Rimanere
folgorati da un fiore, colpiti da un'irrefrenabile passione
che si placa solo nell'ammirazione di una corolla.
Con la peonia può capitare!
Da
millenni fornisce ispirazione e saggezza all'uomo, di qualunque
cultura sia. E al tempo stesso racchiude in sé -
regina incontrastata del regno dei fiori - l'essenza della bellezza.
No, non si tratta della rosa, come subito pensiamo noi occidentali,
bensì della peonia: elegante, elitario simbolo della
cultura orientale, cinese in particolare.
A Luoyang, nella regione centro-orientale dell'immensa Repubblica
Popolare, dottori e contadini pagano un biglietto per restare
seduti una mezz'ora in meditazione davanti a una peonia in fiore.
E i grandi saggi sono ritratti in contemplazione di uno splendido
esemplare di questa superba specie. L'Europa ha ospitato per
la prima volta peonie arboree nella seconda metà del
'700, ai Kew Gardens di Londra. L'Inghilterra per prima le ha
coltivate e ibridate, seguita dalla Francia e dagli Stati Uniti
solo nel secolo successivo. Dal 1975 è l'Italia che si
distingue nella ricerca e selezione di nuove specie e varietà,
una più spettacolare dell'altra. Cercate una zona particolarmente
vocata alla coltivazione di questo fiore sensuale? Vi segnaliamo
il Viterbese dove, ai piedi dei Monti Cimini, la passione per
le peonie si concentra ai massimi livelli fino a sbocciare -
è il caso di dirlo - in un tripudio floreale presso il
Centro Botanico Moutan.
Fra
longevità ed estinzione
Qui
lo straordinario fiore si studia, si coltiva e si riproduce
nelle sue massime espressioni. In un continuo carosello di tinte
(dal bianco al porpora scuro, passando per infinite sfumature
di rosa), di strabilianti forme e di inebrianti profumi, oggi
vi convivono più di 150 mila piante per circa 600 varietà
di peonie, tra erbacee e arboree, scenograficamente adagiate
sotto olivi secolari o incorniciate da generosi cespugli di
nocciolo, per un'estensione di circa 10 ettari di terreno. Le
cifre paiono incredibili, ma sono giustificate - oltre che dalla
bellezza di questi arbusti - dal concreto rischio d'estinzione
di cui soffre la peonia arborea: nell'originaria Cina, specie
e varietà stanno progressivamente scomparendo, decimate
dall'impiego farmaceutico delle loro radici.
Per contrappeso, l'Europa lavora sodo a livello universitario
per tutelare questo tesoro mondiale. Forse i cinesi si sono
dimenticati di uno dei loro più antichi proverbi: "Chi
pianta una peonia non lo fa solamente per la sua vita, ma anche
per quella dei figli e quella dei nipoti". Sacrificano
infatti esemplari che potrebbero vivere per almeno 200 anni,
anche fino a 300 e che in tal modo accompagnerebbero generazione
dopo generazione l'uomo attraverso gli incerti della vita. Riuscendo
a donare a tutti, senza distinzioni, tanta serenità e
compostezza.
Poche
cure, tanto freddo
D'altra
parte le cure di cui la peonia arborea ha bisogno sono talmente
ridotte al minimo da non creare ansie neppure al giardiniere
neofita. Datele soprattutto
la profondità giusta d'impianto: il punto d'innesto deve
rimanere a 10-12 cm di profondità, per venire poi rincalzato
negli anni successivi, in modo che l'innesto arbustivo possa
radicare rafforzando la pianta rispetto al "vivace"
portinnesto erbaceo. Poi buona terra da giardino, concimazione
a fine fioritura da ripetere in autunno e apporto regolare d'acqua
in primavera, se non dovesse piovere.
L'armonioso cespuglio vi ringrazierà lignificando ogni
anno una parte dei nuovi getti e crescendo - assai
lentamente - fino a un paio di metri d'altezza. Spoglio durante
l'inverno, schiude le gemme già a febbraio e fiorisce
in aprile-maggio; manterrà il fogliame fino a settembre.
Il freddo scivola sui nudi rami fino a - 20° C: anzi,
per fiorire, deve sentire i rigori invernali per un certo periodo
di tempo. Meglio dunque coltivarla sulle Alpi, piuttosto che
in riva al mare... Al riguardo una leggenda narra che la peonia
arborea avrebbe rifiutato - unica tra i fiori - di schiudere
le corolle al passaggio di una capricciosa principessa cinese,
la quale, contrariata, ne ordinò il trapianto sui gelidi
altipiani del Gansu. Ebbene, il cespuglio non solo tollerò
il gelo invernale, ma in primavera schiuse con accresciuto splendore
i magnifici fiori. Del resto l'insieme dei petali risulta sorprendentemente
variato, per forme e colori, tanto da aver solleticato la fantasia
dei cinesi nel denominare specie e varietà. Hanno assegnato
- più che semplici nomi - vere e proprie definizioni
ricche di fascino e fantasia: che dire di "Montagna
splendente fiorita", "Rossi bagliori del sole",
"Nuvola bianca dal cuore rosso", "Bianco
fresco profumo", "Fiore porpora della pianta
delle uova" e via elencando? Certo, nella traduzione
(ardua) sovente si perde quel mix di armonia, stupore, imprevedibilità
e ammirazione che caratterizza le definizioni in madrelingua,
ma immergendosi nella contemplazione delle corolle è
possibile ricreare quella stessa, magica atmosfera. La bellezza
della peonia, altera e sublime, non dev'essere privilegio di
pochi. Alla fine di aprile i cancelli del Centro Botanico
Moutan si aprono, permettendo ai visitatori di godere
lo spettacolo di quella fioritura multicolore. Perché
queste piante, in un tempo remoto consacrate all'imperatore
cinese, oggi rappresentano la serenità e l'armonia di
cui c'è tanto bisogno e che ognuno di noi può
percepire semplicemente fermandosi un poco ad ammirarle.
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Erbacee:
anche in vaso
Le peonie erbacee (gruppo lactiflorae) sono piante perenni le
cui radici fascicolate emettono ogni anno in primavera la parte aerea,
che fiorisce in maggio-giugno per poi scomparire con i primi freddi.
Potete allevarle anche in vaso (capiente) piantandole in superficie,
in modo che la corona di gemme sovrastante le radici sia coperta da 2-3
cm di terra, giusto perché non si asciughi.
Bagnatele in abbondanza in primavera per assicurarvi la fioritura. I
fiori appassiti si tagliano man mano. Finita la fioritura, concimatele
con fosforo e potassio per irrobustirle. In autunno ripetete la concimazione,
eventualmente integrandola con una piccola aggiunta di cornunghia o di
letame essiccato, che rilasceranno l'azoto in primavera, al momento del
bisogno.
Non necessitano di protezioni invernali, né di potature.
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Info:
Centro Botanico Moutan, S.s. Ortana 46, Loc. Il Pallone- 01030
Vitorchiano (VT), tel. 0761.300 490, fax 0761/300 491 cbm@msvonline.it.
Visite guidate gratuite su prenotazione. Catalogo per ordinazioni,
con selezione delle varietà più belle.