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Ibridi
di Odontoglossum
le super ORCHIDEE |
di Anna Maria Botticelli - foto di Ferruccio
Carassale
(Gardenia, febbraio 2006)
Di
una bellezza quasi sfrontata,
sono eleganti
e coloratissime. Merito di due, tre
e
anche quattro "genitori"...
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Di
tanto in tanto bisogna pur sognare, specie quando si parla
di fiori. Se poi si tratta di orchidee, è ancora più facile
lasciar libera la fantasia e immaginare corolle fantastiche.
L'«orchidea» disegnata con la mente avrà perciò colori
brillanti, punteggiature e macchie l'una diversa dall'altra,
forma particolare, piccole protuberanze curiose, arricciature
lungo i margini dei petali. E le corolle non saranno
mai meno di dieci per ramo, e i rami fioriti mai meno di
due sullo stesso esemplare... Poi, naturalmente, la fioritura
si ripeterà due volte l'anno... Un sogno, appunto?
No, la realtà, perché orchidee così esistono
e sono tantissime. E oltre tutto hanno almeno tre pregi
in più rispetto a quelli immaginati: una grande facilità di
coltivazione, una incredibile durata della fioritura — al
punto da domandarsi se spolverare le corolle con un piumino
leggerissimo dopo un mese che sono sbocciate — e,
infine, un prezzo accessibile a tutte le tasche.
LE
ORCHIDEE DI CUI PARLIAMO,
un centinaio di varietà almeno,
vengono comunemente chiamate "ibridi di Odontoglossum".
Si tratta di piante dall'aspetto slanciato, alte dai 35 ai
50 centimetri, provviste di uno o più pseudobulbi ovali
e appiattiti (la cui funzione è quella di organi di
riserva), sormontati da un ciuffo di foglie lineari e
avvolti, alla base, da altre foglie sottili. L'apparato radicale è tipico
delle orchidee epifite, quelle che nel loro ambiente naturale
crescono aggrappate ai rami degli alberi. Alla base degli pseudobulbi
si sviluppano gli steli fiorali, ciascuno dei quali porta
da 7 a 12 fiori e sovrasta di alcune decine di centimetri il
ciuffo delle foglie. Sono proprio i fiori a catturare
l'attenzione e a incantare gli occhi. In alcune varietà predomina
il rosso, in altre il rosa o il giallo, oppure l'arancio
carico; altre volte, le corolle sono chiare, bianche o verdoline,
quasi trasparenti. In nessun caso comunque il colore è uniforme,
perché sempre compaiono macchie e punteggiature di tonalità contrastanti.
La forma poi è variabilissima: talvolta il fiore ha
aspetto stellato, con sepali e petali appuntiti; altre
volte il labello è molto vistoso, tondeggiante oppure
ovale, circondato da sepali e petali ampi, di forma aggraziata,
leggermente appuntiti e con margini ondulati. A toccare
i fiori, ci si rende conto della loro consistenza cerosa, motivo
per cui durano così a lungo, dai 40 ai 60 giorni.
I periodi migliori per acquistare queste orchidee sono tra
dicembre e fine febbraio e tra luglio e agosto (ma le varietà a
fiore rosso sono disponibili tutto l'anno).
NON È FACILE
SPIEGARE in poche parole perché,
nel caso delle orchidee, abbiano tanta importanza
le "tribù", categoria tassonomica
compresa tra famiglia e genere. Il fatto è che
orchidee appartenenti a generi diversi presentano
affinità genetiche tali da poter essere raggruppate,
dando luogo alle tribù. È quanto
succede con quella degli Odontoglossum che comprende
generi diversi: gli Odontoglossum veri
e propri, caratterizzati da sepali e petali solitamente
gialli, ben separati, spesso appuntiti, a formare
corolle di dimensioni mediograndi; gli Oncidium,
o "orchidee ballerina", piccole ma con
labello vistosissimo, generalmente giallo oro,
capaci di produrre decine di fiori su uno stesso
ramo; le Miltonia e
le Miltoniopsis,
graziose orchidee simili a viole; le Brassia,
o "orchidee ragno", con sepali e petali
sottilissimi e appuntiti; le Aspasia,
con corolle chiare, piuttosto piccole, e peduncolo
fiorale brevissimo; e, per finire, le Cochlioda,
con fiori piccoli, solitamente rosati.
