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Bordure, aiuole e vasi...piccanti
belli e buoni
di Margherita Lombardi
foto di Cinzia Trenchi
(Gardenia,
ottobre 2007)
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Scopriamo
l’attitudine ornamentale dei peperoncini.
Dal giallo al viola,
di mille forme,
per un autunno in allegria |
Può sembrare un paradosso e in effetti lo è: Marco Gramaglia, vivaista piemontese che con il fratello Paolo colleziona aromatiche, ortaggi insoliti e fiori dimenticati, non mangia piccante. Non gli piace proprio. Eppure, da dodici anni a questa parte ha raccolto 400 diverse varietà di peperoncini, dal gusto notoriamente di fuoco. «Dal goulash ungherese al chili degli Stati Uniti meridionali, dal kimchi coreano ai chutney indiani, passando per la salsa xnipek messicana fino ai nostri spaghetti aglio e olio, i peperoncini infiammano la cucina di molti Paesi del mondo», racconta Gramaglia. «A me, però, piacciono soprattutto come piante ornamentali, per il loro impatto cromatico in un periodo in cui fiori e colori scarseggiano». Di altezza variabile, erbacei o suffruticosi, più o meno cespugliosi, i peperoncini in effetti incantano per l'abbondanza e l'aspetto della fruttificazione: bacche erette o pendule, tonde, coniche o allungate, dalla buccia lucida che, da agosto ai primi geli, da verdi, bianche crema, rosa o
violette si colorano di giallo, arancio, rosso...
Lunga e curiosa la loro storia. Originari degli altipiani della Bolivia, si diffusero in tutta l'America Centrale grazie alle popolazioni precolombiane, che li consumavano ben prima che gli Spagnoli, durante il Cinquecento, li introducessero in Europa. Ma mentre qui vennero ignorati o al massimo considerati la spezia dei poveri, arabi e turchi li portarono con sé verso est, fino in Ungheria e Africa, da dove raggiunsero l'Asia e in particolare l'India, Paese in cui riscossero grande successo. Solo in tempi più recenti i peperoncini sono stati riscoperti e apprezzati anche dagli europei.
I botanici, nel frattempo, li avevano inseriti nella famiglia delle Solanacee, assieme a pomodori, patate e melanzane, e nel genere Capsicum, al quale oggi si riconosce una trentina di specie. Di queste, soltanto cinque sono entrate in coltivazione e sono state utilizzate per il miglioramento genetico: l'annuale Capsicum annuum (da cui discendono anche i peperoni dolci) e i perenni C. baccatum, C. chinense, C. frutescens e C. pubescens. «In realtà, alcune varietà di C. annuum possono vivere più a lungo, perlomeno al Sud o nel caso vengano ritirate in serra», specifica Marco Gramaglia.
I peperoncini — la maggior parte dei quali deriva da C. annuum — si suddividono in ornamentali veri e propri, più compatti e con frutti decorativi ma in genere poco saporiti, e da cucina, alti un metro e oltre, con frutti più grossi e piccanti. «In realtà, sono tutti commestibili e tutti possono essere utilizzati in giardino, ma alcuni sono effettivamente più decorativi», avverte Gramaglia. Il quale tra le varietà più piccole, alte 20-30 centimetri, raccomanda per esempio 'Medusa', di recente introduzione, con frutti bianco avorio che diventano rossi a maturazione, mentre tra quelle alte 40-60 centimetri, le più numerose, consiglia 'Jack Pot' per la bellezza e l'abbondanza delle bacche, di colore variabile a seconda degli esemplari; 'Big Wonder', che può vivere anche quattro anni e i cui frutticini da viola si fanno gialli e poi rossi; 'Diavolicchio', la classica varietà italiana da cucina, con frutti eretti rosso fuoco; e 'Black Prince', con bacche prima nere e poi rosse, molto decorative.
Da provare anche due varietà ornamentali per il fogliame: C. annuum 'Variegata', annuale, che alle bacche rosse e ai frutti dalla classica forma, abbina foglie bianche e verdi, e C. frutescens 'Peruvian Purple', perenne, con foglie molto scure in contrasto con i frutti eretti rosso intenso.
