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GROTTE,
TRA OMBRE E MISTERO
di
Filippo Pizzoni (Gardenia,
agosto 2006)
Da
luoghi di culto a meraviglie da esibire, a piccoli paradisi
familiari al riparo dell'afa estiva
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La celebre Grotta degli animali nella Villa medicea di
Castello (Firenze) |
Il tema delle grotte ha origini lontane, nella cultura pagana:
antri e caverne erano infatti sacri agli antichi, che vi
praticavano il culto delle divinità a essi legate,
come le Ninfe. Figlie di Zeus, le Ninfe nacquero dalle acque
del cielo che cadevano sulla terra, si raccoglievano nel
sottosuolo e poi sgorgavano in forma di sorgenti: per questo
motivo erano collegate all'acqua e alla vegetazione ed erano
adorate presso fiumi, fonti e grotte. La rappresentazione
della natura dei giardini antichi non poteva prescindere
dal ricreare questi luoghi di culto e di mistero.
Le grotte da giardino possono essere naturali oppure
artificiali.
Tra queste ultime si distinguono quelle a imitazione delle
grotte naturali e i ninfei, vere costruzioni architettoniche,
che prendono il nome proprio dalle mitiche divinità delle
sorgenti.
Già nella Roma antica si creavano ambienti speciali,
dotati di condutture per l'acqua, il cosiddetto specus
aestivus,
che durante il periodo tardo-repubblicano e imperiale erano
rivestite in marmo e rinfrescate da una serie di cascatelle,
ma dove la situazione geologica lo permetteva si sfruttavano
le cavità naturali, come la famosissima grotta
di Tiberio a Sperlonga, in provincia di Latina, impreziosita da colossali
gruppi scultorei che, stagliandosi sullo sfondo del mare, rappresentavano
il drammatico viaggio di Ulisse.
Dal
tema antico delle grotte, accanto alla loro ripresa nei giardini,
nel XV secolo nasce anche uno degli stili decorativi
più importanti di tutta la classicità, le famose "grottesche",
ispirate alle pitture romane ritrovate durante gli scavi archeologici
nelle "grotte" della Domus Aurea neroniana, e caratterizzate
da una incredibile libertà inventiva. Motivi strani
e fantastici, animali, figure umane e vegetali, disposti in
ariose e bizzarre composizioni sullo sfondo di forme naturali
e innaturali di ogni genere, di grande stimolo per gli artisti
e gli architetti del tempo.
Sulla
scia anche di queste decorazioni, l'ornamentazione delle
grotte
si sviluppò enormemente: dipinti, mosaici, rocce
artificiali, pietre semipreziose, quarzi e vetri; soffitti
voltati e stalattiti, conchiglie, concrezioni geologiche e
pomici. Lo sfarzo e la suggestione naturalistica si fecero
imponenti. Lo stesso Leon Battista Alberti nel suo "Re
Aedificatoria" del
1485 ricordava e consigliava l'uso antico della cera colorata
di verde per ricreare le tipiche formazioni melmose delle grotte
naturali.
Sulla scia degli esempi rinascimentali italiani, la grotta
divenne subito di gran moda e, declinata nei modi più diversi,
percorre tutta la storia del giardino europeo fino alle soglie
del XX secolo, sviluppandosi soprattutto nel corso del Seicento
e del Settecento in sontuose composizioni di acqua e di architettura:
i "teatri d'acqua".
I
giardini di tutte le corti europee si impreziosirono di grotte
scintillanti
di minerali e cristalli incrostati nelle
pareti, mosaici di conchiglie e pietre colorate, composizioni
sontuose e scenografiche nate per destare sorpresa
e stupore,
che ancora oggi lasciano senza fiato. Nel Settecento, mentre
la moda di queste creazioni inizia a declinare in tutto il
continente europeo, sono gli inglesi ad appassionarsi al tema
della grotta, ma con un atteggiamento più legato alla
realtà naturale: tornano così le immagini più antiche
e meno artificiose, con una netta preferenza per l'aspetto
più rustico e selvaggio, per la roccia nuda e il muschio
vero, a fedele imitazione della natura, e le grotte diventano
verosimili e suggestive caverne, spesso abitate da eremiti
in carne e ossa, stipendiati dal padrone di casa per il piacere
del visitatore.
