Deriva "dai" continenti:
un fantastico rendez-vous
|
(The Garden, agosto 2006)
Testo di Isabelle Van Groeningen
Consulente del giardino, specializzata in schemi d'impianto erbaceo storici e contemporanei
Fotografie di Marianne Majerus
Traduzione di Mariangela Barbiero
Lo spettacolare giardino di una villa a Weinheim, nella Valle del Reno a sud di Francoforte,
è famoso per il prodigo uso di fiori selvatici nord-americani.
Isabelle Van Groeningen analizza alcuni nuovi modi di
progettare
e mantenere bordure in stile "prateria naturale"
I giardinieri inglesi spesso trovano complicato riprodurre lo stile naturalistico tedesco su scala domestica. Di solito ne vediamo esempi nei grandi spazi pubblici, come l'impianto del Westpark di Monaco o il giardino sperimentale nelle vicinanze di Weihenstephan. Ecco il motivo per il quale il giardino Hermannshof risulta particolarmente interessante: è il giardino di una villa residenziale nel centro storico di Winheim, città tra Mannheim e Heidelberg, nella Germania sudoccidentale.
La villa è stata acquistata nel 1888 dalla famiglia di industriali Freudenberg. La società ne è ancora proprietaria, la utilizza per scopi societari e conferenze e copre l'80% delle spese del giardino. La città finanzia il resto, permettendo così che il sito resti aperto al pubblico, senza biglietto d'ingresso, durante tutto l'anno.
La casa è fortemente legata al paesaggio con grandi e bellissimi esemplari di Cedrus atlantica, platani orientali e Metasequoia glyptostroboides. Sotto il terrazzo si apre un grande prato informale incorniciato da aiole fiorite, attraversate da un sentiero di confine. Allontanandosi dalla villa gli schemi d'impianto assumono uno stile più naturalistico. Vicino alla casa abbiamo aiole formali con fiori primaverili ed estivi, mentre nelle bordure sono usate annuali a fioritura estiva per riempire i buchi lasciati dai bulbi a fioritura precoce: ogni autunno ne vengono piantati circa 18mila. Sempre in quest'area altre aiole, invece, presentano uno stile informale, con piante ripetute casualmente per un effetto spontaneo, schema che si ritrova in altre parti del giardino. Ci sono piante scelte più per il colore dei fiori e per l'effetto del fogliame, che per le loro necessità ambientali, criterio adottato anche in altre zone di Hermannshof.
Nel 1980 l'azienda di famiglia, la Carl Freudenberg, ingaggiò l'esperto Urs Walser e l'architetto paesaggista Hans Luz per ridisegnare e ripiantumare i 22mila mq di giardino, i cui inizi risalgono agli anni Venti. Sono stati modificati gli assi e in parte il disegno originale, ma sono stati conservati alcuni elementi, come il magnifico pergolato avvolto da Wisteria floribunda 'Multijuga', un glicine di settant'anni. Il principale contributo dei progettisti fu il rifacimento delle grandi bordure informali adeguandole agli habitat ecologici, secondo i principi sviluppati a Weihenstephan dal suo direttore Richard Hansen, che è stato anche maestro di Walser.
La tecnica consiste nell'inserire la pianta nel suo habitat d'elezione, che può essere un bosco, il suo limitare, una steppa, un ambiente roccioso, un terreno aperto asciutto, uno specchio d'acqua o i suoi margini. Piante che crescono naturalmente in prati umidi, come l'Euphorbia palustris e la Filipendula palmata, vengono piantate in zone aperte e umide; quelle che preferiscono l'ombra parziale, come Myrrhis odorata (finocchiella), vengono assecondate, mentre sotto l'ombra profonda del Cedrus atlantica si estende un tappeto di edere, in mezzo alle quali appaiono bucaneve seguiti da Polystichum setiferum con bel fogliame dalla particolare tessitura.
Le regole per un risparmio di manodopera
L'attuale direttore, Cassian Schmidt, è subentrato nella gestione del giardino nel 1998. Da allora ha portato avanti questo obiettivo, sviluppando sistemi di gestione adatti agli schemi d'impianto e ha drasticamente ridotto la manutenzione pur preservando il carattere ornamentale del giardino.