I
membri della tribù degli Odontoglossum sono
tutti originari dell'America tropicale, diffusi dal Messico
alle zone settentrionali del Brasile, in ambienti climatici
molto diversi tra loro, compresi tra le regioni costiere
e le pendici montuose. Le affinità genetiche sono
tali che già allo stato naturale è possibile
trovare ibridi intergenerici, vale a dire incroci tra
due o tre generi diversi. Dopo aver imparato a coltivare
con successo le prime specie giunte in Europa, già a
fine Ottocento i più intraprendenti tra i ricercatori
di orchidee anglosassoni scoprirono che era facile creare
nelle piccole serre sperimentali del tempo nuovi ibridi,
scegliendo le specie più interessanti. Oggi le
serre dove si coltivano gli Odontoglossum sono
veri e propri impianti ad alta tecnologia, dotati di
laboratori di propagazione meristematica (tecnica di
moltiplicazione che ricorre ai meristemi, tessuti vegetali
indifferenziati capaci di dar vita a tutti gli altri
tipi di tessuti della pianta) e di centri di ricerca
per la selezione varietale. Come dire, apparati scientifici
finalizzati alla produzione di milioni di orchidee ogni
anno. I principali centri di ricerca o di produzione
si trovano in Olanda ("Floricultura", a Heemstede,
dove sono state prodotte le orchidee fotografate in queste
pagine); in Inghilterra ("Eric Young Orchid Foundation",
nell'Isola di Jersey) e negli Stati Uniti ("Everglades
Orchids", in Florida; "McLellan Botanicals",
in California).
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Colm. Wildcat
'Bobcat'
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È interessante scoprire che, nonostante la facilità di
coltivazione, è piuttosto laborioso creare una nuova varietà dalle
caratteristiche straordinarie, ma soprattutto che occorre pazientare
diversi anni prima di poter arrivare sui mercati con quantità tali
da soddisfare la richiesta. Per avere un'idea approssimativa
dei tempi, vogliamo ricordare brevemente la sequenza delle
fasi di lavoro.
Tra la realizzazione dell'incrocio e la maturazione della bacca
contenente i semi, passano sei mesi; la semina e la crescita
in ambiente sterile richiedono
due anni e mezzo; il trasferimento in serra e lo sviluppo delle piantine si
compiono in altri due anni e mezzo; perché compaiano i primi fiori è necessario
trascorra almeno un anno; per la selezione delle varietà più interessanti
e l'avvio della prima riproduzione meristematica sono necessari dai due ai
tre anni; l'ottenimento delle prime partite di piante destinate al commercio
richiede
almeno un paio d'anni. In tutto, quindi, oltre dieci anni!
UNA STORIA CURIOSA, NON ANCORA CONCLUSA
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Vuyl.
Cambria "Plush"
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La
storia delle ibridazioni delle orchidee inizia
tra la metà e la fine dell'Ottocento. Ma è intorno
agli anni Venti del secolo scorso che, tra i tanti
possibili incroci tra i generi botanici appartenenti
alla tribù degli Odontoglossum,
uno assume un valore particolare, non fosse altro che
per la comparsa
del colore rosso e la durata
dei fiori. Genitori di
questo incrocio furono Odontoglossum, Cochlioda e Miltonia.
A registrare questo nuovo ibrido
intergenerico con
il nome di Vuyistekeara ci pensò la Charlesworth & Co.,
in Inghilterra, nel 1926, dedicandolo all'ibridatore
belga Vuysteke.
Pochi anni più tardi, una nuova
sorpresa: dall'incrocio tra una Vuyistekeara (Vuyl.
Rubra) e un Odontoglossum (Odm.
Clonius) nacque un'orchidea di rara bellezza e robustezza
cui, nel 1931, venne
dato il nome di Cambria.
Si trattava di una pianta pregevole per la grandezza
dei fiori, il numero delle
corolle sullo stesso stelo, la particolare nota di
colore rosso amaranto e la raffinata maculatura sul
labello bianco. Da allora, questa orchidea divenne
talmente popolare che il suo nome ancora oggi (anche
se erroneamente) è sinonimo di "ibrido
di Odontoglossum".
Ma la storia continua. Nel
realizzare incroci con i suddetti genitori e osservando
attentamente i risultati delle semine, venne individuata
una pianta speciale, degna di essere donata, che fu
chiamata "Plush". È dalla
riproduzione tramite meristemi (come sono detti i tessuti
vegetali
indifferenziati dai quali vengono continuamente prodotti
tutti gli altri tipi di tessuti) di questa pianta-madre
che si ottengono ancora oggi individui identici, con
quelle particolari caratteristiche. In seguito vennero
sperimentati altri incroci intergenerici ai
quali fu necessario dare nuovi nomi,
tutti caratterizzati dal suffisso "ara".
