ELLEBORO
di Anna Maria
Vandelli (Giardini,
febbraio 2006)
disegno di Gabriella Gallerani |
Nell'aiuola
di febbraio,
la sua fioritura delicata ben si accosta
alle bulbose più precoci
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L’ellèboro
è fra i primi a fiorire, molto prima dell'arrivo della
primavera: anzi, Helleborus foetidus già in
autunno si prepara e sembra proprio non farcela ad
aspettare il ritorno della bella stagione. Spesso bistrattati
dalla fantasia popolare (in alcune regioni sono chiamati
fiori delle bisce), anche a causa della loro velenosità,
o per l'odore non sempre gradevole, gli ellebori selvatici
hanno conosciuto, dopo essere stati in auge per tutto
l'Ottocento, un progressivo abbandono. La loro rivalutazione è piuttosto
recente, grazie all'introduzione di varietà da
giardino colorate; spesso sono anche usati dai fioristi
più attenti nella composizione di mazzi per
la durevolezza e il colore tenue che ben può contrastare
con colori più vivi (giacinti, scille e mùscari
blu, tulipani arancioni, narcisi gialli). L'odore sgradevole
che ha meritato all'ellèboro selvatico per eccellenza
il nome di "fetido" si perde dopo circa 24
ore ' dalla raccolta.
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COME COLTIVARLI
Gli ellèbori hanno bisogno di poche cure e una volta impiantati
possono essere considerati piante indipendenti. Non amano il
sole diretto, ma solo all'ombra e in posizione fresca e umida
producono vegetazione abbondante. Richiedono un terreno ricco
di calcio e d'argilla, ma con un buon drenaggio assicurato
da sabbia a granulometria grossa o da scheletro sottile. Si
concimano una volta l'anno con letame maturo mescolato a terriccio
di foglie da interrare con una lavorazione superficiale. Le
irrigazioni, se posti in terra profonda e all'ombra, si effettuano
solo in periodi siccitosi.
Gli
ellèbori più diffusi sono H.
foetidus e H.
viridis,
assai dissimili fra loro ma egualmente belli in giardino.
H.viridis ha foglie decidue, ama i luoghi ombrosi e tranquilli, dove
fiorisce a partire da febbraio, i semi possono essere
raccolti in autunno e subito utilizzati.
H. viridis, elleboro dalle foglie caduche
Conosciuto anche come veratro verde, alto fino a 40 cm, H.
viridis ha fiori verde chiaro a forma
di coppa, grandi e vistosi, non profumati, che iniziano ad
aprirsi da febbraio. Le foglie
sono cadùche e hanno una forma simile a quelle basali di H.
foetidus. Sono di colore verde opaco, con nervature evidenti
nella pagina inferiore. E' coltivato dall'antichità.
DOVE
IN GIARDINO
In giardino gli ellebori devono essere messi in posizione ombreggiata
e ci sorprenderanno perché, dove altre piante stentano, vegetano
con forza. Per H. foetidus il
punto di forza non è tanto la fioritura quanto il fogliame, di
forma elegante e lucido, che resta verde tutto l'anno. Si collocano al
limite degli alberi, lungo vialetti ombrosi, in macchie nelle radure;
insieme a bulbose a fioritura primaverile bianca o come nei colori indicati
per i mazzi recisi. Tendono a formare gruppi che si rinnovano nel tempo
se lasciati indisturbati. Il trapianto di piante adulte è sempre
da evitare. Si adattano a essere coltivati anche in vaso purché s'impieghino
vasi profondi e terreno ben drenato.
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H.foetidus: la foglia si riconosce dal lungo picciolo
e dal colore scuro
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H.
foetidus, l'elleboro che non conosce stagione
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H. foetidus col tempo forma un cespuglio armonioso alto
fino a un metro
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H.foetidus già in
autunno prepara la nuova fioritura |
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Si
tratta di una pianta erbacea perenne, alta da 50 a 100 cm,
che col tempo tende ad assumere
la forma di un piccolo e armonioso cespuglio. Resta verde tutto l'anno
e in autunno, quando la
vegetazione perde le foglie e le fioriture cessano,
emerge chiaramente sulle altre piante perché già prepara
alla sommità dell'asse principale la prossima
ricca fioritura. La nuova vegetazione, verde chiaro,
contrasta
in modo netto con le foglie scure. Le foglie inferiori,
quelle più appariscenti che costituiscono la
struttura del cespuglio, hanno un lungo peduncolo che
porta 7-10
elementi lanceolati a margine seghettato. Da gennaio
ad aprile produce
uno stelo fiorifero ramificato con molti fiori ad apertura
scalare, durevoli, specie se non esposti al sole diretto.
I fiori, piccoli e raggruppati, portati reclinati,
hanno cinque
petali. Sono di colore verde acido con una bordatura
rossa sui petali, non sempre presente nelle forme selvatiche.
Hanno
un apparato radicale potente, formato da grosse radici
nere, capace di esplorare il terreno anche in profondità,
così da poter sopravvivere anche in luoghi aridi.
In natura cresce un po' ovunque sia all'ombra nei
boschi e nei
fossi, sia esposto al sole sugli argini delle strade
e nei terreni franosi e calcarei.
SI MOLTIPLICANO DA SOLI
Gli ellebori si moltiplicano per seme con facilità dando
vita nelle vicinanze a molte piccole piante. I semi si disperdono
in autunno e subito germinano. Le piantine si trapiantano solo
a primavera prestando particolare attenzione a non danneggiare
la radice già ben sviluppata in profondità.
I semi raccolti in natura a maturazione possono essere seminati
in vasetti singoli, da uno a tre semi per vaso
conservando soltanto il soggetto più vigoroso.
Le piante fioriscono al terzo anno di vita.
H.
foetidus: i fiori
si schiudono a partire da gennaio e sono molto durevoli