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C. x corbariensis |
C. psilosepalus |
C. x canescens |
Diffusi
nella macchia mediterranea, i cisti sono poco coltivati nei
giardini.
Peccato, perché regalano numerose fioriture
e hanno poche esigenze
Li
chiamano anche "rose di maggio",
i cisti, perché il loro periodo di fioritura coincide con
quello
del fiore più famoso al mondo, ma soprattutto perché,
a un primo sguardo, le grandi corolle aperte e piatte, con
petali leggermente stropicciati, ricordano quelle di alcune
rose cinesi.
Considerato dove crescono, tuttavia, ci si accorge
che non può assolutamente trattarsi di rose. I cisti,
il cui nome deriva dal greco kystis,
ovvero "vescichetta",
a richiamare la forma sferica dei minuscoli frutti, prosperano
in natura nei luoghi più ostili, crescendo senza
difficoltà sulle scarpate aride e assolate, in terreni
poveri e sassosi, nelle zone spazzate dal vento, anche
quello carico di salsedine, e persino sui litorali sabbiosi.
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Appartenenti
alla famiglia delle Cistaceae,
contano 16-20 specie, una decina delle quali indigene
in Italia, diffuse lungo le coste del Mediterraneo, dove
vivono mescolate a lentisco, oleandro, mirto, ginepro,
a formare la macchia mediterranea.
Nei giardini entrarono per la prima volta a partire
dalla metà del XII secolo, grazie agli inglesi, che
tuttavia non ottennero grandi risultati a causa del clima
troppo freddo e soprattutto troppo umido. Noi italiani
invece, che li vediamo fiorire copiosamente a due passi
da casa, non li abbiamo mai presi sufficientemente in
considerazione. «Per me sono indispensabili dove
il clima è caldo e secco», commenta Fabio
Fusari, del Vivaio Fattoria la Parrina, «soprattutto visto
l'attuale interesse per il giardino a bassa manutenzione,
e anche per quello ecologico, dove le piante
possono crescere con poca acqua e poco concime».
Senza contare che, data la loro frugalità, risolvono
gli angoli più difficili e inospitali del giardino.
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Cistus x cyprius |
C. crispus |
C. ladanifer |
Petali di carta velina
Al di là di tanti pregi, i cisti si possono coltivare unicamente
per l'intensa quanto effimera bellezza dei fiori. Durano
soltanto un giorno, ma vengono prodotti in continuazione
sicché, da maggio a luglio, l'arbusto forma un
bel cuscino ordinato e compatto, di altezza variabile
da 80 a 120 centimetri a seconda delle varietà, che
appare come ricoperto di leggiadre farfalle. I colori
delle corolle, vivacizzati da un bottone di stami giallo
oro, variano dal bianco al viola, passando dal rosa delicato
alle più accese sfumature del fucsia. Secondo Fabio
Fusari, i cisti sono tutti da provare, anche perché essendo
di facile coltivazione il successo è assicurato;
dovendo scegliere, ecco qualche suggerimento.
«Non tralasciate Cistus x skanbergii: alto al massimo
60 cm, con rami arcuati ricoperti di foglie verde oliva, tra
maggio
e giugno forma una nuvola di minuscoli fiori (di 1,5 cm
di diametro) rosa conchiglia.
Al contrario Cistus x aguilarii ha
grandi corolle bianche (larghe anche 4 cm), quasi trasparenti,
con una macchia color cioccolato alla base di ogni petalo».
Se il grosso della fioritura dura un mese, i cisti
sono tuttavia preziosi anche per il fogliame, che
varia per dimensioni, colore e consistenza. Si passa dalle
foglie verde oliva, lunghe al
massimo un centimetro, di Cistus x skanbergii a quelle
argentate e allungate (fino a 5 centimetri) di C.
x purpureus;
da quelle lisce come il velluto di C. salviifolius a
quelle ruvide di C. x pulverulentus.
Piante generose e poco esigenti, per farle prosperare
vanno però collocate in giardino con particolare
attenzione. «In effetti bisogna stare attenti a
dove li si pianta», precisa la paesaggista catanese
Roberta Andaloro (www.setterosso.it), «evitare il prato,
bisognoso per crescere di molta acqua, che sarebbe
dannosa». Ideali le zone in pendenza, dove non si formano
ristagni idrici.
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Gli
abbinamenti ideali
Tenete presente inoltre che i cisti sono competitivi, e se da una parte riescono
a contenere la crescita delle malerbe, dall'altra, per un insieme armonioso,
vanno associati solo a piante ugualmente "combattive". «Amo
accostarli», continua Andaloro, «a essenze che iniziano a fiorire
quando il cisto è sul finire, come l'oleandro 'Nana Rosso', alto 1,5
metri; Teucrium, dalle preziose foglie argentate e intagliate; oppure
il pittosporo nano, dalla fioritura poco vistosa ma delicatamente profumata».