Nel gruppo delle varietà alte 80-90 centimetri emergono 'Squash Yellow', una vecchia cultivar con frutti a forma di turbante, gialli a maturità; 'Black Cluster', dalle bacche numerose, che da nere diventano rosse, luccicanti quando sono bagnate; 'Ramic', con fogliame insolitamente pubescente;
'Purple Delight', i cui frutti, dapprima viola melanzana e poi rosso spento, sono ottimi anche in cucina; Thai Yellow', di origine thailandese, molto produttiva e con portamento elegante, i cui frutti giallo limone sono piccanti ma poco aromatici, come in tutte le varietà orientali; C. chinense 'Benihighlands', un piccolo arbusto perenne, con frutti gialli molto piccanti.
Infine, i peperoncini alti 110-120 centimetri e oltre, tutti perenni e dai frutti decisamente hot: C. baccatum 'Aji Cristal', con lunghe bacche di colore arancio; C. baccatum 'Rocotillo', che raggiunge i 2 metri di altezza e ha bacche a forma di piccola lanterna, rosso vivo; e C. pubescens 'Rocoto', la cultivar peruviana più diffusa, con frutti simili a piccole mele, gialle oppure rosse, dal sapore molto pungente.
Ma come utilizzarli in giardino e sul terrazzo, per evidenziarne la discreta bellezza? Le varietà di taglia piccola e media sono perfette per completare il primo piano di una bordura come pure per vasi e cassette, magari assieme a giovani bossi, eriche ed edere.
Quelle medie e medio-alte staranno d'incanto in mastelli di legno, assieme a tulbaghie, dalie nane, cosmee o anemoni giapponesi, artemisie dal fogliame argentato o leggere graminacee ornamentali.
In piena terra, potete invece realizzare grandi macchie di colori diversi (occorrono almeno una dozzina di piante per varietà), oppure inserirle in una bordura, assieme a dalie, aster, rudbeckie e altri fiori d'autunno. «Per un effetto più insolito e deciso», suggerisce ancora Marco Gramaglia, «accostateli a monarde, amaranti e agastache, annuali dalle infiorescenze a pennacchio nei toni del rosso, viola, blu, ricordando che è bene accompagnare le varietà alte che tendono a spogliarsi alla base con piante che la nascondano».
Spettacolare, l'accostamento con Perilla frutescens, un cespuglione alto 120 centimetri, con foglie rosso cupo in autunno, mentre i peperoncini più piccoli staranno bene accanto a calendule, zinnie e altri fiori comuni e poco costosi.
E per quanto riguarda la coltivazione? «I peperoncini si ammalano poco e crescono molto in fretta: in due mesi dalla semina si ottengono già i primi frutti. A patto di concimarli parecchio, perché sono piante voraci. Da seme, in verità, sono un po' rognosi, soprattutto per quanto riguarda temperatura e innaffiature: se non vi sentite sicuri, meglio acquistare piante giovani ma già pronte»: parola di Marco Gramaglia.
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Un abbinamento vincente, da
realizzare in una bordura, ai due lati di una scalinata o in grosso mastello:
peperoncini 'Purple
Delight', graminacee ornamentali e la bulbosa Tulbaghia violacea, in fiore fino all'autunno.
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Specie: Capsicum annuum, C. baccatum, C. chinense, C. frutescens, C. pubescens.
Famiglia: Solanaceae.
Origine: America Centrale tropicale.
Caratteristiche: piante erbacee o suffruticose, da annuali a perenni, alte in genere fino a 150 cm.
Foglie: ovate, oblunghe o lanceolate, alterne oppure opposte, persistenti nei climi caldi.
Fiori: solitari o riuniti in gruppi di due-tre, hanno corolla stellata a cinque lobi, bianca o sfumata di viola.
