Fedele
e longeva, persino invadente, comunque spettacolare: una
pianta che va accompagnata
nelle sue fasi giovanili, poi sarà splendida per decenni.
ll
glicine è forse la pianta più conosciuta e
amata in Italia, anche da chi non pratica il giardinaggio.
Almeno sotto il nome comune, derivante dal fatto che in precedenza
questo rampicante veniva attribuito al genere Glycinia (dal
greco glykys, dolce), mentre dal 1818 il nome botanico è intitolato
a Caspar Wistar, al tempo docente di anatomia all'Università di
Pennsylvania e grande promotore delle scienze. Il suo cognome
tedesco originale era Wüster ma venne anglicizzato oltre
oceano in Wistar, pronunciato Wister in inglese. Da qui la
denominazione odierna di Wisteria, spesso riportata anche come
Wistaria.
Agli inizi del 1800 i glicini moderni provenienti dall'Oriente
soppiantarono i consimili americani (Wisteria frutescens e
W.f. macrostachys), diffusi in Europa
dal secolo precedente. La linea sinuosa del fusto e l'atmosfera
romantica associata
alla spettacolare fioritura profumata lo imposero immediatamente
come elemento di rilievo dello stile Liberty. Proprio in questo
periodo il glicine divenne la pianta rampicante più in
voga per decorare l'entrata delle ville italiane, dal Nord
al Sud, grazie anche alla grande adattabilità a climi
e terreni. Non ha bisogno di una facciata sontuosa come sfondo:
l'unico requisito davvero essenziale è una posizione
soleggiata, dove la si può allevare in modi diversi
per poterla integrare in qualsiasi giardino. Tutte le specie
sono comunque di facile coltivazione e non hanno nemici o malattie
particolari. Tollerano tutti i tipi di terreno a parte quelli
estrememente calcarei e, come membri della famiglia delle Leguminose,
provvedono persino a incrementare la fertilità del terreno!
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Dalla
Cina il più vigoroso
Le
specie più diffuse si distinguono principalmente
in Wisteria sinensis e W.
floribunda.
W. sinensis è un
rampicante caduco originario della Cina ed è la
specie più vigorosa: può raggiungere
30 m in altezza o allungarsi orizzontalmente per circa
60 m. Questa è indubbiamente una qualità,
se lo spazio da coprire è davvero vasto, ma
allo stesso tempo può diventare un problema
se utilizzata in siti più limitati. Le foglie
sono pennate e composte da 7 a 13 (di solito 11) foglioline
ellittiche
ricoperte di peluria setosa allo stadio giovanile,
poi glabre. I fusti si avvolgono in senso antiorario
e distinguono questa specie da W. floribunda, che
procede in senso inverso.
I fiori blu-violetto, dolcemente profumati, appaiono presto (aprile-maggio)
e si aprono tutti insieme in racemi penduli lunghi circa 30 cm. Spesso la pianta
fiorisce prima di mettere le foglie, regalando uno spettacolo di grande eleganza.
Può produrre una seconda e poco abbondante fioritura a fine giugno-luglio,
con racemi più piccoli. Questa specie comprende la varietà W.s. 'Alba',
a fiori bianchi in grappoli più corti ma più fitti. |
L'elegantissimo giapponese
Wisteria floribunda è una
specie molto rustica di origine giapponese che giunse in Europa
nel 1830. Pur essendo un rampicante
caduco di un certo vigore, il suo sviluppo è più contenuto
rispetto alla precedente e raggiunge gli 8-10 m al massimo.
Si differenzia da W. sinensis anche
perché si avvolge
in senso orario e porta fiori violetti o blu violetto più piccoli,
che si schiudono successivamente partendo dalla base, in racemi
penduli lunghi 13-25 cm.
La fioritura avviene due o tre settimane più tardi (maggio-giugno)
e le foglie cadono più precocemente in autunno. Questa
specie si addice particolarmente alla coltivazione come standard
(alberello), come pure la sua varietà W.
floribunda var. macrobotrys,
conosciuta anche come W.
multijuga. È caratterizzata
da racemi molto lunghi, di solito circa 1 m di lunghezza. In
Giappone ne sono stati misurati fino a 1,80 m! I fiori sono
blu-porpora, meno profumati rispetto a W. sinensis,
come è tipico
della specie.
