Scopriamo la ricchezza delle bacche
|
(The Garden, ottobre 2012)
Testo di David Jewell
Fotografie di Tim Sandall
Traduzione di Mariangela Barbiero
Molti cotoneastri sono pregevoli arbusti da giardino
grazie alle bacche vivaci
e all'infuocato fogliame autunnale.
Non è tempo per noi di farne tesoro?
Quando si vede un Cotoneaster horizontalis coperto di brina o bagnato di rugiada, carico di frutti rosso intenso e di uno straordinario fogliame autunnale, non si può fare a meno di restarne ammaliati. Quest'eclettico e importante gruppo di arbusti comprende una serie di piante legnose, rustiche e facili da coltivare, che ben si confanno a molte situazioni del giardino. Possono espandersi come coprisuolo, essere guidate lungo i muri, ricadere verso il basso fino a formare una tenda, oppure potate in forma di piccoli/grandi arbusti o piccoli alberelli. Diversi possono essere tenuti a siepe o innestati come alberelli a tronco nudo con chiome ricadenti. Possono essere sempreverdi, semisempreverdi o decidui e dar vita a una moltitudine di fiorellini dai petali piatti, bianchi o rosa tenue, graditissimi alle api. Molti hanno frutti che durano a lungo (in botanica, chiamati pomi), assai apprezzati dagli uccellini, e straordinari colori autunnali. Tutto ciò rende i Cotoneaster davvero degni di un posto in giardino.
Come coltivarli
Ci sono più o meno 400 specie di Cotoneaster e di queste circa il 10% potrebbe essersi ibridato. Molti nomi sono stati usati male in vivaio creando una grande confusione tassonomica. Come piante da giardino i Cotoneaster sono poco impegnativi e tollerano gran parte delle condizioni del terreno, purché gli si presti la dovuta attenzione al momento dell'impianto: detestano soprattutto i terreni pesanti e quelli fradici. Originari delle zone temperate di Europa, Asia e Nord America, si trovano spesso in aree boscose o rocciose, solitamente in terreni calcarei, ma si trovano bene anche in terreni sabbiosi, ghiaiosi o argillosi. Una volta che si sono sistemati sono rustici, tenaci e tolleranti all'inquinamento, cosa che li rende adatti all'ambiente urbano, e in grado di affrontare sole, ombra parziale e vento, anche se di solito crescono e fruttificano meglio al sole. Le cure necessarie sono poche, a parte qualche occasionale concimazione e una potatura assennata che ne conservi la forma naturale e li mantenga entro certi limiti; insomma i Cotoneaster sono facili da gestire.
Farne buon uso in giardino
L'elegante sempreverde Cotoneaster salicifolius, che può raggiungere i 6-8 m, ha foglie affusolate come quelle del salice e piccoli frutti rosso brillante. In commercio si trovano anche cultivar a bacca gialla: C. x watereri ‘Pink Champagne’ ha bacche gialle sfumate di rosa. Già di suo C. salicifolius attira l'attenzione, ma può anche far parte di una siepe mista; fruttifica da ottobre a novembre e le bacche perdurano a lungo in inverno.
In coltivazione numerose plantule hanno dato vita a selezioni dall'habitus più compatto come il C. salicifolius ‘Repens’ e il C. salicifolius ‘Gnom’, coprisuolo eccezionali, e ancora più belli su un terreno in pendio, dove formano un tappeto verde sul quale alberi e arbusti risaltano. Potreste invece preferire il quasi piatto C. radicans, molto bello da vedere in un giardino roccioso dove conifere nane gialle o verdi possono regalare colori e accenti verticali mentre il Cotoneaster, strisciando sopra le rocce, ne enfatizza silenziosamente le forme.
I Cotoneaster di piccola o media grandezza possono creare uno sfondo attraente, quasi una bassa siepe informale. Il Cotoneaster conspicuus ‘Decorus’ arriva senza problemi a 60-90 cm, al pari del più raro C. lidjiangensis: ha dimensioni simili, un habitus delicatamente arcuato, fogliame lucido, piccolo e ordinato, e bacche rosse. Leggermente più grande e molto valido è il C. vandelaarii, così nomenclato in onore del compianto vivaista olandese Harry van de Laar. Sempreverde, arriva fino ad 1,5 m di altezza, tende a espandersi e ha brillanti foglie goffrate. A grandi racemi di fiori rosati presenti in giugno e luglio, fanno seguito frutti rosso arancione da dicembre a fine primavera. È interessante per gran parte dell'anno, e se piantato in più esemplari dà struttura al giardino.
In alternativa, anche l'attraente semisempreverde C. amoenus è ideale per i giardini più piccoli. Anche lui ha un portamento espanso leggermente arcuato e raggiunge 1,5-2 m, fiorisce a giugno o luglio e produce lucidi frutti rossi a novembre. Entrambe le specie possono essere facilmente mescolate nelle bordure con altri arbusti, perenni e forse con qualche rampicante annuale. Il semplice accostamento tra cotoneastri e le varie cultivar dell'aggraziato rampicante semirustico Asarina (A. erubescens, A. scandens, ecc.), che fiorisce durante l'estate in varie sfumature pastello, sarebbe molto armonioso e aumenterebbe il periodo d'interesse (cfr. primavera, estate, autunno).
