I SEGRETI DELLE CAMELIE
di Andrea Calanchi (Giardinaggio, marzo 2006)

Altere e regali, si offrono al meglio in questo mese:
eccovi i segreti per coltivarle e i luoghi dove vederle.

 


Bellissime, generose, seducenti. Ma anche un po' esigenti e capricciose. Per coltivarle con successo è importante conoscerle a fondo. Abbiamo chiesto a un vero intenditore di svelarci i suoi segreti. Ecco che cosa ci ha risposto Enrico Scianca, appassionato collezionista e proprietario dell'azienda agricola 'Le Camelie del Generale', storico punto di riferimento, a livello internazionale, in materia di acidofile.

In quali zone d'Italia si possono coltivare le camelie?

Le zone tipiche delle camelie in Italia sono le zone dei laghi del Nord, la Lucchesia, i Castelli Romani, e in particolar modo la zona di Velletri e Lariano, e l'area di Napoli e della Penisola Sorrentina. Risulta evidente che le camelie hanno una notevole adattabilità climatica: pensiamo infatti che differenza c'è tra le zone dei laghi piemontesi e quella delle ville vesuviane! Nelle aree considerate tipiche ci sono condizioni ottimali non solo di clima, ma anche e soprattutto di terreno. Che per le camelie deve essere acido ma non troppo (pH 5,5-6), fresco, morbido, ricco di sostanza organica e ben drenato. Queste condizioni si riscontrano di norma nelle zone di origine vulcanica. Considerando però che il substrato si può modificare o sostituire, si può affermare che le camelie si possono coltivare in tutte le regioni d'Italia.

Camelia japonica 'Glenn 40'Come si impiantano in piena terra?

Non è un'operazione complicata, ma alcune condizioni vanno rispettate. Partendo da piante in vaso, l'impianto può essere fatto in qualsiasi periodo dell'anno. Lo spostamento dal vaso al terreno, senza danneggiare la zolla, non costituisce infatti un'azione traumatica. Potendo scegliere, conviene però evitare il periodo più caldo dell'anno (giugno-settembre), durante il quale le camelie, che amano climi più freschi, potrebbero avere qualche sofferenza, ma soprattutto perché tale periodo coincide con la fase di vegetazione delle piante. Questo vale in particolar modo per gli esemplari molto grandi che richiedano, per la messa a dimora, l'impiego di una gru. Nel periodo di vegetazione infatti, la linfa scorre abbondantemente al di sotto della corteccia che, di conseguenza, si stacca con facilità, non rendendo possibile agganciare la pianta senza "spellare" la parte di tronco dove viene posizionata la cinghia.
L'esposizione ideale è la mezz'ombra, ossia un sole filtrato dalla chioma di piante ad alto fusto o quanto meno l'ombra proiettata da una pianta o da una casa per mezza giornata, preferibilmente dal primo pomeriggio in poi. In zone collinari dove la temperatura estiva non è eccessiva, la camelia può essere posizionata anche in pieno sole. In aree molto ventilate conviene scegliere una posizione riparata.

A questo punto, se la terra del giardino è adatta per le camelie, è sufficiente scavare una buca non troppo più grande della zolla e metterla a dimora. Se il terreno è argilloso, dunque compatto e poco drenante, si dovrà creare una buca decisamente più grande e migliorare la struttura del terreno miscelando la terra con materiali organici (torba, terriccio di foglie, compost, letame maturo), aggiungendo eventualmente anche materiali grossolani come la pomice o il lapillo. Può anche essere utile, ma non risolutivo, mettere sul fondo della buca del materiale drenante. In presenza di terreno calcareo, invece, si dovrà sostituire completamente la terra della buca con un buon terriccio per piante acidofile. In questi casi, un consiglio da dare è quello di individuare una zona del giardino che abbia la giusta esposizione e creare una vera e propria "isola acida" per le camelie e le altre acidofile. Questo aiuterebbe a ricreare un loro piccolo habitat più indicato di una semplice buca isolata.
Cercate sempre di rispettare il livello del colletto e di non piantare troppo in profondità; potete aiutarvi con una tavola appoggiata sul terreno diametralmente alla buca.

C. japonica 'Dear Jenny'

'Nuccio's Pearl'
C. sasanqua 'Narumi Gata'

Quali sono le cure successive all'impianto?