Frutti: bacche rotonde, allungate o coniche. |
Una bordura, da realizzare anche
in
una fioriera, di peperoncini
di
taglia medio-alta,
Parthenocissus sp.
e Vitis coignetiae. |
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PEPERONCINI
Coltiviamoli così
Con i consigli di Marco Gramaglia, dell'az. agr. F.lli Gramaglia - disegni di Linda Pellegrini |
Marco Gramaglia
Appartenente a una famiglia di vivaisti, nel suo vivaio di Collegno (TO) colleziona aromatiche insolite, peperoncini, pomodori e, ultima passione, annuali e biennali. |
CLIMA: i peperoncini possono essere
coltivati all'aperto tutto l'anno soltanto
al Sud o in zone particolarmente miti. La maggior parte delle specie richiede infatti 4 °C per sopravvivere e almeno 12 notturni per fruttificare.
La temperatura ideale è compresa fra 15 e 25 °C, mentre sotto i 10 e oltre i 35 la crescita si ferma e i fiori cadono.
ESPOSIZIONE: mezz'ombra al Sud, sole al Nord; l'ideale sarebbe all'ombra di piante a chioma rada, come gli ulivi.
TERRENO: fertile e ben drenato, fresco ma mai eccessivamente umido.
IMPIANTO: da primavera, quando si trovano in vendita piantine già in frutto.
SEMINA: si effettua a partire da febbraio, al caldo, tenendo conto che per la germinazione occorrono almeno 18 °C, nel qual caso avverrà in 15 giorni, mentre a 25 °C in 10. Seminate a spaglio, in una seminiera riempita con terriccio specifico da semina. Nebulizzate ogni giorno per conservarlo umido. Dopo 20 giorni circa potete procedere alla ripicchettatura: diradate le piantine, trasferendo quelle in eccesso in un vassoio di fitocelle, riempito con un terriccio leggero. Dopo circa 5 settimane dalla semina, trapiantate le piantine in vasetti di 10 cm di diametro. Dopo altri 15 giorni, iniziate a concimarle, ripetendo l'operazione ogni 3 settimane circa. Incominceranno a fiorire in aprile al Sud e a fine maggio al Nord, per produrre i primi frutti un mese dopo. Trasferitele in vasi a mano a mano più larghi, poi a dimora.
COLTIVAZIONE IN VASO: utilizzate un terriccio ricco di sostanza organica. Un vaso di 20-22 cm di diametro potrà ospitare una pianta; per piantarne più di una nello stesso contenitore calcolate da 10 a 25 cm di distanza fra un esemplare e l'altro, a seconda delle varietà.
IRRIGAZIONI il terriccio non deve mai asciugare, ma nemmeno essere troppo bagnato, per evitare marciumi radicali. Se li coltivate in vaso, bagnateli poco ma tutti i giorni e togliete il sottovaso.
CONCIMAZIONI: IN PIENA TERRA, al momento dell'impianto, date loro un concime organico e uno chimico completo per piante da fiore (con rapporto NPK 1:3:3); ripetete solo la concimazione chimica 2-3 volte durante la bella stagione. In vaso, distribuite il concime chimico ogni 2-3 settimane, a partire da 2 dopo il trapianto nel contenitore definitivo e fino a novembre al Nord, a fine gennaio al Centro-Sud.
PROTEZIONE INVERNALE: in autunno, spostate le piante prima contro un muro soleggiato, poi in serra o in casa, purché in un luogo molto luminoso, per godere dei frutti fino a Natale.
MALATTIE: resistenti ai parassiti, possono però essere colpiti dai marciumi, se bagnati in quantità eccessiva.
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Azienda agr. F.lli Gramaglia.
via Borgo Dora 26, Collegno (TO),
cell. 338 5818032,
www.fratelligramaglia.com
Azienda agr. Alessandra Orsi.
Contrada Casale Tocci 3, 02040 Tarano (RI),
tel. e fax 0765 608238,
cell. 339 3310030,
www.vispi.info/vivaio_alessandra_orsi.htm
Quanto costano
Piante già in fruttificazione, alte 30 cm, in vaso
di 10 cm, 2 €; alte 80-90 cm, in vaso largo 19 cm,
8 €.
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