Questi nomi, difficili da pronunciare, derivano da
quelli degli ibridatori che
per primi hanno realizzato quel particolare tipo di
incrocio o sono frutto della fantasia di chi li crea.
Per esempio, Bealleara,
ibrido intergenerico derivato dall'incrocio di quattro
generi, è dedicato
a Beali che per primo realizzò l'ibrido. Invece
Colmanara,
incrocio intergenerico tra Odontoglossum,
Miltonia e Oncidium,
creato dall'azienda californiana McLellan, è un
nome di fantasia. Curiosa anche la storia dell'ibridatore
svizzero Jacob Isler, che
intorno agli anni Novanta si dedicò con passione
a creare ibridi intergenerici di Burrageara,
incrociando
Odontoglossum, Cochlioda,
Miltonia e Oncidium. I
risultati - 'Stefan Isler' (del 1990), 'Nelly Isler'
(del 1995) — vennero
dedicati ai suoi famigliari. Registrati i nomi e ceduti
i diritti alle aziende di produzione, capita che dalle
semine emergano fiori con caratteristiche leggermente
diverse rispetto all'incrocio originario. Ecco la necessità di
indicare queste nuove varietà con l'aggiunta
di altri nomi. È successo con Burr. Stefan Isler
(rosso arancio) da cui si sono ottenuti i cloni Burr. Stefan Isler 'Dos Pinhos' (rosso chiaro)
e Burr. Stefan Isler 'Lava Flow' (rosso
puro).
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Oda.George
McMahon x Oda
(Shelly x Parade)
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Per
gli appassionati, diamo alcune indicazioni sui nomi
degli ibridi intergenerici più diffusi della
tribù degli Odontoglossum,
nati dall'incrocio tra due, tre o addirittura
quattro diversi generi.
TRA
DUE GENERI
• Miltonidium (abbreviazione Mtdm.): ibrido tra Miltonia e Oncidium
• Odontioda (abbr. Oda.): Odontoglossum x
Cochlioda
• Odontocidiurn (abbr. Odcdm.): Odontoglossum
x Oncidium
• Odontonia (abbr. Odtna.): Odontoglossum
x Miltonia (o Miltoniopsis) TRA
TRE O QUATTRO GENERI (il nome dell'ibrido
prende il suffisso "ara")
• Beallara (abbr. Blira.): Odontoglossum
x Cochlioda x Miltonia x Brassia
• Burrageara (abbr. Burr): Odontoglossum
x Cochlioda x Miltonia x Oncidium
• Colmanara (abbr. Colm.): Miltonia
x Odontoglossum x Oncidium
• Degarmoara (abbr. Dgmra.): Brassia x Miltonia
x Odontoglossum
• Vuylstekeara (abbr. Vuyl.): Odontoglossum
x Cochlioda x Miltonia (o Miltoniopsis)
• Wilsonara (abbr. Wils.): Odontoglossum
x Cochlioda x Oncidium
• Withneara (abbr. With.): Aspasia x Miltonia x Odontoglossum
x Oncidium
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Odontoglossum Violetta
von Holm Bianca |
Pupukea Sunset x warrscewicrh
(o Mtdm. Hawaiian Sunset) |
Odontoglossum Margarete
Holm 'Larkspur' |
SUI TONI DEL ROSSO Burr.
Dee Luce 'Everglades', rosso
scuro, provvisto di labello rosso aranciato con
macchioline
di colore giallo.
Burr. Stefan Isler 'Lava Flow', rosso
con labello aranciato.
Vuyl. Cambria 'Plush',
rosso amaranto con labello bianco punteggiato di rosso.
SUI TONI DEL ROSA E DEL LILLA
Bllra. Roy Seger 'Happy Time',
dalla raffinata forma a stella, con sepali e petali rosa
punteggiati di viola e labello bianco burro.
Bllra. Peggy Ruth Carpenter 'Morning
Joy', lilla rosato con macchie rosse e porzione
terminale del labello bianco puro.
Wils. Anaway 'Augie',
rosa punteggiato di bianco e arancione.
SUI TONI DEL VIOLA
Odm. Margarete Holm 'Larkspur',
viola tigrato di bianco.
