UN
GIARDINO PER GLI UCCELLINI
di Andrea Calanchi, con la collaborazione
di Elena Tibiletti
(da Giardinaggio, dicembre 2004)
L'inverno
è duro per tutti, piante, animali e uomini, e gli uccellini
che abitano il giardino hanno bisogno di una mano. Ne abbiamo
parlato con Angela Zaffignani Mezzatesta che per prima ha proposto
e realizzato in Italia i birdgarden, parchi e giardini dove
le creature alate e i piccoli mammiferi possono trovare un ambiente
idoneo per vivere e rìprodursi, in armonia con l'uomo.
Anche
in Italia, nell'ultimo decennio hanno preso piede il birdwatching,
da praticare in natura, recandosi in oasi e riserve naturali
ove osservare i volatili dagli appositi capanni, e il birdgardening,
da vivere nella quiete del proprio giardino, creando un ambiente
accogliente per gli uccellini.
Se durante la bella stagione è facile "spiarli"
nella loro serenità dettata dal periodo favorevole, in
questi mesi sorge il dubbio - vedendoli zampettare nella neve
o sotto la pioggia in cerca di qualcosa da mettere nel becco
- che non vivano altrettanto bene. E che, forse, noi uomini
possiamo in una qualche misura aiutarli. Abbiamo perciò
interpellato una delle massime esperte di birdgardening italiane,
Angela Zaffìgnani Mezzatesta, presidente della
Società italiana birdgarden (Sib).
In inverno il cibo, il rifugio e le
intemperie costituiscono un problema per gli uccellini?
Sfatiamo, almeno in parte, questa credenza: i volatili sono
in grado di adattarsi bene ai mutamenti delle condizioni ambientali
e quindi al maltempo, nei confronti del quale sono ben difesi
senza necessità di un rifugio somigliante a quello che
per noi significa la casa. Se però l'inverno si presenta
molto rigido, lo sopportano con maggiore fatica, in quanto presentano
un metabolismo assai rapido che necessita di essere continuamente
rifornito di cibo. Nel caso in cui l'ambiente non offra con
abbondanza bacche e drupe, si può intervenire imbandendo
mangimi "artificiali", quali semi, frutta secca o
fresca, formaggio, pane, dolci...
Per ulteriori delucidazioni, in materia di alimentazione dei
volatili sono maestri i soci della The Royal Society for
the Protection of Birds (www.rspb.org.uk),
associazione, nata in Gran Bretagna, che promuove in tutta Europa
l'impiego delle mangiatoie.
Partiamo dal giardino: quali arbusti
da bacca sono in cima alla hit-parade del gradimento?
In genere gli uccelli prediligono le bacche a tinte forti: per
esempio, il pettirosso ama le drupe carnosette della fusaggine,
che si aprono alle soglie dell'inverno in un colore che ricorda
il petto dell'uccellino in questione.
Nella scelta delle piante da bacca da mettere a dimora in giardino
orientatevi verso quelle che fruttificano in autunno e inverno
(piuttosto che in estate), preferibilmente autoctone, così
da creare un'oasi ecologica. Qualche esempio: Crataegus
(biancospino o azzeruolo), Cotoneaster, prugnolo, rosa
canina e piracanta.
Il ligustro, poi, è assai gradito da capinere e tortore,
mentre i pesanti grappoli di sugose bacche del sambuco attirano
irresistibilmente i merli. Pensate anche all'edera che, con
la fioritura tardiva e la fruttificazione invernale, fornisce
cibo in un periodo in cui gli uccellini hanno in genere poco
altro a disposizione.
Passando
alle mangiatoie, dove disporle per attirare subito i commensali?
La struttura va posizionata in una zona tranquilla, preferibilmente
visibile dalla finestra di casa per effettuare il birdgardening,
ma dove non sia raggiungibile da gatti: come dissuasore circondate
il palo di sostegno con una struttura a campana, che impedisca
al micio di arrampicarsi. Non aspettatevi di vedere nugoli di
uccellini sin dal primo giorno, soprattutto in caso di prima
installazione: per far notare loro il nuovo "self-service",
posizionate gli alimenti sul tettuccio (in caso di mangiatoie
a casetta), che farà cosi da "vetrina per la merce".
Per mantenere i "clienti", la mangiatoia dovrà
essere sempre ben rifornita per tutto l'inverno.
L'abitudine
di sbriciolare il pane in giardino o sui davanzale ha senso?
