(The Garden, luglio 2005)
Testo di Nigel Dunnett
Fotografie di Jane Sebire e Zara Napire
Illustrazioni di Robin Griggs
Traduzione di Mariangela Barbiero
L'alternativa alle piscine piastrellate ha radunato folle di curiosi alle più importanti mostre inglesi di piante, mentre nel continente questi stagni in stile naturalistico, dove si può anche nuotare, sono già ben noti. Nigel Dunnett approfondisce quello che forse è
l'ultimo grido in fatto di
design di giardino naturale.
Si prova un indiscutibile senso di libertà quando si nuota in uno specchio d'acqua naturale, che sia un lago, uno stagno o il mare aperto. Forse perché la vista, i suoni e i profumi del paesaggio circostante, nonché il cielo sopra di noi, possono essere vissuti intensamente, regalandoci una sensazione di profonda connessione con il più ampio mondo naturale. Ma può anche trattarsi semplicemente dell'assenza di cemento blu, di corsie per il nuoto, di odore e sapore di acqua clorata...
Negli ultimi dieci anni Germania e Austria hanno sviluppato "stagni balneabili" che offrono un'alternativa naturalistica ed ecosostenibile alle piscine tradizionali: questi stagni abbinano le funzioni della piscina all'estetica di uno stagno ornamentale ricco di piante. Sono specchi d'acqua sicuri, ameni, già bellissimi di per sé, molto graditi alla fauna selvatica, ma che non hanno bisogno di costosi e nocivi trattamenti chimici per mantenere l'acqua pulita.
Ci sono circa 70-80 stagni balneabili aperti al pubblico in Austria e in Germania, gestiti direttamente o indirettamente dalle autorità locali. Il primo fu creato in Germania nel 1998. Questi stagni devono sottostare alle stesse stringenti direttive europee che regolano la qualità dell'acqua: vengono analizzati settimanalmente e devono rispettare valori molto simili a quelli stabiliti per l'acqua potabile.
Sono stati costruiti migliaia di stagni balneabili privati dal 1984, anno in cui l'architetto paesaggista Peter Petrich ha fondato la Biotop Landschaftsgestaltung, prima società commerciale di questo settore. Ora sono circa una dozzina le società che si occupano di questi sistemi e della relativa tecnologia. Pochi ne esistono fuori di Germania e Austria e pochissimi quelli costruiti in Inghilterra negli ultimi anni.
Un occhio alla limpidezza
Ci sono molti tipi diversi di stagni balneabili, ma tutti funzionano secondo gli stessi principi: rendere pulita e sicura l'acqua in cui nuotare senza usare disinfettanti chimici, ma facendo invece circolare l'acqua grazie a speciali substrati (terreni di coltivazione) e schemi d'impianto appositamente creati e progettati. Si permette così a piante e microorganismi di scomporre ed assorbire l'eccesso di nutrienti che altrimenti farebbero crescere alghe rendendo l'acqua verde e torbida.
Per avere lo spazio necessario per nuotare, uno stagno dovrebbe essere di almeno 40-50 mq, ma per fare un tuffo bastano 10 mq. Qualunque sia il sistema impiegato, due sono gli elementi principali, che devono avere pressoché le stesse dimensioni: la zona per il nuoto e la zona di rigenerazione.
La zona per il nuoto deve essere priva di vegetazione per poter nuotare liberamente e con facilità, avere il fondo piatto e solitamente una profondità di 1,5-2 m. Una larghezza di 4 metri permette a due persone di nuotare affiancate.
Questi laghetti vengono costruiti in maniera simile ai normali laghetti per giardino, ossia usando un robusto rivestimento di gomma steso sopra un'imbottitura che fa da ammortizzatore. Nella zona riservata al nuoto non si possono aggiungere né substrati né altri materiali. La zona di rigenerazione, profonda da 20 a 120 cm, viene separata dalla zona di nuoto grazie a muretti che terminano a circa 10 cm sotto la superficie dell'acqua, ed è riempita con un substrato di crescita come ghiaia lavata, calce (che tra l'altro abbassa il pH) e sabbia.
Nella maggior parte dei sistemi una pompa aspira l'acqua attraverso tubi forati inseriti sotto il substrato oppure la spinge verso l'alto; l'acqua è spesso depurata e filtrata, prima di essere ripompata nella zona di nuoto.
Ogni particella viene fisicamente intrappolata dal substrato ma, cosa ancora più importante, i microorganismi che colonizzano le radici delle piante acquatiche e lo stesso substrato di crescita, disgregano impurità e materia organica trasformandole in nutrienti.
Affinché il laghetto sia efficiente è essenziale che l'acqua circoli costantemente tra le due zone: il flusso di acqua ossigenata attraverso il substrato è indispensabile per incoraggiare i microbi aerobici (che hanno bisogno di ossigeno) ed evitare condizioni anaerobiche maleodoranti (con livelli bassi di ossigeno) quali possono verificarsi con substrati stagnanti provocati da grande quantità di materia organica e poco ossigeno.
