MANIFESTO PER LA TERRA E PER L'UOMO
di Pierre Rabhi

a cura di Ornella Ferrari Gigante (27 febbraio 2012)

 

Un grido di dolore e di intensa preoccupazione si leva dalle Ardèche: è Pierre Rabhi, che dalla sua amata terra cerca di renderci coscienti del tremendo pericolo che stiamo correndo. La Natura e la Storia dell'Uomo si sono divaricate in modo sempre più irreparabile e, se non riusciremo a farle nuovamente coincidere, ebbene, la Terra non sopravviverà.

L'autore elenca puntualmente i motivi di questa futura catastrofe, spiegando con grande chiarezza le cause di ogni disastro ecologico in atto. Il troppo benessere ha anestetizzato l'umanità che pensa, erroneamente, "che tanto il cibo ci sarà sempre". Grande, immenso errore! Ci vorrà davvero pochissimo tempo per mettere l'uomo in ginocchio se non cambia rapidamente la sua visione della vita perché, e questa è la verità più profonda che l'autore ci ricorda, "noi non dominiamo la natura".

I tragici ricordi delle donne del Sahel (Rabhi è nato nell'Algeria del sud), dei loro bambini scheletrici, dove la fame era la padrona della vita riaffiorano nell'autore quasi a monito di un tremendo futuro.

Questo autentico manuale per la sopravvivenza è un grido di speranza affinché la nostra intelligenza riconosca tutte le priorità che fanno la vita degna di essere vissuta: la preoccupazione per gli altri e per il loro futuro, la consapevolezze della condivisione di uno spazio vitale comune che non può e non deve essere distrutto. Dobbiamo ringraziare calorosamente l'Autore perché non saranno mai abbastanza gli avvertimenti e gli ammonimenti su questo argomento.

Rabhi elenca con grande attenzione tutte le catastrofi che l'uomo ha prodotto nell'agricoltura e no, e ci esorta, quasi con disperata reiterazione, a cambiare la nostra "moderna" visione della vita, perché moderna essa non è, è solamente suicida. Un mondo in cui pochi ricchi affamano miliardi di poveri dopo averli sfruttati e depredati di tutte le loro ricchezze, non è un mondo accettabile né tollerabile. Non deleghiamo ad altri le responsabilità che sono anche nostre: i politici vanno sorvegliati attentamente e fermati quando deviano dalla strada che avevano promesso di percorrere quando sono stati eletti. Abbiamo nelle nostre mani un potere immenso, usiamolo per fermare questa "fiesta" delle multinazionali che impongono la loro interessata visione a tutto e a tutti. Ritroviamo quell'impegno, quella voglia di riprendere in mano il nostro destino, anche se questo è scomodo e faticoso.

Questo libro, che è polemico ma anche lirico nel suo immenso amore per la terra, dovrebbe essere adottato nelle scuole superiori per indicare ai giovani gli errori commessi e quali sono le vie da seguire e promuovere. Dobbiamo imparare nuovamente a fremere ed indignarci,a ribellarci e a resistere, come ci esorta Stéphane Hessel, un altro scrittore francese, novantenne pieno di energia, combattivo e pugnace, "Indignez-vous!" .