Può servire per rendere abitudinari vicino a casa gli
uccellini, così da osservarli a lungo. Scegliete un luogo
fìsso per servire il cibo, dove gli uccelli non possano
spargerlo troppo intorno né dare fastidio con gli escrementi.
Fornitelo nelle prime ore del mattino (la colazione) o a metà
pomeriggio (la scorta per la notte), perché verso sera
vengono più facilmente richiamati anche i topi.
In Italia difficilmente i volatili arrivano a mangiare dalle
mani, perché hanno ancora troppa paura dell'uomo, anche
a causa dell'attività venatoria: in Gran Bretagna, dove
il birdgardening è nato nello scorso secolo, ciò
avviene con più facilità.
E'
possibile fare birdgardening sul terrazzo?
Sicuramente sì, sia installando una mangiatoia o un abbeveratoio,
sia allestendo alimenti sciolti sui manufatti. In questo secondo
caso però, dovete localizzarlo in un punto preciso, sempre
quello, per abituare i commensali e per scongiurare lo spargimento
di residui sul terrazzo.
Capitolo sporcizia: come evitare un
"macello"?
È importante accettare pro e contro della convivenza
con gli uccelli: pur dando loro da mangiare, non arriveranno
tutti gli uccelli del quartiere, dunque si potrà sopportare
qualche piccolo disagio. Semi e cereali caduti dalla mangiatoia
si possono raccogliere con la scopa, mentre gli escrementi su
balconi e davanzali si lavano via con la normale pulizia periodica.
Veniamo all'argomento "rifugio":
dove 'possono ripararsi dalle intemperie? Gli uccelli
trovano riparo soprattutto all'interno di siepi miste impenetrabili.
In generale, sono abituati a scegliere siti sicuri rispetto
ai predatori (condizione essenziale per la nidificazione), cioè
poco visibili e poco esposti a possibili attacchi di mammiferi
o altri uccelli: per esempio gazze e cornacchie sono abilissime
a scovare i nidi di piccoli volatili per predarne uova e pulcini,
che si salvano solo se i genitori sono riusciti a mimetizzarli
alla perfezione. Pochi sono invece gli uccelli che preferiscono
cavità naturali degli alberi, come la cinciarella, o
artificiali dei nidi forniti dall'uomo.
Come costruire un nido fatto in casa,
perché abbia successo?
Potete utilizzare diversi materiali: cemento, tronchetti naturali
o legno, che dev'essere ben stagionato per scongiurare deformazioni
dovute agli agenti atmosferici (pioggia e gelo). Evitate invece
il compensato che, con l'acqua piovana, tende a sfaldarsi. Come
disegno, potete copiare quelli più semplici già
pronti in commercio, o ispirarvi ai libri che insegnano come
costruirli di diverse forme. Tenete presente che, a seconda
del diametro del foro d'ingresso, verrà utilizzato da
specie diverse: a volte, presso le villette, vengono occupate...
le cassette della posta!
Dove
collocarlo?
Va appeso a un albero o a un muro, anche dell'abitazione, mediante
un'assicella fissata sulla parete posteriore, a un'altezza di
2-2,5 m dal suolo. Se l'albero è visibile dall'abitazione,
godrete di un punto di vista privilegiato. Ponetelo in un punto
ombreggiato e riparato dal vento, orientandolo verso sud-est
e inclinandolo leggermente in avanti per impedire all'acqua
piovana di entrare. Pettirosso e pigliamosche amano la tranquillità:
posizionate il nido a cassetta aperto sul davanti parzialmente
occultato da una pianta rampicante. Però non nascondete
del tutto il nido fra rami e rovi: non lo troverebbero nemmeno
gli uccellini; fate anche in modo che l'entrata risulti agevole.
I nidi si possono installare anche sul terrazzo, vicino a un
rampicante, a 2 m d'altezza.
Attenzione alla territorialità degli uccelli. Soprattutto
all'inizio della nidificazione, occupano un'area ben precisa,
che difendono da altri individui della stessa specie: evitate
di installare troppi nidi in un piccolo giardino. Il discorso
non vale per rondini e balestrucci, che nidificano in colonie.
Si lasciano in loco tutto l'anno?
Più o meno sì: alla fine della nidificazione (ad
agosto) vanno staccati per la pulizia. Si apre il tetto e si
levano i residui della stagione, che impedirebbero abitazioni
successive; si lavano, si fanno asciugare e si ricollocano.