Affinché l'acqua resti limpida il livello di nutrienti dev'essere mantenuto basso, perciò nella zona di nuoto niente pesci né uccelli acquatici, né terriccio nel substrato; la qualità e la sorgente dell'acqua immessa nel laghetto devono essere monitorate e regolate. Anche filtri utravioletti possono essere utili per eliminare dall'acqua i batteri potenzialmente pericolosi.
I laghetti possono avere diversi gradi di complessità: possono essere sistemi relativamente semplici, dove sia la zona per il nuoto che la zona di rigenerazione fanno parte dello stesso sistema, o essere sistemi più complessi dove le due zone vengono separate in strutture differenti. Possono differire anche nella quantità di vegetazione: alcuni sistemi sono formati principalmente da substrati ghiaiosi, mentre altri hanno una moltitudine di piante lussureggianti. Variano naturalmente anche i costi: alcune imprese inglesi chiedono solamente 256-312 €/mq, a seconda della posizione, sebbene Michael Littlewood, uno dei primi progettisti di stagni balneabili da noi, stima che servano 500-570 €/mq.
Ciò non di meno un costo tra i 12mila e i 30mila euro per un laghetto di 50 mq è pressoché equivalente a quello di una piscina tradizionale, ma richiede assai meno materiali industriali ed è notevolmente più economico da mantenere. Una volta raggiunto l'equilibrio, basterà un controllo annuale per rimuovere i sedimenti nell'area balneabile e per la pulizia dei filtri. È persino relativamente semplice convertire una piscina esistente in un sistema a filtraggio naturale, a patto che ci sia spazio per creare la zona di rigenerazione.
Gli esempi seguenti dimostrano il contributo che stagni così, strapieni di piante, possono apportare al giardino.
Il laghetto di Kircher (Bernburg, Germania)
Il professor Wolfram Kircher, eminente ricercatore tedesco, specializzato in perenni e impianti acquatici, ha progettato e costruito otto anni fa un laghetto balneabile nel suo proprio giardino per confrontarsi con un serio problema riscontrato in alcuni dei più vecchi laghetti balneabili della Germania. "Il mantenere bassi i livelli di nutrienti per avere la purezza dell'acqua ed evitare la fioritura di alghe, confligge con i livelli alti di nutrienti indispensabili per la coltivazione delle piante acquatiche nella zona di rigenerazione" dice Kircher. Le piante acquatiche e semiacquatiche normalmente utilizzate sono vigorose, e per crescere bene hanno dunque bisogno di substrati relativamente fertili. Kircher ha notato che dopo diversi anni queste piante vanno incontro ad alti stress nutrizionali, soprattutto dopo estati calde. "Ho deciso di cercare soluzioni osservando ciò che fa Madre Natura," dice Kircher "prendendo spunto da habitat poveri quali paludi e acquitrini".
Il laghetto di Kircher è diverso da quello di Blythe a Cambridge, dove la zona nuoto e quella di rigenerazione sono fisicamente separate. La zona di rigenerazione è a tutti gli effetti un attraente ruscello sinuoso.
"La zona di rigenerazione è più efficace quand'è di forma stretta come in una corrente, perché l'acqua in movimento permette alla vegetazione di assorbire meglio i nutrienti, migliorandone la capacità di purificare l'acqua" afferma Kircher. Separando le due zone ha potuto anche coltivare una più ampia gamma di vegetali in schemi d'impianto diversi, favorendo inoltre la biodiversità.
L'acqua è fatta circolare da una pompa nascosta sotto un ponte di legno: scaturisce da una sorta di "fonte" e, scorrendo lungo un canaletto, attraversa la pavimentazione fino alla zona di rigenerazione, popolata da specie vigorose come iris, Carex elata, Filipendula ulmaria, Mentha aquatica e Lythrum salicaria. Inframmezzo a queste piante predominanti sono disseminate quelle meno vigorose come Caltha palustris, Lychnis flos-cuculi (fior di cuculo) e Succisa pratensis.
L'obiettivo nella zona di rigenerazione è di avere piante vigorose che trattengano e riducano la quantità di nutrienti, mentre quello della zona nuoto è di mantenere l'acqua pulita e bassi livelli di nutrienti. A valle del canaletto e ai bordi della zona nuoto Kircher ha creato una "palude artificiale": un insieme di graminacee, carnivore, arbusti nani (eriche e mirtilli), orchidee e altre delicate piante palustri.
