da "Il Giardino Fiorito",
settembre 2003
Delle
piante annuali o coltivate come tali, ad es. Petunie, Zinnie,
Calendule, Aster, Ciclamini, Primule ecc. diciamo subito
che è preferibile acquistare tali semi ogni anno - o
tutt'al più ogni due anni - presso Case specializzate,
perché la promiscuità delle colture dei giardini
privati e l'inevitabile fecondazione incrociata rendono impossibile
la conservazione in purezza di razze e varietà orticole,
cosi come è praticamente impossibile al dilettante operare
una selezione accurata.
Infatti,
per riottenere il medesimo colore o le stesse caratteristiche
di una data varietà non basta scegliere una bella Primula
o una bella Cineraria, isolarla e coglierne i semi. La
selezione è assai più complicata di così.
Per cui è inevitabile che il seme raccolto da varietà
orticole si "imbastardisca", come si suoi dire.
Viceversa si riproducono fedelmente
dal seme le specie e talune varietà ben fissate; altre
volte si tratta di varietà delle quali non ci interessa
molto di riottenere individui assolutamente identici, oppure
saranno belle piante spontanee che ci piacerebbe poter coltivare
in giardino. In tutti questi casi raccogliete almeno un poco
di seme, fatelo con tutte le regole e conservatelo bene affinché
non debba perdere il potere germinativo.
COME
SI DEVONO COGLIERE E PREPARARE I SEMI
E' noto che i semi sono contenuti
nei frutti, i quali possono essere carnosi oppure secchi; questi
ultimi possono essere deiscenti, vale a dire che lasciano scaturire
il seme, oppure indeiscenti. Vi sono anche piante che non producono
veri frutti ma presentano semi liberi, come le Conifere
e le Cycadee, ed altre come le Felci, i cui organi
di riproduzione non sono veri semi ma spore. Ma di queste
non ci interesseremo per ora.
Per
avere del buon seme conviene ricorrere a quello prodotto dai
primi fiori. Per esempio, colui che coglie i fiori migliori
e riserva alla produzione del seme gli ultimi fiori della stagione
non produrrà del buon seme, ma favorirà un processo
di degenerazione. Per molte specie è buona regola fare
un diradamento dei fiori così da ottenere una quantità
di seme ridotta, ma migliore. Così nella Primula malacoides
si lasceranno solo i primi steli e questi si cimeranno al primo
verticillastro di fiori; nelle Cinerarie si eliminano
i capolini secondari; le spighe dei Delphinium annuali
e perenni si tagliano di due terzi in modo da lasciar andare
in seme soltanto il terzo inferiore; per la produzione dei piselli
odorosi si utilizzano i primi fiori, situati più in basso
sulle piante. E così via.
In un giardino si producono anche semi di piante di una stessa
specie in miscuglio di colori. In questo caso il compito è
in un certo senso facilitato in quanto la selezione si limita
a prendere in considerazione l'abbondanza della fioritura e
la taglia delle piante ed a dosare opportunamente i colori in
modo da ottenere approssimativamente una determinata proporzione
tra le diverse tinte. L'ideale sarebbe, in questo caso, di fare
il seme per colori separati e poi mescolare i semi nelle proporzioni
volute. E' risaputo infatti che nelle piante che si coltivano
in miscuglio tendono a prendere il sopravvento, col susseguirsi
delle generazioni, alcune forme e alcuni colori, mentre altri
vanno gradatamente scomparendo. Questo avviene perché
vi sono caratteri dominanti che negli ibridi predominano su
altri caratteri detti recessivi.
Nel caso della Fresia in miscuglio, ad es., il colore
rosso tende a scomparire, nella Primula malacoides i
colori lilla e violacei dominano sugli altri, nella Gazania
hybrida i colori tendenti al rosso si perdono presto assieme
ai colori più tenui e con il susseguirsi delle generazioni
la gamma delle tinte si restringe fino a tornare all'arancione
della G. splendens. Il giardiniere farà quindi
bene ad escludere dai portasemi il massimo numero di piante
dotate di caratteri "prepotenti".
Comunque
siano racchiusi, bisogna cogliere i semi dopo essersi assicurati
che siano maturi. I frutti di ciascuna specie si distendono
in uno strato sottile su vassoi o setacci o in scatole di cartone
e verranno muniti, all'atto stesso della raccolta, di un'etichetta
col nome esatto e con la data.