Infatti, spesso sostituiscono gli anfratti naturali, sempre
più rari.
In conclusione, come se la cavano gli
uccellini con le intemperie? Essendo ben abituati
alle intemperie e ai rigori invernali, potete sì aiutarli
offrendo loro il cibo e allestendo i nidi artificiali, ma per
il resto sanno arrangiarsi, com'è giusto che sia in natura.
|
|
Il
sogno dei birdgardener: bacche di rosa canina, palle
di lardo e semi di girasole richiamano merli, cinciallegre,
peppole, ma potrebbero attirare anche il ciuffolotto.
|
|
|
|
I
LORO RISTORANTI PREFERITI
|
|
|
Sono
necessarie le mangiatoie?
Le mangiatoie sono utili, se protette da un tettuccio,
in caso di pioggia o neve perché preservano meglio
l'alimento, e comunque perché lo circoscrivono
in un determinato contenitore. Si tratta di strutture
artificiali che vanno fissate al terreno su di un palo,
a un'altezza da terra di circa 2 m, oppure appese a
un albero con una catena.
|
|
Meglio
fatte in casa o acquistate già pronte?
Chi ama il bricolage può divertirsi a costruirle
da sé: può bastare anche una semplice tavoletta
rettangolare di 50 x 25 cm o rotonda, dotata di un bordino
rialzato che impedisca all'alimento di cadere. Lasciate
però una fessura ai lati per poterla pulire (almeno
due volte nell'arco dell'inverno) e, se la mangiatoia
viene fissata a un palo, dovrà essere facilmente
staccabile proprio per poterla pulire.
|
|
Piccoli
amici "urbani"
|
|
|
|
|
|
|
MENU' SU MISURA PER I PENNUTI AFFAMATI
Cosa
offrire ai piccoli amici?
Dipende da quali volatili intendete soddisfare, dal punto di
vista alimentare: i granivori si nutrono di semi e granaglie,
i frugivori di frutta e bacche, gli insettivori preferiscono
cibi animali ricchi di proteine, mentre gli onnivori, come passeri
e cornacchie, mangiano ormai tutto ciò che l'uomo fornisce.
L'apparenza inganna: l'usignolo, esile e minuto, dà l'idea
di essere frugale, di vivere con nulla, è invece un insettivoro
ad alto consumo...
Fra
i semi, sono sempre graditi quelli di girasole, di miglio, di
panìco (mescolato al precedente è perfetto
per i passeri), i fiocchi d'avena e di cereali in genere (appetitosi
per verdoni e fringuelli), ma anche le arachidi, le noci e le
nocciole. Le prime si possono appendere, singole o in collana,
in modo che le cinciallegre ne estraggano da sole i semi (e
i passeri spesso le imitano); noci e nocciole sono la passione
di gazze e ghiandaie che ne fanno cospicue scorte invernali
nelle cavità degli alberi.
II
pane vecchio può essere servito se azzimo
(come il toscano) e ammorbidito con acqua, ma solo a uccelli
adulti perché nei piccoli potrebbe provocare soffocamento,
gonfiandosi nello stomaco. Possono gradire
biscotti e avanzi di torte, panettone e pandoro, che vanno serviti
sbriciolati. Esistono poi in commercio miscele di semi
già pronte, studiate per gli uccelli selvatici.
Tra la frutta fresca, offrite
pere e mele ammaccate o troppo mature (di scarto, quindi inutilizzabili),
che li fanno impazzire di
gioia: appoggiatele per terra tagliate a metà, perché
raramente intaccano un grosso frutto intero (se non ancora attaccato
all'albero). Attirerete così tordi, merli e stomi in
quantità.
Per
gli insettivori, ottimi mangimi sono il formaggio,
le cotenne, lo strutto e il lardo. Potete
utilizzare pure gli avanzi di
cucina: l'importante è che siano variati, non salati
né pepati o speziati, in modo da non danneggiare
il metabolismo dei commensali.
Sulle mangiatoie "a davanzale" potete infine servire
cibo misto, per sfamare sia i granivori sia gli insettivori.
Per esempio una
mezza noce di cocco fresca, rivolta all'insù e contenente
lardo e semi li rende felici entrambi. Non utilizzate invece
il cocco essiccato
perché potrebbe gonfiarsi nello stomaco dell'animale
con gravi conseguenze. Attenzione però: i mangimi "misti"
possono richiamare ospiti indesiderati, come topi, ecc.
