Con
un profumo delicato ma penetrante, è bello sia
isolato sia in lunghe siepi.
Rustico e tollerante,
ha quasi
sempre fiori candidi, ma le nuove varietà riservano
sorprese.
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Philadelphus 'Belle
Etoile' |
Dire Philadelphus ed
essere trasportati quasi per magia nel giardino della nonna è tutt'uno.
A quel tempo, il loro intenso profumo d'arancio entrava
dolcemente nella
testa di noi ragazzi impazienti di partire per le avventure
estive. Intrecciandosi con quello dei ligustri, segnava
il termine delle lezioni scolastiche.
Molto spesso si trattava del comune "fior d'angelo",
quel Philadelphus coronarius che cresce spontaneo,
sebbene raro, in alcune regioni italiane. Infatti, fatta eccezione
per una ristretta cerchia di appassionati, i proprietari
di giardini si accontentavano di ciò che il mercato
offriva: Philadelphus coronarius, appunto, Philadelphus
pubescens, e poco altro. Solo i vivaisti di nicchia -
i Burdin e i Rovelli nell'Ottocento, i Contini & Nava
o gli Ingegnoli il secolo dopo - disponevano di piante meno
note, come gli ibridi ottenuti a Nancy dal celebre Victor Lemoine:
'Dame Bianche', 'Avalanche', 'Manteau d'Hermine' e molti altri,
che non tardarono a conquistare cuori e mercati.
Le
creazioni di Lemoine erano e rimangono arbusti preziosi,
perché il
vivaista francese, operando su Philadelphus microphyllus (alto
in natura non più di un metro), creò ibridi dotati
di rami arcuati e fioriti, lunghi anche più di 150 centimetri.
Oggi, l'architetto paesaggista milanese Patrizia Pozzi assicura «di
aver utilizzato in numerosi progetti questi ibridi, capaci
con il loro portamento ricadente di suggerire un senso
di tranquillità, oltre che di richiamare l'eleganza
del periodo Liberty in cui furono creati».
Ma
Lemoine, il padre dei Philadelphus moderni, non si accontentò degli
eccellenti risultati del proprio lavoro e volle superare l'unica
critica rivolta a questo genere botanico, quella di avere
fiori esclusivamente bianchi.
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Philadelphus 'Dame
Blanche' |
P. x lemoinei |
P.
x virginalis 'Albatre' |
Partendo dalla varietà di Philadelphus mexicanus 'Rose Syringa', con tracce di colore
violetto alla base dei petali, ottenne tutta una serie di ibridi
i quali, sotto il nome di Philadelphus x purpureomaculatus,
hanno
portato una ventata di novità tra questi arbusti,
sia per quanto riguarda i colori dei petali sia le dimensioni
delle
corolle.
Philadelphus 'Belle Etoile', 'Etoile Rose', 'Sybille'
sono soltanto alcuni di loro e, come conferma Patrizia Pozzi, «si
tratta di piante interessanti anche per le dimensioni
contenute, che le rendono perfette sia usate individualmente
nei piccoli giardini sia in masse nel primo piano delle
bordure arbustive più imponenti».
Dopo Lemoine, gli ibridatori si sono dedicati al miglioramento
di caratteri diversi, ma con risultati non meno importanti.
Si pensi in primo luogo alle varietà con fiori
doppi, che pure il vivaista francese non aveva trascurato,
come per esempio 'Dame Bianche' e 'Manteau d'Hermine'.
Fra
gli ibridi più recenti ne vanno menzionati in primo
luogo due, entrambi davvero attraenti: 'Snowflake' e
'Snow Velvet'. Il primo, alto all'incirca un metro e mezzo,
ha portamento
un po' irregolare, ma si riveste di fiori doppi simili
a fiocchi di neve, deliziosamente profumati, che durano
a lungo. Il secondo, alto più o meno 180 centimetri, è di
rapido sviluppo e ha portamento arrotondato con fiori semidoppi
di 7-8 centimetri di diametro, non meno profumati degli altri.
Insolito è poi 'Buckley's Quill' (alto dai 130 ai 180
centimetri), con un aspetto un po' "vecchio stile",
che si trova a suo agio nelle bordure arbustive, resistendo
bene alla siccità.
Belli anche per le Foglie
Un notevole impegno è stato posto anche nell'ibridazione
di esemplari con fogliame di colore giallo; e se Philadelphus
coronarius 'Aureus' ha talvolta colori smorti e poco attraenti,
'Yellow Cab' possiede toni assai più forti, brillanti
e duraturi, vantando perdipiù fiori molto profumati.
Per le foglie variegate, i nostri preferiti sono Philadelphus
coronarius 'Variegatus' e Philadelphus 'Innocence'. «Ciò che
conta», raccomanda il vivaista Giuseppe Bolognini, «è riservare
a questi ibridi un luogo d'impianto a mezz'ombra per evitare
facili e pericolose scottature».
La ricerca di nuovi ibridi e cultivar è concentrata
oggi fra il Messico e gli Stati americani dell'Arizona e del
New Mexico. In quest'area ormai da parecchi anni sono state
scoperte diverse specie spontanee, ancora sotto esame
da parte dei botanici, impegnati a dissipare dubbi circa la
loro corretta classificazione. Su tutte emerge Philadelphus madrensis, che alcuni riterrebbero essere una sottospecie
di Philadelphus microphyllus o altro ancora. Rimane
il fatto che questa pianta, assai diffusa nel suo habitat,
deve
ancora conquistarsi spazio nei giardini europei. Noi l'abbiamo
vista in un giardino privato in Inghilterra e possiamo
assicurare che il profumo eccezionale,
emanato da fiori piccoli e semplici con base macchiata di scuro,
e soprattutto
il portamento rampicante fanno immaginare per lei
un futuro molto luminoso.
