|
|
|
|
L'INCANTO
DELLE MAGNOLIE
di Pia Pera (Natural Style, ottobre
2005)
Dolci
e carnose, fioriscono da marzo fino all'autunno.
I segreti di un botanico molto speciale
"Guarda
quella mahonia laggiù, cresciuta in un interstizio
della roccia sulla cascata: non ce l'ho messa io, mi sarei
rotto il
collo, l'ha seminata
un uccello, e non avrebbe potuto scegliere posizione migliore".
Sir Peter Smithers mi ha invitata nel suo magnifico giardino
di Vico
Morcote, un
ecosistema progettalo utilizzando piante delle pendici dell'Himalaya,
però perfettamente integrate con il paesaggio
circostante. La visita è un'intensa lezione di civiltà
ed ecologia, oltre che un'indicibile fonte di piacere.
Sir
Peter si è raccontato in un libro iniziato il giorno
del suo ottantesimo compleanno, L'avventura di un giardiniere
(Silvana Editoriale). Quando si è stabilito in Svizzera
aveva 56 anni e due vite parallele: uomo polilico e giardiniere.
A un precoce gusto dei fiori lo aveva indirizzato la tata,
creando con lui il primo giardino e insegnandogli a rosicchiare
i getti
di biancospino; Sir Peter ricorda anche di quando lei gli servì
a colazione, estasiandolo, un ovetto di merlo in camicia. Da
studente al Magdalen College di Oxford sviluppò altri,
più sociali, interessi per la politica e la storia.
Con la guerra si trovò a lavorare con Ian Fleming,
grande mente dell'intelligence britannica. Sir Peter racconta
di come
patisse del divieto di mettere a repentaglio il suo talento,
motivo per cui affidò a James Bond l'azione a lui
preclusa. Per Fleming Sir Peter compì imprese ad
alto rischio, senza dimenticare il suo primo amore:
inviato nelle Americhe
tropicali, raccoglieva orchidee e altre piante rare. Ian
Fleming lo richiamò all'ordine ricordandogli che l'avevano
assunto come attaché navale, non come botanico. Parole
al vento: il giorno dell'attacco a Pearl Harbour Sir Peter
stava
cercando certi interessantissimi Lilium con un'amica. Non che
la botanica gli abbia impedito una brillante carriera culminata
nella carica di Segretario d'Europa a Strasburgo - solo che
non aveva mai abbastanza tempo per dedicarsi alla sua passione
dominante.
Così,
lasciata Strasburgo, anzichè tornare a Londra acquistò
in riva al lago di Lugano una ripida vigna abbandonata. Qui
abbondava l'elemento irrinunciabile per le piante: l'acqua.
C'era addirittura una cascata su cui la casa fu costruita come
un ponte e senza scalini perché, da vecchi,
non si sa mai. Sir Peter era ottimista ma consapevole dell'incalzare
del
tempo; suo principio fondamentale è che il lavoro richiesto
dal giardino deve diminuire man mano che scemano le forze
del
proprietario. II giardino deve quindi diventare un ecosistema
autonomo, in cui le piante badano a se stesse.
Nel
giardino dell'amico di James Bond |
Non
che intendesse disinteressarsene. Desiderava però dedicare
il suo tempo a quello che definisce il "piacere divino
di pianificare forme di vita", ovvero la creazione di nuove
varietà.
Straordinaria la collezione di ibridi da lui creati della sudafricana
Nerine sarniensis. L'ha donata a un vivaio in modo da
immetterla sul mercato e assicurarne così la preservazione.
Splendidi anche certi ibridi di peonie arboree, fra cui 'Lady
Dojean', dedicato alla moglie. La creazione di
nuove piante gli stava talmente a cuore che fece costruire
per prima la
grande
serra, e lì si installò con la famiglia in attesa
che la casa fosse pronta. Quindi iniziò il giardino,
mettendo a dimora le piante incontrate nei numerosi viaggi
intorno
al mondo purché non stonassero con la vegetazione
indigena, vi si fondessero anzi nella massima naturalezza.
Poiché clima e suolo erano affini a quelli delle pendici
dell'Himalaya, scelse in gran parte piante originarie di quella
regione.
Aveva visto giusto: la fragrantissima Daphne bholua si è trovata
talmente bene da diventare un'infestante. Ne trova di continue
germinate al piede di altre essenze himalayane
come Rhododendron linearifolium - "non cessa mai
di meravigliarmi con le foglie strette e i fiori rosa stranamente
scompigliati" e Rhododendron serpyllifolium, "con
Ie foglie minute e i piccoli fiori così fitti che il cespuglio
sembra una nebbia rosa". Piante da intenditori, che non
saltano agli occhi come gli innumerevoli esemplari delle
amatissime
magnolie.
Quello delle magnolie è genere vastissimo, non limitato
certo alla specie consueta in parchi e giardini pubblici,
la sempreverde Magnolia grandiflora originaria del
Nord America. Quelle di Sir Peter fioriscono, grazie al clima
mite
del lago, da marzo - momento magico per le infinite gradazioni
di bianchi e di rosa - fino al tardo autunno. Le piu lussureggianti
crescono a un passo da casa grazie alla grande quantità di
terreno accumulata scavando le fondamenta della casa.
Vicino
al lago, invece, sono piu stente perché sulla
roccia scarseggia il suolo. Sir Peter si rimprovera quello
che
definisce il "tragico errore" di non avere controllato
che sopra la roccia ci fosse terreno a sufficienza per sostentare
grandi alberi. Avrebbe dovuto accorgersi che nei dintorni non
ce n'erano, mentre nella vicina pianura lombarda crescono
benissimo
perché lì il terreno è alluvionale
e profondo. L'avvertimento c'era stato, però non l'aveva
colto, provocando l'unico insuccesso nello sviluppo del giardino: "La
colpa
è mia, non dei principi di base. La parte più
importante, nel corpo di un giardiniere, non sono i muscoli
e neppure il cervello - anche se è necessario che
ambedue siano ragionevolmente funzionanti - ma gli occhi:
solo questi
sono alla base del suo successo." Ovvero lo spirito di
osservazione.