Un
effetto esotico si ottiene mescolando i cisti con Chamaerops humilis,
minuscola palma sempreverde dalle eleganti foglie a ventaglio.
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«Forse
i cisti sono al mondo per ricordarci che il tempo non conta,
e che l'intensità è tutto». Lavinia Taverna
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Fabio
Fusari
Laureato in agronomia tropicale e subtropicale, lavora presso il Vivaio La Parrina,
dove si occupa in particolare della produzione di piante per climi caldi e secchi. |
Coltiviamoli così
con
i consigli di Fabio Fusari del Vivaio Fattoria La Parrina -
disegni di Linda Pellegrini
CLIMA ED ESPOSIZIONE
I cisti sopportano bene il caldo e possono sopravvivere
a qualche giorno di basse temperature (fino a -5 °C,
Zona 9), a patto che il terreno sia asciutto. L'esposizione
deve
essere soleggiata.
TERRENO
Si adattano a tutti i tipi di suolo, anche povero e roccioso,
purché ben drenati.
IMPIANTO
Piante acquistate in vaso possono essere messe a dimora
in qualsiasi momento dell'anno, ma il periodo
migliore è tra
settembre e ottobre, in modo da lasciare all'apparato
radicale il tempo di irrobustirsi prima dell'arrivo del
caldo. Scavate
una buca larga e profonda il doppio del vaso e procuratevi
del buon terriccio da disporre sul fondo; poi
inserite la pianta e colmate gli spazi rimasti vuoti. Durante
il primo anno bagnate abbondantemente per favorire
l'attecchimento.
IRRIGAZIONI
I cisti sopportano la siccità senza soffrire, ma non
sopravvivono ai ristagni d'acqua. È consigliabile bagnare
abbondantemente e di rado (due volte alla settimana in estate,
mai in inverno) così che il terreno possa asciugarsi
tra un'innaffiatura e l'altra.
CONCIMAZIONI
Le concimazioni non sono indispensabili, tuttavia, per
favorire la fioritura, tra marzo e aprile si può somministrare
un fertilizzante ricco di potassio. Distribuitelo a una
distanza di 20 cm dal tronco, quindi zappettate per incorporarlo
alla
terra e infine innaffiate.
POTATURE
Vanno eseguite ogni anno per contenere la
naturale tendenza dei cisti a "invecchiare",
lignificando alla base e spogliandosi di
foglie. Si agisce subito dopo la fioritura,
solo sui rami dell'anno -
facili da individuare perché sono quelli che portano
i fiori -, tagliando circa 2 cm sotto le corolle sfiorite.
Dopo la potatura la pianta avrà l'aspetto
di un ordinato e compatto cuscino, ancora ricco di foglie.
Per sopperire allo stress causato da questa operazione è consigliabile
bagnare abbondantemente per qualche giorno.
MOLTIPLICAZIONE
A fine fioritura, tra giugno e agosto a seconda
del clima,
si prelevano talee erbacee lunghe 4-5 cm; se ne immerge
la base in polvere ormonale e le si interra in un miscuglio
di torba (40 per cento) e pietra pomice (60). Subito
dopo si innaffia
e le si copre con tessuto-non tessuto, sistemandole in
un
luogo luminoso, ma non assolato, e bagnando di tanto
in tanto. Dopo
20 giorni, se le talee non hanno perso le foglie e se
tirandole con delicatezza oppongono una certa resistenza,
segno che
hanno radicato, si possono rinvasare.
DOVE SI TROVANO |
Vivaio
Fattoria LA Parrina:
località La Parrina, 58010 Albinia di Orbetello (Grosseto), tel. 0564
865060, www.vivaiparrina.it
Quanto costano
Esemplari venduti in vaso da 18 cm di diametro sono in vendita a 7 €,
mentre in vaso da 24 cm
costano 15 €.
chi
sono:
arbusti sempreverdi, di altezza variabile dagli
80 ai 120 cm, tipici della flora mediterranea;
il genere,
appartenente alla famiglia delle Cistaceae, conta una ventina di specie.
foglie: opposte, semplici, di colore verde-glauco,
sono lunghe 1-7 cm e hanno forma ovale oppure lanceolata.
fiori: appiattiti, sono composti da cinque
petali ravvivati da un vistoso ciuffo di stami gialli al
centro.
frutti: capsule,
frutti secchi, che si aprono a maturità liberando
i semi.
epoca di fioritura: da maggio a luglio.
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