Viene
spesso definito "fossile vivente", ma il ginkgo è talmente
vitale
da
essere oggi una specie "di moda" in giardini
e città.
Dicono
che questa pianta abbia straordinarie qualità.
E come potrebbe essere altrimenti, visto che si autotrasmette
geneticamente i ricordi di 250 milioni di anni? Il Ginkgo
biloba deve per forza contenere la voglia di vivere, la caparbietà,
la saggezza, la lungimiranza accumulate durante tutte le generazioni
passate, avendo visto l'evoluzione della Terra a partire da
milioni di anni prima dei dinosauri fino ai nostri giorni.
Per molto tempo si ritenne che il ginkgo fosse scomparso: lo
si conosceva soltanto attraverso i fossili, che si ritrovavano
in un'area molto estesa, praticamente in tutto l'emisfero Nord.
E' in realtà il più antico albero deciduo che
sia sopravvissuto fino ai giorni nostri.
Nessun'altro
vegetale è come lui
Tutto è singolare, nel Ginkgo biloba (sinonimo Salisburia
adiantifolia). E' una gimnosperma (la sottodivisione botanica
superiore più antica, in cui gli organi riproduttivi
non sono manifesti), ma anche in questo gruppo è anomalo.
Alle Gimnosperme appartengono le conifere, che non sembrano
avere nulla in comune con il ginkgo, che non ha foglie aghiformi,
non è sempreverde, non ha canali resiniferi e produce
un frutto carnoso, non uno strobilo (la "pigna").
L'accomuna a queste piante solo il tipo di "fiore",
non racchiuso in un ovario.
Engelbert Kaempfer (1651-1716), un chirurgo tedesco al servizio
della botanica, fu il primo occidentale a vedere, tre secoli
fa in Giappone, questa pianta così speciale. Il nome "ginkgo" è attribuito
a lui, pare derivi dalla parola cinese che significa "piedi
di papera", con riferimento alla singolare forma delle
foglie. Linneo (1707-1778), il padre della botanica sistematica,
sempre per le caratteristiche della foglia, completò poi
lo specifico con il termine "biloba", avente il medesimo
riferimento.
Appartiene alla famiglia delle Ginkgoacee, unica di quel genere.
Non si trova più allo stato spontaneo ma è stato
salvato nei giardini dei templi religiosi in Cina, Giappone
e Corea, dove è molto frequente; ora è abbastanza
comune anche da noi. L'albero più grande e forse il
più vecchio si trova in Giappone, nel giardino del tempio
buddista di Zempukuji: la circonferenza del tronco è di
9 m per 20 m di altezza e un cartello afferma che risale al
1232.
Attenzione alle piante femmina
Le foglie sono appunto bilobate con nervature a ventaglio
che si dipartono dal picciolo (non esistono altri vegetali
con
tale disposizione nervale), con inserimento alterno sui
rami: in autunno assumono uno splendido colore giallo
oro. E' una
pianta dioica, vi sono cioè piante con fiori solo
maschili e piante che portano solo fiori femminili, e qui
nasce il problema:
i fiori femminili producono un frutto simile a una grossa
ciliegia, di colore giallo, di aspetto cereo, che emana
un odore fetido
quando viene calpestato. Per questo motivo si preferiscono
le piante maschili, ma il sesso femminile è in netta
maggioranza: fino a quando, di solito verso il ventesimo
anno di età, non vengono prodotti "fiori",
non è possibile
distinguere la pianta maschile dalla femminile.
Si tende a ovviare all'inconveniente ricorrendo all'innesto,
che però può indebolire per vari motivi la pianta;
bisogna ricorrervi solo quando è indispensabile: se
la destinazione della pianta è un parco privato, il
problema del cattivo odore dei frutti non è poi così limitante.
Il seme è grosso, protetto da un tegumento legnoso poco
resistente; in Cina lo mangiano: è molto amaro, ma
i cinesi amano questo sapore.
L'albero
della longevità
La prima pianta in Europa fu introdotta nel Giardino botanico
di Utrecht attorno al 1750; in Italia compare poco più tardi
nell'Orto botanico di Padova ed è tuttora viva. L'Orto
botanico di Parma, per la sua unicità e in ricordo
del primo esemplare introdotto nel 1791, ha adottato il Ginkgo
biloba come proprio simbolo.
E', come avrete capito, un albero molto longevo e di forte
vigore anche in età matura, ma è lento a crescere
nei primi anni di vita. Sarebbe
l'unico albero sopravvissuto alla bomba atomica di Hiroshima:
a soli
800 m
dall'epicentro dello
scoppio, nella primavera successiva, da un albero apparentemente
carbonizzato sono spuntati nuovi germogli. Quell'albero ancora
oggi è ammirato e amato!
