di Lorena
Lombroso (Giardinaggio, marzo 2008)
La
spettacolare fioritura delle magnolie sui rami ancora nudi è il
primo grande appuntamento
con la primavera, celebrata dallo
splendore di questa pianta venuta dal lontano oriente.
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I
colori della luce
Le magnolie a fioritura primaverile sembrano avere il dono di racchiudere una
fonte di luce, in realtà è l'effetto della luce solare sui petali
carnosi, quasi opalescenti in certe varietà, sfumati di rosa come quelli
di Magnolia x soulangeana |
Pierre
Magnol era un signore paffuto, la testa ammantata da un'improbabile
lunghissima parrucca riccioluta, come usava
portare nella buona società francese del '600.
Dalla tranquilla pianura di Montpellier, in gioventù si
recò sulle vette di Alpi e Pirenei pur studiarne la
flora, diventando rapidamente così autorevole da
meritarsi un posto nella storia:
fu lui, infatti, a inventare il concetto di 'famiglia
botanica', uno dei cardini della classificazione scientifica
tuttora in
uso. E dunque merita che il suo nome sia stato dedicato dal
botanico Plumier a un gruppo di piante splendide e conosciute
come le magnolie, che dall'America e dall'Asia sono venute
a popolare parchi e giardini d'Europa, a partire da metà '700.
In Italia, nel corso del XVIII secolo, non c'era parco nobile
senza le sue magnolie, destinate a diventare esemplari giganteschi,
alcuni dei quali ancora oggi esistenti. Prima ancora che apparissero
le api sulla Terra, in epoche remotissime, le magnolie già popolavano
i boschi di 20 milioni di anni fa, come testimoniano reperti
fossili di Magnolia acuminata, ma ci sono tracce dell'esistenza
delle magnolie che contano ben 100 milioni di anni.
La
necessità di
garantirsi la possibilità di fecondazione e riproduzione
aveva indotto le antiche specie di magnolia ad affidarsi
dunque non alle api e ad altri insetti impollinatori oggi
presenti
sul pianeta, bensì a insetti camminatori, simili a scarabei;
per evitare che essi si cibassero dei fiori, l'evoluzione
ne ha determinato l'ingrossamento: ecco il perché della
carnosità dei petali e degli stami induriti e coriacei,
non graditi agli insetti.
Nel tempo, le magnolie hanno assunto direzioni evolutive
diverse: dove il clima lo consentiva sono nate le specie
sempreverdi, come l'americana Magnolia grandiflora,
con le sue foglie
lucide e i fiori spettacolari dal profumo intenso. In Oriente,
sulle montagne della Cina e del Giappone, hanno preso piede
invece le specie
caducifoglie.
E in questo scorcio di fine inverno, fino ad
aprile, è a loro che dobbiamo alcuni dei più affascinanti
spettacoli della stagione. Sono infatti le magnolie
di origine orientale a regalarci l'esplosione di corolle rosa,
bianche o violette sui rami ancora nudi.
Non
sono tutte giapponesi |
Magnolia
obovata, spontanea nelle foreste di
alta montagna in Giappone e nelle non lontane isole russe
Kurile, dove cresce sulle pendici di vulcani attivi, è all'origine
di molte comuni magnolie giapponesi coltivate oggi. Le
sue foglie sono così grandi da essere usate in Giappone
per avvolgere e conservare i cibi. L'altra specie 'madre'
delle magnolie moderne è M. denudata, coltivata
nei templi buddisti già 600 anni prima di Cristo.
Oggi è il
fiore ufficiale della città di Shangai. E poi c'è la
cinese magnolia di Mulan, M. liliflora. A lungo
fu chiamata magnolia giapponese, sebbene non sia di origine
nipponica.
L'equivoco nacque perché i primi navigatori britannici
la portarono in Europa dal Giappone, dove veniva coltivata
nei giardini dei nobili.
La specie ibrida M. x soulangeana, molto diffusa nei nostri
giardini, è derivata dall'incrocio
della liliflora con la denudata. Fu il francese Monsieur
Solange-Bodin il creatore di questa varietà,
nata a Nantes intorno al 1830; le foglie sono più piccole
rispetto a quelle delle specie selvatiche, ma per contro
sono i fiori a essere stati migliorati, e gli ibridi moderni
possono vantare corolle enormi. Fin dall'epoca della sua
diffusione in Europa, infatti, i vivaisti hanno compreso
che era possibile ottenere molte varietà, sia
dalle specie con fiore a forma di tulipano, sia da quelle
con fiore stellato. M. stellata, di origine giapponese, e
l'affine M. kobus, da cui è probabilmente
derivata, hanno una fioritura emozionante:
i petali candidi e profumati si aprono sugli steli nudi
e sottili.