Odm. Violetta von Holm 'Bianca',
labello viola, sepali e petali tigrati di rosso.
SUI TONI DEL GIALLO E DELL'ARANCIO
Dgmra. Everglades Sunshine 'Pure Gold', giallo
trasparente con labello bianco.
Odcdm. Hansueli Isler, giallo maculato
di rosso cuoio.
Oda. George McMahon x Oda. (Shelly x Parade),
giallo puro con ampie macchie rosa sui sepali e il labello.
Wils. Tiger Brew, giallo tigrato
di arancione.
QUASI BIANCHE
Odtna. Bussole 'Blanche',
sepali e petali bianchi, con una pennellata rosa pallido
sul petalo dorsale e una macchia rossa alla base del labello.
TONI DEL MARRONE
Mtdm. Hawaiian Sunset, con corolle
piccole, marrone rosato, e labello carnoso, marrone.
With. Ash Tree Everglades, con
ampie macchie porpora marrone su fondo giallo chiaro e un
vistoso labello bianco percorso da una pennellata centrale
rossa.
Wils Anaway 'Augie' |
Bllra Roy
Seger 'Happy
Time' |
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Coltiviamole
così
Con i consigli della famiglia Corazza della Floricoltura Corazza
SCELTA E ACQUISTO
Deciso il colore dei fiori preferito, se vogliamo che questi durino il più a
lungo possibile, meglio dare la preferenza alla pianta con poche (tre o
quattro) corolle aperte e tanti boccioli in via di maturazione:
a differenza di altre orchidee, gli ibridi di Odontoglossum sbocciano senza problemi anche
in casa. Se si desidera mettere assieme una piccola collezione, è importante
controllare che nel vaso sia inserita l'etichetta con il nome della varietà:
sarà più facile così scegliere piante diverse, anche nel
corso di successivi acquisti.
ESPOSIZIONE
Gli ibridi di Odontoglossum crescono bene in ambienti luminosi,
come quelli in cui vivono i loro progenitori, orchidee epifite diffuse nelle
foreste
degli altopiani dell'America tropicale, ma mai al sole diretto.
In casa, durante i mesi freddi, coltivateli sul davanzale interno di una
finestra
(purché non esposta al sole), in primavera, estate e per qualche
settimana in autunno, spostateli sul balcone o in giardino,
in un angolo esposto a nord.
.
TEMPERATURA
La temperatura ottimale è compresa tra 15 e 22 °C. Gli ibridi di
Odontoglossum tollerano senza problemi temperature invernali minime di 10 °C
(quelle presenti in una veranda fredda o sul pianerottolo di casa) e massime
estive di 28-30°. La differenza di temperatura tra il giorno e
la notte è uno
dei fattori più importanti per indurre la fioritura di queste orchidee.
IRRIGAZIONI
II vaso in plastica in cui sono prodotti e commercializzati gli ibridi di Odontoglossum non
crea problemi di marciumi radicali.
Il fondo del contenitore, infatti, provvisto di fori lungo tutto il perimetro,
presenta "piedini" alti
qualche millimetro che, tenendolo staccato da terra, permettono la circolazione
d'aria tra vaso e sottovaso e impediscono che l'acqua contenuta in quest'ultimo
raggiunga, attraverso i fori, il terriccio. Si bagna sempre dall'alto,
con l'innaffiatoio a beccuccio lungo, quel tanto che basta a impregnare
i pezzetti di corteccia. Poi si svuota il sottovaso per
allontanare il liquido in eccesso. L'acqua che dovesse percolare ancora
non rappresenta
un problema perché, evaporando, manterrà un po' di umidità attorno
all'orchidea. Sconsigliato, invece, riempire il sottovaso di argilla espansa
perché l'acqua può stentare a evaporare e quindi imputridire.
Per capire se la frequenza delle irrigazioni è corretta
e la quantità di
acqua somministrata sufficiente, basta osservare lo pseudobulbo:
se si mantiene turgido e lucido, allora l'orchidea sta bene; se appare
raggrinzito,
significa che ha subito uno stress idrico, oppure che la pianta è denutrita.
Anche il colore dei pezzetti di corteccia indica se la
pianta ha bisogno di acqua:
quando è chiaro, tendente al grigio, significa che la corteccia è asciutta
e bisogna bagnare. Un'avvertenza: se l'acqua del rubinetto fosse troppo calcarea,
usate acqua demineralizzata.
