POTARE O NON POTARE
?

di Massimo Fornaciari (Giardini, febbraio 2006)

E' il dubbio amletico che
assale dopo aver messo
a dimora le nuove piante
da frutto.

Cerchiamo insieme una risposta

La potatura degli alberi da frutto viene spesso fatta nelle prime fasi di sviluppo senza precise cognizioni tecniche, col rischio di creare squilibri di sviluppo e danni alla pianta. I pareri sono spesso discordi, e si passa da un estremo all'altro: chi considera un delitto recidere anche un minuscolo rametto, mentre altri ritengono indispensabile tagliuzzare ogni singolo ramo della pianta. Come spesso capita, la verità sta nel giusto mezzo: non è un dogma che la potatura rinforza la pianta, come pure che la faccia soffrire.
Non esiste una risposta univoca alla domanda: potare si o no? ma la scelta corretta va fatta considerando la situazione ambientale e le caratteristiche della pianta.

Gli obiettivi da raggiungere

Nei primi anni che seguono la piantagione di una pianta da frutto, dobbiamo cercare di farla sviluppare rapidamente, per ottenere un'abbondante produzione di frutti nel più breve tempo possibile. Si può capire come ottenere questo solo sapendo come si sviluppa la pianta.

La pianta prima si accresce, poi fruttifica

Finché non si realizza nella pianta una situazione di equilibrio tra l'apparato radicale e la chioma, la pianta non può iniziare a produrre frutti, poiché il suo bilancio energetico non lo consente. In altre parole, una pianta giovane utilizza le sostanze nutritive che vengono prodotte dalla superfìcie fogliare prima di tutto per lo sviluppo dell'apparato radicale e per la formazione di nuovi germogli che aumentano la sua capacità fotosintetica. Solo quando la chioma avrà raggiunto una massa fogliare tale da produrre più di quanto viene consumato per la crescita vegetativa, inizia in modo significativo la formazione di fiori e quindi di frutti.

Nel dubbio, non potare

La potatura durante la fase giovanile della pianta non è sempre una necessità. In una giovane pianta è prevalente l'accrescimento, e l'asportazione di una parte della chioma ritarda il raggiungimento del punto d'equilibrio e di conseguenza anche l'inizio della fruttificazione. Quindi, nel dubbio, conviene non potare, perché cosi si rischia un errore minore.

Un secondo passaggio di potatura verde si può eseguire quando la vegetazione ha raggiunto i 20-30 cm: si devono eliminare eventuali germogli presenti nella parte basale del fusto.
Al momento dell'impianto l'asse centrale della pianta è stato spuntato a 60-70 cm: in questo modo, come reazione al taglio, si assicura la formazione di nuovi vigorosi germogli lungo tutto il fusto.

 


La potatura verde (eseguita durante la stagione vegetativa) può essere molto utile per guidare lo sviluppo della pianta: si possono anticipare alcuni tagli che verrebbero fatti comunque al termine del primo anno, col vantaggio di favorire la crescita dei germogli scelti per formare lo scheletro della pianta; un primo intervento si può fare appena inizia il germogliamento, eliminando tutte le gemme situate nei primi 30-40 cm da terra, poiché è inutile formare dei rami in posizione troppo bassa.

 

È
molto importante scegliere il germoglio destinato a ripristinare la continuità dell'asse centrale che è stato spuntato; nella zona sotto il taglio normalmente sono presenti diversi nuovi germogli, tra questi si deve scegliere quello meglio posizionato e più vigoroso ed eliminare quelli vicini o molto verticali che potrebbero ostacolarne lo sviluppo.

PER RIEQUILIBRARE LA PIANTA
POTAURA SÌ


Le operazioni di trapianto in una qualsiasi pianta creano inevitabilmente una mutilazione dell'apparato radicale. La pianta si ritrova così un rapporto tra chioma e radici che risulta alterato e, nella stagione seguente, essa rischia di trovarsi in difficoltà, poiché le sue radici avranno una capacità di assorbimento ridotta e non saranno in grado di soddisfare pienamente le esigenze della chioma. Per questo motivo nell'anno che segue l'impianto a volte le piante rimangono ferme, cioè vegetano poco o nulla, poiché le radici non sono in grado di fornire una quantità adeguata di acqua e di elementi nutritivi.


