Tutti gli accorgimenti
per rendere sicuri e ospitali i nostri spazi verdi, trasformandoli in oasi
naturali
dove una varietà di uccellini può trovare cibo e rifugio in ogni
stagione dell'anno.
Conversazione con Franco Roscelli e
Angela Zaffignani
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Un concerto in giardino |
II fringuello, a sinistra, ha un canto nuziale straordinario: un gorgheggio che termina con una cascata di note imperiose. La capinera, a destra ha un canto malinconico e
flautato, che si ode da lontano: ama infatti cantare nascosta e appartata,
al sicuro fra le fronde degli alberi. |
Medico
di professione e naturalista per passione, Franco Roscelli si
occupa di ornitologia e tutela degli ambienti naturali
dal 1984, anno in cui diventa socio e attivista LIPU. Dal
2004 è membro del Consiglio direttivo dell'AsOER,
Associazione Ornitologi dell'Emilia-Romagna, e ha al suo
attivo innumerevoli iniziative a favore della fauna
alata, in particolare quella che vive in città,
tra cui l'installazione di nidi artificiali e mangiatoie
nei luoghi idonei per attirare e sfamare gli uccelli.
E'
dunque un esperto, ma prima ancora è un entusiasta e
attento protettore del mondo naturale che sopravvive
nei nostri ambienti urbani. Ma come mai questa attenzione
agli uccelli di città? "Il motivo è che
ormai le aree urbane hanno assunto un ruolo importante
per la conservazione dell'avifauna", spiega Roscelli. "Il
degrado degli ecosistemi naturali e l'espansione delle
aree abitate e industriali hanno spinto molti uccelli selvatici
a rifugiarsi negli ambienti realizzati dall'uomo".
Roscelli ci invita a immaginare una città vista
dall'alto: agli occhi di un uccello è un susseguirsi
di rilievi rocciosi (i palazzi) e di gole (le strade fra
le case), con
qualche raro corso d'acqua e aree di alberi e prati, simili
a boschi e praterie. Un ambiente non inospitale, dunque;
talvolta migliore delle campagne ormai prive di siepi,
dove l'agricoltura intensiva e il conseguente elevato uso
dei pesticidi sono l'arma migliore per disfarsi della vita
naturale. "Paradossalmente", continua Roscelli, "in
città l'ambiente è più sicuro: la
caccia è vietata,
vecchi muri coperti di rampicanti offrono luoghi ove
nidificare, il clima invernale è meno rigido che
in campagna e il cibo è spesso facilmente disponibile".
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un
nido della Lipu, organizzazione che da decenni si batte
per diffondere la tutela della fauna in città e
in natura. |
E' però importante imparare a riconoscere le diverse
specie e le loro abitudini, perché solo in questo
modo sarà possibile mettere a disposizione nidi adatti
e cibo apprezzato. Ed è fondamentale creare, in giardini
privati e parchi pubblici, una grande biodiversità. "Nelle
aree verdi cittadine recenti l'ambiente è poco
ospitale: solo poche specie vi si adattano, fra cui i
poco amati colombi di città e le tortore dal collare",
prosegue Roscelli. "I grandi alberi maturi dei parchi
storici (tiglio, farnia, acero campestre, carpino, olmo...)
offrono cavità adatte per la nidificazione; le siepi
di arbusti che forniscono semi e bacche dalla polpa appetibile,
offrono abbondante nutrimento. Ed è anche importante
lasciare qualche albero morto, la cui funzione nell'ecosistema è di
insospettabile importanza". Roscelli, che ha lungamente
studiato l'avifauna del Giardino Ducale di Parma, ricorda
che persino i muri dei vecchi edifici del centro storico
danno rifugio ad alcune specie di uccelli. Rondoni e codirossi,
ad esempio, non trovano grande differenza tra i loro ambienti
naturali di origine e un edificio barocco o rinascimentale,
che con i suoi anfratti offre ottimi luoghi per un nido accogliente
e sicuro.
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In
questa bella immagine,
un pigliamosche (Muscicapa
striata)
che si è abituato a posarsi
su un vecchio rastrello abbandonato contro una recinzione.
Questo uccello nidifica
tra le biforcazioni dei rami e nei muri coperti da
piante rampicanti dove costruisce un nido fatto di
muschio e lanuggine. Si nutre di bacche ma soprattutto
di vermi, bruchi e insetti, inclusi molti tipi di parassiti
delle piante.
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Birdwatching in giardino e in città |
Roscelli invita ad apprezzare una delle più affascinanti
attività naturalistiche che si possano svolgere in
città, parchi e giardini domestici: il birdwatching,
termine che può essere tradotto come 'osservazione
degli uccelli selvatici nei loro habitat naturali'.
Un
binocolo (più luminoso che potente, per esempio
un modello 8x30), un manuale di riconoscimento degli uccelli
e un po' di pazienza sono le armi di questa caccia innocua
e appassionante. In autunno e inverno, le mangiatoie che si
possono installare negli spazi verdi attirano una grande varietà di
specie ed è possibile notare comportamenti curiosi
e abitudini diverse. Passeri e fringuelli arrivano in
piccoli gruppi, mentre il pettirosso è solitario
e canta nascosto, emettendo un gorgheggio; la cinciallegra,
che arriva per prima nelle mangiatoie, emette uno squillante
ticciù-ticciù molto riconoscibile. Altre creature
splendide come la ghiandaia, il picchio e il verdone si
abituano a frequentare gli spazi verdi urbani se non vengono
disturbati. Roscelli sottolinea come gli uccelli siano uno
straordinario 'antiparassitario' per le piante: un rondone
cattura fino a 20.000 insetti al giorno, i picchi mangiano
le larve del legno, le cinciarelle sono ghiotte di insetti
delle piante...
