SMINUZZARE PER COMPOSTARE
di Enrico Bassignana (Giardinaggio, dicembre 2006)


II biotrituratore consente di frammentare in maniera ottimale
il materiale da avviare al compostaggio

 

II compostaggio è stile di vita, tassello importante nel mosaico di chi vuol "vivere il verde": trasforma foglie, sfalci, avanzi di verdura o ramaglie in terriccio bruno, inodore e omogeneo. Se ciò non avviene, forse si tratta di insufficiente frammentazione del materiale: se la superficie su cui possono lavorare micro e macro-organismi è ridotta, la decomposizione sarà incompleta o richiederà tempi più lunghi.


La soluzione? Il biotrituratore.

E' un attrezzo con un motore a scoppio o elettrico, che muove un apparato rotante su cui sono fissate lame o masse oscillanti (martelli o catene): da una tramoggia o da una bocchetta si inserisce il materiale da triturare, che esce poi da uno scarico. I modelli tra cui scegliere sono parecchi, differenti tra loro per potenza, caratteristiche tecniche, accessori ecc. L'utilizzo è molto semplice. Nella tramoggia si inseriscono i materiali meno grossolani e le foglie, mentre la bocchetta è riservata ai rami di diametro superiore al centimetro, e di solito a partire da 3-4 cm.
Molti modelli consentono di dimensionare la finezza del macinato: con dimensioni inferiori ai 2-3 cm la massa tende a compattarsi in modo eccessivo, mentre parti superiori agli 8-10 cm rallentano il processo di trasformazione. Il legno fresco è più adatto rispetto a quello secco. E' conveniente inumidire le foglie secche prima di triturarle, e non si devono usare parti di pianta che potrebbero ospitare forme svernanti di parassiti.

Per lavorare in sicurezza, piazzate la macchina in una posizione in cui gli appoggi siano saldi a terra, in piano, e non traballino. L'azione del cilindro non va forzata né si deve rischiare che le mani entrino in contatto con gli organi di triturazione: ogni modello dispone di accorgimenti al proposito, ma se proprio

doveste spingere verso le lame materiale leggero o di piccola dimensione, usate una stecca di legno tenero (per esempio staccata da una cassetta della frutta). Per evitare che lo scarico resti intasato, ogni tanto spostate all'indietro la macchina di 10-15 cm: se lavorate però con materiale umido, per evitare otturazioni sollevate del tutto il deflettere orientabile. Nell'uso, non indossate indumenti ampi, bigiotteria o altro che si potrebbe impigliare. Liberate lo spazio di lavoro, senza che vi circolino bambini o animali. Se avvertite rumori o vibrazioni insoliti, spegnete subito la macchina e verificate l'eventuale presenza di corpi estranei o di guasti.

Tutti gli interventi di pulizia vanno fatti a motore spento, e la macchina deve essere spenta anche se non la si userà per un tempo relativamente breve: prima di farlo, però, attendete che il gruppo di taglio sia vuoto (quando il funzionamento dei coltelli è più silenzioso), in modo da evitare che rimangano residui che potrebbero ostacolare il successivo avviamento. La manutenzione è semplice, e consiste nella pulizia di tramoggia, organi di taglio e prese d'aria. Periodicamente, verificate raffilatura delle lame e, all'occorrenza, ripristinatela o sostituitele.

Che modello scegliere?

Per un giardino di 5-600 mq, può èssere sufficiente un piccolo biotrituratore elettrico, o con motore a scoppio di limitata potenza (2-5 kW). Nel caso in cui la superficie sia maggiore, e se ci sono anche un frutteto o un piccolo bosco, occorrerà passare a modelli superiori, con motore a scoppio, se prevedete di lavorare a distanza dall'abitazione: è più pratico triturare ramaglia e foglie sul posto, e trasportare alla compostiera il materiale già sminuzzato e assai ridotto di volume.