UNA BELLA TAVOLOZZA DI PIANTE VIVACI
di Pia Pera (Natural Style, giugno 2005)

Facili e colorate, sono perfette per che vive il giardino come un gioco

 

Le perenni hanno questo di meraviglioso: dimensioni e costo permettono di considerarle quasi delle piante giocattolo per giardinieri dilettanti che dispongano solo di un terrazzo o di un piccolo pezzetto di terra. Meno impegnative degli alberi, ancorché perenni, non sono eterne. Quasi tutte, passato qualche anno, vanno sostituite, dandoci l'occasione di rimediare agli errori. Insomma, sono alla portata di tutti. E questo spiega perché, popolari da sempre nel cottage garden, nei giardini delle nonne o dei curati di campagna, siano state trascurate dai paesaggisti, specie da noi dove per secoli tutto si è risolto in architettura di volumi verdi capaci di badare a se stessi, salvo la sforbiciata annuale. Finché non si sono levate alcune voci fuori dal coro. Prima fra tutte, a metà Ottocento, la pittrice Gertrude Jekyll.

Impariamo dagli inglesi
Riconosciuto quanto aveva imparato dal cottage garden «che contribuisce a rendere i margini delle strade inglesi i più graziosi dell'intero mondo temperato», Gertrude Jekyll ha cominciato a servirsi delle perenni, ancora più volentieri che dei tubetti di colore, per mettere in pratica la lezione della grande pittura impressionista. Con tale successo che non si può non fermarsi davanti a una bordura mista senza pronunciarne il nome. Alla sua scuola hanno imparato un po' tutti, da Vita Sackville-West a Penelope Hobhouse. Quanto a me, restai folgorata dalle perenni davanti a una composizione di Didier Berruyer: ciuffi biondi di stipa smossi appena dal vento, ariose gaure, rosate achillee... Un incanto che ho subito desiderato emulare. Avevo cominciato da poco il grande, appassionante gioco del giardino, e queste piantine generose e maneggevoli sembravano il punto di partenza ideale per fare pratica senza scoraggiarsi.

Una vita per le vivaci
Lupini
Didier Berruyer, vivaista, posa dietro a un suo allestimento
di perenni, che coltiva a Santa Margherita (Lucca)

Le specie più resistenti

Didier è d'accordo con questo approccio alle perenni, al punto di dare molto peso alla valutazione della resistenza: il piacere di coltivare scema assai se una pianta fa la difficile. «Le voglio facili, da battaglia. Per questo, approdato in Toscana dalla Savoia, ho modificato in parte il catalogo per adattarlo al centro Italia. Ho dovuto rinunciare a due piante che amavo moltissimo, i lupini e i Delphinium, perché davano troppe delusioni. Mi sentivo sempre chiedere: perché non riesco ad avere dei Delphinium? Perché i lupini mi vengono tanto male? Un continuo! Io rispondevo: abitate vicino al mare e avete estati torride? Allora, o traslocate, o rinunciate a coltivarli, perché Delphinium e lupini hanno bisogno di un'atmosfera fresca, di un terreno ricco, leggermente acido e ben drenato». Tutto il contrario della prediletta Gaura: «È una pianta superba, di grande eleganza, va assolutamente provata: è una fontana di fiori di grande generosità e leggerezza, e poi fiorisce per mesi e mesi di seguito. Un posto in giardino lo si trova sempre. Resiste alla siccità, anche se con un po' d'acqua darà fioriture più abbondanti».

Chi non si lascia trascinare dai fiori! Dimenticando quanto sia avventato impostare un giardino a partire da loro. Didier consiglia di procedere così: vicino a casa porremo molti più sempreverdi come il bosso, il pittosporo, certi rosmarini, fra cui collocheremo poche perenni dalla fioritura e dal fogliame interessante. E' questo a decidere nel lungo periodo la personalità di una pianta, il suo ruolo nell'equilibrio di una bordura mista.
Achillea

I consigli per gli accostamenti

Didier trova magnifico il gioco di certi grigi-argento: le foglie cesellate dell'artemisia che in una sola stagione formano un enorme cuscino, i cespugli delle santoline, il fogliame verde-bruno delle bergenie, i ciuffi della stipa «raffinatissima in primavera con la finezza del fogliame e l'esplosione dell'infiorescenza: impossibile resistere alla tentazione di accarezzarla quando ondeggia al minimo alito di vento».

Anche Leymus arenarius è bello, con quel fogliame blu-argento, attenzione però: il suo vigore eccessivo ci sarà più amico per stabilizzare il terreno di una scarpata che non in una bordura mista, dove soffocherebbe altre piante. E se volessimo importare nel nostro Mediterraneo l'eleganza della bordura mista inglese? Didier trova interessante la composizione incentrata su Foeniculum vulgare 'Purpureum', varietà aKnautia foglia bronzea del resistentissimo finocchio selvatico. A maggio, quando saranno spuntate le prime foglie tutte arricciate, trarrà vantaggio dal trovarsi dietro Melica ciliata, con infiorescenze simili a trina, e davanti a Knautia macedonica, che fiorisce di porpora man mano che il finocchio cresce sempre più alto e leggero. «E' un accostamento semplice, di bell'effetto anche a fine estate, quando il finocchio arriva alla sua massima altezza».

