Il
freddo è sempre
stato considerato come uno dei grandi problemi delle camelie.
Fortunatamente questa idea è ormai
superata grazie alla letteratura specializzata e all'esperienza
trasmessa da grandi
giardinieri. Un altro incontestabile fattore positivo è il
riscaldamento del clima, che si è manifestato con
inverni meno rigidi. Ma la prudenza non è mai troppa:
non siamo al riparo da un ritorno del freddo e delle sue
nefaste conseguenze!
Andando
al cuore del problema: cosa accade quando una camelia o qualsiasi
altra pianta, viene distrutta dal gelo? Le piante contengono
quantità importanti di acqua, variabili da una pianta
all'altra. Questa acqua è soprattutto immagazzinata
in uno scompartimento cellulare chiamato vacuolo.
Il gelo provoca a lungo andare la sua scomparsa per sublimazione;
d'altro canto la formazione di grandi cristalli di ghiaccio
negli spazi intercellulari delle cellule vegetali causa dei
danni meccanici irreversibili. La 'crioprotezione' delle
cellule è favorita
dalla presenza di certe soluzioni di proteine e glicoproteine,
nonché di zuccheri come il saccarosio.
Alcuni studi sono in corso all'università di Parigi-sud
per scoprire e dosare queste molecole al fine di rispondere
alla domanda: esiste una correlazione tra la resistenza al
freddo di certe camelie e la presenza delle precitate soluzioni?
Dopo questo approccio un po' teorico, dedichiamoci ad aspetti
più pratici. La resistenza al freddo di certe camelie è una
constatazione empirica che si fonda per il momento solo sull'osservazione.
La classifica e gli elenchi che seguono sono il risultato di
compilazioni statistiche di osservazioni o di rapporti effettuati
sul continente americano e su quello europeo. Di fatto,
un carattere può essere ritenuto permanente solo se è riproducibile
e ben argomentato.
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'Tricolor
de Siebold' (sin. 'Ezo-Nisbiki'), una C.
japonica a
fiori variegati rosa chiaro con striature
rosse bordate di bianco. |
Camellia
japonica 'Docteur Tinsley', varietà tardiva da
scegliere quando c'è il rischio di freddi intensi. |
I
fiori bianchi sono in genere più delicati,
ma questa Camellia japonica 'Frost Queen'
offre invece una buona resistenza al
freddo. |
Criteri
di una buona resistenza
Tra le camelie che si possono trovare presso produttori francesi,
l'ordine di resistenza decrescente al freddo è il
successivo: C. japonica, C. ibridi / C.
sasanqua (+ C. hiemalis,
C. vernalis), C. reticulata.
I Fiori
Nelle regioni fredde, le camelie a fioritura precoce o tardiva
sono spesso le più adattabili alle condizioni climatiche.
I fiori semplici o semi-doppi resistono meglio. I fiori bianchi
sono i più fragili al gelo, come lo sono peraltro
alla pioggia e al sole.
Le
cultivar
Attualmente, più di 35mila camelie
sono state repertoriate. Percorrendo questo elenco s'impone
una constatazione: ben poche hanno la facoltà di
resistere al di là di -18°C.
C. japonica rosa:
'Berenice Boddy'
'Docteur Tinsley'
'Chandieri Elegans'
'Gloire de Nantes'
'Lady Clare'
'R.L.Wheeler'
C. japonica rosse
'Adolphe Audusson'
'Blood of China'
'Daikagura'
'Paulette Goddard'
C. japonica bianche
'Finlandia'
'Frost Queen'
C. japonica variegate
'Donckelaeri
'Governor Mouton'
'Lady Vansittart'
'Tricolor de Siebold'
C. ibridi rosa
'Anticipation'
'Donation'
'Inspiration'
'J.C. William's'
'St Ewe'
C. ibridi bianche
'Cornish Snow'
C. sasanqua e C. hiemalis
'Jean May'
'Showa-no-sakè'
'Kanjiro'. |
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Camellia
sasanqua 'Kanjiro', una cultivar che ben si adatta
a condizioni climatiche molto severe.
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'Donckelaeri'
(sin. 'Masayoshi'), una C. japonica interessante
per la sua resistenza al freddo.
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Quando ci mette il naso la ricerca
Sebbene le camelie non siano oggetto di 'ricerche di
punta', due ricercatori americani, Clifford Parks e W.L.
Ackerman, hanno dedicato una parte dei loro lavori allo studio
della loro resistenza al freddo. Clifford Parks si è interessato
soprattutto alle inter-ibridazioni tra camelie note per la
loro resistenza al gelo e, in grado minore, alle ibridazioni
tra C. japonica e alcune specie particolarmente resistenti
al gelo.
W.L. Ackerman s'interessa alle camelie resistenti al
freddo già dal 1960.
Il National Arboretum degli Stati Uniti ha dovuto affrontare
due inverni consecutivi particolarmente micidiali, nel 1976/77
e nel 1977/78. La maggior parte dei 956 esemplari di Camellia ne
fu distrutta.
Tuttavia,
tra tante C. oleifera, due introduzioni
cinesi, P.l. 162475 e P.l. 162561, non furono stroncate dal
gelo.
Fu il punto
di partenza delle ibridazioni. Era il 1979.
