Meravigliarsi col glicine
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(The Garden, maggio 2007)
Articolo di Keith Wiley
Traduzione di Mariangela Barbiero
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Ogni anno a maggio un venerabile glicine pende sul retro di Pashley Manor nel Sussex occidentale, creando una cascata di fiori porpora.
Far crescere questa versatile rampicante su un muro è un modo comune di utilizzarla,
ma ci sono diverse altre possibilità. |
Tra i più riveriti rampicanti del giardino, il glicine può creare effetti davvero affascinanti. Oltre a essere disponibile in una vasta gamma di selezioni, si è dimostrato versatile circa i modi in cui può essere allevato, come Keith Wiley ha dimostrato
Per molti di noi la quintessenza dello spirito di un cottage inglese è un sobrio edificio in pietra con rose, caprifoglio o un vecchio glicine grondante fiori che ne copre la facciata. Con un elegante fogliame verde, fresco e leggero, con fiori simili a quelli del pisello odoroso in piena primavera, spesso con un profumo intenso e inebriante, il glicine rivendica a gran voce il diritto a essere il più desiderabile di tutti i rampicanti. Ma, per quanto magnifici se così tenuti, questo non è l'unico modo in cui si possono usare queste splendide piante; usate come rampicanti sopra un pergolato sono insuperabili, consentendo ai loro fiori di ricadere liberi dal fogliame. Questo è uno dei metodi più apprezzati di far crescere il glicine nei giardini orientali, che giardinieri cinesi e giapponesi impiegano da molti secoli. Ad ogni modo, una pianta così valida e bella tutto l'anno può essere usata in molti altri modi: come esemplare ad alberetto o come rampicante su praticamente qualsiasi cosa. E sono persino considerate un soggetto classico da bonsai.
Rampicanti di prima classe
Il glicine più comune è W. sinensis che viene spesso coltivato da seme. A causa di ciò, ci sono molte variazioni nella qualità dei fiori e le piante generalmente sono più lente nel raggiungere l'età di fioritura rispetto alle piante innestate. Alcune sono superbe, altre no, pertanto è meglio acquistare cloni innestati, selezionati e nomenclati, di cui viene garantita la qualità. Quando cercate un esemplare innestato, sceglietene uno senza antiestetiche protuberanze all'innesto ed evitate piante in cui sia rimasto il moncherino del portainnesto, poiché questo inevitabilmente avvizzirà e potrebbe provocare anche ulteriori problemi.
W. floribunda (glicine giapponese) è, se non altro, più raffinato, perché la foglia è composta da foglioline più piccole e rende la pianta di aspetto più delicato e le infiorescenze sono più lunghe, con fiori leggermente più piccoli. Tende anche a essere meno vigoroso. Un altro bonus è il colore autunnale giallo chiaro che le foglie assumono prima di cadere, una caratteristica che non sempre si ritrova nelle specie cinesi. Per distinguere le due, viste dall'alto, W. floribunda sembra attorcigliarsi in senso antiorario mentre W. sinensis in senso orario. Ci sono molte cultivar di W. floribunda, i cui colori variano dal bianco attraverso molte sfumature di rosa fino al più comune bianco-violetto; la cultivar 'Multijuga' ha i racemi floreali più lunghi di qualsiasi altro glicine, che in circostanze eccezionali arrivano anche a 90 cm, pertanto ha bisogno di essere posizionata con attenzione perché possa sviluppare tutto il suo potenziale.
Ci sono anche validi ibridi tra il glicine cinese e quello giapponese. Sono vigorosi, spesso con fogliame più rozzo, e c'è confusione sulla nomenclatura. Nel dubbio comprate la pianta in fiore e considerate che, come regola generale, se le foglioline sono ampie e relativamente grandi, si tratta probabilmente di una cultivar vigorosa.
W. brachybotrys è più rara ma nondimeno è una bella specie, soprattutto nella cultivar a fiori bianchi, W. brachybotrys 'Shiro-Kapitan' (conosciuta anche come W. venusta). Ogni singolo fiore dei corti ma ampi panicoli è grande e con un'intensa fragranza e, a differenza di quanto accade nelle due specie precedenti, nelle quali le gemme floreali si trovano solo alla base dei getti dell'anno o su speroni da noi creati potando in agosto e febbraio, i fiori di W. brachybotrys nascono da gemme che spuntano per tutta la notevole lunghezza dei getti. Per questa ragione è adatto ad essere coltivato come rampicante o fatto crescere su grandi alberi, cosicché i fiori siano messi ancora più in mostra.
