AUTUNNO E INVERNO
un orto sempre generoso



Nei mesi autunnali e invernali un orto ben protetto può continuare a offrire raccolti interessanti e una riscoperta di ortaggi dimenticati.



di Lorena Lombroso
(Giardinaggio, novembre 2011)

 

 


Con l'arrivo del freddo l'orto rallenta vistosamente la sua produzione ma non la cessa del tutto; il vero momento difficile, quello in cui davvero non c'è quasi nulla da raccogliere, arriva più avanti, da gennaio a marzo-aprile, quando solo la disponibilità di una serra o di un tunnel consente di avere ancora qualche verdura a portata di mano. Da novembre a dicembre, invece, ancora sono in produzione numerosi ortaggi piantati in estate.

Cosa fare nell'orto adesso?

Numerose sono le attività pratiche da compiere in questo periodo. La più impegnativa e faticosa è quella delle lavorazioni del terreno: le parcelle vuote vanno ripulite da resti di vegetazione e da eventuali sassi o grumi di terreno. La vangatura superficiale si rende necessaria, ma non è indispensabile rivoltare le zolle; questa operazione comporta infatti una parziale perdita di fattori nutritivi, che sono collocati nello strato più superficiale. Alla pulizia delle parcelle va fatta seguire una concimazione di fondo con stallatico in polvere o pellet, da far assorbire tramite regolari e leggere irrigazioni se la pioggia non si fa vedere.

 

Le radici invernali, sapori del passato

Il sedano rapa (Apium graveolens var. Rapaceum), detto anche sedano di Verona o sedano friulano, è un tipo di ortaggio coltivato prevalentemente nell'Italia settentrionale e nel Nord Europa. Produce grosse radici commestibili il cui raccolto inizia dalla metà di agosto e si protrae fino ai primi geli, fornendo così interesse all'orto familiare nel periodo invernale. Si consuma sia crudo che cotto, in insalate e minestre, e ha un buon sapore con un modestissimo apporto calorico.
La scorzonera (Scorzonera hispanica) e la scorzobianca (Tragopogon porrifolius) formano radici tenere e saporite, ricche di sali minerali e vitamine. La scorzonera è scura in superficie e chiara all'interno, la scorzobianca è giallastra a polpa bianca. Si consumano bollite, in minestre e stufati, al forno, fritte, grattugiate e condite con olio e limone. Si tratta di ortaggi che hanno una grande resistenza al freddo invernale.
La cicoria da radice (Cichorium intybus sativus) è consumata prevalentemente in varietà pregiate e locali come la radice di Chiavari e la radice di Soncino, celebrata nell'omonima località vicino a Cremona da una sagra autunnale nella quale questa curiosa radice trova impiego anche in piatti raffinati e persino in una speciale grappa dal retrogusto piacevolmente amaro.
La pastinaca (Pastinaca satìva) presenta una radice bianco-rosea; poco utilizzata in Italia, all'estero è apprezzata anche come snack da aperitivo, passata in forno un po' come si fa con le patate.



Le radici dimenticate

Ortaggi invernali curiosi, come il prezzemolo da radice, la pastinaca e la scorzobianca, trovano impiego in zuppe e preparazioni gustose. La radice di prezzemolo, lessata e insaporita con un cucchiaio di miele, è un ottimo accompagnamento ai piatti di carne che riscaldano il corpo nei mesi freddi.


Quali ortaggi nell'orto invernale?

