ABBASSO IL PRATO, VIVA LE PRATERIE
di Maria Brambilla (da Gardenia, febbraio 2005)



Detestano quello che chiamano '"orribile cemento verde" adorano le lussureggianti distese
di erbacee perenni e graminacee ornamentali. Ecco lo stile Oehme & van Sweden

L' avversione di Wolgang Oehme e James van Sweden per i prati è testimoniata nei tanti progetti che da quasi trent'anni questi due paesaggisti, considerati a buon diritto gli inventori del nuovo giardino americano, realizzano in ogni angolo degli Stati Uniti. In un vasto parco affacciato sul Lago Michigan, per esempio, a dispetto delle dimensioni davvero consistenti non è stato inserito nemmeno un minuscolo fazzoletto di prato, ma in compenso sono state ideate grandi macchie di Physostegia virginiana e Panicum virgatum, Veronica spicata e Pennisetum alopecuroides, che adagiate su un tappeto di Sedum, Epimedium versicolor 'Sulphureum' e gerani selvatici si spingono fin sotto i muri della casa come se volessero sommergerla: un mare ondeggiante di foglie e fiori che sembra nato spontaneamente dalla terra.

POCHE SPECIE, TANTE PIANTE
Non amando per niente quell'aspetto disordinato, spezzettato e privo di ritmo e di struttura che assumono le composizioni di piante quando sono formateMiscanthus sinensis da pochi esemplari di tante specie diverse, nei loro progetti riducono drasticamente il numero delle specie e aumentano invece la quantità di piante dello stesso tipo, in modo da ottenere grandi macchie formate da una sola varietà botanica che ricordano il diffondersi spontaneo delle piante selvatiche. Per accentuare, questo aspetto, Oehme, che è un competentissimo plantsman, valuta con meticolosa pignoleria non solo le doti estetiche ma anche le esigenze colturali di ogni specie, scegliendo solo quelle che, trovandosi pefettamente a loro agio nell'ambiente del giardino, potranno crescere rigogliose come nel loro habitat naturale. Grazie a questo accorgimento, i due paesaggisti riescono a soddisfare anche un'aspirazione dettata dalla loro sensibilità ecologica: quella di creare giardini popolati da piante il più possibile autosufficienti e capaci di mantenersi in salute senza troppe cure e senza il sostegno di pericolosi pesticidi.

INTEGRAZIONE CON L'AMBIENTE
Le composizioni di erbacee perenni e graminacee ornamentali ideate da Oehme e van Sweden riprendono così lo stile del wild garden inaugurato da William Robinson. Ma le loro scelte progettuali vanno più in là, e si propongono anche di garantire un'armoniosa integrazione fra lo spazio del giardino e l'ambiente intorno. Un'integrazione raggiunta evitando di copiare banalmente scampoli di paesaggio, ma riprendendo piuttosto i rilievi e le ondulazioni naturali del terreno, oppure ricorrendo a sottili analogie che, a volte, aprono la strada all'adozione di elementi e materiali completamente estranei al contesto. Come è avvenuto in un loro celebre giardino sulla baia di Cheasapeake, nel Maryland, dove l'ampia linea che segna il punto di incontro fra l'oceano e il cielo è riflessa e moltiplicata nella forma lunga e stretta di una piscina costruita proprio davanti alla spiaggia, e nell'orientamento orizzontale delle doghe di legno che la circondano. Mentre per avvicinare visivamente il giardino al bosco di querce che cresce subito al di là del confine sono state piantate larghe strisce di graminacee ornamentali di grossa taglia (soprattutto Miscanthus sinensis e Deschampsia cespitosa) che quando soffia il vento fluttuano maestosamente come le onde dell'oceano.

LARGO ALLE GRAMINACEE
Le graminacee ornamentali del resto sono una presenza fissa nei progetti di questi due paesaggisti. Che le usano a piene mani non solo perché sono eleganti, morbide e insuperabili nel catturare la luce, ma anche per la loro capacità di decorare magnificamente i giardini nei mesi più freddi, quando la brina si condensa sulle loro spighe e sugli steli ormai secchi. Oehme e van Sweden le considerano un'alternativa validissima alle piante sempreverdi che, osservano, sono ritenute a torto le sole capaci di rendere gradevole un giardino nelle tristi giornate invernali, mentre in realtà sono troppo immutabili per essere interessanti, e in ogni caso inadatte agli spazi verdi che, come i loro, sono ideati in modo da sottolineare al massimo i cambiamenti stagionali.

 

 
CHI SONO
 

II sodalizio fra Wolgang Oehme (nato in Germania nel 1930 e laureato in architettura del paesaggio all'Università di Berlino) e James van Sweden (che invece è un americano nato nel 1935 e laureato in architettura all'Università del Michigan) ha preso il via a Washington nel 1977. Nel corso della loro fortunatissima carriera questi due paesaggisti hanno realizzato centinaia di progetti, terrazzi, giardini privati e grandi spazi pubblici: da quello che circonda l'aeroporto Ronald Reagan di Washington al Giardino botanico di Chicago. Malgrado gli impegni continui e pressanti che costellano il suo lavoro di paesaggista, van Sweden ha trovato anche il tempo di mettere nero su bianco le teorie giardiniere sue e di Oehme in "Architecture in the garden", pubblicato da Random House, e poi in "Gardening with nature" e in "Gardening with water", editi da Watson-Guptill Publications.
Per informazioni: www.ovsla.com

 
     

 

 

Pennisetum alopecuroides e Stachys byzantina