Bisogna farli asciugare: a tale scopo si espongono per un poco
al sole, ma l'asciugamento è meglio completarlo all'ombra
o in locale asciutto e ventilato.
I frutti deiscenti, come le capsule dei Dianthus e delle
Viole, i legumi del pisello odoroso e delle acacie,
le silique delle violacciocche, dell'Eschscholtzia
e delle bignonie, i follicoli delle aquilegie
e dei Delphinium ecc., non richiedono altra avvertenza
che di essere colti prima che siano aperti ed abbiano espulso
tutti i semi. Ma siccome molti semi si disperdono facilmente
- o per deiscenza o perché trasportati dal vento o perché
divorati da animali e specialmente dagli uccelli - è
necessario, in questi casi, insacchettare i frutti quando sono
ancora sulla pianta, in via di maturazione; non si adoperino
però sacchetti di plastica ma di garza.
Una
volta colti si esporranno al sole affinché i frutti possano
aprirsi e liberare i semi; ma è prudente coprire le scatole
con una rete metallica o con un setaccio. Infatti, molti frutti
deiscenti (ad es. quelli delle Impatiens, dell'Eschscholtzia,
del ricino, del Manihot, dei Croton ecc.)
proiettano i semi anche a grande distanza, mentre i semi piumosi
e leggeri volano via con un soffio di vento; se non si coprissero
si rischierebbe di non ritrovare nella scatola neppure un seme.
Qualche volta i semi non vengono espulsi completamente dai loro
frutti ed allora bisogna fare una specie di trebbiatura in piccolo.
Cosi per le fresie, i piselli odorosi, i garofani
ecc., caso per caso si deciderà quale sia il procedimento
migliore. Se si tratta di piccolissime quantità è
senz'altro preferibile aprirli a mano. Se la quantità
è maggiore, dopo averli fatti seccare bene al sole, si
possono porre i frutti in fondo ad un sacco resistente che si
afferra all'imboccatura e si batte ripetutamente e con forza
per terra o contro un muro. Un altro modo è quello di
battere sui frutti secchi, stesi su un telo, con un ramo flessibile
di bambù, di nocciolo o di castagno. Se si tratta di
semi abbastanza duri, tali da sopportare un simile trattamento,
si può far passare e ripassare sui frutti stesi su un
tavolo una bottiglia o un altro corpo cilindrico. Dopo aver
fatto uscire i semi dai frutti è necessario separarli
dalla pula, il che si ottiene ventilandoli o setacciandoli con
vagli adatti.
I semi contenuti in frutti o in falsi frutti carnosi e indeiscenti
debbono essere estratti dall'involucro. Per alcuni è
conveniente aprire i frutti con un coltello, quindi toglierne
i semi; così per i Prunus e per molte specie di
rose. Altri frutti carnosi si fanno prima maturare molto
bene e poi si spappolano nell'acqua con le mani. I semi si separano
nell'acqua dalla buccia e dalla polpa per effetto del loro maggiore
peso, che li fa precipitare in fondo; se ciò non avviene,
si usano setacci con maglie di larghezza appropriata. Così
si preparano i semi di Rosa canina, Cotoneaster,
Photinia, Asparagus, Berberis, Mahonia,
Solanium, Cereus, Passiflora ecc.
I semi, ben asciutti, si debbono riporre in recipienti permeabili
all'aria, posti in locali molto asciutti.
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I
semi contenuti in capsule,come quelle dei papaveri,
vanno raccolti sistemando le capsule fresche in una scatola
di cartone, posta ad asciugare inizialmente al sole, quindi
in un luogo asciutto e ventilato.
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In
altri casi si riuniscono i fiori in mazzi che si lasciano
seccare all'aria, quindi in un sacchetto scuro.
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I
sacchetti vanno legati e sistemati, appesi in un luogo
asciutto e ventilato.
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Per
raccogliere i piccoli semi dalle capsule ormai secche,
occorre sistemare le capsule in sacchetti scuri per completare
l'essiccazione.
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Le
capsule secche vanno rotte per far uscire i piccoli semi.
Quindi occorre separare i semi dai detriti con l'aiuto
di un setaccio a maglie adeguate alle dimensioni dei semi.
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I
semi secchi e ben puliti si sistemano in sacchetti di
tela o di carta. Un'operazione da non dimenticatre è
l'aggiunta del cartellino. L'immagazzinamento va fatto
in un ambiente asciutto e ventilato.
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