Crescita stentata

La situazione di sofferenza dovuta a una carenza di acqua e di sostanze nutritive può essere negativa poiché, come in una gara, anche la partenza della pianta è molto importante per l'influenza che avrà nello sviluppo futuro.
Il danno è una crescita iniziale stentata, o addirittura la morte della giovane pianta, rischi che sono ancora più frequenti se il terreno è poco fertile o siccitoso.

Potatura al trapianto

Per riequilibrare il rapporto tra chioma e radice della pianta, e assicurare così un adeguato sviluppo della pianta, è necessario ridurre la parte aerea con una potatura al momento del trapianto. Normalmente si esegue un taglio sull'asse centrale (spuntatura) all'altezza di 70-80 centimetri da terra. Questo taglio porterà alla formazione di 4-5 nuovi rami vigorosi che si utilizzeranno per formare lo scheletro principale. L'effetto di stimolo sull'attività vegetativa avrà, come conseguenza, un ritardo nella formazione di gemme a fiore, rimandando così l'inizio della fruttificazione e ottenendo piante tendenzialmente più grandi.
Inoltre, sarà necessario ricostruire la struttura della pianta individuando tra i nuovi germogli quello più adatto a formare l'asse centrale della pianta e favorirne lo sviluppo, eliminando eventuali altri germogli in concorrenza con quest'ultimo.
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In questo modo si è ricostruito l'asse centrale e il naturale equilibrio strutturale della pianta; al termine della stagione non sarà necessario nessun intervento di potatura, avvantaggiando l'inizio della fruttificazione.
Le piante spuntate alla piantagione vanno seguite e guidate nel successivo sviluppo: se non si interviene eliminando i germogli concorrenti con quello destinato a formare l'asse centrale, si possono creare delle forcelle che rappresentano dei punti di debolezza della struttura e possono facilmente andare incontro a rotture.


Un altro piccolo trucco per impostare una corretta gerarchia tra l'asse centrale (che deve rimanere dominante) e i rami laterali: con delle comuni mollette da bucato si può aumentare l'inclinazione dei germogli laterali e frenarne leggermente la crescita.

Alla ripresa vegetativa
da ogni sperone si formeranno dei nuovi germogli


Al termine del primo anno si sarà ottenuto il completo rivestimento dell'asse centrale che, in questo caso, non viene spuntato alla piantagione per mantenere la dominanza della cima.



Se al momento dell'impianto la pianta presenta rami laterali molto esili e poco lignificati, è consigliabile tagliarli per ottenere un buon rivestimento dell'asse. Il taglio viene fatto vicino alla base, lasciando 1-2 gemme (speronatura).
Nei casi estremi, con piante molto esili, con astoni che presentano profonde ferite da grandine, o nei terreni molto poveri e siccitosi si può eseguire una potatura drastica:
al momento della piantagione si taglia la pianta alla base, lasciando una porzione di 15-20 cm per ricostruire totalmente la chioma.

Pianta di pero al secondo anno di vegetazione, senza nessuna potatura all'impianto: alla piantagione erano presenti numerosi rami laterali ben lignificati e con un angolo d'inserzione ampio; la crescita della vegetazione è stata limitata ma, in compenso, si sono formate numerose gemme a fiore e sarà possibile ottenere qualche frutto già nel secondo anno.


 

 

PER ANTICIPARE I FRUTTI
POTATURA N0

Una crescita limitata nei primi anni dopo la piantagione non è in assoluto una situazione negativa. Con varietà molto vigorose, in condizioni di terreni fertili, una partenza lenta dei germogli facilita la preparazione delle prime gemme a fiore.

 

PIANTE VIGOROSE IN TERRENI FERTILI

In questa situazione è consigliabile non eseguire nessun taglio, o limitare la potatura all'eliminazione dei soli rami concorrenti alla cima o a quelli troppo vigorosi. Naturalmente la pianta dovrà ricevere cure molto attente, con irrigazioni e concimazioni frequenti, per aiutarla a superare senza danno la fase di attecchimento. Così facendo si limita lo sviluppo della vegetazione e buona parte delle energie della pianta vengono indirizzate verso la formazione di fiori e frutti. In pratica si ottiene un precoce invecchiamento della pianta, che può raggiungere la fase adulta di piena produzione in appena due - tre anni dal trapianto.

Piante allevate in vaso

Se si utilizzano piante di due-tre anni allevate in vaso, anche la crisi di trapianto è minore, e sarebbe un controsenso mutilare la chioma che è stata appositamente preparata in vivaio per anticipare l'inizio della fruttificazione.