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Carlo
Pagani
Poeta dei giardini, il maestro giardiniere
va in Tv, dal lunedì al
venerdì, alle 16 su Leonardo (canale 418 di SKy); carlo.pagani@ilmaestrogiardiniere.it |
II graduale aumento della temperatura segna il termine di alcune
operazioni e l'inizio di altre
Ultimi impianti a radice nuda
Questo
mese dovrò dare l'ossicloruro di rame alle mie
rose per abbattere le spore della ticchiolatura, prima
che la temperatura si alzi e questa malattia crittogamica
si ripresenti. Pianterò ancora qualche altra rosa a
radice nuda nel mio roseto nel bosco, facendo ricorso
alla inzaffardatura.
Preparo una poltiglia con terra da giardino,
stallatico pellettato e acqua, mescolo e controllo che abbia
la consistenza della pastella per le fritture. Immergo le radici
delle rose qualche minuto e poi procedo alla piantagione come
di consueto. Una volta ho provato a piantare vicine
due rose identiche, una inzaffardata e l'altra no. A fine primavera
la differenza era vistosa, così da allora non ne ho
mai più fatto a meno quando pianto a radice nuda non
solo le rose, ma anche gli arbusti e le siepi.
Questo mese mi divertirò a fare i primi lavori
che annunciano il cambio di stagione e promettono bene per
il futuro. Andrò a spiare l'attimo in cui spuntano i
primissimi germogli di Physostegia e Solidago e a quel punto
entrerò in azione.
C'è un particolare momento di febbraio, infatti,
che è perfetto per moltiplicare queste due erbacee perenni.
Sollevo i ceppi con la forca, li divido in porzioni conservando
tre o quattro getti per ognuno e ripianto subito dopo.
In questo modo da una pianta in qualche anno si riesce a ottenere
un'intera bordura.
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Impegno
di questo mese sarà anche l'innesto a
triangolo dei lillà. Raccolgo, come marze, rami
vigorosi di un anno e utilizzo solo i 10-15 cm alla
base che vado a innestare sul portinnesto, indifferentemente Ligustrum
ovalifolium o L. sinensis. Vanno benissimo
entrambi, e bisogna vedere come "spingono" la
gemma innestata non appena fanno la reciproca
conoscenza. Perché succeda, chiuderò ogni
innesto con l'apposito mastice che impedisce
l'ingresso
dell'aria.
Io uso da parecchi anni un prodotto che si chiama Lac
Balsam, ma ne esistono ormai anche altri.
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L'innesto
a triangolo del lillà .
Una volta preparato il portinnesto (in genere ligustro), vi si infila sotto
la corteccia la marza di lillà, rappresentata dagli ultimi 10-15 cm
di un ramo vigoroso di un anno, modellata con due tagli convergenti, così da
assumere forma a triangolo; infine, si copre con mastice.
Poi,
semmai mi avanzerà un po' di tempo, andrò in
giro come Diogene con il lanternino a spiare i segnali di rose
e fìori. Assieme alle bulbose precoci, febbraio dispiega
i fiori dei Lamium che tappezzano con ampie onde il sottobosco.
Ho persino dimenticato se a suo tempo li ho piantati oppure
ho semplicemente favorito quelli che crescevano spontanei,
come quasi in ogni bosco italiano. I miei sono a fiore rosa,
ma esistono anche varietà bianche o porpora, con foglie
in diverse tonalità argentee, dorate, verde scuro,
bronzee.
Nel frutteto dovrò dare l'ossicloruro di rame agli albicocchi,
dopo aver rifinito la potatura. Febbraio è proprio il
momento giusto, perché le gemme cominciano
a gonfiare e si può scegliere quali rami rimuovere e
quali mandare a frutto. Dovrò agire alla svelta con
i miei albicocchi della varietà 'Canino', la prima
che fiorisce (ma non la prima a maturare i frutti, che è la
'Tirinthos').
Scopriamo l'amelanchier
Poi, mai sazio di piante come sono, andrò a piantare
ancora qualche esemplare di Amelanchier 'Ballerina',
uno dei piccoli frutti di cui caldeggio l'uso anche in giardino.
Le sue bacche sono buone come i mirtilli americani, ma
non è necessario attendere la piena maturazione
(sono dolci anche quando si velano appena di colore) e in più non
è indispensabile la terra acida, basta che sia neutra.
Questo amelanchier è un grande arbusto (sino a 3 m di
altezza) meraviglioso in primavera quando si copre di fiori
bianchi
e affascinante in autunno quando le sue foglie si tingono
di rosso. Un esemplare nel vaso da 24 cm è già in
grado di andare a frutto il primo anno di piantagione: che
cosa si può volere di più?
Infine
c'è l'orto, che pigramente si risveglia.
Raccoglierò radicchi e grumolo verde e metterò la
rete perché i piselli appena nati possano arrampicarsi.
Seminerò carote parigine, prezzemolo, ravanelli
'Candela di ghiaccio', rucola e lattughino da taglio. Da
quando esiste il velo di tessuto-non tessuto, è diventato
facile fare i primi raccolti anche se ci sono ancora brinate
fredde: semino, innaffio, ricopro le parcelle seminate con
il velo, fisso con qualche sasso o un vecchio mattone e in
men che non si dica vengon su ortaggi teneri che è una
meraviglia. Poi sarà primavera e tutto diventerà d'ufficio
più facile.
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L'inzaffardatura
delle radici
Rose,
alberi da frutto, arbusti da fiore e da siepe: non
c'è pianta, messa a dimora a radice nuda,che
non tragga innegabili vantaggi da questa antica pratica
agricola. Infatti, al termine dell'inzaffardatura,
l'apparato radicale risulta rivestito da una sorta
di tunica, che ha sia una funzione protettiva sia di
stimolo alla radicazione. Per inzaffardare una pianta,
si prende una bacinella e vi si versano terra da giardino,
stallatico pellettato e acqua, si mescola, si controlla
che la poltiglia abbia la consistenza della pastella
per friggere e vi si immerge l'apparato radicale per
qualche minuto, quindi si pianta.
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