Hanno anche il pregio di fiorire in giovane
età e di crescere lentamente: un vantaggio per i piccoli
giardini nei quali, da marzo-aprile, esse danno spettacolo.
Solo dopo una ventina d'anni si può dire che la M.
stellata abbia raggiunto le sue dimensioni
adulte, non superiori ai 4 m per 3 di larghezza. La magnolia
stellataa si è poi
naturalizzata in alcune aree del Nord America; la sua diffusione
in Europa è dovuta al 'cacciatore di piante' Charles
Maries, che la mise in coltivazione presso i celebri vivai
britannici Veitch alla fine dell'800.
Sempre derivata dalla M. kobus c'è l'ibrido M.
x loebneri 'Leonard Messel', una delle più belle, con fiori molto
grandi, resistente anche alle gelate tardive.
Di magnolie orientali ce ne sono poi molte altre. M. sieboldii ha
grandi fiori a inizio estate, sull'albero già ammantato
di un bel fogliame; M. campbellii. al contrario, fiorisce
a fine inverno; la sempreverde M. delavayi ha fiori
profumati a forma di coppa.
Tra le più fragranti c'è M.
officinalis, la specie utilizzata in erboristeria:
i cinesi la chiamano Houpu e ne utilizzano la corteccia
nella medicina tradizionale orientale.
Ma le magnolie vivono allo stato spontaneo anche nel continente
americano. Dopo la conquista del Messico, il re Filippo
II spedì nel 1570 il suo scienziato di corte, Francisco
Hernandez, a caccia di magnolie. A lui è dedicata M.
hernandezii, una specie colombiana, non coltivata a scopo ornamentale.
Le
magnolie americane sono per la maggior parte sempreverdi
e con fiori estivi;
oltre alla nota M. grandiflora c'è la graziosa
magnolia di Virginia e la M. tripetala, dalla
bella colorazione autunnale. Diffuse soprattutto nella
costa orientale e
nel Sud, le magnolie sono il fiore ufficiale dello stato
del
Mississipi.
Una
visita primaverile alla collezione Eisenhut nel parco del
Gambarogno e la ricetta ideale per diventare dei
fan delle magnolie. Qui, nel clima fresco del Canton Ticino,
sulle sponde svizzere del lago Maggiore, il vivaista
Otto Eisenhut ha creato una collezione che conta quasi
1.000 diverse tipologie di magnolie, oltre a camelie e
numerosi
altri arbusti da fiore e da foglia. Incoraggiato dal
grande botanico Sir Peter Smithers, Eisenhut ha realizzato
il sogno della sua vita, un parco di enorme valore scientifico,
ma anche un luogo emozionante per la bellezza e la diversità delle
specie che vi sono ospitate. Il momento più eclatante
del parco è compreso tra fine marzo e metà maggio;
per conoscere le
modalità di visita, www.eisenhut.ch, oppure www.parcobotanico.ch;
dal 30 marzo è aperta anche un'eccezionale mostra
di camelie.
Tra i collezionisti italiani, da segnalare l'ottimo lavoro
svolto dal lucchese Davide Picchi (www.lacasinadilorenzo.com).
Nel suo vivaio sono disponibili numerose magnolie rare;
alcune hanno fiori gialli, come Magnolia fuscata (Michelia
figo), con sentore di banana, M. acuminata 'Koban
Dori', dai petali allungati, 'Yellow Bird' a tulipano.'Elizabeth'
e 'Yellow River';
altre hanno fioritura estiva, come M. insignis dai
fiori fucsia,
M. officinalis biloba dalle corolle profumate, M.
macrophylla con fiori profumati color
bianco avorio... Gioielli altrove introvabili ma molto adatti
ai giardini italiani e mediterranei.
Assortimenti interessanti sono disponibili anche presso
il vivaio piemontese di Fiorella Gilli (Villanova d'Asti,
www.fiorellagilli.it) e presso i grandi vivai Torsanlorenzo
(www.vivaitorsanlorenzo.it).
Chi desidera acquistare esemplari di grande dimensione può consultare
gli specialisti toscani, come Piante Mati (Pistoia, www.piantemati.it)
la cui esperienza, supportata da adeguate attrezzature,
nonché da esemplari coltivati con metodi particolari,
consente realizzazioni 'estreme': di recente hanno piantato
una magnolia alta ben 8 metri al 6° piano di un palazzo
milanese!
Un
profumo che guarisce dalla tristezza |
Nel continente americano
le grandi magnolie sempreverdi hanno avuto un posto importante
nelle tradizioni dei nativi. Le popolazioni
indigene affidavano al potere dei fiori, espresso dal loro
intenso profumo, la capacità di guarire da vari malanni,
e dalle foglie si estraeva un infuso considerato febbrifugo.
