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(Il
Giardino Fiorito, gennaio-febbraio 2007)
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Dal
volume, capitolo 2.
Progettare e programmare nel proprio giardino.
Ma avanti di piantar, e priacchè il seno
Della terra innocente abbia impiagato
L'imprudente roncon, marrone, o sarchio,
Per donare al giardin più dotta forma
La natura di voi più dotta e saggia
Procurate studiar, e vi sia esempio.
Quante volte, movendo i tardi passi
In preda a' tuoi pensier ne più solinghi
E infrequenti luoghi, una veduta,
Che ispirava l'orror, leggiadra e gaia,
Il tuo sguardo fermò, t'arrestò i passi?
E lo stanco pensier con l'occhio aperto
Ti gittò in un profondo e dolce oblio,
Che mille ti dipinse immagin grate?
Ora di questi aspetti i più parlanti
Tratti, per quanto puoi, tu marca, e piglia,
E i campi ad abbellir dai campi impara.
Jacques Delille (1738 - 1813),
trad. dal francese di A. Grazia
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Spesso
ho l'impressione di non essere una persona del tutto gradevole.
Almeno non in tutte le circostanze. Sono litigioso
e a volte tratto male la gente solo per il gusto di sfogarmi;
faccio dispetti alle auto che trovo parcheggiate sul marciapiede
sotto casa;tiranneggio dispoticamente i partecipanti alle
mie gite. Mi è capitato perfino di cercare di investire
con l'automobile alcuni giovanidoggi che, all'uscita
da uno stadio o in cammino verso un Heineken Jammin' Festival,
si rifiutavano di lasciare il passo a persone di una cerca
età, e rispettabili, come me. Ne sa qualcosa la Giovanediva
che, quando comincia a fiutare aria pericolosa o mi vede
un tantino eccitato, fa di tutto per
distrarmi e farmi pensare
ad altro.
Eppure, nonostante questo caratterino, evidentemente a
qualcuno riesco ad essere simpatico, se è vero che ho
amici e amiche che mi amano tanto da venirmi a trovare da Bari,
da Palermo, Torino e da altre città non proprio a portata
di mano.
A Gaeta, per esempio, c'era Nicolina,
un po' più giovane di me, che mi pescò attraverso
il mio sito. Chiedeva consigli su quali piante utilizzare
per creare, di fianco al suo albergo, un giardino di flora
mediterranea.
L'idea di una collezione privata che rasentasse il concetto
dell'Orto
botanico mi
piacque e le risposi con un lungo elenco, e con consigli
su come muoversi e dove acquistare alcune delle piante che
le avevo suggerito.
Fui invitato a Gaeta per una breve
vacanza durante la quale l'aiutai nella definizione esatta
delle specie da cartellinare. Nicolina era una persona
non comune, capace di mettersi in polemica con l'amministrazione
locale per il permesso di recintare, a sue spese, un pezzo
di duna litoranea, su cui qualche raro Pancratium maritimum resiste,
impavido ma, stentato, al calpestio del turista becero, assieme
ad alcuni Eryngium e ad altre piante da duna, molte
in via di estinzione.
Quando andammo a trovarla,
la Giovanediva e io, la prima cosa che volle mostrarci non
fu né l'albergo, né il giardino mediterraneo,
né la camera
che ci aveva riservato, ma ci condusse in spiaggia a vedere
un pezzo di falesia, a picco sul mare, su cui, in un anfratto
protetto alla vista e di conseguenza al riparo da maldestre
turistiche spogliazioni, nascevano spontanee cinque-sei pianticelle
di Campanula fragilis e alcuni graziosi garofanini
selvatici che - forse imprudentemente - pensai di poter classificare
come Dianthus monspessulanus.
Oggi
la sua collezione, lungi dall'essere completa, si è ampiamente
arricchita e Nicolina mi ha annunciato che sta lavorando
alla creazione di un CD per gli ospiti dell'albergo, con
l'elenco e le foto di tutte le piante presenti nel giardino,
ognuna
rigorosamente col suo bel nome scientifico.
Mi pare una
cosa molto carina, e sembra che anche i clienti la pensino
così, tanto che molti, ognuno a modo suo, pare si stiano attivando
per fare qualcosa di simile.
Questa del collezionare piante secondo temi predeterminati è una
cosa che io ho sempre molto amato, e raramente ho progettato
un giardino in cui non figurasse una zona dedicata a qualche
raccolta di piante legate tra loro da parentele o affinità di
esigenze.
Molti
maestri, a partire dal grande amatissimo Pizzetti, si proclamano
contrari o comunque non amanti del collezionismo.
Io però credo che tra tutte le attività scientifiche
che noi giardinieri possiamo praticare, sia basilare proprio
questo raccogliere piante in un limitato ambito spaziale,
confrontarne esigenze e caratteristiche, trovarne i tanti
aspetti in
comune, e nello stesso tempo marcarne le differenze, a
volte sostanziali, ma molto spesso tanto esili e impercettibili
da apparire trascurabili.
