EDEN PROJECT
di Eraldo Antonini (Giardini, dicembre 2004-gennaio 2005)

Un grande «plants show» tra Fitzcarraldo e il futuro dell'umanità

Eden Project è una sfida tra uomo e natura alla Fitzcarraldo, il bellissimo film che ci ha regalato l'insuperato Werner Herzog. Fitzcarraldo, personaggio realmente esistito, è impegnato a traghettare una nave da trasporto su per le montagne, da un braccio all'altro del Rio delle Amazzoni e creare un business col trasporto via nave della gomma. Tutto questo per finanziare un grande sogno: costruire un teatro in mezzo alla foresta amazzonica, ove rappresentare l'Opera, soprattutto quella di produzione italiana.

 

Una cava trasformata in Eden


La sfida di Eden Project è stata quella di trasformare una cava, con un suolo assolutamente inospitale per le piante (se non quelle pioniere), in un angolo di giardino paradisiaco (Eden, per l'appunto). Questo presupponeva mettere in piedi un'operazione colossale, alla Fitzcarraldo. Ecco i numeri che sintetizzano cosa sta dietro alla realizzazione di questo sogno inglese: la cava si presentava come un grande cono rovesciato profondo più di 60 metri e ampio quanto 35 campi da calcio. Era caratterizzato dalla totale assenza di terreno (c'era solo roccia) e da una grande quantità di acqua piovana che si accumulava in questo grande bacino artificiale. I contorni della cava sono stati ribassati di 17 metri e il materiale ricavato è stato posto sul fondo della cava stessa. In questa operazione sono occorsi 12 camion ribaltabili e 8 grandi ruspe che hanno lavorato per 6 mesi. Successivamente sono state apportate 85.000 tonnellate di terreno mescolato a residui organici per creare un buon substrato di coltura per le piante da mettere a dimora (oltre un milione).
Sono state realizzate opere idrauliche di drenaggio e di consolidamento dei versanti e l'acqua piovana che si infiltra nella ex-cava viene intercettata e reimpiegata per innaffiare le piante, per alimentare un lago e per ricreare l'umidità atmosferica della foresta tropicale all'interno di una delle due grandi serre.

Vista d'insieme delle serre e di una parte dell'area all'aperto. Eden Project sorge su un'ex-discarica e rappresenta un esempio «alto» di recupero di un'area degradata.
Nella parte alta del percorso c'è una zona dedicata alla Cornovaglia, contea nella quale si trova Eden Project: è stato riprodotto un tipico campo (field) circondato da muri a secco, con l'antico ricovero in pietra perfettamente ricostruito (sullo sfondo, a sinistra).

 

Il viale centrale all'interno di Eden Project recupera la tradizione dell'arte topiaria: i platani, educati a pergola, forniscono ombra e refrigerio nelle giornate più calde, secondo un uso già diffuso nei giardini romani.
Sulla sinistra del viale si trovano la grande arena semicircolare e il lago che funge da bacino di raccolta delle acque piovane.
Il controviale che conduce ai 2 grandi biomi è trattato paesaggisticamente con aiole, che fungono anche da schermo, caratterizzate da Agapanthus (prima cortina) e Canna indica (seconda cortina).