Anche
il Dalai Lama ne ha piantata una |
"Nessuna
nuova pianta verrà aggiunta se ne esiste una specie superiore
disponibile", recita il suo decalogo.
Ma negli anni Settanta
i vivai offrivano quasi esclusivamente i vecchi ibridi di Magnolia
soulangeana, bellissime piante però comuni. Si
mise quindi alla ricerca di ibridi piu interessanti.
Studiando i
cataloghi specializzati, esplorò altre due varietà: Magnolia
campbellii e
M. sargentiana. Prediligendo le fioriture precoci, ha
piantato anche numerose varietà di Magnolia stellata,
la prima a fiorire.
Queste
decidue di origine asiatica fioriscono a primavera, mentre
fra le fioriture estive molte sono di origine americana. Insieme
alle magnolie, ne è stata accolta a Vico Morcote anche
la cugina: Michelia doltsopa. Somiglia alla magnolia
sempreverde ma esige un clima temperato, visto che la zona
d'origine è al confine tra Birmania e Tibet.
Lì i suoi fiori dalla delicata fragranza vengono offerti
nei templi intrecciati in ghirlande. E' quindi una pianta
sacra:
quando il Dalai Lama visitò Villa Thyssen, sede del
museo, ne piantò una derivata dall'esemplare di Vico
Morcote. Sir Peter immaginava che Sua Santità si sarebbe
limitato a un gesto simbolico, aveva quindi preparato la sua
vanga d'acciaio
e incaricato il capo giardiniere di portare a termine il lavoro.
Invece "Sua Santità si tirò su la veste,
si inginocchiò e piantò l'alberello con le
sue nude mani. Dubito che altre michelie abbiano mai avuto
un trattamento
così bene augurante e infatti la pianta sta crescendo
benissimo".
CONSIGLI
DI COLTIVAZIONE |
|
Chiedono
un terreno ricco. Le magnolie vogliono un
terreno ricco di humus, torboso ovvero in grado di
trattenere l'umidità, e dal Ph tendente all'acido.
Non
gradiscono il sole rovente, motivo per cui nei
climi molto caldi è meglio assicurare loro la mezz'ombra.
|
Come
preparare la buca. Al momento dell'impianto
occorre scavare una buca ampia e profonda, almeno
dieci volte la grandezza del pane di terra o
del vaso. In fondo alla buca si sistemano ciottoli
o argilla per il drenaggio, dopodiché si
aggiunge un terriccio composto per un terzo del
suolo originario, un altro terzo di letame maturo,
infine di terriccio specifico per acidofile.
La pianta va assicurata a un tutore, che piazzeremo
prima e non dopo la messa a dimora, in modo da
non danneggiare le radici.
Hanno
bisogno di tempo.
Le magnolie ci mettono almeno due anni ad ambientarsi;
per incoraggiarne la crescita, si può utilizzare
un fertilizzante fogliare, da spruzzare non appena
le foglie si schiudono.
|
|
Non
richiedono potature. Ci limiteremo quindi,
se necessario, a interventi minimi per assicurare
la forma desiderata o eliminare rami che, per un
qualsiasi
motivo, diano fastidio. Avremo però cura di
non tagliare mai rami dal diametro superiore a quello
di una moneta da due euro: tagli maggiori potrebbero
non rimarginarsi e dare adito a infezioni e malattie
fungine. Per nessuna ragione al mondo bisogna poi
tagliare a primavera, prima che la magnolia sia fiorita
e abbia
messo le foglie: la faremmo morire. Se proprio vogliamo
intervenire con le cesoie, aspettiamo l'estate.
|
|
Al
momento dell'acquisto di un ibrido di magnolia, è bene
assicurarsi che si tratti di un innesto e non di una
pianta da seme: perché in quel caso non si può essere
affatto sicuri che i fiori saranno come li desideriamo.
|
Le
magnolie più amate dall'amico di
James Bond
|
La
magnolia deve il suo nome al reverendo Charles
Plumier (1646-1704)
che dedicò a Pìerre Magnol
(1638-1715) il genere Magnolia, comprendente
35 specie diffuse dall'Himalaya alle Americhe. Ci
sono
magnolie a portamento arbustivo e arboreo, sempreverdi
o a foglia caduca, che fioriscono prima della comparsa
delle foglie.
Sir Peter Smithers
ama in particolare queste 7 magnolie.
|
|
1
Magnolia soulangeana 'Brozzoni'
E' l'ultima delle fioriture primaverili.
|
4
Magnolia stellata 'Crysanthemumiflora'
L'esterno dei petali è di un intenso rosa scuro. |
|
|
2
Magnolia soulangeana 'Burgundy'
I fiori resistono senza
danneggiarsi alle nevicate tardive. |
5
Magnolia stellata 'Rosea'
Ha
32 petali, fogliame denso fin dalla base e portamento
a colonna.
|
|
|
3
Magnolia soulangeana 'Star Wars'
Fiorisce
cinque settimane a primavera, poi di nuovo a luglio. |
6 Magnolia campbellii alba 'Caerhays'
Una delle migliori
a fiore bianco.
|
|
|
7
Magnolia sprengeri 'Claret Cup' dal fiore
porpora carico.
|
Per
gli appassionati, la migliore e piu aggiornata fonte
di informazioni sulle magnolie è The Magnolia
Society www.magnoliasociety.org |
|
|
|
|
|
|