Gli uccelli che popolano campagne e città sono ottimi
alleati per la lotta ai parassiti, in quanto molte specie si
cibano di insetti e larve. Altre, nel corso dell'evoluzione,
si sono specializzate nel cibarsi di semi o nell'adattarsi
a cibi di diversa natura, come passeri e merli. Spesso, in
campagna l'uso dei pesticidi rende inospitali i campi, ormai
quasi sempre privi di siepi, che costituiscono un habitat
fondamentale. Ecco perché molti uccelli si trasferiscono
nelle zone urbanizzate: parchi e giardini di città sono
diventati così luoghi indispensabili per l'accoglienza
e la tutela della fauna alata.
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Il
picchio rosso maggiore ama frequentare vecchi alberi
che si prestano a essere svuotati per creare una cavità in
cui nidificare. Si nutre di larve e insetti xilofagi
ma anche di bacche, semi e ragni, e non di rado in
inverno si avvicina alle abitazioni per cercare avanzi
alimentari. |
Ristorante
aperto in inverno... per chi vola |
Per i granivori mettete a disposizione semi di girasole, di
miglio, di panìco. I fiocchi d'avena e di cereali in genere sono
amati dai fringuelli, come anche arachidi, noci e nocciole, di cui
gazze e ghiandaie fanno scorte invernali nelle cavità degli
alberi.
II pane vecchio ammorbidilo con acqua e le briciole di torte
vanno serviti sbriciolati.
Tordi, merli e storni amano pere e mele
ammaccate o troppo mature, tagliate a metà.
Formaggio, cotenne, strutto e lardo sono utili per gli insettivori,
per i quali sono reperibili in commercio anche dei mangimi
invernali idonei. Un impasto di lardo e semi, in una mezza
noce di cocco fresca, è un invito a pranzo per molti
tipi di uccelli presenti nell'ambiente urbano e nelle campagne.
E poi fondamentale arricchire lo spazio con piante che danno
bacche: biancospino, prugnolo e cotoneaster sono perfetti per
dare nutrimento alla fauna alata.
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Cibo
e rifugio
A
sinistra, una mangiatoia tubolare per mettere a disposizione
semi di vario tipo (modello Ferplast,
www.ferplast.com,
che dispone di una vasta gammma di
mangiatoie per uccelli selvatici).
A destra, un nido "a cassetta chiusa" appeso
a un grande albero.
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Come
creare un birdgarden |
Un angolo verde popolato di uccelli, farfalle e vita naturale: è un
progetto sempre più prezioso e utile per tutelare il
fragile ecosistema delle zone urbanizzate. L'idea del
birdgarden nasce dalla volontà di accogliere e rispettare
la fauna:
ecco perché Angela Zaffignani ne propone la realizzazione
anche nei giardini scolastici. La sua Società Italiana
Birdgarden (SIB) ha curato il progetto e la realizzazione
di birdgarden in scuole e realtà urbane, e si occupa
di ideazione del verde secondo criteri ecologici e di comunicazione
ambientale, organizzando corsi di giardinaggio e orticoltura
biologica.
Per creare un birdgarden, il consiglio di Angela è quello
di arricchire la vegetazione con siepi miste autoctone, ricche
di frutti e bacche;
di creare condizioni di tranquillità, limitando al minimo
i rumori e l'uso delle macchine, preferendo semmai quelle a
batteria; di disporre nidi artificiali e mangiatoie di diverso
tipo, con una scelta di cibi (semi, frutti, strutto, formaggio).
La mangiatoia va tolta in primavera, perché i piccoli
nuovi nati non devono abituarsi alla fornitura artificiale
dell'alimento.
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particolare
dell'opera di Alessandro Bimbatti, vincitore del 1° premio
del concorso di pittura naturalistica "Gabriele
Pozzi', Maggio 2006.
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Angela
Zaffignani è anche l'ideatrice dell'unica
mostra-concorso nazionale di pittura naturalistica, dedicata
al grande artista
Gabriele Pozzi, che si tiene a Parma nell'ambito dell'evento Giardini
Aperti. Info: SIB
Società Italiana Birdgarden,
Parma, tel. 339/119 79 89, birdgaden@libero.it.
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A
sinistra: la ghiandaia,
lo dice il nome, è ghiotta
dei frutti delle querce. Frequenta i boschi ma anche
parchi, viali alberati e giardini; si nutre anche di
invertebrati, uova e nidiacei. A destra il
frosone è un
bellissimo uccello granivoro il cui becco riesce a
forare il guscio di ciliegie e olive. Ama frequentare
gli aceri
e i noccioli dove trova cibo e rifugio |
A
destra la cinciarella,
comune nei parchi e giardini di città,
si nutre di insetti in estate, mentre in inverno apprezza
anche semi, frutta e bacche. |
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Info:
Franco Roscelli tiene incontri e conferenze sul terna
della tutela dell'avifauna e della protezione delle
oasi naturali urbane. Potete contattarlo alla email
froscelli@yahoo.it.
Per conoscere le attività dell'Asoer;
Associazione Ornitologi Emilia Romagna: www.asoer.org
Per conoscere le attività della
LIPU, trovare la sede nella vostra zona e acquistare
nidi artificiali
e
mangiatoie: www.lipu.it
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