Tra il 1979 e il 1981 si realizzarono più di 2.500
ibridazioni tra C.oleifera e C. sasanqua,
C. hiemalis e C.
vernalis,
e
un po' più tardi
tra C. japonica e C. x williamsii. Questi
ibridi furono testati nelle regioni fredde degli U.S.A.
e dell'Europa con risultati
spettacolari. Certi ibridi sono sopravvissuti a
temperature comprese tra -20 e -27°C.
La buona scelta
Attenzione tuttavia: bisogna restare lucidi e non confondere
la resistenza dell'arbusto con la resistenza dei suoi fiori.
Non aspettatevi di vedere le vostre camelie fiorire a -20°C!
La percentuale di acqua è più alta nel fiore
che nella pianta. Alcuni giorni a -2°C e la fioritura
andrà perduta! I fiori degli ibridi di C.
oleifera sono
tuttavia meno fragili. Come prima camelia, è preferibile
scegliere una pianta resistente a fioritura tardiva, come 'Blood
of China'
o un ibrido di C. oleifera e di C. japonica.
Per coprire tutto il periodo di fioritura, da settembre a
maggio, potete scegliere tre camelie tra queste proposte:
1) a fioritura molto precoce:
un ibrido di C.
oleifera x C. sasanqua
2) con fioritura precoce o nella stagione di mezzo:
'St Ewe', 'Gloire de Nantes', 'Donckelaeri', o
ibridi
di C.
oleifera x C. japonica
3) con fioritura nella stagione di mezzo o tardiva:
'Dr Tinsley', 'Berenice Boddy', 'Tricolor', 'Daikagura', 'Blood
of China',
ibrido di C. oleifera x C. japonica.
Fattori di sopravvivenza
La
capacità delle camelie di sopravvivere al freddo
dipende da numerosi fattori fisiologici e ambientali. Tra
questi
vanno considerati il grado di dormienza, lo stato dell'apparato
radicale, la protezione contro gli effetti disidratanti
del vento, l'esposizione a est, la presenza o l'assenza di
ombreggiatura,
il livello di ritenzione idrica del terreno, il periodo
di messa a dimora, l'arrivo più o meno rapido
del freddo
e la sua durata, i programmi di fertilizzazione,
lo stato fitosanitario e, soprattutto, il livello di protezione
del terreno e della pianta
stessa.
Una priorità: la protezione delle radici
Ogni buon giardiniere lo sa: nelle zone in cui gela,
le radici devono assolutamente essere protette.
Una soluzione semplice, che trova tutti d'accordo, è l'utilizzo
di foglie morte (di castagno o quercia). E' consigliabile uno
spessore di 15 - 20 cm, per una superficie superiore di 30
cm
alla proiezione della chioma sul terreno.
I vantaggi sono molteplici: eccellente
isolamento termico e permeabilità all'acqua del terreno,
emissione di calore dovuta alla decomposizione delle foglie,
produzione di compost acido utilizzabile dalla camelia.
Protezione della parte aerea
E' di difficile se non impossibile attuazione con grandi esemplari.
Si tratta di creare attorno alla pianta delle
strutture rigide che possano essere ricoperte da teli isolanti,
come la plastica a bolle d'aria.
I veli di protezione, meno efficaci, devono essere utilizzati
in doppio o triplo strato.
Essi danno buoni risultati nella protezione dei fiori contro
geli di debole intensità (-2°C).
La protezione del fogliame per mezzo di una struttura
rigida è da prendere in considerazione in situazioni
di grandi freddi prolungati (-15°C),
ma soprattutto in situazione non soleggiata.
Fattore d'incidenza della neve
La neve può favorire bruciature sul fogliame.
Tuttavia il vero pericolo è il suo peso,
che può provocare la rottura dei rami.
Bisogna quindi scuotere energicamente il tronco
con una forca, possibilmente in legno
per non ferire la corteccia.
Camelie in vaso
Camelie in vaso, sia in terrazzo che in giardino, senza protezione
non resisteranno più di qualche giorno a temperature di
-5/-6°C.
E' possibile proteggerle - per un certo periodo
- avvolgendo il vaso con della plastica a bolle e ricoverandole
per un po' in un luogo freddo e umido,
oppure,
ancor più semplicemente, s'interra il vaso e si protegge il
tutto.
Che fare una volta finito il gelo ?
Su una pianta che ha sofferto il gelo, a volte i danni si osservano
immediatamente: caduta dei bottoni florali, foglie annerite
o accartocciate.
Ma più spesso i danni si vedono dopo il disgelo.
In questo caso la camelia deve essere potata energicamente.
A poco a poco appariranno nuovi getti e in
pochi anni l'arbusto tornerà come prima.
In vaso, se l'apparato radicale non è stato
completamente distrutto, è consigliabile effettuare
una potatura della parte aerea e delle radici.
Camelie dappertutto?
Il freddo non è più un ostacolo insormontabile
per la coltivazione delle camelie. Con qualche elementare precauzione
e scelte
giudiziose, è possibile avere camelie in giardino praticamente
in tutta la Francia. Anche quando il suolo non sia idoneo,
esistono soluzioni efficaci. Gli ibridi di Camellia oleifera sono
una scoperta fondamentale per le zone in cui il gelo non perdona.
Sono ancora poco diffuse, ma sono convinto che siano destinate
a un grande avvenire. Messe a dimora oltre 15 anni
fa nel mio giardino, nella Essonne, non hanno mai beneficiato
della minima protezione.