LE
ULTIME CLEMATIDI
di Anna Maria Botticelli (Gardenia,
settembre 2005)
Fioriscono
fino ai primi geli, regalando al giardino inaspettate suggestioni
A
poche settimane dall'inizio dell'autunno, una vaga atmosfera
di attesa pervade il giardino. È un momento speciale,
questo, in cui la vegetazione, passato il caldo estivo, sembra
prepararsi a trascorrere con un respiro diverso lunghe, tiepide
e luminose giornate, in attesa delle prime nebbioline mattutine
e della frescura serale.
Regine di questo periodo sono le Clematis a fioritura
tardiva, specie e varietà ancora poco conosciute e utilizzate,
nonostante la facilità di coltivazione, le grandi
opportunità
di impiego e la bellezza di piante e fiori, che nulla hanno
da invidiare alle cugine primaverili. E a proposito di impiego,
non dimentichiamoci che queste clematidi sono piante dal tipo
di vegetazione, e quindi
dal portamento e dal possibile uso
in giardino, diverso. Si tratta infatti di specie erbacee,
semierbacee oppure legnose.
LE
ERBACEE
Non diversamente dalle erbacee perenni, hanno steli non lignificati,
che seccano e muoiono con l'arrivo del freddo, e gemme
radicali
dalle quali, all'inizio della primavera, prende vita la nuova
vegetazione. La maggior parte deriva da Clematis integrifolia
(capostipite dell'omonimo gruppo Integrifolia),
originaria dell'Europa centrale e orientale, coltivata in
Inghilterra fin
dal 1573. Con steli lunghi poco meno di 1 metro, può
aver bisogno di un supporto per meglio figurare nelle aiuole
del bordo misto. I fiori, piccoli, campanulati e penduli,
con
sepali leggermente ricurvi verso l'alto, dal color malva al
blu scuro, iniziano a sbocciare in estate e proseguono fino
all'autunno. La specie si adatta a quasi tutti i terreni e
dopo qualche anno di coltivazione può essere divisa
con le stesse tecniche adottate per le erbacee perenni.
Da
Clematis integrifolia hanno preso vita diverse cultivar.
'Alba' (creata in Canada nel 1985) ha fiori a forma di campanella
per via dei sepali rivolti verso l'alto, bianchi con sfumature
azzurre; 'Rosea' (creata in Estonia
nel 1983), con fiori porpora scuro, è dotata di steli
lunghi anche 2 metri e si accompagna bene ad arbusti e conifere
a foglia chiara, argentea o dorata; può essere coltivata
anche sul terrazzo, purché in contenitori ampi, completi
di treillage, dove possa adagiarsi e crescere indisturbata.
Da non dimenticare anche 'Durandii', o Clematis x durandii,
visto che è considerata un ibrido naturale tra C.
integrifolia e C. 'Jackmanii', nata in Francia
nel 1874. Piuttosto sviluppata in lunghezza (1,2-1,8 metri),
con fiori composti da 4-6 sepali aperti e piatti, di un intenso
viola-blu messo in risalto dalle antere centrali giallo oro,
è un splendida pianta, i cui leggeri festoni orneranno
a meraviglia qualunque bordura di arbusti.
Tra le Clematis erbacee, poi, se ne annoverano alcune
i cui steli, anzichéallungarsi, si sviluppano in larghezza,
dando così vita a vigorosi arbustini.
E
il caso di Clematis heracleifolia (capostipite
dell'omonimo gruppo), originaria della Cina centrale e orientale,
coltivata in Inghilterra a partire dal 1837. Tra le sue cultivar
più interessanti segnaliamo 'Côte d'Azur',
creata in Francia, con fiorellini tubolari di colore azzurro
chiaro, portati a piccoli gruppi su lunghi peduncoli che si
formano all'ascella delle foglie, e "Wyevale",
di origine anglosassone, con fiori blu-lillà, piccoli,
profumati, molto simili a quelli che compongono le infiorescenze
dei giacinti.
LE
SEMIERBACEE
Come suggerisce il loro nome, le Clematis semierbacee
presentano fusti parzialmente lignificati, che con l'arrivo
del freddo perdono le foglie e seccano, pur rimanendo uniti
alla pianta. Dopo l'indispensabile potatura di fine inverno,
la nuova vegetazione si sviluppa quindi sia dalle gemme presenti
sui fusti sia da quelle sulle radici, dando così alle
piante una straordinaria forza vegetativa. E questo sia che
si tratti delle specie e cultivar rampicanti sia di quelle
che,
pur
non essendolo, hanno fusti lunghi e flessuosi, da far crescere
addossati ad altri arbusti.
Tra
queste ultime, ecco 'Arabella',
creata in Inghilterra nel 1990, tra le cultivar preferite per
il bordo misto e la
coltivazione in vaso; i fiori, prodotti in gran numero dalla
tarda primavera fino all'inizio dell'autunno, sono inizialmente
blu malva, quindi schiariscono verso il rosa man mano che maturano,
per ritornare azzurri poco prima di appassire.
Ecco 'Eriostemon', o C. x eriostemon, ibrido naturale
tra C. integrifolia e C. viticella, comparso intorno
al 1830; capace diraggiungere i 2 metri di lunghezza, ha bisogno
di sostegni per crescereeretto. Dalla tarda estate in poi produce
deliziosi fiori campanulati, b
lu-porpora scuro.
Male
più rappresentative tra le clematidi semierbacee
sono quelle rampicanti, caratteristica ereditata dalla capostipite
Clematis texensis (alla testa del gruppo Viorna-Texensis).
Nativa del Nord America, conosciuta
anche come C. coccinea
o 'The Scarlet Lady' (La signora scarlatta) per il particolare
rosso acceso dei fiori a forma di lanterna, ha dato vita ad
alcuni degli ibridi tardivi più famosi. Per esempio,
"Duchess
of Albany", con abbondanti e duraturi
fiori rosati, perfetta per accompagnare arbusti leggeri; "Gravetye
Beauty", con fusti di oltre 2 metri, ornati di fiori
piuttosto grandi, rosa intenso con una pennellata color ciliegia,
bellissima su un letto di eriche tappezzanti; "Sir
Trevor Lawrence", rosso porpora scuro, che starà benissimo
su un muro chiaro, ma va aiutata nella crescita con leggeri
sostegni; tre varietà, quelle di cui abbiamo appena
parlato, con graziosissimi fiori a forma di tulipano. Infine, "Princess
Diana", altra cultivar vigorosa, i cui fusti, lunghi
anche 2,5 metri, portano campanelle rosso ciliegia, bellissime
all'ora del tramonto.