In
Cina è stata documentata l'esistenza di un prontuario
farmaceutico di oltre 1.000 anni fa, nel quale si citava l'efficacia
della magnolia contro vari problemi, tra cui la tristezza.
E infatti i principi attivi estraibili da alcuni tipi di magnolia,
il magnololo e l'onochonolo, hanno proprietà ansiolitiche
e antidepressive. I fitoderivati di magnolia trovano quindi
impiego ancora oggi. L'onochonolo ha anche effetti positivi
sull'attività cardiaca, e di recente un gruppo di
studiosi di Atlanta ha dimostrato la sua efficacia per combattere
i
tumori, avviando una sperimentazione in tal senso.
Certo è che
un bagno rilassante tra vapori profumati alla magnolia non
può che dimostrare il suo potere antitristezza:
la fragranza dai toni sottili e pungenti incanta i sensi
e impregna la pelle con le note forti e gentili di questa
bella
pianta.
Coltivare le magnolie primaverili
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Poche
e semplici le regole di coltivazione per queste piante
robuste, poco soggette alle malattie, resistenti all'afa
estiva e all'inquinamento, capaci di vivere bene anche
in città. Una bella magnolia fiorisce ogni anno
nel cuore di Milano, proprio dietro al Duomo, e la
metropoli lombarda accoglie numerosi bellissimi esemplari
che,
insieme al glicine, rallegrano le giornate primaverili.
Nei climi freschi, con suolo tendenzialmente acido
e mai arido, con generose irrigazioni estive nei primi
due-tre anni l'attecchimento e lo sviluppo sono
favoriti, ma da adulta la pianta resisterà bene anche alla siccità estiva.
II bello delle magnolie primaverili è la loro chioma irregolare ammantata
di fiori: è dunque necessario lasciare spazio a sufficienza per un ottimale
sviluppo, anche perché è meglio potare il meno possibile; i tagli
si limitano esclusivamente alla pulizia da rami danneggiati o troppo sporgenti.
Le magnolie caducifoglie consentono un'ottimale illuminzione del suolo in inverno:
potrete quindi coltivare sotto la loro chioma fioriture precoci quali tulipani,
narcisi, crochi e anemoni, piante che sbocciano in simultanea con la magnolia
e poi vanno in riposo quando appare la fitta corona di foglie, che renderà però difficile
se non impossibile la crescita di un prato impeccabile.
In autunno, le foglie
coriacee cadono dopo aver assunto sfumature gialle: vanno raccolte subito perché difficilmente
si decompongono e non sono adatte al compostaggio se non in piccola proporzione
con altro fogliame, e solo ben tritate.
La riproduzione della magnolia non è faccenda per frettolosi. Il seme
germoglia con estrema lentezza e la riproduzione per margotta è altrettanto
lenta: si tratta però di una pianta ampiamente coltivata in Italia, e
i giovani esemplari hanno costi accettabili. Conviene, quindi, acquistare piante
già pronte per il trapianto nella posizione definitiva, in quanto non
amano i traslochi. |
Un
grande albero generoso e longevo
• La magnolia sempreverde a fiore estivo è un albero a grande sviluppo,
che può raggiungere i 20 metri (esistono anche forme nane, a crescita
lenta). Pianta resistente, tollera anche occasionali severe potature per conservare
una forma definita;
nei piccoli giardini è spesso usata nelle varietà coniche, che
però sono senz'altro meno belle rispetto agli esemplari lasciati a chioma
espansa.
• I fiori, profumatissimi, sono seguiti dalla formazione dei frutti simili
a pigne, che possono trovare impiego decorativo nelle composizioni floreali estive
e autunnali.
• Le belle e coriacee foglie durano sull'albero circa due anni, poi cadono;
il ciclo non è uguale per ogni foglia, pertanto il risultato è che
c'è una perdita con ricambio di foglie pressoché costante, più accentuata
in giugno-luglio con l'arrivo del caldo. Poco soggetta alle malattie, tollera
anche posizioni semiombreggiate, ma se volete avere tanti fiori, grandi e intensamente
profumati, trovate un luogo molto soleggiato e irrigate tanto, nei primi anni,
avendo cura d i evitare ristagni idrici radicali.
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Le
'pigne' della magnolia
La magnolia sempreverde, M. grandiflora, produce in estate, dopo la fioritura,
una sorta di pigna rugosa all'interno della quale sono racchiusi i semi, rossi
e lucidi, che diventano visibili in autunno. |
Un
trucco anti-gelo
Le magnolie a fioritura molto precoce, come la M. stellata e la fragrante 'Leonard
Messel', vanno piantate in zone protette dal vento e non esposte al sole del
primo mattino, che favorirebbe uno sviluppo dei boccioli troppo precoce e quindi
più soggetto all'azione del gelo. |
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