Una
vera leccornìa fatta in casa: prendete una
reticella da limoni, riempitela di arachidi sgusciate, appendetela
a un
ramo: sarà irresistibile per cinciallegre e cinciarelle.
Pulizia
delia mangiatoia: Frutta
e cibi freschi vanno tolti quando manifestano marciumi: se avete
poco tempo, avvaletevi di alimenti secchi, che si rifondono
solo quando vengono svuotati o comunque consumati. In genere,
comunque, è preferibile un ricambio quotidiano: disponete
al mattino la quantità che dovrebbe venire consumata
entro sera. La pulizia è importante, anche se non necessariamente
dev'essere giornaliera: va effettuata all'occorrenza, ma con
una certa periodicità, per evitare muffe sui mangimi
e malattie nei volatili.
La vera ripulitura si compie alla dismissione della mangiatoia.
All'arrivo della primavera la struttura si smonta, si lava con
acqua e sapone di Marsiglia, si lascia asciugare perfettamente
e si ripone per l'autunno seguente. Non lasciate assolutamente
la mangiatoia in primavera: i nuovi nati non devono abituarsi
alla fornitura artificiale di alimento.
Mensa
per granivori e frugivori |
|
|
|
Cardellini, tordi, fringuelli, ecc. ameranno molto una
mangiatoia come questa, che offra fette di mela, bacche
di cotoneaster e le intere infiorescenze di girasole.
|
|
IN
PRATICA: NIDI SI' O NIDI NO?
I
nidi artificiali servono? Eccome! verranno utilizzati in primavera,
per la riproduzione, ma vanno messi a dimora in
autunno-inverno, ben prima della nidificazione, e nello stesso
periodo di posa delle mangiatoie, per consentire ai piccoli
amici di scoprirli e di accettarli come futura "casa".
In genere danno una buona percentuale di successo: per esempio
quasi sempre la cinciallegra li preferisce. Per questa specie
e per altre che amano le cavità, il tipo standard (a
cassetta con foro circolare sulla facciata) è il più
diffuso. Ha la forma di una scatola rettangolare, con tetto
apribile e foro d'ingresso localizzato a 12,5 cm dal tetto;
altri buchi posti sul fondo assicurano una corretta ventilazione
interna e permettono lo sgrondo dell'acqua. Esistono poi nidi
artificiali di tutte le fogge, ma soddisfano più il nostro
senso estetico che una reale necessità dei volatili.
In
natura i nidi li fanno così: Possono essere
situati a diversa altezza dal suolo. Alcuni uccelli edificano
la propria casa sul terreno e in posizione scoperta: è
il caso di alcuni trampolieri minori, che non vengono scoperti
grazie alle loro ottime capacità mimetiche: è
indubbiamente difficile distinguere una beccaccia immobile fra
le foglie o un piccolo corriere appiattito fra la sabbia e la
ghiaia.
Altri
costruiscono il nido fra le rocce a strapiombo (come il falcone)
o si avvalgono di cavità naturali (per esempio cinciallegra
e allocco). Altri ancora nidificano fra i rami degli alberi,
a varie altezze, modellando un nido esterno con materiale vegetale,
saldamente connesso al ramo d'appoggio: è il caso di
verdoni, fringuelli e verzellini.
La
quantità di materiale con cui il nido viene costruito
varia da pochi ramoscelli e sassolini a cospicui ammassi di
sterpi che devono ospitare cicogne o aquile reali. In genere,
la scelta del sito in cui nidificare spetta al maschio, anche
se è la femmina a costruirlo. Il lavoro di realizzazione
si svolge nelle prime ore del mattino: i passeriformi, ad esempio,
impiegano una settimana per... avere la casa pronta.
|
Se
hanno sete
|
|
Da
sapere
|
I
volatili preferiscono fonti d'acqua poco profonda; è
perfetta una bacinella di 20-30 cm di diametro, con una
mano di liquido e alcune pietre semi-immerse che fungono
da posatoi. Posizionatela in terrazzo o in giardino, in
maniera che risulti ben visibile, per esempio vicino a
un passaggio pavimentato o comunque in una zona aperta,
non sotto a un albero. Gli amici alati la utilizzeranno
anche per farci il bagno... Se invece possedete già
una fontanella con zampillo, spegnete il getto, se volete
che i pennuti si avvicinino: preferiscono le acque ferme!
|
|
|
|
|