In
questa direzione si muovono alcuni fra i più preparati
vivaisti inglesi, come Nick Macer di Pan Global Plants
(www.panglobalplants.com),
che ogni anno presenta nuove chicche. Macer è particolarmente
orgoglioso del suo Philadelphus
maculatus 'Mexican Jewel': alta non più di
un metro, con rami dall'elegante portamento arcuato-ricadente,
questa cultivar è assolutamente rustica, oltre a rivestirsi
a metà primavera di fiori bianchi, dall'intenso e delizioso
profumo, con una macchia violetta alla base dei petali.
chi
sono: i Philadelphus,
appartenenti alla famiglia delle Hydrangeaceae,
comprendono una sessantina di specie, originarie
delle fasce
temperate della Terra. Arbusti alti da 1 a 5 metri,
hanno fusto rivestito di una corteccia che si sfilaccia
in modo caratteristico.
Foglie: perlopiù decidue,
sono opposte, semplici e ovate.
Fiori: solitari
oppure raccolti in leggiadri racemi, pannocchie o cime, sono
molto spesso dotati di un delizioso profumo, che ricorda
da vicino quello dei fiori d'arancio. La corolla è formata
da quattro petali, il calice da quattro sepali. Il colore
prevalente dei petali è il bianco, talvolta con macchie
purpuree alla base.
Epoca di fioritura: fra maggio e giugno. |
Coltiviamoli
così |
con
i consigli di Liviana Nifantani e Giuseppe
Bolognini,
dell'az. agr. Nifantani
(disegni di Linda Pellegrini) |
CLIMA ED ESPOSIZIONE
I Philadelphus, a eccezione di P. mexicanus e P.
madrensis che richiedono una certa protezione
nelle aree più fredde,
sono rustici, sopportando anche i -15/-20 °C
(Zona 6).
Amano la mezz'ombra, ma tollerano bene anche
il sole.
TERRENO
Si adattano a qualsiasi tipo di suolo, pur preferendo quelli
leggermente alcalini o calcarei. Il drenaggio deve essere perfetto,
specie nel caso di P. microphyllus e relativi ibridi e cultivar,
i quali vogliono terreni piuttosto poveri e sassosi.
IMPIANTO
Scelto il luogo d'impianto, il suolo va lavorato in profondità;
quindi bisogna aprire una buca appena più grande
della zolla, così da non disturbare la biosfera
in cui vivono i microrganismi che aiuteranno l'apparato radicale
a svilupparsi.
Il colletto della pianta non va sprofondato nel terreno,
ma deve trovarsi alcuni centimetri sopra il livello del suolo.
La stagione più propizia per la messa a
dimora è l'autunno, anche se per gli esemplari in
vaso è possibile
tutto l'anno.
CONCIMAZIONI
È sufficiente una moderata concimazione a fine inverno,
effettuata con stallatico o cornunghia. Per favorire la crescita di
nuovi getti, a fine primavera va steso al piede uno strato di
letame ben maturo.
INNAFFIATURE
Bagnare in abbondanza alla messa a dimora, poi nel caso che
non piova. Curare che non si formino ristagni d'acqua.
POTATURE
I Philadelphus vanno potati subito dopo la fioritura; poiché fioriscono
sui rami dell'anno precedente, bisogna recidere quelli da poco
sfioriti, allo scopo di stimolare l'emissione di nuova vegetazione,
che sarà produttiva l'anno successivo. E poi necessario
ringiovanire gradualmente le piante, eliminando i rami più vecchi.
PROPAGAZIONE
Le specie botaniche si riproducono da
seme, interrato in torba
soffice. All'inizio le piantine sono minute, ma si sviluppano
velocemente, arrivando a fiorire al terzo anno. Cultivar
e ibridi, invece, devono essere moltiplicati mediante talee
di legno tenero di 8-12 cm, prelevate all'inizio dell'estate e
poste in un miscuglio di torba e sabbia, in un propagatore
chiuso. In autunno, dopo la caduta delle foglie si prelevano
le talee di legno maturo (20-30 cm), le si mette a dimora in
vivaio e le si ripianta un anno dopo.
DOVE
SI TROVANO |
azienda
agricola Nifantani Liviana:
via Monte 12, 28040 Varallo Pombia (NO), tel. 0321.956844, cell. 339.2900584,
vivaio@ilgiardinolepassioni.it
Azienda
eredi Carlo Consonni:
via Battisti 21, 22036
Erba (CO), tel. e fax 031.641659.
Azienda agricola La Campanella:
via Campanella 3, 35030 Cervarese S. Croce (PD),
tel. 049.9910905, cell. 329.2027143, www.vivaiolacampanella.com
Pan
Global Plants:
The Walled Garden, Frampton
Court, Inghilterra
tel. 0044(0)1452 741641, www.panglobalplants.com
Quanto
costano
Per una pianta in vaso da 20 cm 10 €, per una in vaso da 32 cm 30 €.
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Liviana
Nifantani e Giuseppe Bolognini
Oltre che appassionati cercatori di novità, sono titolari di un fornito
vivaio a Varallo Pombia (NO), specializzato nella coltivazione di arbusti
rari.
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