Selezioni più grandi
Se invece avete bisogno di un arbusto più grande, il Cotoneaster glaucophyllus può essere una specie su cui contare tutto l'anno. Particolarmente resistente al vento, può essere usato in fila a mo' di confine o come esemplare singolo per accentuare la prospettiva angolare di un'aiola o di una bordura. Semisempreverde di 4m, fiorisce in luglio e fruttifica altrettanto tardi, pertanto è una garanzia anche in inverno inoltrato. L'attraente fogliame ha la pagina superiore verde glauco e quella inferiore verde spento. L'Humulus lupulus ‘Aureus’ o il Ligustrum ovalifolium ‘Aureum’ alle spalle di perenni dalle tinte pastello costituirebbero un bellissimo sfondo che darebbe ancor più risalto ai frutti neri del C. transens, alto da 4 a 6 metri. Provate ad accostarlo all'Aconitum episcopale, rustico rampicante erbaceo, per creare un trio di frutti, foglie e fiori a inizio autunno.
Scelte per usi particolari
Ci sono numerosi cotoneastri per siepi alte e di confine. Il sempreverde Cotoneaster lacteus, alto da 4 a 6 m, è particolarmente resistente ai venti, con un elegante portamento a fontana e grandi panicoli di piccole bacche che fanno bella mostra fino a dicembre inoltrato. Simile per dimensioni e vigore è il Cotoneaster floccosus che ha piccole foglie brillanti e slanciate su sottili steli arcuati che si aprono a ventaglio; alla fioritura, che ha luogo in giugno/luglio, fanno seguito quantità di attraenti frutti rossi in novembre.
Se ciò che state cercando è un alberello elegante e più dritto che stia bene anche da solo, allora prendete in considerazione il sempreverde C. turbinatus, che arriva a 6 m; ha fogliame di un profondo glauco, fiori bianchi in luglio e frutti rosso arancione a novembre e dicembre. Tra le valide alternative citiamo le cultivar dai lucidi frutti rossi C. salicifolius 'Avonbank' e C. x watereri 'John Waterer'. Entrambi fruttificano moltissimo e possono stare come esemplari isolati in un prato o sopra un roseo tappeto di Cyclamen hederifolium per rendere più interessante il periodo di fine estate. Un'altra idea è di consentire che i fiori di un ricco porpora della Clematis 'Black Prince' occhieggino tra i suoi rami arricchendone il colore: i fiori splenderanno al sole in contrasto col morbido fogliame che fa loro da sfondo.
Un altro superbo esemplare è Cotoneaster glabratus che raggiunge i 6 metri, ma che tende ad avere un portamento allargato. I suoi lucidi getti arcuati color porpora producono grandi masse di fiori in luglio, cui segue da ottobre a novembre un'abbondante fruttificazione di piccole e brillanti bacche rosse. Sarebbe interessante vedere C. glabratus in mezzo a un aureo tappeto di Hakonechloa macra ‘Alboaurea’, mentre i fiori bianchi della rampicante erbacea Còbaea pringlei si insinuano in mezzo al fogliame più scuro del cotoneaster. La Còbaea, che in settembre si ricopre di fiori bianchi a forma di trombetta, che mantiene fino ai primi freddi, può arrivare ad un'altezza di 6 m; è un must per ogni appassionato giardiniere ed è rustica (-20°C), sempreché il terreno non sia zuppo in inverno.
Senza dubbio c'è posto per questi sottovalutati arbusti ma devono essere posizionati attentamente affinché offrano l'effetto migliore. Cotoneastri vecchi o nuovi si adattano praticamente a ogni situazione o condizione climatica; sicuramente meritano di essere guardati da vicino e di trovar posto in ogni giardino, grande o piccolo che sia.
Parassiti e malattie
Al pari della maggior parte dei membri della famiglia delle rose, i cotoneastri possono soffrire del colpo di fuoco, malattia batterica. Il danno compare sui rami, che possono trasudare un liquido giallastro, le foglie si seccano e la pianta muore. Fortunatamente, la maggior parte dei giardinieri non è incappata in questa disgrazia, ma bisogna ricordarsi che nello sfortunato caso che questo succeda, le piante infette dovrebbero essere rimosse e bruciate immediatamente.
Occasionalmente, i cotoneastri possono essere infestati da afidi e ragnetti rossi, facilmente debellabili anche con prodotti biologici.
Tuttavia nelle
zone più calde degli Stati Uniti tingidi, acari e il colpo di fuoco hanno portato scompiglio tra i cotoneastri, e questi malanni si stanno rivelando difficili da tenere sotto controllo.
Il valore dei cotoneastri agli occhi della fauna selvatica
I cotoneastri, insieme alla "cugina" piracanta sono fonte di nettare, soprattutto durante il mese di giugno, quando le api possono trovarsi a corto di cibo. Uno studio del Giardino Botanico dell'Università di Cambridge ha mostrato come un mix di cotoneastri possa diventare una riserva di cibo per bombi e api mellifere da maggio ad agosto. Sono chiaramente attratti dai fiori bianchi o rosa che ricoprono i rami. Fuori da casa mia, il C. horizontalis in fiore è pieno di vita grazie alle api e, spesso, alle farfalle (Gonepteryx rhamni e Vanessa atalanta).
Alcune falene come la falena defogliatrice (Erannis defoliaria), la falena invernale (Operophtera brumata) e la falena biancospino (Scythropia crataegella) usano i cotoneastri per nutrire le larve. Queste piante fruttificano veramente tanto giacché molte producono semi e bacche senza che i fiori siano stati fecondati: sono piante "apomittiche", che cioè riescono a ottenere una perfetta replica di se stesse anche quando siano cresciute da seme.
Le bacche attraggono molti uccellini tra i quali tordi, merli e fringuelli.
Questi sono i cotoneaster citati nell'articolo