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Pianta
a fiorellini giallo vivo della famiglia delle crucifere,
battezzata dai botanici Isatis tinctoria,
il guado, che
produce un ineguagliabile pigmento blu, è ritornato
alla ribalta.
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La
tonalità chiara,
quasi diafana del guado (guède o pastel,
in francese) è passata a designare la tonalità tenue
e delicata anche di altri colori, (rosa pastello, verde
pastello...). Guado è il nome comune di
una pianta biennale a fioritura primaverile di cui si usano
le foglie
(fino a cinque raccolti per anno) per estrarne un pigmento
blu.
L'Isatis tinctoria, rustica e poco esigente, cresce
in suoli argilloso-calcarei,
soleggiati. Ai piedi di Lectoure, in Guascogna, alla vecchia
conceria trasformata
in laboratorio di produzione di guado l'attività è in fermento.
Henri Lambert, che l'ha creata nel 1994, si dà da fare davanti ai tini
di zinco. Filtra, raffredda, sorveglia la macerazione, immerge i tessuti nella
tinozza di tintura, spiega ai visitatori meravigliati la lenta trasformazione
della pianta in colorante, somigliante a un procedimento alchemico
non
meno
che
a un esperimento scientifico.
Attraverso le diverse tappe dal potere "magico" nasce tutta la delicatezza
di un colore che vive. Tre fasi sono essenziali alla riuscita. Innanzi tutto
il tempo di macerazione durante il quale le foglie fresche immerse nella tinozza
fermentano. Occorrono almeno quattro ore per vedere il pigmento formarsi. Il
liquido giallastro ottenuto passa in una seconda tinozza munita di una piccola
fontana, dove la tinta vira per ossidazione. Una terza tinozza, detta di "riposo" è riservata
alla precipitazione del pigmento che sarà in seguito filtrato.
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L'atelier artigianale del
"Bleu de Lectoure" |
Denise Lambert nel suo
atelier |
Delle tovaglie appena tinte
seccano al sole |
La dimostrazione del processo di colorazione è ancora
più affascinante. Ogni tessuto immerso nel liquido ne
esce fuori giallo e, al contatto dell'aria, dopo pochi minuti
diventa bluastro. Sorta di immutabile miracolo che dai tempi
dei tempi si ripete quotidianamente nella marmitta delle streghe.
Al principio era l'Egitto che tingeva di blu pastello le bende
con cui fasciavano le mummie. Il Medioevo a sua volta ne riconobbe
le virtù mediche e cicatrizzanti. Secondo gli archivi
marsigliesi sono stati i mori a introdurre l'Isatis in
tutta l'Europa meridionale. Il '400 la vide fiorire in Inghilterra
e, qualche tempo, dopo furono i paesi del Nord a specializzarsi
in questa tintura.
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Una
collana color
"Bleu de Lectoure" |
Boccette
d'inchiostro al guado (L'Artisan
Pastelier)
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Una
borsetta in tela colorata col guado (L'Artisan
Pastellier)
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Il guado viaggia sotto forma di un gomitolo secco modellato
a mano (cocagne, in francese) fatto di foglie triturate e macerate.
In Francia, quando l'Occitania del Rinascimento partorisce
il leggendario
Paese di Cuccagna, Tolosa si impone come
cuore del traffico, approvvigionando di guado tutta l'Europa.
Vi si installano
quelli che diventeranno i più celebri commercianti tintori
della storia, accumulando fortune straordinarie e costruendovi
palazzi, ma il loro potere tanto folgorante quanto effimero
non supererà gli accidenti della storia. Le guerre di
Religione per un verso, l'arrivo dell'indaco importato dalle
Indie, per un altro, fanno sprofondare il sud tolosano
nel marasma del declino.
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la
macerazione delle
foglie di guado (Isatis tinctoria) |
Le
infiorescenze di Isatis tinctoria |
I
gomitoli di guado
modellati a mano. |
L'impero napoleonico tenta a sua volta di ricreare
a una seconda età dell'oro facendo tingere l'uniforme
dei soldati
di questo blu unico. Fatica vana. Il XIX secolo abbandona
definitivamente il guado, allo stesso modo che l'arrivo dei
coloranti sintetici nel XX secolo farà dimenticare la
robbia e l'indaco.
Bisogna credere però al proverbio che dice che "non
tutto il male vien per nuocere." Per lo meno è ciò che
ha spinto Henri e Denise
Lambert quando, affascinati dall'idea surreale
di creare un colore, lanciano Bleu de
Lectoure.
Otto anni dopo la sua creazione, la piccola e propserosa impresa
ha saputo adattare la sua abilità artigianale ai procedimenti
industriali associandovi artigiani ed industriali della regione.
La Capa (Cooperativa Agricola delle Piane dell'Ariège)
tratta fino a venti tonnellate di foglie al giorno per estrarre il guado. Ad
Albi, Didier Boinnard,
che aveva lavorato per Sennelier, fabbrica per l'Ensba (Scuola
nazionale superiore di Belle Arti) inchiostri per miniature, acquerelli,
pastelli grassi alla cera d'api e pastelli secchi, pittura ad olio.
L'universo
della decorazione non se
ne sta a guardare:
pitture acriliche molto resistenti per gli esterni, pitture a olio vecchio stile,
impregnanti, pattine cerose e vernici
offriranno
tutta la gamma dei blu per decorare gli interni
delle
nostre
case.
Ma cosa fa correre a Lectoure l'universo della moda, dalla giovane
generazione
di
stilisti fino a Jean-Claude Jitrois? La messa a punto di una tecnica specifica
di tintura
del filo in bobina e l'aspetto vivo di questo colore vegetale, molto resistente,
che conferisce ai tessuti un fascino ecologico particolare.
Ritorno alle vecchie macchine da cucire di Lomagne
Confection, che realizzano per l'estate una collezione di vestiti
genuini
ispirati
alle tute
da lavoro di una volta con la griffe Matière Bleue.
Non è tutto:
un laboratorio di cosmesi sta studiando le proprietà idratanti
dell'olio
di
guado e nel contempo si sperimenta il pigmento nella tintura dei
capelli.
Ma la suprema eleganza sarà presto avere l'auto blu pastello: attenzione,
due prototipi circolano già sulle strade
di Francia!
Dove
si può trovare il guado? |
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Bleu
de Lectoure
Ancienne tannerie, Pont Pile, 32700 Lectoure
tel. : 05 62 68 78 30.
La
fleurée de pastel
20, rue de le Bourse, 31000 Toulouse.
tel. : 05 61 12 05 94.
L'Artisan
Pastelier
5, rue Puech Bérenguier, 81000 Albi.
tel. : 05 63 38 59 18.
Bleu
du Roy
10, cours Bailli des Ecotais, 17410
Saint-Martin de Ré.
tel. : 05 46 68 79 39.
Matière
Bleue
20 rue Nationale, 32700 Lectoure. |
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Cuscinetti
profumati |
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Gomitoli
di lana
tinta col guado |