione o la precipitazione
dei sali minerali, con conseguente impoverimento del suolo.
Il calcare, per esempio, rende insolubile il ferro, la cui
carenza provoca il deperimento della vegetazione”.
Tuttavia, a questi terreni difficili non mancano pregi e
vantaggi, soprattutto se si interviene con opportune correzioni.«Per
esempio, si conservano freschi in profondità, anche
nelle giornate calde», interviene il vivaista pistoiese
Francesco Mati, «e facilitano l'attecchimento dopo
il trapianto, perché aderiscono molto alle radici, evitandone
la disidratazione».
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Innanzitutto,
riconosciamoli
Che si realizzi un giardino da zero o ci si limiti
ad arricchirlo con nuove piantagioni, per evitare
errori e insuccessi è indispensabile, come prima cosa, conoscere
il proprio terreno. Buone indicazioni si ottengono anche con metodi empirici,
ma solo l'analisi granulometrica di un campione di terra, da far effettuare in
un apposito laboratorio, potrà dare una risposta sicura e completa.
Lo stesso colore tipico dei suoli ricchi d'argilla, variabile da rosso a bianco,
a grigio-celeste a seconda delle origini geologiche e dei processi di trasformazione
subiti, non è per esempio di per sé indicativo.
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Terreni
argillosi: lo sono se...
• quando sono bagnati, aderiscono alle scarpe e agli attrezzi di lavoro;
• quando sono umidi, imprimendovi le dita, vi rimangono le impronte;
• quando sono umidi, facendone una palla (sopra), si apre facilmente a
metà;
• schiacciando un campione bagnato tra l'indice e il pollice, la superfìcie
appare lucida e scivola via subito dalle dita;
• quando sono umidi, modellandone un bastoncino e cercando poi di avvicinarne
le estremità, conserva la forma e non si spezza.
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Individuate
le caratteristiche, si può decidere come
intervenire: «Soprattutto, non improvvisare»,
raccomanda Francesco Mati. «Un conto infatti
sono i terreni poco argillosi o sabbioso-argillosi, quali quelli
del Pistoiese,
nei quali sono sufficienti lavorazioni leggere, concimazioni
e apporto di sostanza organica e sabbia di fiume. E un conto
quelli argillosi veri e propri, tra l'altro i più diffusi
in Italia, o, peggio ancora, molto argillosi, quali sono quelli
del Senese, che richiedono lavorazioni ripetute, sistemazioni
di pendenze, la regimentazione e il drenaggio delle acque superficiali,
nonché un'accurata programmazione anche per gli anni
successivi. In questi casi la guida di un tecnico esperto è d'obbligo:
guai, per esempio, a lavorare un suolo argilloso quando è bagnato».
Correggere
questi terreni è dunque possibile, ma sarà tanto
più costoso quanto maggiore è la loro estensione
e la quantità di argilla presente. Contenere la spesa è però possibile:
basta ridurre e/o limitare ad alcune zone le operazioni necessarie.
Come? Utilizzando le piante adatte, quelle dall'apparato radicale
robusto, poco suddiviso in fragili capillari, e capace, se
necessario, di assorbire il ferro anche in presenza di calcare.
Le
specie che fanno al caso nostro sono molte, alcune indicate
per
i suoli argillosi e asciutti, altre per quelli argillosi
e umidi: «Perciò la soluzione migliore, per
ottenere un giardino rigoglioso,
contenendo fatica e spese, è osservare
e piantare quanto già cresce bene nei dintorni»,
assicura Francesco Mati. «L'olivo, il frassino, l'acero
campestre, il bosso, il biancospino, la ginestra, la buddleia,
per esempio, vivono a meraviglia in terreni anche molto argillosi
e calcarei. Attenzione, invece, alle rose: si legge
spesso, soprattutto nei libri e cataloghi inglesi, che siano
adatte
a questo tipo di suoli, ma in realtà ciò è vero
solo per le arbustive innestate su Rosa canina, che
in natura vi crescono bene. Quelle che sono proprio da evitare
sono le
Rugose, che non li tollerano. Il fatto è che in Inghilterra
di argilla ce n'è poca, perciò un terreno che lì viene
definito "argilloso" da noi è considerato "di
medio impasto", cioè con un contenuto di argilla
inferiore».
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Syringa vulgaris |
Buxus sempervirens |
Aster novi-belgii |
Nei
suoli più o meno argillosi crescono bene anche
i viburni, i lillà, i filadelfi, le spiree; e la forsizia,
i Chaenomeles, i meli e peri da frutto e da fiore, come pure,
nei climi mediterranei, il corbezzolo, la fillirea e il laurotino
(Viburnum tinus): «In quelli più compatti e tenaci,
basterà conferire al terreno o a parte di esso "baulature",
cioè curvature, curare il drenaggio e bagnare di più in
estate», garantisce la vivaista piemontese Fiorella Gilli,
che sull'argomento la sa lunga, vista la natura argillosa della
zona in cui sorge il suo vivaio. «Nei piccoli giardini,
tuttavia, se si è disposti ad accettare possibili fallimenti
e un maggiore impegno, secondo me si può anche azzardare
un po', sperimentando specie magari non del tutto resistenti». Decisamente da evitare, invece, le cosiddette "acidofìle",
ovvero gardenie, camelie, azalee e rododendri, le cui radici
delicate non tollerano argilla e calcare, a meno che non le
si coltivi in vaso o in vasche apposite.
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Buddleja davidii |
Achillea sibirica |
Chaenomeles
speciosa |
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LEGENDA
1. Chaenomeles 'Yoki Cotin'
2. Echinacea purpurea 'Rubinglow'
3. Hemerocallis fulva 'Gentle Shephard'
4. Rosa 'The Fairy'
5. Abelia x grandiflora 'Francis Mason'
6. Buxus sempervirens 'Rococò'
7. Coreopsis verticillata 'Moonbeam'
8. Phlox paniculata 'Blue Paradise'
9. Rosa x odorata 'Sanguinea'
10. Miscanthus sinensis 'Morning Light'
11. Achillea sibirica camtschatica 'Love Paradise'
12. Hemerocallis fulva 'Grape Velvet'
13. Weigela praecox 'Ruby Queen'
14. Aster x frikartii 'Mönch'. |
La
paesaggista lombarda Antonella Coccetti ha ideato per
noi una bordura adatta a terreni mediamente
argillosi, in un luogo soleggiato e in clima temperato,
mescolando arbusti ed erbacee perenni resistenti. Tra
i primi,
ha utilizzato il bosso (Buxus sempervirens),
sempreverde; una varietà compatta di Weigela,
la 'Ruby Queen', che ha foglie color bronzo e fiori
rosa in tarda primavera-inizio
estate; Abelia 'Francis Mason', con foglie
sempreverdi, gialle, ma bronzo in inverno, e fiori
bianco rosati,
leggermente profumati, da giugno a dicembre;
le rose 'The Fairy' e Rosa x odorata 'Sanguinea', e Chaenomeles 'Yoki
Cotin', a fioritura bianca, precoce. Tra le erbacee perenni sono state scelte
la graminacea Miscanthus 'Morning Light', sempreverde dalle foglie
variegate di bianco;
varietà particolari di achillee, emerocallidi, Phlox, Aster,
echinacee e Coreopsis, in fiore tutta estate.
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Carpinus
betulus |
Coreopsis verticillata |
Arbutus unedo |
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Prunus
cerasifera " Nigra"
ciliegio ornamentale adatto a suolo più o
meno argilloso |
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Wisteria sinensis |
Echinacea purpurea |
Galega x hartlandii |
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