II biotrituratore consente di frammentare in maniera ottimale
il materiale da avviare al compostaggio
II
compostaggio è stile di vita, tassello importante
nel mosaico di chi vuol "vivere il verde":
trasforma foglie, sfalci, avanzi di verdura o ramaglie
in terriccio bruno, inodore e omogeneo. Se ciò non
avviene, forse si tratta di insufficiente frammentazione
del materiale: se la superficie su cui possono lavorare
micro e macro-organismi è ridotta, la decomposizione
sarà incompleta o richiederà tempi più lunghi. |
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La soluzione? Il biotrituratore.
E' un attrezzo con un motore a scoppio o elettrico, che muove
un apparato rotante su cui sono fissate lame o masse oscillanti
(martelli o catene): da una tramoggia o da una bocchetta
si inserisce il materiale da triturare, che esce poi da uno
scarico. I modelli tra cui scegliere sono parecchi, differenti
tra loro per potenza, caratteristiche tecniche, accessori
ecc. L'utilizzo è molto semplice. Nella tramoggia
si inseriscono i materiali meno grossolani e le foglie, mentre
la bocchetta è riservata ai rami di diametro superiore
al centimetro, e di solito a partire da 3-4 cm.
Molti modelli consentono di dimensionare la finezza del macinato:
con dimensioni inferiori ai 2-3 cm la massa tende a compattarsi
in modo eccessivo, mentre parti superiori agli 8-10 cm rallentano
il processo di trasformazione. Il legno fresco è più adatto
rispetto a quello secco. E' conveniente inumidire
le foglie secche prima di triturarle, e non si devono usare
parti di pianta che potrebbero ospitare forme svernanti di
parassiti.
Per
lavorare in sicurezza, piazzate la macchina in
una posizione in cui gli appoggi siano saldi a terra, in
piano, e non traballino. L'azione del cilindro
non va forzata né si deve rischiare che le mani entrino
in contatto con gli organi di triturazione: ogni modello
dispone
di accorgimenti al proposito, ma se proprio
doveste
spingere verso le lame materiale leggero o di piccola dimensione,
usate
una stecca di legno tenero (per esempio staccata da una
cassetta della frutta). Per evitare che lo scarico resti
intasato,
ogni tanto spostate all'indietro la macchina di 10-15 cm:
se lavorate però con materiale umido, per evitare
otturazioni sollevate del tutto il deflettere orientabile.
Nell'uso, non indossate indumenti ampi, bigiotteria o altro
che si potrebbe impigliare. Liberate lo spazio di lavoro,
senza che vi circolino bambini o animali. Se avvertite
rumori o vibrazioni insoliti, spegnete subito la macchina
e verificate
l'eventuale presenza di corpi estranei o di guasti.
Tutti
gli interventi di pulizia vanno fatti a motore spento,
e la macchina
deve essere spenta anche se non la si userà per
un tempo relativamente breve: prima di farlo, però,
attendete che il gruppo di taglio sia vuoto (quando il funzionamento
dei coltelli è più silenzioso), in modo da evitare
che rimangano residui che potrebbero ostacolare il successivo
avviamento. La manutenzione è semplice, e consiste nella
pulizia di tramoggia, organi di taglio e prese d'aria. Periodicamente,
verificate raffilatura delle lame e, all'occorrenza, ripristinatela
o sostituitele.
Che
modello scegliere?
Per un giardino di 5-600 mq, può èssere
sufficiente un piccolo biotrituratore elettrico, o con motore
a scoppio di limitata potenza (2-5 kW). Nel caso in cui la
superficie sia maggiore, e se ci sono anche un frutteto o un
piccolo bosco, occorrerà passare a modelli superiori,
con motore a scoppio, se prevedete di lavorare a distanza dall'abitazione: è più pratico
triturare ramaglia e foglie sul posto, e trasportare alla compostiera
il materiale già sminuzzato e assai ridotto di volume.