E' in effetti una pianta resistentissima: al caldo, al freddo,
all'inquinamento e allo smog, e anche alle malattie; nelle
città degli Stati Uniti viene ampiamente utilizzata
per queste sue qualità. In Cina dicono i saggi che camminare
sotto il ginkgo allunga la vita: io passo continuamente sotto
i miei ginkgo, ma senza convinzione... Penso però che
passeggiare tranquillamente, se possibile con pensieri sereni,
sotto qualsiasi albero possa allungare la vita. Una pianta
con queste prerogative non poteva non essere utilizzata nella
medicina, dalla più antica (si sono trovate citazioni
nel 2800 a.C. in testi cinesi) fìno a quella attuale:
migliora l'afflusso di sangue al cervello, la memoria a tutte
le età e lo stato di coscienza nell'anziano, la circolazione
del sangue in generale, inoltre rallenta la progressione della
malattia di Alzheimer e possiede spiccate proprietà antiossidanti.
Un ginkgo in giardino
E' una pianta facile da coltivare, il Ginkgo biloba, caso mai
bisogna riservargli qualche piccola attenzione nei primi
anni. Io non ho mai avuto bisogno di seminarlo: le piantine
nascono spontaneamente nel terreno circostante gli alberi
anche se, per limitare lo sgradevole odore, cerco sempre
di asportare tutti i frutti quando sono caduti. Ho potuto
però osservare che la germinabilità - senza,
devo dire, prestare molte attenzioni - non è molto
alta e questo malgrado i semi siano tutti ben "pieni".
Nel
primo anno normalmente raggiungono i 20 cm di altezza e l'anno
successivo, prima che riprendano a vegetare, bisogna
spostarle, e qui la prima sorpresa: hanno un fittone non solo
lunghissimo, ma anche molto grosso, molto più del diametro
del tronchetto che si sviluppa fuori terra. Non abbiate paura
ad accorciarlo, operazione necessaria specialmente se intendete
invasare la piantina: si offenderà un po' ma non morirà.
Negli anni successivi, se si renderà necessario spostare
ulteriormente la piantina, scoprirete che, privata del fittone,
avrà sviluppato un ricco apparato radicale, atto a formare
una buona zolla.
La
crescita è lenta, specie nei primi anni (anche 20),
e la pianta è un po' indisciplinata nell'accrescimento:
qualcuna può sviluppare pochi rami che si protendono
orizzontalmente, altre possono avere diversi rami dominanti
decisamente verticali. Per avere in seguito una pianta ben
formata occorrerà intervenire con potature in entrambi
i casi, accorciando i rami orizzontali e eliminando quelli
verticali lasciando solo il principale. Queste operazioni è bene
effettuarle quando i rami sono ancora piccoli: il ginkgo non
ama potature pesanti.
Quando la pianta è affrancata non soffre la siccità,
le sue radici ben sviluppate riescono a trovare quanto le basta.
Come già detto, resiste a tutti i possibili fattori
ambientali avversi, a differenza di molte altre specie "più giovani";
inoltre si adatta a tutti i terreni: escluderei solo quelli
paludosi o comunque troppo umidi.
Fondamentale, al momento dell'impianto, darle tutto lo spazio
necessario, anche in prospettiva negli anni, con l'accrescimento:
può raggiungere i 40 m d'altezza e i 10 m di diametro.
Come in quasi tutte le piante che suscitano qualche interesse,
negli anni sono state selezionate diverse varietà, così è successo
anche al ginkgo: si possono trovare nei vivai, anche se non
facilmente, forme a portamento orizzontale, fastigiate, con
foglie diversamente lobate e anche variegate.
Per
la circolazione e il benessere |
Sapevate
che il ginkgo è prezioso per le proprietà fìtoterapiche?
Favorisce la circolazione sanguigna, mantenendo
liberi i vasi e rinforzandone le pareti, ma pare
che molti altri siano i suoi effetti benefici. Per
saperne
di più, vi consigliamo due interessanti libri.
Il primo "Ginkgo biloba, uno prodigiosa pianta
millenaria" di Rosemary Gray, Ed. Hermes, 10,50
euro, ne esamina
le virtù, le modalità d'impiego dei preparati
commerciali e le possibilità delle tisane
fai-da-te. Il secondo "Ginkgo, il ventaglio della
lunga vita" di
Bruno Brigo, Ed. Tecniche Nuove, 3,60 euro, sinteticamente
ma scientificamente spiega come agisce, come e quando
si usa, quali precauzioni vanno adottate.
La sacralità del
ginkgo è espressa nell'opera della pittrice
e illustratrice americana PennyLea, che ha creato
un mandàla utilizzando le foglie
dell'albero, simbolo di saggezza, disposte intorno
a un cerchio
centrale
che rappresenta la dualità maschio-femmina
e la ricerca della conoscenza interiore. Il mandàla è una
forma di espressione artistica orientale: chi lo
realizza desidera donare armonia, benessere e gioia
di vivere
a chi si ferma ad ammirarlo. Potete visitare la galleria
di opere di PennyLea su www.sacredimagespublishing.com
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Info |
Andrea
Ronco Vivai - Torino, tel. 011/2730498
Se volete scambiare
le vostre opinioni direttamente con Renato Ronco andate sul sito www.ungiardinierescrive.it
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