Esistono inoltre altre forme di grande effetto ornamentale,
soprattutto se utilizzate per creare pergole opportunamente
curate con potature regolari. W. floribunda alba e
'Shiro Nagi' (sinonimo 'Snow Showers') portano fiori bianchi
in racemi di
circa 60 cm; W.f. rosea e 'Kuchi-Beni'
(sin. 'Peaches and Cream') hanno fiori rosa con una punta di
porpora; W.f.
violacea ha
fiori viola-bluastri, meno abbondanti seppure doppi in W.f.
violacea plena, venduta talvolta come W.f.
'Black Dragon'.
W.f. 'Issai' ha fiori blu-lilla ed è probabilmente
un ibrido con W. sinensis, anche
se osserva il sistema orario di avvolgimento di W.
floribunda e non è troppo vigorosa.
W. x formosa è un ibrido tra W.
floribunda alba e W. sinensis,
si avvolge in entrambi i sensi e offre fiori viola pallido
che si aprono simultaneamente.
Wisteria venusta e anch'essa di origine
giapponese e fu importata in Europa nel 1912. Ha uno sviluppo
di circa 10 m e abbondanti
racemi lunghi 10-15 cm con fiori bianco-avorio di lunga durata
che si aprono agli inizi dell'estate. Viene considerata uno
dei migliori glicini a fiore bianco.
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Un glicine intrecciato a una colonna: il
tronco necessita di un supporto solido che duri nel tempo
per far fronte al notevole vigore della pianta.
Pregio o difetto? Se
da un lato l'imponente sviluppo della pianta è problematico
da gestire, dà però vita
a intrecci scultorei molto decorativi. |
Un glicine per spazi minimi
Queste specie e varietà sono in uso da tempo e ciò riflette
lo scarso impulso dato all'ibridazione di questo genere rispetto
ad altri (basti pensare alle rose!). Tuttavia una recente,
introduzione è davvero rivoluzionaria: un glicine di
dimensioni sufficientemente ridotte da poter essere inserito
senza problemi in giardini molto piccoli e che si adatta benissimo
anche alla vita in contenitore.
Wisteria 'Amethyst Falls' è infatti una varietà sorprendente
sia per lo sviluppo contenuto (raggiunge 4-5 m dopo qualche
anno) sia per l'abbondante fioritura ed è ideale per
terrazze e pergole o anche come esemplare da parete. La crescita è più lenta
e la pianta si mantiene più ordinata nel corso dell'anno
senza le consuete potature regolari; si può però riordinare
occasionalmente per mantenerne la forma.
I fiori blu-porpora sono raccolti in spighe di 10 cm e sono
molto profumati, con un tocco di basilico. Vengono prodotti
in massa anche da esemplari giovani, altra grande virtù di
questa splendida varietà rispetto a quelle tradizionali.
La fioritura comincia a tarda primavera o inizio estate e continua
a intervalli fino all'autunno. Affronta inoltre l'inverno ovunque
senza problemi, essendo molto rustica. Qualsiasi specie decidiate
di coltivare (ma in particolare quelle con racemi lunghi!) è importante
ricordare che i grappoli di fiori devono essere liberi da ostacoli
che ne impediscano il portamento pendulo. In Giappone il glicine
segue il contorno del tetto delle tradizionali abitazioni a
un unico piano in modo che il fogliame sia al di sopra delle
grondaie mentre i fiori pendono liberamente. In questo senso
da noi sono ideali le pergole, che permettono di ammirare i
bellissimi fiori da sotto, anche se la manutenzione diventa
complicata se la struttura presenta riquadri stretti che non
permettono l'accesso alla parte superiore tramite una scala.
Risolvere
un problema: niente fiori? |
La
fioritura vera e propria avviene solitamente dopo circa
5-7 anni, periodo che la pianta impiega per consolidarsi
e sviluppare una struttura legnosa sufficientemente
ampia. Se la fioritura non avviene oppure è molto
scarsa, le ragioni possono essere diverse. Vediamole
nel dettaglio. |
Potatura sbagliata, nella
tecnica o nel periodo di esecuzione
o addirittura mancanza di potature regolari, indispensabili
alla produzione di fiori.
Potatura drastica di un esemplare inselvatichito: aspettate l'anno successivo (talvolta anche un paio o più).