Se dunque è l'essere entità pensanti
a permetterci di proclamare il nostro orgoglioso cogito
ergo sum, perché - se il collezionare costituisce
una delle basi del pensiero scientifico - non porre anche
questa attività a riprova del nostro esistere? Il
sillogismo viene da sé.
Ma da che cosa può partire una collezione di piante?
Non ci sono regole né limiti. Una delle mie manie è sempre
stata quella della raccolta di ortensie, dalle nane Hydrangea
chinensis, alle quasi arboree Hydrangea quercifolia,
all'esoticissima
Hydrangea oamacha dalle cui foglie essiccate si
ricava un gradevolissimo infuso simile ad un tè dolce,
fino alle rampicanti: Hydrangea petiolaris a fiore
bianco e
Schizophragma hydrangeoides dal bel fiore rosato
(un'ottima possibilità di collezionare bellissime
ortensie si ha sfogliando il catalogo - sempre arricchito
con nuove specie
e varietà provenienti dal Giappone — del vispissimo
vivaio Paoli-Borgioli di Firenze Scandicci. Sono due ragazze,
Rita e Alessandra, di grandi meriti.
Ma si possono raccogliere
anche decine e decine di hosta, distinguendole per l'altezza,
per i colori e le forme diversissime delle foglie, per l'epoca
di fioritura.
Si possono creare aiuole solo con ellebori
o con iris o con lillà (Syringa spp.) in
decine e decine di specie e varietà. Si può lanciare
una sfida alla natura e abbellire quella zona senza mai un
filo
di sole, che e stata recentemente definita il buco nero
dove scompare la qualità del nostro giardino,
raccogliendovi tutte le piante da ombra che troviamo nei
cataloghi dei
vivaisti, o nei boschi durante passeggiate in campagna e
in montagna.
In questi giorni, poi, sto godendo di una ghiottissima
occasione che non mi sono lasciato sfuggire. Sto realizzando
il progetto di un grande giardino in Calabria, quasi sull'estrema
punta meridionale e mi trovo, in favorevolissima posizione,
un fazzoletto di terra rivolto a sud e protetto su tre lati
da un muro in sasso alto 4-5 metri. È il pezzo di
terreno che divide la casa dalla piscina, attraverso il quale
si snoda il sentiero per arrivarvi.
La mia idea e stata di
crearvi una collezione di frutti esotici e tropicali.
Banane (Musa cavendishii, Musa ensete e Musa
paradisiaca),
mango (Mangifera indica), papaia (Carica papaya),
grenadilla (Passiflora edulis), annona (Annona
nutricata), guava (Psidium
guajava), avocado (Persea gratissima), litchi
cinese (Litchis
chinensis}, anacardio (Anacardium occidentale)
dalle squisite noccioline; e
Hovenia dulcis, uno strano elegante alberetto che
produce fruttini non commestibili. Squisiti invece sono,
carnosi
e sapidi di
dattero, i piccioli, dalla curiosa forma zigzagante, che
pare disegnata al computer.
Mario
Cacciari |
Romagnolo,
nato ad Imola (Bo) nel 1939.
Dopo la maturità classica, mi dedico agli studi di Architettura presso
la Facoltà di Venezia, dove godo degli insegnamenti di maestri come Carlo
Scarpa, Ignazio Gardella, Giuseppe Samonà, Franco Albini, Bruno Zevi,
Ludovico Belgioioso, Mario Deluigi.
Nei primi anni '70, trasteritomi da qualche
tempo a Bologna, apro lo studio L'Archipenzolo e da libero professionista mi
occupo di design e di architettura degli interni e dei giardini. Ho così la
possibilità di curarmi della progettazione d'interni in complessi prestigiosi
come la nuova sede centrale dell'assicurazione Unipol, per la quale disegno
un'importante linea di arredi di rappresentanza.
Oltre alla progettazione anche
dei giardini di questo edificio, la mia attività di paesaggista si estende,
con svariati interventi su ville e condomini, nell'area bolognese e ferrarese.
Inizio timidamente qualche rapporto epistolare con Ippolito Pizzetti, che in
quegli anni cura una innovativa rubrica settimanale su L'Espresso.
In tempi più recenti, ripresa la cittadinanza imolese, mi occupo esclusivamente
di giardini, ed affianco al lavoro di progettazione anche l'organizzazione di
un corso per conto della cooperativa culturale Università Aperta, la redazione
di una rubrica mensile su un periodico locale, la gestione, dal gennaio 2000,
di un mio sito su Internet (www.nelgiardino.it) e, nell'anno appena trascorso,
la
fondazione di un circolo di appassionati imolesi che in breve arriva a contare
circa novanta soci.
Ultimi lavori che amo citare: un ampio giardino/frutteto in Calabria e la progettazione
di un parco pubblico attrezzato, per un grande centro commerciale (Mali) in Romania,
inaugurato nel settembre 2005. |
POLLINE & VERDE
Riflessioni di un giardiniere
di Mario Cacciari
Edizioni Pendragon
ed. 2006; formato cm 14x21
Pagine 152+32 ft;€ 15.00
(ISBN 88-8342-467-0)
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