Un'altra pianta alta adatta a fare da struttura portante in una composizione è Miscanthus sinensis. Nella cultivar 'Silberspinne' il suo giallo ocra si sposa ai colori dell'autunno sottolineandone l'atmosfera. C'è poi un'associazione spettacolare, quasi una natura morta: azalee dal fogliame rossiccio insieme a semplici nandine domestiche, sedum, boltonie, phormium, ophiopogon. «Sono solo esempi, aggiunge Didier, sarebbe un peccato copiarli meccanicamente rinunciando al piacere di comporre in piena consapevolezza con colori e tessiture».

Interessantissimo poi lavorare con i contrasti di volume: si tratta non solo di tenere conto delle rispettive altezze delle piante, lasciando sullo sfondo quelle più alte in modo da non cancellare le più basse, ma anche di lavorare con le diverse qualità di altezza: ce ne sono di leggere e vaporose, di dritte e di forti, di ripide oppure rotondeggianti.

Alte e forti o leggere e rotondeggianti?

«Sono infiniti i modi di utilizzare i volumi. Le altezze leggere e rotondeggianti risultano in contrasti dolci e graduali. Per ottenere contrasti forti mi pace usare altezze rigide o irte: sorprendono con giochi di prospettive. Vale la pena di considerare anche la fluidità nel portamento delle piante: da questo punto di vista le graminacee sono preziose. Ma è soggettivo, ognuno deve sperimentare quello che più gli piace.»

I volumi rimandano all'architettura, mentre i colori ci riportano alle arti figurative: «Una volta, per un giardino di Firenze, mi sono ispirato al ciclo di arazzi della Dama dell'Unicorno» ricorda Didier. «Ne è venuto fuori un mosaico di colori interessantissimo». Tessiture e intrecci di colori richiedono una certa esperienza non alla portata di tutti, anche se Didier non manca di dare dritte nel suo II Giardino vivace (vivaces è il francese per perenni) che più che un normale catalogo sembra la dispensa di un corso a puntate di orticoltura. Un anno presentava gialli e aranci estivi, un altro azzurri e blu della tarda estate e dell'autunno, stupendi, specie se esposti a sud-ovest, in modo da valorizzare il magico incontro degli azzurri con la luce del tramonto. «Una cosa sono i pigmenti, un'altra la loro reazione alla luce del sole, che cambia di ora in ora».

Tanta sensibilità cromatica esige una dichiarazione di poetica: «La mia è una chiave estetica. C'è chi ha la mania della collezione botanica, dell'ordine oppure dell'esotismo: in queste persone predomina la passione del controllo. Mentre per me è cruciale il criterio estetico, inteso non solo come bellezza del quadro, ma proprio nel senso primario del termine estetica, che è sensazione, il piacere trasmesso, ma anche provato nel coltivare certe piante. Piacere potenziato talvolta dal ricordo. Succede con certe piante che abbiamo sempre visto, ma che proprio per questo quasi mai guardiamo. Accompagnano atmosfere e ricordi, come le bergenie, coprisuolo tradizionale nelle aiuole ombreggiate.»

Un'altra tappezzante cara a Didier è la Cotula hispida, la cui riuscita non è però garantita a lungo Cotula hispida: infiorescenze gialle come teste di spillo di 1/2 cm di diametro che spuntano da un cuscino simile a muschio argentatotermine: meglio utilizzarla in vaso, per ottenere, con quell'elegante cuscino di muschio argentato, uno «specchio di dolcezza». Non si incontrano spesso vivaisti capaci di parlare di piante, condividere una passione e trasmetterla. Didier è tra i pochi, e per questo alle mostre orticole su e giù per l'Italia il suo stand è affollato da clienti affezionati che vengono a chiedergli lumi.

A me viene da considerarlo un maestro di strada con allievi sparsi un po' ovunque.«Attraverso le piante riconosco la natura delle persone, e questo mi commuove sempre. Certi scelgono magari solo tre piantine, ma è già una composizione. Molto si capisce anche dalle domande che fanno. Quella più odiosa sulle piante è: "Sporcano?". Va al di là della mia comprensione. Alcuni mi chiedono: "E se cadono le foglie?". Be', si prende la paletta, dico io! Provo invece un grande piacere quando chi ha provato qualcosa l'anno prima torna entusiasta. Questo lo chiamo seminare: aprire la porta sul piacere, sulla fiducia. Mi viene una gran paura quando qualcuno arriva e inizia dicendo: l'anno scorso ho preso... Non so mai se sta per dirmi che la pianta gli è morta o gli dà gioia. Penso spesso al destino delle mie piante: alcune, più fortunate, finiscono in bei giardini, in buone mani, altre, chissà...»

Il vivaista Didier Berruyer consiglia le sue piante del cuore
Spighe di fiori
Profumata d'assenzio
Leggera e delicata
Gaura lindheimeri
Artemisia x 'Powis Castle'
Briza maxima
Ha spighe di fiori bianco-rosati da maggio a ottobre su un cespuglio di foglie verdi maculate di ruggine.
Un profumo d'assenzio sopra un meraviglioso fogliame finemente intagliato di colore grigio-argento.
Tutti quei cuoricini che si agitano al minimo alito di vento sono davvero commoventi e fanno di questa pianta un elemento indispensabile per una scena delicata e leggera.

 


Nostalgica

Bergenia cordifolia


Fiori rosa lilla sbocciano in marzo-aprile su una pianta dalle foglie verde-bruno, coriacee e di forma rotonda.

 

SCAFFALE

- Michel Tournier et Georges Herscher, Jardins de curé, Actes Sud
- Philippe Ferret, Jardins de curé. L'art et la manière, La Maison Rustique-Flammarion
- Penelope Hobhouse, Il colore nel vostro giardino, Centro Botanico Milano