Le verdure in produzione possono essere tante, se siete stati previdenti in tarda estate: tutti i tipi di cavoli amano svilupparsi con il freddo, che aiuta il fogliame a diventare sodo, croccante e saporito. I cavolini di Bruxelles possono essere piantati anche adesso negli orti situati in regioni dove l'inverno non è troppo freddo; richiedono tutori di sostegno per sviluppare il fusto lungo il quale si formano le 'palline' di foglie strettamente avvolte. Anche i cavolfiori maturano nel sole dell'estate di San Martino, ai primi di novembre, ma se intervengono poi giornate molto fredde e notti sotto zero è meglio raccoglierli; per la conservazione, se non potete subito scottarli in acqua e riporli in freezer, poneteli in un luogo buio e non gelido, con la testa all'ingiù, e provvedete a cucinarli nel giro di un paio di settimane, prima che la testa cominci ad avere macchie nere superficiali, indice dell'arrivo di marciume.
Nelle zone non soggette a freddi intensi si possono ancora seminare all'aperto gli spinaci; dove l'inverno è rigido, le loro tenere foglie cresceranno bene sotto un tunnel. Tale struttura potrà dare modo di avere altri ortaggi: lattughe invernali da cespo e da taglio, radicchi e rucola, che cresce bene anche in vaso al sole, su terrazzi un poco riparati, anche senza protezione. I radicchi selvatici, le cicorie come la 'Grumolo Verde' e, per i climi miti, la cicoria catalogna da puntarelle, sono ortaggi perfetti per il periodo invernale. L'indivia 'Pancalieri' e le altre varietà di indivia a maturazione autunnale e invernale vanno imbianchite sollevando le foglie esterne e legandole; c'è chi avvolge ogni fusto in carta da pacco, ma l'operazione avviene anche con una semplice legatura.
Un'operazione importante è la rincalzatura: così si chiama il lavoro da svolgere per portare terra intorno ai fusti basali di carciofi, cardi e porri. Tale operazione aiuta a ottenere l'imbianchimento, fondamentale per avere prodotti di qualità con fusti teneri e croccanti. Altri ortaggi, come i finocchi e il sedano, arrivano a maturazione se aiutati con una protezione di paglia.

Tunnel e serre per un raccolto invernale

Per prolungare e, in zone soleggiate non troppo fredde, non sospendere mai la produzione di ortaggi, procuratevi tunnel e campane di protezione, da aprire nelle ore più miti. I modelli a disposizione sono molti, è importante accertarsi di due fattori determinanti: la robustezza alle intemperie e la facilità di montaggio e smontaggio. Il primo aspetto è fondamentale sia per i problemi generati dal vento che per il peso dell’acqua e della neve. Alcuni tunnel e serre sono realizzati in materiale plastico a trama rinforzata, la tipologia più resistente. Per protezioni meno efficaci, ma adatte per esempio a proteggere piccole aree in caso di freddo non intenso, si possono utilizzare i tunnel in kit, oggi reperibili in vari modelli e materiali, tra cui la rete a maglia fitta, adatta anche per proteggere dal sole e dalla grandine. La praticità di gestione del tunnel o serra è un altro aspetto da non sottovalutare, anche in considerazione della necessità di smontare e riporre la struttura nel periodo estivo. Accertatevi che il modello scelto, se di dimensione tale da potervi entrare, abbia una porta o apertura di facile gestione. Tale apertura andrà usata molto spesso non solo per entrare a operare sulle piante ma anche per arieggiare e limitare quindi i problemi provocati dal ristagno di calore e di umidità, capaci di creare forti stress vegetativi nel periodo in cui le notti sono fredde.

Rinnovare le attrezzature

Approfittate del periodo invernale per rinnovare la dotazione di materiali da tenere sempre a portata di mano: sacchi di terriccio, stallatico e concime in granuli o pellet, prodotti antiparassitari tradizionali o meglio biologici per combattere i problemi fitosanitari (sotto le coperture prosperano facilmente muffe e insetti). Controllate gli attrezzi: è il momento ideale per affilare le lame. Effettuate voi stessi l'operazione se avete un po' di esperienza e le attrezzature adatte; in caso contrario meglio rivolgersi a un centro assistenza o sostituire le lame quando sono molto rovinate. Non trascurate il trattamento di manutenzione sui manici in legno e valutate la loro eventuale sostituzione. Nell'effettuare un controllo dei materiali di consumo verificate lo stato delle coperture (teli non-tessuto, teli da pacciamatura, ecc.) e l'assortimento di tutori in bambù, plastica e metallo, le reti di sostegno per gli ortaggi rampicanti e le clip per fissare rami e steli ai loro sostegni.

L'orto in vaso anche in inverno
L'orto in balcone continua la sua attività in misura minore rispetto a quello in piena terra; ortaggi come cavoli e cavolfiori sono difficili da coltivare in vaso, ma si può comunque pensare alla coltivazione di lattughe da cespo e da taglio, radicchi, rucola, rape di piccola pezzatura e rapanelli.

Anche gli spinaci offrono soddisfazione in vaso; tra le varietà consigliabili ci sono il 'Gigante d'inverno', con molta resistenza al freddo, e la varietà 'America' che ha il pregio di non andare rapidamente a seme, perdendo così le sue pregiate caratteristiche.

