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Altere e regali, si offrono al meglio in questo mese:
eccovi
i segreti per coltivarle e i luoghi dove vederle.
Bellissime,
generose, seducenti. Ma anche un po' esigenti e capricciose.
Per coltivarle con successo è importante
conoscerle a fondo. Abbiamo chiesto a un vero intenditore
di svelarci i suoi segreti. Ecco che cosa ci ha risposto
Enrico Scianca,
appassionato collezionista e proprietario dell'azienda
agricola 'Le Camelie del Generale', storico
punto di riferimento, a livello internazionale, in
materia di acidofile.
In quali zone d'Italia si possono coltivare le camelie?
Le zone tipiche delle camelie in Italia sono le zone dei laghi
del Nord, la Lucchesia, i Castelli Romani, e in particolar
modo la zona di Velletri e Lariano, e l'area di Napoli e
della Penisola Sorrentina. Risulta evidente che le camelie
hanno una notevole adattabilità climatica: pensiamo
infatti che differenza c'è tra le zone dei laghi piemontesi
e quella delle ville vesuviane! Nelle aree considerate tipiche
ci sono condizioni ottimali non solo di clima, ma anche e
soprattutto di terreno. Che per le camelie deve essere acido
ma non troppo (pH 5,5-6), fresco, morbido, ricco di sostanza
organica e ben drenato. Queste condizioni si riscontrano
di norma nelle zone di origine vulcanica. Considerando però che
il substrato si può modificare o sostituire, si può affermare
che le camelie si possono coltivare in tutte le regioni d'Italia.
Come si impiantano in piena terra?
Non è un'operazione complicata, ma alcune condizioni
vanno rispettate. Partendo da piante in vaso, l'impianto può essere
fatto in qualsiasi periodo dell'anno. Lo spostamento dal vaso
al terreno, senza danneggiare la zolla, non costituisce infatti
un'azione traumatica. Potendo scegliere, conviene però evitare
il periodo più caldo dell'anno (giugno-settembre), durante
il quale le camelie, che amano climi più freschi, potrebbero
avere qualche sofferenza, ma soprattutto perché tale
periodo coincide con la fase di vegetazione delle piante. Questo
vale in particolar modo per gli esemplari molto grandi che
richiedano, per la messa a dimora, l'impiego di una gru. Nel
periodo di vegetazione infatti, la linfa scorre abbondantemente
al di sotto della corteccia che, di conseguenza, si stacca
con facilità, non rendendo possibile agganciare la pianta
senza "spellare" la parte di tronco dove viene posizionata
la cinghia.
L'esposizione ideale è la mezz'ombra, ossia un sole
filtrato dalla chioma di piante ad alto fusto o quanto meno
l'ombra proiettata da una pianta o da una casa per mezza giornata,
preferibilmente dal primo pomeriggio in poi. In zone collinari
dove la temperatura estiva non è eccessiva, la camelia
può essere posizionata anche in pieno sole. In aree
molto ventilate conviene scegliere una posizione riparata.
A
questo punto, se la terra del giardino è adatta per
le camelie, è sufficiente scavare una buca non troppo
più grande della zolla e metterla a dimora. Se il terreno è argilloso,
dunque compatto e poco drenante, si dovrà creare una
buca decisamente più grande e migliorare la struttura
del terreno miscelando la terra con materiali organici (torba,
terriccio di foglie, compost, letame maturo), aggiungendo eventualmente
anche materiali grossolani come la pomice o il lapillo. Può anche
essere utile, ma non risolutivo, mettere sul fondo della buca
del materiale drenante. In presenza di terreno calcareo, invece,
si dovrà sostituire completamente la terra della buca
con un buon terriccio per piante acidofile. In questi casi,
un consiglio da dare è quello di individuare una zona
del giardino che abbia la giusta esposizione e creare una vera
e propria "isola acida" per le camelie e le altre
acidofile. Questo aiuterebbe a ricreare un loro piccolo habitat
più indicato di una semplice buca isolata.
Cercate sempre di rispettare il livello del colletto e di non
piantare troppo in profondità; potete aiutarvi con una
tavola appoggiata sul terreno diametralmente alla buca.
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C.
japonica 'Dear
Jenny' |
'Nuccio's
Pearl' |
C.
sasanqua 'Narumi Gata' |
Quali sono le cure successive all'impianto?
La prima cosa da fare è bagnare molto bene la pianta,
per permettere alla terra di compattarsi eliminando eventuali
vuoti d'aria dannosi per le radici. Per essere sicuri di aver
bagnato bene, conviene lasciare intorno alla buca un bordo
di terra, per i primi tempi, e riempire d'acqua due o tre volte
fino all'altezza del bordo. Almeno per i primi due anni la
camelia dovrà essere annaffiata, mantenendo il terreno
costantemente umido ma non inzuppato. D'inverno le necessità sono
decisamente minori, a parte il caso di periodi molto siccitosi.