Permettere al glicine di crescere sopra agli alberi richiede molto spazio libero e in verità raramente si rivela un gran successo! I fiori sono spesso oscurati dal fogliame, il quale a sua volta ha l'evidente possibilità di sopraffare il fogliame dell'ospite nonché di sbilanciare l'intera struttura. Anche la potatura è quasi impossibile una volta che il glicine è cresciuto oltre la confortevole altezza della scala. Nonostante questo, a volte se ne incontrano esemplari eleganti; per avere le migliori possibilità di successo scegliete un albero forte e distante sia da altri alberi sia da edifici.
Il glicine nordamericano Wisteria macrostachya si vede raramente nei giardini inglesi, ha lo stesso portamento rampicante, ma il fogliame ha meno foglioline e i grappoletti di fiori, solitamente color malva, sono più corti e si aprono più tardi in estate. La cultivar dai fiori bianchi 'Clara Mack' è una delle migliori, con fiori più grandi e in racemi più lunghi ma che comunque non superano i 20 cm.
Wisteria frutescens, anch'esso nordamericano, nonostante sia stato il primo ad arrivare in Europa (cento anni prima del comune glicine cinese) non è molto conosciuto. Molto grazioso e con fiori più piccoli, è in commercio anche in Italia, e ne esiste un'elegante recente selezione 'Amethyst Falls' che, dopo una prima fioritura, ne produce una seconda da nuovi getti che si prolunga per due mesi e oltre.
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In parata
C'è una sorprendente diversità tra i glicini, con fiori che variano
dal bianco al ricco porpora, raggruppati in racemi di varie dimensioni, e che creano
quindi effetti floreali assai diversi. |
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Piante coltivate ad alberello
Il glicine è spesso coltivato ad alberello in vaso, sia a tronco alto che a mezzo tronco; dove lo spazio è ristretto questo è un efficace modo di crescerlo, purché sia tenuto in forma. La sua altezza viene spesso limitata a quella che possiamo raggiungere dal suolo, ma nel giardino dell'esperto di glicini, Peter Valder, a Nooroo, nel Nuovo Galles del Sud in Australia, di norma i glicini sono guidati oltre l'altezza della testa così da renderli il principale elemento distintivo di un vecchio campo da tennis. È uno degli usi più belli che io possa immaginare per una posizione del genere! Io ne ho usato una variante quando è morto il ciliegio che ospitava il Wisteria 'Burford': tagliammo l'albero e con i tubi ad arco (che si usano nei tunnel serra) collegati al centro, creammo una canopia a forma di ombrello sopra la quale è stato guidato il glicine. Curiosamente, quando la cv. 'Burford' era stata usata altrove nel giardino, non l'avevamo presa in grande considerazione, perché i fiori venivano quasi oscurati dall'emergente fogliame. Invece, guidato a forma di fungo, lo rivalutammo completamente grazie ai fiori che pendevano in maniera spettacolare dall'impalcatura.
In situazioni meno formali questo metodo di coltivazione può essere modificato per permettere al glicine di ramificarsi più in basso. Al Garden House nel Devon, dove io ero capo giardiniere, c'era un W. sinensis ad alberello che in 15 anni diventò una pianta larga 4,5 m e alta 1,8 e che si ramificava dal livello del suolo con un glorioso e contorto tronco grigio argento. Questo mi ha dato l'idea di creare un giardino dove esemplari del genere ne diventassero i protagonisti.