La prima cosa da fare è bagnare molto bene la pianta, per permettere alla terra di compattarsi eliminando eventuali vuoti d'aria dannosi per le radici. Per essere sicuri di aver bagnato bene, conviene lasciare intorno alla buca un bordo di terra, per i primi tempi, e riempire d'acqua due o tre volte fino all'altezza del bordo. Almeno per i primi due anni la camelia dovrà essere annaffiata, mantenendo il terreno costantemente umido ma non inzuppato. D'inverno le necessità sono decisamente minori, a parte il caso di periodi molto siccitosi. Se fa molto freddo e il terreno è asciutto, bagnate nelle ore più calde della giornata. In estate bagnate almeno due o tre volte la settimana, la mattina presto o meglio dopo il tramonto. Nel momento più caldo, non fidatevi degli impianti di irrigazione automatici che non sempre riescono a bagnare bene e in profondità. Una bella bagnata manuale col tubo è sicuramente meglio.
La camelia non necessita di norma di grandi concimazioni. Se non esistono segni evidenti di carenze, concimate in primavera e in autunno con concimi complessi a lenta cessione (ce ne sono di specifici per piante acidofile) oppure di origine organica (letame maturo, sangue di bue, cornunghia). Una buona pacciamatura, con compost o altro materiale di origine vegetale, costituisce un'ottima concimazione oltre a proteggere l'apparato radicale dagli eccessi di caldo e freddo. L'importante è utilizzare materiale ben macerato e decomposto: se utilizzato troppo fresco, infatti, si rischia di ottenere l'effetto opposto, perché i batteri che operano la trasformazione della sostanza organica si nutrono di azoto e non trovandone a sufficienza potrebbero assorbirlo dal terreno e dalla pianta stessa. Un consiglio utile è di evitare i concimi a rapido rilascio, da dare ogni 15-20 giorni. In casi di particolari carenze si interverrà, invece, con concimazioni specifiche. Su camelie annaffiate costantemente con acqua calcarea, per esempio, può accadere di notare ingiallimenti tra le nervature delle foglie (clorosi ferrica) o macchioline nero-brune sulle foglie più giovani (carenza di manganese). Questo perché un aumento del pH (terreno poco acido o alcalino) non permette alla pianta di assimilare molti microelementi.
In tal caso si interviene con concimazioni mirate a base di microelementi chelati. Non concimate mai con terreno asciutto: una carenza di acqua può rendere eccessiva una giusta dose di concime.


In inverno vanno protette?
C. sasanqua 'Weroona'
Le camelie sono molto rustiche e sopportano temperature ben al di sotto dello zero (-15°C). Si possono quindi lasciare tranquillamente all'aperto. Può essere utile una pacciamatura per impedire al terreno di gelare. E capitato infatti che camelie sottoposte a temperature molto basse per un periodo lungo (20-30 giorni) siano seccate per l'impossibilità di dare acqua alla pianta con il terreno gelato.

La potatura va praticata? Se sì, quando e come?

Contrariamente a quanto spesso si sente dire, le camelie si possono e si devono potare. Possiamo individuare due tipi di potatura: una di "formazione" e una di "pulizia". Per la prima il momento ideale è al termine della fioritura e comunque, per le varietà molto tardive, prima che le gemme da foglia comincino ad allungarsi. Conviene infatti privarsi degli ultimi fiori e potare: la potatura, infatti, con l'eliminazione della gemma apicale, permette alle gemme sottostanti di svilupparsi maggiormente e donare alla pianta uno sviluppo più accestito e armonioso. La potatura non sarà ne eccessiva ne drastica e andrà valutata in funzione dello sviluppo attuale della pianta. Ci sono varietà che tendono a produrre getti molto lunghi su pochi rami e sono quelle che necessitano sicuramente di un intervento; ce ne sono altre, invece, che crescono naturalmente ben accestite e cespugliose senza che sia necessaria la potatura. Un consiglio importante: potate sempre sopra a una gemma e mai sopra a un rametto già sviluppato. In questo secondo caso, infatti, la pianta crescerà solo nella direzione del rametto e non in altezza, assumendo un conformazione scomposta.
Per effettuare la potatura di "pulizia" non ci sono periodi particolari. Un ramo secco si può tagliare in qualsiasi momento. Se poi una pianta si presenta troppo fitta e piena al suo interno, sfoltirla consente ad aria e sole di entrare ed evitare che vi si annidino insetti e parassiti. Nel potare state attenti a non danneggiare l'aspetto esterno della pianta, "bucando" eccessivamente la chioma.

Cosa fare se i boccioli si formano ma non si aprono e cadono? E se la pianta non forma proprio i boccioli?