Se fa molto freddo e il terreno è asciutto, bagnate
nelle ore più calde della giornata. In estate bagnate
almeno due o tre volte la settimana, la mattina presto o meglio
dopo il tramonto. Nel momento più caldo, non fidatevi
degli impianti di irrigazione automatici che non sempre riescono
a bagnare bene e in profondità. Una bella bagnata manuale
col tubo è sicuramente meglio.
La camelia non necessita di norma di grandi concimazioni. Se
non esistono segni evidenti di carenze, concimate in primavera
e in autunno con concimi complessi a lenta cessione (ce ne
sono di specifici per piante acidofile) oppure di origine organica
(letame maturo, sangue di bue, cornunghia). Una buona pacciamatura,
con compost o altro materiale di origine vegetale, costituisce
un'ottima concimazione oltre a proteggere l'apparato radicale
dagli eccessi di caldo e freddo. L'importante è utilizzare
materiale ben macerato e decomposto: se utilizzato troppo fresco,
infatti, si rischia di ottenere l'effetto opposto, perché i
batteri che operano la trasformazione della sostanza organica
si nutrono di azoto e non trovandone a sufficienza potrebbero
assorbirlo dal terreno e dalla pianta stessa. Un consiglio
utile è di evitare i concimi a rapido rilascio, da dare
ogni 15-20 giorni. In casi di particolari carenze si interverrà,
invece, con concimazioni specifiche. Su camelie annaffiate
costantemente con acqua calcarea, per esempio, può accadere
di notare ingiallimenti tra le nervature delle foglie (clorosi
ferrica) o macchioline nero-brune sulle foglie più giovani
(carenza di manganese). Questo perché un aumento del
pH (terreno poco acido o alcalino) non permette alla pianta
di assimilare molti microelementi.
In tal caso si interviene con concimazioni mirate a base di
microelementi chelati. Non concimate mai con terreno asciutto:
una carenza di acqua può rendere eccessiva una giusta
dose di concime.
In inverno vanno protette?
Le camelie sono molto rustiche e sopportano temperature ben
al di sotto dello zero (-15°C). Si possono quindi
lasciare tranquillamente all'aperto. Può essere utile
una pacciamatura per impedire al terreno di gelare. E capitato
infatti che camelie sottoposte a temperature molto basse per
un periodo lungo (20-30 giorni) siano seccate per l'impossibilità di
dare acqua alla pianta con il terreno gelato.
La
potatura va praticata? Se sì, quando e come?
Contrariamente a quanto spesso si sente dire, le camelie
si possono e si devono potare. Possiamo individuare due tipi
di potatura: una di "formazione" e una di "pulizia".
Per la prima il momento ideale è al termine della
fioritura e comunque, per le varietà molto tardive,
prima che le gemme da foglia comincino ad allungarsi. Conviene
infatti privarsi degli ultimi fiori e potare: la potatura,
infatti, con l'eliminazione della gemma apicale, permette
alle gemme sottostanti di svilupparsi maggiormente e donare
alla pianta uno sviluppo più accestito e armonioso.
La potatura non sarà ne eccessiva ne drastica e andrà valutata
in funzione dello sviluppo attuale della pianta. Ci sono
varietà che tendono a produrre getti molto lunghi
su pochi rami e sono quelle che necessitano sicuramente di
un intervento; ce ne sono altre, invece, che crescono naturalmente
ben accestite e cespugliose senza che sia necessaria la potatura.
Un consiglio importante: potate sempre sopra a una gemma
e mai sopra a un rametto già sviluppato. In questo
secondo caso, infatti, la pianta crescerà solo nella
direzione del rametto e non in altezza, assumendo un conformazione
scomposta.
Per effettuare la potatura di "pulizia" non ci sono
periodi particolari. Un ramo secco si può tagliare in
qualsiasi momento. Se poi una pianta si presenta troppo fitta
e piena al suo interno, sfoltirla consente ad aria e sole di
entrare ed evitare che vi si annidino insetti e parassiti.
Nel potare state attenti a non danneggiare l'aspetto esterno
della pianta, "bucando" eccessivamente la chioma.
Cosa
fare se i boccioli si formano ma non si aprono e cadono?
E se la pianta non forma proprio i
boccioli?
La
mancata apertura dei boccioli può derivare da più cause
e riguarda di solito le piante che hanno fiori con molti petali.
