Foglie
morte, perenni appassite rami di potatura si ammucchiano
e non è sempre
facile eliminarli. Esiste tuttavia un metodo di riciclaggio
che non occupa posto.
Ammucchiare
gli scarti vegetali in un angolo del giardino permette di decomporrli
velocemente e, grazie al calore prodotto da questa
massa vegetale, di distruggere semi (di infestanti) e funghi
(possibili portatori di malattie).
Ma bisogna arieggiare il mucchio parecchie volte all'anno
per accelerare la sua decomposizione, poi trasportarlo nelle
aiole
e incorporarlo al terreno all'epoca delle piantagioni.
Inoltre, l'area di compostaggio dovrebbe
occupare circa 2 m quadri, più il
posto per passarci intorno. La natura ci offre un altro
metodo più facile e che non necessita di uno spazio
particolare: il compostaggio permanente sul terreno.
Una pratica semplice
Intermedia tra la pacciamatura e il compostaggio vero e
proprio, questa tecnica consiste nello stendere sul terreno,
direttamente
tra le piante, tutti gli scarti del giardino: foglie
e rametti (il legno produce un humus migliore e più duraturo
che gli scarti verdi). Questo metodo, che pratico da
parecchi anni,
mi dà piena soddisfazione: non appena una pianta
viene estirpata,
uno stelo o un ramo vengono eliminati, li sminuzzo
e li lascio sul terreno. In estate, vi aggiungo le
tosature del prato;
in autunno, le foglie morte; in inverno, sminuzzo tutti
i resti delle perenni. Il tutto forma uno strato di
materia organica
che si trasforma via via in humus, che favorisce la
vita degli organismi presenti nel terreno, dunque la
sua fertilità:
le piante crescono in modo equilibrato e sono più resistenti
alle malattie. Risparmio di tempo, di posto e di irrigazione
in estate, giardini più puliti, più sani,
terra e piante costantemente nutrite, ecc. Non vedo
che vantaggi
in questa tecnica, che imita ciò che accade
nei boschi, nelle siepi miste dei campi... Dopo tutto,
la natura non
organizza mucchi di
compostaggio: si ricicla ovunque e continuamente. Provate
e fateci partecipi delle vostre osservazioni!