CONCIMAZIONI
Gli ibridi di Odontoglossum richiedono di essere concimati tutto l'anno con
un fertilizzante bilanciato del tipo 20-20-20 (specifico per orchidee) ogni
due settimane; la dose è di 1 grammo per litro di acqua.
A differenza di altre orchidee, queste non esigono che la concimazione sia
preceduta da
un'abbondante innaffiatura: trascorse due settimane dalla precedente concimazione,
anziché innaffiarle, date loro il fertilizzante. Per far irrobustire
la vegetazione e stimolare la fioritura (soprattutto quella invernale), nel
corso dell'autunno somministrate per un paio di volte un fertilizzante a basso
contenuto di azoto (N), medio di fosforo (P) e alto di potassio (K): per esempio
quello per pomodori.
COLTIVAZIONE IN VASO
II colore del contenitore ha la sua importanza: meglio sia scuro
e opaco, perché gli ibridi di Odontoglossum non amano prendere luce diretta a livello radicale. Tuttavia, visto che si
tratta di orchidee epifite è normale che nelle piante giovani le radici
facciano capolino tra i pezzetti di corteccia, così come con il passare
degli anni che escano dal contenitore. Allora le lasceremo crescere
oltre il bordo del vaso, senza forzarle a stare all'interno, purché le principali
vi rimangano e assicurino l'ancoraggio della pianta al substrato.
PER FARLE RIFIORIRE
taglio
dello stelo fiorale nel punto più basso possibile
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Quando
tutte le corolle sono appassite, tagliate lo stelo
il più in
basso possibile, nel punto in cui emerge dall'ascella della foglia
che avvolge lo pseudobulbo, e togliete il bastoncino di legno che reggeva
il ramo fiorito.
Poiché questi ibridi non hanno bisogno di un periodo di
riposo,
nel corso della fioritura, vicino allo pseudobulbo, compaiono nuovi getti
fogliari
che con il passare del tempo maturano e si trasformano
a loro volta in pseudobulbi, ognuno dei quali darà vita
a uno o due getti fiorali. Perché ciò avvenga, è necessario
che l'orchidea senta il freddo durante la notte.
Se vogliamo averle in fiore in estate, in aprile dovremo
portare le piante all'aperto: le basse temperatura notturne di questo
mese avranno
il loro effetto. In
alternativa, le si tiene
in casa fino a maggio, si spostano all'aperto nei mesi estivi e le
si riporta
in casa tra ottobre e metà novembre, quando la temperatura
notturna comincerà ad avvicinarsi ai 10 °C. Quando compare
lo stelo fiorale, meglio
non fissarlo ad alcun tutore,
in
modo che abbia un aspetto leggermente pendulo, molto più naturale.
"piedino"
per sollevare
il fondo del vaso da terra |
RINVASO
E TERRICCIO
Sconsigliato rinvasarle ogni anno per
evitare danni alle radici. Solo dopo circa tre anni dall'acquisto,
quando le radici si sono vistosamente allungate e fuoriescono
dal contenitore, con problemi di stabilità per la pianta,
si può sostituire il vaso. Il substrato giusto è composto da corteccia di conifera per orchidee miscelata a un 10 per cento di torba
bionda.
I
VIVAI
Floricoltura Corazza: via
Rosario 24, 25080 Polpenazze del Garda (BS),
tel. 0365 654050, fax 0365 654067, floric32@corazza-a.191.it
Orchideria di Morosolo:
via La Preja 4, 21020 Casciago (Va), tel e fax 0332 820661, pozzi@mmsolution.it
- www.orchideriadimorosolo.it
LE ASSOCIAZIONI
A.I.O. (Associazione
Italiana di Orchidologia), c/o Prof. Franco Bruno, Dipartimento di biologia
vegetale:
piazzale Aldo Moro 5, 00185
Roma, tel. e fax 06 49912901, franco.bruno@uniroma1.it;
c/o Avv. Stefano Milillo: via Tagliamento 83, 33038 S. Daniele del Friuli (UD),
tel. e fax 0432 957398, avvmilillo@marvel.it
A.O.S. (American Orchid Society): www.theaos.org/aos
The Odontoglossum Alliance: http://www.orchidboard.com/community/oncidium-odontoglossum-alliance/
QUANTO COSTANO
II costo si aggira sui
15 € per un'orchidea in piena fioritura coltivata in un vaso da 12 centimetri
di diametro.
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