IL GIARDINO DELLA ROSA MUNDI
di Romeo Comunello (da "Comune Informa" periodico
dell'amministrazione comunale di Fiumicello, 22 di dicembre 2007)



È un pomeriggio di fine estate, cammino nel giardino che si sta accendendo delle tonalità dorate del tramonto e dei colori di fiamma dell’imminente autunno.
In questo scenario si aprono qua e là gli ultimi fiori delle rose dai colori resi più vivi dal clima fresco.
Girando tra un rosaio e l’altro il pensiero torna indietro di dieci anni, allora il giardino non era che un pezzo di terra destinato alla coltura del mais, quando durante l’inverno, cominciai, assieme a mia moglie Liviana, a mettere i picchetti per definire dove piantare i primi alberi e quindi la struttura del futuro giardino. Seguirono i primi impianti dei giovani alberi e lo spostamento del gruppo di rose che mi avevano lasciato i miei vecchi.
I rosai apprezzarono molto di essere inseriti in terreno nuovo e grazie a un po’ di concime e qualche cura in più, già dal primo anno, ci ringraziarono con generose fioriture. I primi risultati positivi ci spinsero a voler aumentare la nostra scarsa conoscenza nel campo del giardinaggio. Utilissimi sono stati i libri ma non sarebbero bastati se non fossimo diventati costanti osservatori e pazienti coltivatori.


Anno dopo anno aggiungemmo nuove piante, soprattutto rose, di cui scoprimmo l’esistenza di varietà molto antiche, interessanti anche per il mito che le accompagna. Successivamente l’interesse si allargò alle rose botaniche, superficialmente chiamate “selvatiche”, importanti per aver dato origine alle rose d’oggi. Esse si dimostrarono molto resistenti alle avversità e anche molto ornamentali d’inverno con le loro bacche.
Uno dei traguardi che c’eravamo prefissi era quello di avere qualche pianta in fiore in qualsiasi momento dell’anno, anche in condizioni climatiche difficili. Ovviamente le rose d’inverno riposano ma altre piante, con temperature appena sopra lo zero, ci regalano i loro fiori.

Con il tempo la conoscenza e l’esperienza sono aumentate, ciò ci ha permesso di entrare a far parte della Associazione Regionale “Tra Fiori e Piante” che riunisce appassionati di giardinaggio e professionisti del settore. Al giardino intanto venne dato il nome di “Rosa Mundi”, che è anche il sinonimo di una rosa molto antica che si presume risalga al 1550, ed è diventato meta di visitatori appassionati e di curiosi.

Grazie alla nostra passione e alla conoscenza acquisita, attualmente collaboriamo con le Università della Rosa 'Baby Daniel', dedicata al nipotinoTerza Età di San Vito al Tagliamento e di Cervignano, dove sviluppiamo diversi temi legati alla rosa. Ci vengono anche richieste relazioni e conferenze da Associazioni e Pro Loco di altri comuni della regione.

Il giardino della “Rosa Mundi”, iniziato dieci anni fa è quasi completato, manca poco. Vi si trovano oltre 500 varietà di rose diverse, alcune rare, molte le famose, altre sconosciute e altre ancora uniche perché ottenute, tramite semina, da miei incroci e dedicate ai famigliari. Le rose più precoci iniziano a fiorire già da metà aprile, le altre seguono in un crescendo entrando nella stagione più calda, le più freddolose aprono i loro fiori a fine giugno. Durante l’estate e fino ai primi geli, si fanno ammirare le varietà dotate di rifiorenza e d’inverno le bacche rosse delle botaniche spiccano nel grigiore e si esaltano in caso di neve.