Per conservare la massima umidità del suolo e ridurre la crescita delle erbacce, la gran parte delle aree piantate viene abbondantemente pacciamata con una miscela inorganica di 70-80 mm formata da ghiaino, ciottoli e pietra pomice. La pacciamatura viene sparsa prima di procedere alla piantumazione, in parte perché rende più semplice e veloce l'utilizzo dei macchinari, ma anche perché protegge la delicata struttura del terreno nelle giornate di brutto tempo. Questo spesso strato minerale scoraggia l'insediamento di gran parte delle infestanti e quelle poche che riescono a spuntare solitamente si indeboliscono e muoiono in estate, però si fanno eccezioni per alcune piante carine, come il verbasco, che in queste condizioni fissa facilmente le sue radichette a fittone.
Le aree dove viene applicata solo pacciamatura organica sono trattate in modo abbastanza diverso. In primavera, anziché tagliare e rimuovere la vegetazione della stagione precedente, essa viene eliminata con un trinciaerba che taglia steli, foglie e portasemi che, lasciati in situ, formano un'abbondante pacciamatura autocompostante, unico miglioramento che il terreno di queste aiole riceverà. Non vengono mai aggiunti né compost né fertilizzanti, e si preferiscono piante tozze e robuste, anziché alte e dalla crescita rigogliosa che però necessitano tutori.
In zone umide e aree ombreggiate alcune piante a fioritura precoce sono capaci di produrre un fresco ciuffo di fogliame, ma anche forse qualche fiore tardivo, assai attraente in autunno. Queste piante saranno poi falciate a fine giugno e usate come pacciamatura. In particolare Persicaria bistorta, Geranium, Alchemila mollis e specie e cultivar di Hemerocallis a fioritura precoce sono piante assai adatte a questo trattamento e vengono sistemate vicine in modo informale così da facilitare il lavoro col tosaerba, senza danneggiare quelle che invece non devono essere eliminate, come l'Iris sibirica e i Thalictrum. Uno dei vantaggi del radere le piante il cui apparato radicale si espande dopo la fioritura, come la Persicaria bistorta, è che questo aiuta a tenere il cespuglio sotto controllo.
Gli schemi d'impianto di Walser, vecchi di 15 anni, sono stati migliorati e resi più autosufficienti, cioè bisognosi di minor manutenzione. Un'aiola, ad esempio, è stata riempita con tanti diversi tipi di salvie tra cui S. nemorosa 'Wesuwe', S. x superba 'Superba', le cultivar di S. x sylvestris 'Mainacht' e 'Viola Kose', S. tomentosa e S. sclarea var. turkestanica, frammiste ad altre amanti del sole come Sedum
telephium
'Herbstfreude', Knautia macedonica, Achillea 'Schwellenburg', Achillea filipendulina 'Gold Plate' e Achillea 'Coronation Gold'. L'accostamento delle spighe delle salvie con le teste piatte delle achillee è stato un tema importante dello schema d'impianto originale, ma Schmidt ha rimpiazzato tutte le Achillea millefolium del progetto iniziale con varietà di A. filipendulina, che si sono dimostrate molto resistenti e più longeve. Sono state aggiunte anche alcune piante più vigorose come la Phlomis russeliana, mentre sono state ridotte in proporzione le piante dalla vita più breve, che hanno bisogno di essere ripiantate ogni anno. Questi nuovi schemi e l'inevitabile modifica del terreno, portano alla necessità di irrigare di più e al conseguente aumento delle erbacce. Adesso le aiole vengono pacciamate con uno spesso strato di ghiaia, e alle piante che vivono poco come la Salvia sclarea var. turkestanica viene permesso di disseminarsi.
Questa aiola era piuttosto statica: lo schema si ripeteva anno dopo anno: ciò che moriva veniva sostituito con una pianta identica, ora invece la vegetazione può evolversi e i giardinieri intervengono solo quando piante come la Phlomis russeliana si espandono troppo. I registri di lavoro dimostrano come, grazie alla diversa gestione, il tempo medio annuo per la manutenzione di quest'aiola è sceso da 37 a 7 minuti circa al mq. Risultato dovuto alle competenze dei giardinieri e al fatto che almeno un membro specializzato dello staff supervisiona i tirocinanti. Ad Hermannshof ci sono quattro giardinieri qualificati, due architetti paesaggisti, tra cui Cassian Schmidt, e due stagisti con contratto di apprendistato di tre anni.
