La manutenzione è assolutamente necessaria nei laghetti creati dall'uomo,
dove l'equilibrio biologico non è perfetto
Se in uno stagno o in un laghetto spontaneamente presente in
giardino, o condotto secondo le metodiche ecologiche, gli
interventi da parte dell'uomo sono ridottissimi, in uno specchio
artificiale, o addirittura creato con cemento o vasche prefabbricate,
la conduzione è molto più impegnativa.
Infatti,
la mancanza di un fondale "vivo",
a diretto contatto con il terreno, o l'incompleta presenza
di vegetazione fanno sì che l'ecosistema non sia in
grado di equilibrarsi da solo, ma richieda una costante attenzione
esterna. Per esempio, una volta l'anno è necessaria
una bella operazione di pulizia e sistemazione.
II periodo migliore per la pulizia dei laghetti
artificiali traboccanti di vegetazione è il
mese di maggio, momento giusto anche per dividere le piante.
Programmate e preparate l'intervento in modo da completarlo
nell'arco di una giornata, per provocare meno stress ai pesci. Naturalmente, scegliete un
giorno non troppo caldo, meglio ancora se con sole coperto
da nuvole.
Per prima cosa, prevedete di posizionare una vasca in un luogo
ombreggiato per ricoverare i pesci e le piante sommerse. I
vegetali da riva possono sopravvivere fuori dall'acqua, a patto
che vengano mantenuti umidi e ombreggiati. Usate l'acqua del
laghetto per riempire la vasca; se non è torbida, potrete
poi reimmetterla nuovamente nel laghetto.
Se possibile svuotate il laghetto utilizzando una pompa.
Estraete i pesci via via che il livello dell'acqua diminuisce ed essi
diventano più visibili e impacciati nei movimenti. Rimuovete
gradualmente anche le piante.
Quando il laghetto apparirà completamente svuotato,
eliminate i residui vegetali e impilateli vicino alla riva
per consentire a eventuali animaletti minuscoli e nascosti
di tornare nel punto d'acqua.
Rimuovete il limo che si è accumulato sul fondo e distribuitelo
lungo i margini, tenendone un po' da parte da aggiungere al
laghetto pulito per ristabilire la vita microscopica. Pulite
e controllate con cura il telo, facendo attenzione a non danneggiarlo,
o la vasca. Procedete a eventuali riparazioni con gli appositi
mastici.
Rimettete nel laghetto pulito il limo e l'acqua
tenuti da parte. Riempite di nuovo e riposizionate i vegetali
sui diversi livelli
via via che l'acqua aumenta, fino alle rive. Se necessario,
dividete e rinvasate le piante prima di reinserirle. Infine,
controllate che i pesci siano sani prima di ributtarli nel
laghetto.
Nel posto giusto di Andrea Calanchi
Da
maggio a settembre le piante acquatiche si godono l'acqua
del laghetto: ciascuna predilige una precisa collocazione nel
liquido in relazione alle esigenze del gruppo d'appartenenza
e solo rispettandole potete assicurare loro una lunga durata.
Esistono infatti piante sommerse (che vogliono rimanere interamente
sott'acqua), flottanti (con le radici infisse nel fondale ma
ciuffi di foglie emergenti in superficie), galleggianti (che "nuotano" libere
nell'acqua superficiale, idrofile (che amano un terreno umido,
ma non le radici a mollo nell'acqua).
Nella scelta,
molto dipende dal tipo di invaso: se si tratta di un laghetto "naturale",
il cui fondo è solo
telato, potete approfittare delle sponde e delle rive per piantare,
mentre con vasche
di cemento o plastica potete eventualmente creare uno sfioratore
con una raccolta d'acqua ripariale ove
sistemare le specie da zona umida.
In generale, le acquatiche sommerse o flottanti
hanno bisogno di una certa profondità d'acqua (minimo 80 cm), poi
vengono le specie da sponda (che richiedono profondità inferiori),
quelle da argine e infine le piante da zona umida e da terreno
fresco.
Deve
collocare il laghetto di M.Molfino |
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Lontano
da casa per tenere alla larga gli insetti
acquatici e non sentire il gracidio dei ranocchi
(se vi dà fastidio).
All'ombra perché le temperature più fresche
limitano lo sviluppo delle alghe.
Non sotto alberi a foglia caduca (in autunno
si riempirebbe di foglie), né sotto conifere
(gli aghi di pino e d'abete sono i peggiori nemici del filtro).
Accanto a sempreverdi, all'ombra di lecci
o salici, fra le bordure.
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