Creare un "bosco di glicini"
L'occasione capitò quando un'area fu liberata dalle conifere e, sui nudi pastini alti circa 1 m, furono piantate una trentina di W. floribunda. I sentieri serpeggianti alla base dei pastini permettevano di camminare proprio sotto ai glicini, che creavano quindi un "bosco di glicini". Le piante da sottobosco generalmente sono contente di vivere sotto ai glicini perché traggono vantaggio dalla loro abitudine a emettere tardi le foglie e dalle radici relativamente "amichevoli". Pertanto su questi pastini possono essere coltivate piante che vivono ai margini di un bosco, con fioriture primaverili come epimedium, primule e corydalis, nonché una miriade di bulbi. Per coltivare il glicine in questo modo c'è bisogno di un robusto tutore che mantenga il tronco centrale eretto (o nell'angolazione voluta, qualunque essa sia). Io lo poto una volta all'anno dopo che le foglie sono cadute; la regola di base è di permettere la crescita laterale senza nessun significativo aumento in altezza, cioè rimuovendo i getti che crescono verso l'alto e rimpicciolendo quelli laterali, cosicché questi non si dirigano verso l'alto dopo la potatura. Anche la maggior parte dei getti nati sul tronco principale vengono rimossi. Quando la misura desiderata viene raggiunta, si può praticare la normale potatura degli speroni, come per qualsiasi altro glicine (vedi articolo sulla potatura del glicine).
Il glicine viene usato talvolta anche come bonsai, ma il loro vigoroso apparato radicale rende questo tipo di coltivazione una sfida. Una volta preparai un vassoio di talee di W. floribunda per farne dei bonsai che finirono invece su un sottile strato di terra buona in cima a un pastino in pieno sole. Potati per controllarne l'altezza a meno di 1 m, la dimensione delle foglie diminuì, fiorirono profusamente e davano l'impressione di essere perfettamente proporzionati alle piante 'alpine' che li circondavano.
Non dovrebbero essere ignorati metodi più tradizionali di coltivazione - specialmente se viene cresciuto a spirale. Immaginatevi una pergola drappeggiata con un glicine, magari una selezione bianca, e un laburnum dorato. Quanti edifici altrimenti inguardabili, immagino, potrebbero essere trasformati da un mantello di glicine in estate?
Il glicine non è schizzinoso col terreno, gli basta che sia fertile. Ha bisogno di sole per fiorire bene e nei primi anni apprezza una pacciamatura di stallatico ben maturo ma, una volta stabilizzatosi, le sue radici percorrono lunghe distanze in cerca di nutrimento e non ha obiezioni a crescere in compagnia di altre rampicanti come caprifogli, clematidi o rose. L'unica sfida nasce dalla potatura e dal regime di coltivazione. Sono piante estremamente sorprendenti e straordinariamente versatili, pertanto con un piccolo "pensiero laterale" potreste essere in grado di far posto a un altro glicine in giardino.
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Il flessibile glicine
Il glicine è un'eccellente pianta da giardino; la sua natura versatile e persino tollerante lo rende adatto a molteplici usi creativi. Farlo crescere lungo un muro è il sistema più popolare, ed esemplari ben guidati come quello della Wickham Place Farm nell'Essex sono uno spettacolo grandioso.
Accostare cultivar di colori diversi crea un effetto insolito, ma assicuratevi che fioriscano contemporaneamente e che abbiano spazio in abbondanza.
Quando in vaso il glicine è meglio se coltivato ad alberello, riducendo la crescita a dimensioni gestibili.
Il glicine è ampiamente coltivato nei giardini orientali.
Il "bosco di glicini" a Garden House; le piante qui crescono su pastini, permettendo alle persone di camminarci sotto ammirando le cascate di colori.
Il Wisteria 'Royal Purple', un'elegante selezione con lunghi racemi, cresce come un libero arbusto.
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Il poliedrico glicine
Il glicine può essere usato seguendo stili tradizionali o più moderni, ottenendo effetti stupefacenti.
È più noto come soggetto da pergola; scegliete supporti robusti che siano in grado di sostenere la crescita della pianta.
Si accompagna bene con la parimenti vigorosa Clematis montana: assieme possono ben valorizzare un edificio.
Al Garden House nel Devon, Wisteria 'Burford' cresce sopra un telaio a forma di fungo/ombrello.
Vecchie piante di glicine cresciute ad alberello spesso sviluppano caratteristici tronchi nodosi.
Il glicine può essere utilizzato anche per sottolineare elementi del giardino; nella foto centrale qui sopra, una cultivar bianca rende elegante il tetto della casetta.
I racemi dorati del Laburnum formano un bel contrasto di colori con i fiori del glicine, mentre le teste arrotondate degli Allium creano un piacevole contrasto di forme.
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