Individuate la zona più soleggiata del balcone e provvedete a coprire le verdure con una miniserra o un telo di non-tessuto per proteggere dal freddo ma anche dallo smog: in città con l'attivazione del riscaldamento domestico è facile trovare gli ortaggi coperti da una polvere nera. Controllate bene il regime di irrigazione: il terreno deve mantenersi umido ma non fradicio.

 
Un vaso per gli ortaggi con la sua protezione
La miniserra disposta su una cassetta consente di continuare a produrre ortaggi in balcone. Il modello qui sopra è realizzato da Burgon & Ball e importato dall'azienda siciliana Brida, ma potete realizzare voi stessi una copertura utilizzando archetti di ferro o bastoncini di bambù sui quali fissare un telo di plastica robusta. Predisponete una zona centrale apribile, per arieggiare nelle ore più calde.
















Fate asciugare l'aglio

Sfruttate la prima parte di novembre, generalmente ancora mite e asciutta, per prelevare dal terreno le teste d'aglio e farle asciugare bene prima di riporle in trecce, in luogo buio e asciutto.
Produrre sotto protezione
Le serre raggiungibili dalla rete elettrica possono essere riscaldate con un sistema di appositi tubi riscaldanti simili a quelli dei normali termosifoni. Si dovrà tuttavia tenere conto del fatto che, per coltivare piante tipiche di zone calde o produrre in anticipo piantine per l'orto o il giardino, la temperatura media non dovrà scendere al di sotto dei 12-14 °C, il che può comportare una spesa non indifferente in termini di consumi.
Tunnel e serre possono anche essere riscaldate con un semplice riscaldatore a paraffina, con o senza bruciatore singolo o doppio: quest'ultimo è consigliabile per serre medio-grandi.
Con o senza riscaldamento, la serra da orto dovrà comunque avere una presa d'acqua, per l'irrigazione manuale o per allacciarvi un sistema automatico.
Se l'obiettivo primario è quello di anticipare le produzioni primaverili-estive, preparando piantine da trapianto, è utile predisporre un cassone chiuso da vetri in cui collocare una zona di semina in piena terra o in vaso. I vetri saranno facili da aprire mediante semplice spostamento.

...e se arriva la neve?


Nel 2010, in novembre si è vista la neve in tutta la Pianura Padana e in molte zone del Centro Italia. Alcuni ortaggi e in particolare i cavoli hanno una discreta tenuta; si tratterà di raccoglierli e di eliminare le foglie esterne. Il problema della neve è più grave se alla nevicata segue una gelata: in questo caso è praticamente impossibile salvare gli ortaggi esposti senza protezione perché l'azione del gelo a livello cellulare provoca metamorfosi tali da portare alla rapida marcescenza.
Dove si prevedono frequenti nevicate è importante controllare la tenuta di serre, recinzioni e tutori; non camminate sulle parcelle coperte di neve, e aspettate pazientemente che l'inverno compia il suo lavoro: il gelo provvede infatti a un’opera importante di decimazione delle colonie di uova e di parassiti adulti.


Un amico nell'orto


Approfittate della minore attività causata dal periodo invernale per costruire uno spaventapasseri: operazione creativa che piacerà anche ai bambini... Forse non terrà lontano gli uccelli, ma è un simpatico portafortuna per il 2012.

Esistono tanti modi per realizzare una figura un po' buffa e spaventosa; si possono usare dei pali in legno o in bambù sui quali disporre paglia da rivestire con abiti. In alternativa si possono imbottire con frammenti di gommapiuma dei vecchi abiti da appendere a tre bastoni incrociati, fissati alla sommità e saldamente infissi nel terreno. L'imbottitura può avvenire anche con fieno o foglie secche.

La fantasia naturalmente non pone limite: c'è chi realizza lo spaventapasseri con pezzi di vecchi pneumatici, oppure con pezzi di ferro saldati ad arte. Ottime anche le bottiglie di plastica da acqua minerale: si pratica un foro sul fondo per far passare una bacchetta e collegare fra loro le bottiglie, disponendole sommariamente in forma umana, da rivestire con qualche abito vecchio in vivaci colori. La testa può essere realizzata anch'essa in stoffa imbottita, oppure in paglia; non dimenticate un grande cappello, una sciarpa o un fiore appeso all'occhiello.