La mancata apertura dei boccioli può derivare da più cause e riguarda di solito le piante che hanno fiori con molti petali. C. japonica 'Grace Albritton'Questo perché il processo di apertura di un fiore che può in molti casi avere più di cento petali è di una complessità enorme. Una causa del problema può essere una carenza d'acqua nel periodo estivo, durante il quale si formano i boccioli. Se la pianta è sofferente, il bocciolo può non svilupparsi bene e quindi non riuscire poi ad aprirsi. Anche l'eccessiva abbondanza di boccioli è sicuramente una causa del problema. In questo caso una "sbottonatura" può sicuramente aiutare la pianta: consiste nel togliere i boccioli in eccesso lasciandone uno o al massimo due per ogni punta di ramo; va fatta non appena il bocciolo da fiore è ben distinguibile sulla pianta (fine settembre). L'eccesso di fioritura può dipendere sia dalle caratteristiche proprie di alcune varietà, sia da una sofferenza della pianta. Una pianta sofferente, ad esempio perché da troppo tempo nello stesso vaso, tende infatti a bocciolare in eccesso. La fioritura è infatti un istinto di sopravvivenza, essendo il mezzo attraverso il quale la pianta naturalmente si riproduce. Si crea però in questo caso un circolo vizioso perché la pianta sfrutta le sue già scarse risorse per produrre fiori che non riuscirà ad aprire. In questo caso si dovrà sì sbottonare ma anche nutrire o rinvasare la pianta. Infine una mancata apertura dei boccioli può dipendere anche dagli sbalzi di temperatura e dalla notevole escursione termica tra giorno e notte.
Per la seconda parte della domanda, mancata produzione di boccioli, il problema può dipendere da una posizione della pianta eccessivamente ombreggiata (un po' di sole lo vogliono anche loro!) oppure da una eccessiva abbondanza di nutrimento, in particolare di azoto. La pianta sviluppa molto l'apparato fogliare ma produce pochi fiori. Nel primo caso occorrerà spostare la pianta o fare in modo che prenda più luce, nel secondo variare la concimazione diminuendo il tenore di azoto.




GUIDA ALLA SCELTA
Le varietà più belle
"Dire quali siano le più belle varietà non è affatto semplice. In una valutazione di questo tipo rientrano, infatti, considerazioni di tipo tecnico, ma anche semplicemente di gusto personale. In ogni caso, combinando valutazioni tecniche (fioritura, delicatezza del fiore, accrescimento della pianta, ecc.), gusto prevalente degli acquirenti e naturalmente mie preferenze" spiega Scianca "posso affermare che tra le Camellia japonico le varietà più belle e apprezzate sono quelle a fiore medio doppio perfetto. La maggior parte di queste sono antiche varietà italiane dell'800 ('Alba Piena', 'Fimbriata', 'Sacco Vera', 'Bonomiana', 'Roma Risorta', 'Francesco Ferruccio') più altre provenienti da altri Paesi e molto più recenti ('Nuccio's Pearl', "Nuccio's Gem', 'Nuccio's Cameo', 'Grace AIbritton'). Come ultime tendenze affermerei che sono piuttosto in calo le varietà a fiore molto grande, che c'è una netta preferenza per i fiori chiari (bianchi, bianco-rosati o rosa) invertendo decisamente i gusti di qualche anno fa e, in ultimo, che stanno aumentando le preferenze per le camelie miniatura, ovvero ibridi di specie a foglia piccola, le quali spesso ereditano dalla specie botanica d'origine una caratteristica decisamente insolita per il genere: il fiore profumato ('Cinnamon Cindy', 'Quintessence', 'High Fragrance', 'Scented Gem').
Le Camellia sasanqua hanno di solito fiori meno appariscenti delle C. japonica ma fioriture molto più abbondanti e, di solito, un portamento molto più morbido e disordinato. Due varietà, forse molto comuni, ma non per questo di minor valore sono 'Cleopatra' e 'Kanjiro'; altre molto belle sono: 'Egao', 'Star Above Star', 'Silver Dollar', 'Queenslander'. Infine meritano sicuramente una menzione due varietà che anche come fiore non hanno nulla a che invidiare alle C. japonica: 'Early Pearly' e 'Chansonette'.
Quanto costa una camelia? Per una C. japonica o sasanqua considerate di spendere circa 8-10 Euro per una pianta alta 50-60 cm, 20-30 Euro per una pianta di 80-100 cm, 60-70 Euro per un esemplare di 110-120 cm, fino a 130-150 Euro per una pianta alta 30-160 cm. Le camelie miniatura, così come le specie e varietà rare costano un 25-30% in più.

Info: Az. Agr. "Le Camelie del Generale", Velletri (RM)
tel/fax: 06.9629069, cell 335.8368343,
www.lecameliedelgenerale.it - cameliedelgenerale@telematicaitalia. it