Per tutto l'Ottocento permane questa impostazione naturalistica
e in ogni grande giardino romantico italiano si costruiscono
grotte e rocce artificiali; uno dei primi e più affascinanti
esempi sono le grotte e le rocailles (le tipiche composizioni
di rocce artificiali) nei giardini della Villa Reale di Monza.
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Passaggio
coperto nel Parc Guell a Barcelllona,
opera dell'architetto
Antoni Gaudì
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Con
il grande mutamento dell'arte dei giardini
nel Novecento, la moda delle grotte va perdendosi definitivamente,
ma
alcuni grandi architetti realizzano ancora
luoghi di grande fascino a ispirazione e ricordo di
quegli antichi
ambienti: a Barcellona Antoni Gaudì riprende
l'idea nei passaggi coperti, incrostati
di rocce e stalattiti, e nel grande e coloratissimo
colonnato ipogeo del Parc Guell.
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Pietro
Porcinai costruisce a Villa il Roseto un
ambiente a un livello più basso del giardino
dove il cemento decorato si sposa a ciottoli bianchi
e neri, piante da ombra, acqua e piastrelle colorate.
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Un
grande appassionato di ambienti sotterranei è anche
l'architetto argentino Emilio
Ambasz, che ripropone spesso nei suoi progetti
il tema della grotta, ma riuscirà a realizzarne
una soltanto nel giardino creato nel 1992 per il Festival
International
des Jardins di Chaumont-sur-Loire.
Ma questi luoghi di piacere degli antichi giardini non
sono stati completamente dimenticati e in qualche caso,
soprattutto
nelle calde isole del Mediterraneo, tornano a nascere ambienti
rinfrescati dalla presenza dell'acqua che, filtro tra casa
e giardino, passaggio tra interno ed esterno, diventano
piccoli paradisi dove ritrovarsi nelle afose serate estive.
LE
PIU' BELLE GROTTE DEL MONDO |
ITALIA
• Di grande suggestione è la Grotta degli animali della Villa
medicea di Castello (FI), un
ambiente magico abitato da animali d'ogni genere: l'unicorno e la giraffa,
l'orso e il leone, ma anche il cane e la capra, che, insieme agli scherzi
d'acqua, sorprendevano
l'ospite.
• Imponente è il ninfeo di Villa Giulia a Roma,
situato a livello ipogeo, dove l'acqua scorre tutt'intorno a un pavimento a mosaico
di ispirazione classica.
• II più grande ninfeo italiano è quello dì Villa
Litta a Lainate, alle porte di Milano: il Palazzo delle Acque, costruito
alla fine del XVI secolo, si compone di una successione di 12 stanze riccamente
decorate e di 7 ambienti con giochi d'acqua, grotte e fontane.
• Bellissime per le ricche decorazioni sono le grotte di Villa
Pallavicino delle Peschiere a Genova, o dell'Isola Bella
sul Lago Maggiore. |
FRANCIA
• La composizione certamente più famosa di Francia sono i Bagni
d'Apollo, a Versailles, che rappresentano il tramonto: una grande roccia
con numerose caverne ospita i gruppi scultorei di Apollo, i cavalli del Carro
del Sole e le Ninfe.
• Di particolare fascino è la grotta dello Château
de la Bâtie d'Urfé a Saint-Etienne-Le-Molard, Loire,
realizzata tra le prime in Francia, attorno al 1551. |
GERMANIA
• Nei due giardini voluti dalla Margravia Guglielmina nei dintorni
di Bayreuth, la roccia e le grotte sono il leitmotiv: all'Ermitage,
il complesso delle grotte e delle fontane si apre nel fitto del bosco, mentre Sanspareil è l'esperienza
magica di un giardino realizzato tra grandi rocce naturali dove ogni masso
e ogni grotta hanno un riferimento mitologico.
• Al Wilhelmshöhe, nell'Assia, l'intero giardino
si impernia su una gigantesca e altissima composizione rocciosa, dominata da
un padiglione ottagonale. |
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INGHILTERRA
• La più naturale di tutte le grotte inglesi è quella di Painshill,
mentre la vista più bella si gode da quella di Stourhead,
dove una sorgente sgorga ai piedi di una ninfa addormentata.
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