Ha deciso di utilizzare lo sfagno come coprisuolo incastrando delle talee nel substrato umido. I piumosi fiori bianchi dell'Eriophorum latifolium (bellissima acidofila) creano una vista spettacolare in giugno, inframmezzata dalle spighe rosa purpuree degli ibridi di Dactylorhiza. Inizialmente nati da seme, adesso si disseminano liberamente. Kircher ha introdotto anche due gruppi di piante adattatesi a terreni magri: piante carnivore e specie semiparassite. Le prime includono le specie di Drosera, Nepenthes, Sarracenia purpurea; le semiparassite attingono parte del loro nutrimento dalle graminacee alle quali si aggrappano, riducendone quindi il vigore e permettendo ad altre specie di competere meglio. Tra queste ricordiamo le specie di Rhinanthus, Pedicularis e Castilleja miniata, dagli straordinari fiori rosso brillante.
Il laghetto dei Blythe (Cambridge, Inghilterra)
Questo è uno dei pochi esempi di stagno balneabile in Inghilterra, costruito nel 2002 per Wendy e Peter Blythe dall'ingegnere paesaggistico nonché imprenditore Will Woodhouse. I Blythe volevano costruire una piscina nel loro giardino di Cambridge, ma, incoraggiato dall'entusiasmo dirompente di Wendy per il giardinaggio, Woodhouse ha suggerito uno stagno balneabile. "È stata un po' una scommessa" afferma Woodhouse, "considerando la scarsa esperienza che abbiamo da noi al riguardo". Aveva saputo degli stagni balneabili dall'architetto paesaggista Michael Littlewood, un pioniere in questo campo. Fortunatamente tutt'e due i Blythe sembravano entusiasti: "Da bambina avevo nuotato nelle fresche acque di una pozza di trote in Galles e mi piaceva l'idea di riprovare quei sentimenti" dice Wendy Blythe.
L'area dedicata al nuoto è profonda 2-2,5 m e nello stagno si accede grazie a un'ampia gradinata in pietra. Il laghetto ha un aspetto elegante e moderno, un contorno geometrico, un pontile di legno, una banchina anch'essa in legno e una piattaforma per i tuffi; tutto ciò forma un piacevole contrasto con la vegetazione lussureggiante della zona di rigenerazione che circonda la zona nuoto e che è delimitata da un muretto con copertura in legno e che termina 10 cm sotto la superficie dell'acqua. Una pompa elettrica fa circolare l'acqua, attraverso tubi perforati sotto la zona di rigenerazione e ripompandola poi nella zona di balneazione.
La zona di rigenerazione è stata popolata con diverse piante comuni da bordo stagno che crescono in acqua bassa. Le specie di iris sono un elemento caratteristico: l'autoctona Iris pseudacorus, e le I. sibirica ed ensata, che contrastano con le foglie arcuate del Carex pendula e quelle dall'aspetto tropicale della Zantedeschia aethiopica (la calla).
Questo stagno balneabile di Cambridge ha avuto un grande successo. Secondo Peter Blythe, che non descriverebbe se stesso come un appassionato di giardino, "è la cosa più bella che abbiamo mai fatto" mentre Wendy Blythe descrive lo schema d'impianto come "qualcosa di fantastico: cambia di settimana in settimana". Ai Blythe piace anche l'abbondanza di fauna selvatica attirata dallo stagno. "Abbiamo contato sei differenti specie di libellule, poi rane, tritoni, molte differenti specie di uccelli, e persino i topolini di campagna vengono qui a dissetarsi" racconta Wendy Blythe.
Loro e i tre figli iniziano a nuotare nel laghetto a giugno e continuano per tutta l'estate, ma apprezzano il laghetto anche di per sé, posto bellissimo attorno al quale sedersi e rilassarsi. L'acqua bassa della zona di rigenerazione tende a riscaldarsi rapidamente nei giorni di sole e anche lo stagno in certa misura si riscalda da sé; perciò i Blythe ritengono che i pannelli solari che inizialmente pensavano di installare sarebbero fuori luogo.
Sebbene ci sia un filtro meccanico che elimina dall'acqua detriti e particelle che si formano a causa della quantità di materiale vegetale, sul fondo della zona di balneazione si forma un sedimento che viene regolarmente "aspirato" da una pompa a suzione. In primavera l'acqua può diventare torbida poiché, con l'aumento di temperatura, ciò che resta delle piante acquatiche dell'anno precedente inizia a decomporsi. Il consulente di giardini acquatici Chris Skilton attua un controllo biologico grazie all'aggiunta temporanea del vigoroso Myriophyllum aquaticum che assorbe i nutrienti e che poi viene estirpato a mano. Un sistema automatico di rabbocco mantiene costante il livello dell'acqua dello stagno utilizzando l'acqua piovana raccolta dalle grondaie di casa Blythe e immagazzinata in cisterne.
Bellissimi, pratici, facili da mantenere e utili alla vita selvatica, per gli stagni balneabili si profila un luminoso futuro, sempre che più giardinieri siano pronti a ... tuffarvisi!