Nuovi orizzonti
Schmidt ha in precedenza lavorato negli Stati Uniti e nel 2001 ha creato una zona dedicata alla sperimentazione di diversi tipi di vegetazione tipica delle praterie nordamericane. Il primo anno, dopo aver eliminato lo strato erboso, fu realizzato un prato naturale utilizzando zolle di annuali; ciò ha permesso ai giardinieri di tenere sotto controllo i problemi di infestanti perenni consentendo l'utilizzo di piante per il sovescio, dove la bassa fertilità del suolo lo rendesse necessario. Nel frattempo, si potevano far crescere le perenni da seme, alcune importate direttamente dagli Stati Uniti. La primavera successiva l'area fu pacciamata con pomice e le piante furono sistemate lasciando loro lo spazio necessario per svilupparsi senza creare sovraffollamento. Furono piantati grossomodo cinque soggetti di grandi dimensioni per metro quadro, e sette se più piccoli. Ci sono sedici zone a tema, ognuna con 15-25 specie diverse, composte da alcune piante speciali e altre piantine di riempimento. Per prime sono state messe a dimora quelle speciali, poi sono state distribuite in modo informale le altre piante così da creare un "effetto prateria".
Si è innaffiato solo il primo anno dell'impianto: Schmidt ritiene che sia accettabile che le piante avvizziscano alla fine delle giornate asciutte, sempreché riescano poi a riprendersi entro il mattino seguente. Le piante non vengono recise per l'inverno. In primavera, le zone senza perenni sempreverdi o bulbi in foglia sono tagliate al piede, se ne rastrellano le foglie che poi vengono date alle fiamme. Monarda menthifolia, Echinacea pallida, Tradescantia ohiensis e Ratibida pinnata rispondono bene a questo trattamento, al pari di altre specie meno conosciute come Artemisia cana (sin. Seriphidium canum) dalle foglie argentee, o l'Aster patens. Grande cura è stata posta nella selezione delle piante a cespuglio, evitando quelle con radici troppo ingorde o che si disseminano senza ritegno, come fanno molte solidago e molti astri. I bulbi primaverili solitamente non vengono associati a questo tipo di habitat ma, dal momento che questo giardino è aperto tutti i giorni dell'anno, sono stati piantati in quest'area anche alcuni tulipani accuratamente scelti e qualche narciso con foglie eleganti per creare interesse a inizio stagione.
Semplicemente differente
Grazie ai princìpi cardine dello schema d'impianto naturalistico in accordo alle necessità dell'habitat, si sono potute mescolare piante da ogni parte del mondo. Tuttavia
Schmidt è ora convinto che sia meglio tener separate le piante delle praterie nordamericane da quelle europee, poiché le prime crescono più lentamente rispetto alla gran parte delle specie europee e quindi possono subire la concorrenza della loro rigogliosa vegetazione primaverile. Forse dovremmo seguire questo consiglio anche qui a casa nostra: l'umido clima inglese, e la tendenza a piantare troppo densamente, sfocia spesso in uno scarso sviluppo vegetativo e in un'aspettativa di vita molto breve per generi quali Echinacea e gran parte delle achillee.
Weinheim ha un clima insolitamente mite per la Germania, ma tende ad avere estati più calde e più secche del Regno Unito. Perciò nonostante le previsioni sul cambiamento climatico, il clima inglese non sarà mai uguale a quello della Germania continentale: i nostri inverni sono più miti, le primavere tendono a iniziare prima e le estati sono, come già accennato, meno calde e meno secche. Nel complesso, è un clima molto più ospitale di quello a cui devono sottostare i giardini tedeschi, e si possono usare piante generalmente molto più rustiche. A noi piacciono i nostri giardini verdeggianti e rigogliosi, e non ci disturba il lavoro in più, necessario per concimare, annaffiare, diserbare e sistemare tutori. Ma se la tendenza degli ultimi anni, che vede cadere sempre meno pioggia, dovesse continuare, dovremo drasticamente riconsiderare i nostri metodi di giardinaggio. L'utilizzo della specie anziché delle cultivar, molto più deboli perché fortemente ibridate, e la sistemazione giusta per una pianta, in accordo alle sue necessità ambientali, farà crescere piante contente nel vostro giardino. Anche prendere l'abitudine di stendere uno spesso strato di pacciamatura è una buona idea, a prescindere da come il nostro clima deciderà di mutare.
***********************
Dicono i nostri Soci:
Buonasera,
bellissimo articolo, ho preso molti spunti perchè ho molte delle piante citate,
ma non abbinate assieme.
Grazie, Nadia
***********
Immagini stupende !!!
Bruna
***********