Questo perché il processo di apertura di un fiore che
può in molti casi avere più di cento petali è di
una complessità enorme. Una causa del problema può essere
una carenza d'acqua nel periodo estivo, durante il quale si
formano i boccioli. Se la pianta è sofferente, il bocciolo
può non svilupparsi bene e quindi non riuscire poi ad
aprirsi. Anche l'eccessiva abbondanza di boccioli è sicuramente
una causa del problema. In questo caso una "sbottonatura" può sicuramente
aiutare la pianta: consiste nel togliere i boccioli in eccesso
lasciandone uno o al massimo due per ogni punta di ramo; va
fatta non appena il bocciolo da fiore è ben distinguibile
sulla pianta (fine settembre).
L'eccesso di fioritura può dipendere
sia dalle caratteristiche proprie di alcune varietà,
sia da una sofferenza della pianta. Una pianta sofferente,
ad esempio perché da troppo tempo nello stesso vaso,
tende infatti a bocciolare in eccesso. La fioritura è infatti
un istinto di sopravvivenza, essendo il mezzo attraverso il
quale la pianta naturalmente si riproduce. Si crea però in
questo caso un circolo vizioso perché la pianta sfrutta
le sue già scarse risorse per produrre fiori che non
riuscirà ad aprire. In questo caso si dovrà sì
sbottonare ma anche nutrire o rinvasare la pianta. Infine una
mancata apertura dei boccioli può dipendere anche dagli
sbalzi di temperatura e dalla notevole escursione termica tra
giorno e notte.
Per la seconda parte della domanda, mancata produzione di boccioli,
il problema può dipendere da una posizione della pianta
eccessivamente ombreggiata (un po' di sole lo vogliono anche
loro!) oppure da una eccessiva abbondanza di nutrimento, in
particolare di azoto. La pianta sviluppa molto l'apparato fogliare
ma produce pochi fiori. Nel primo caso occorrerà spostare
la pianta o fare in modo che prenda più luce, nel secondo
variare la concimazione diminuendo il tenore di azoto.
GUIDA
ALLA SCELTA |
Le
varietà più belle |
"Dire
quali siano le più belle varietà non è affatto
semplice. In una valutazione di questo tipo rientrano,
infatti, considerazioni di tipo tecnico, ma anche semplicemente
di gusto personale. In ogni caso, combinando valutazioni
tecniche (fioritura, delicatezza del fiore, accrescimento
della pianta, ecc.), gusto prevalente degli acquirenti
e naturalmente mie preferenze" spiega Scianca "posso
affermare che tra le Camellia japonico le varietà più belle
e apprezzate sono quelle a fiore medio doppio perfetto.
La maggior parte di queste sono antiche varietà italiane
dell'800 ('Alba Piena', 'Fimbriata', 'Sacco Vera',
'Bonomiana', 'Roma Risorta', 'Francesco Ferruccio')
più altre
provenienti da altri Paesi e molto più recenti
('Nuccio's Pearl', "Nuccio's Gem', 'Nuccio's Cameo',
'Grace AIbritton'). Come ultime tendenze affermerei
che sono piuttosto in calo le varietà a fiore
molto grande, che c'è una netta preferenza per
i fiori chiari (bianchi, bianco-rosati o rosa) invertendo
decisamente
i gusti di qualche anno fa e, in ultimo, che stanno
aumentando le preferenze per le camelie miniatura,
ovvero ibridi
di specie a foglia piccola, le quali spesso ereditano
dalla specie botanica d'origine una caratteristica
decisamente insolita per il genere: il fiore profumato
('Cinnamon
Cindy', 'Quintessence', 'High Fragrance', 'Scented
Gem').
Le Camellia sasanqua hanno di solito fiori meno
appariscenti delle C. japonica ma fioriture
molto più abbondanti e, di solito, un portamento
molto più morbido
e disordinato. Due varietà, forse molto comuni, ma non per questo di
minor valore sono 'Cleopatra' e 'Kanjiro'; altre molto belle sono: 'Egao',
'Star Above
Star', 'Silver Dollar', 'Queenslander'. Infine meritano sicuramente una menzione
due varietà che anche come fiore non hanno nulla a che invidiare alle
C. japonica: 'Early Pearly' e 'Chansonette'.
Quanto costa una camelia? Per una C. japonica o sasanqua considerate
di spendere circa 8-10 Euro per una pianta alta 50-60 cm, 20-30 Euro per una
pianta di
80-100 cm, 60-70 Euro per un esemplare di 110-120 cm, fino a 130-150 Euro per
una pianta
alta 30-160 cm. Le camelie miniatura, così come le specie e varietà rare
costano un 25-30% in più. |
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