La
riproduzione da seme, invece che da propaggine o talea, dà
risultati incerti e la pianta ha bisogno di
molti anni prima di arrivare alla fioritura, che può rivelarsi
una delusione. Accertate dunque l'origine dell'esemplare in
questione.
L'eccesso
di acqua provoca un'esplosione del fogliame a
scapito della fioritura, nonostante il glicine ami irrigazioni
regolari.
Anche quantità eccessive
di fertilizzante ricco di azoto incoraggiano la crescita delle foglie e l'assenza di fiori.
La quantità di sole ricevuta dalla pianta è insufficiente e non permette la maturazione degli steli.
Gemme fiorifere danneggiate da
forti gelate o dagli uccelli affamati: la pianta
fiorirà (se il problema non si ripeterà)
solo l'anno seguente.
Qualche
consiglio importante |
L'esposizione al pieno sole in
climi particolarmente caldi,
con
mancanza di circolazione d'aria, non comporta gravi problemi
ma accorcia la fioritura. In questi casi una posizione a est
o a ovest, piuttosto che a sud, diventa preferibile.
Un terreno ben drenato e moderatamente fertile è la
situazione ideale.
Al momento dell'impianto, scavate
una buca più generosa di quanto apparentemente necessario e aggiungete fertilizzanti
organici a lenta cessione, quali cornunghia e farina d'ossa,
per accelerare lo sviluppo della pianta durante il primo periodo.
Irrigate regolarmente per i primi due anni, soprattutto durante
l'estate, dopo di che la pianta dovrebbe riuscire ad arrangiarsi
da sola.
II glicine non ama essere spostato dalla posizione originaria:
se viene trapiantato è molto lento nella ripresa.
Se desiderate farlo crescere addossato a una parete, piantatelo
ad almeno 60 cm dal muro per evitare di situarlo nella parte
più asciutta del terreno.
In
pratica: potare come e quando |
Una
corretta potatura di formazione e di mantenimento è essenziale
per la fioritura di tutte le specie e varietà a
eccezione di W. 'Amethyst Falls' .
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Potatura
di formazione
La giovane pianta emette lunghi getti flessibili da assicurare ai supporti
(strutture in legno o ferro oppure fili metallici lungo la parete) legandoli
con iuta o spago apposito, preferibili a legature con filo metallico o simile,
perché si degradano col tempo quando le ramificazioni si saranno
lignificate, evitando le strozzature del fusto tipiche del fil di ferro. Eliminate
invece
tutti i getti che si sviluppano a 90° dal muro, perché si rivelano
difficili da disporre orizzontalmente. Quando i getti principali si sono allungati
a sufficienza e hanno formato un'ossatura adeguata, spuntatene l'apice per
incoraggiare la formazione di steli laterali. Da questo momento in poi servono
le potature di mantenimento.
Mantenimento e fioritura
Questo tipo di potatura si distingue dalla precedente perché riguarda
solo i rami laterali e non i principali dell'impalcatura. Si esegue in due
tempi: a fine luglio-agosto i ramoscelli laterali si accorciano a 5-6 gemme
(cioè a circa 30 cm dal ramo portante) mentre durante l'inverno successivo,
a gennaio-febbraio, i rami originati dalla potatura precedente si riducono
a 2-3 gemme, da cui l'anno seguente si sviluppano i fiori. Questo sistema ha
doppio effetto: frenare il vigore eccessivo della pianta e allo stesso tempo
favorire la formazione di lamburde, cioè rametti tozzi ricchi di gemme
fiorali.
Bonsai o alberello standard
Utilizzate di preferenza esemplari di W. floribunda e sue varietà.
Per formare un alberello da una giovane piantina selezionate lo stelo più robusto
ed eliminate tutti i rami laterali per dare sufficiente consistenza al tronco
in formazione. Per farlo rimanere eretto legatelo a un paletto e continuate
a farlo finché raggiunge un'altezza di 1,8-2,4 m (di solito in 2-3 anni).
Durante l'inverno successivo eliminate di nuovo tutti gli steli laterali e
tagliate l'apice del fusto principale. L'inverno seguente riducete tutti gli
steli a metà o a un terzo, a seconda del vigore dell'esemplare, ed eliminate
i rami che si incrociano o che si sviluppano in direzioni non consone alla
forma dell'alberello. Le estati successive prevedono la riduzione dei laterali
a 8 cm (o due gemme) e l'accorciamento dei rami principali alla lunghezza richiesta.
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