LA CONOSCENZA BIOLOGICA DEI PROBLEMI
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Piante di Heidetraum
(Noack, 1988) a due anni dall'imianto
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Peggio
ancora per gli antiparassitari: l'unica arma veramente efficace
per eliminare un insetto è la conoscenza: delle
sue abitudini, preferenze, debolezze. La maggior parte delle
sostanze chimiche rappresenta una forma molto rudimentale di
competenza; anche se prodotto in laboratorio e quindi frutto
dello studio e della ricerca umana, una dose di malathion,
per esempio, non si equiparerà mai alla sofisticata
e precisa conoscenza degli afidi posseduta da una coccinella:
questo minuscolo essere non è particolarmente evoluto,
ma una cosa la sa fare molto bene: catturare giornalmente una
cinquantina di afidi senza arrecare danno a nessuno. Per fortuna
siamo tornati a quello che viene definito «controllo
biologico» che consente di non appesantire ulteriormente
l'aria che respiriamo;
riavvcinandoci alla saggezza grandemente più estesa
che la natura possiede riguardo i suoi meccanismi, molto superiore
a tutta la nostra istruzione «scientifica». Ma
si puo fare ancora qualcosa di più. Le ricerche condotte
dagli ibridatori in questo senso sono rigorosissime: lo scopo è quello
di ottenere varietà che non siano più soggette
ad ammalarsi e per questo non solo vengono scelti genitori
che abbiano dimostrato la loro immunità, ma le stesse
discendenze, prima di essere introdotte in commercio, sono
messe per lunghi anni sotto osservazione: assolutamente non
trattate, queste si devono comportare assolutamente bene, non
presentare cioè alcun segno di malattia. Meno male,
c'è da dire, ma potremmo anche obbiettare che così non
avremo piu occasione di esercitare la nostra idea ecologica
- no ai pesticidi, ma anche no alle coccinelle - e che ne faremo
di tutte le altre varietà di rose che disgraziatamente
ancora si ammalano? Non sarà anche il caso di rivedere
il nostro concetto di malattia in giardino (e non solo?)
AUTOPULENTI E POTATURA MECCANICA
Le
rose da paesaggio devono essere «autopulenti»,
devono cioè portare naturalmente ad essiccazione il
fiore con il suo peduncolo che altrettanto naturalmente, cadrà al
suolo rendendo superflua la potatura manuale del fiore sfiorito
per favorire la successiva fioritura. Impiegate nel verde pubblico,
grandi spazi, scarpate o siepi spartiraffico, queste varietà eliminano
di fatto ore di lavoro e quindi fanno risparmiare denaro.
E tutta la differenziata operazione di potatura che le rose
coltivate nei nostri giardini richiedono, viene di fatto resa
inutile. E' possibile effettuare potature meccaniche in qualsiasi
periodo dell'anno, gestendo le rose come un normale cespuglio,
o siepe.
Sicuramente comodo, vista e considerata la densità di
impianto, è impensabile addentrarsi in una intricata
massa di rami, in più spinosi, con le sole cesoie! L'obbiettivo
finale, Ordine e Pulizia, è raggiunto, la vetrina sarà sempre
bella, la «performance» altrettanto alta.
Un motivo
di preoccupazione da parte degli appassionati giardinieri, è la
repentina e inaspettata comparsa dei polloni, o selvatici.
Se presi in tempo e se originati da un punto relativamente
superficiale, non è difficile strapparli, ma se nascono
dal profondo e già avessero raggiunto un buon diametro,
i rami del portainnesto sono capaci di far imprecare anche
il più paziente e sereno dei giardinieri. Buttarsi carponi
sotto un cespuglio e cominciare ad andare alla ricerca del
punto da cui nascono, può essere impresa che dura parecchio
e i manuali lo scrivono chiaro:
vanno Estirpati e guai a Tagliarli! I maledetti
ricresceranno più forti e più grossi di prima,
intendendo quel taglio come potatura e non come Eliminazione
Definitiva.
Come rimediare a questo inconveniente enorme se si pensa al
disagio estetico ed economico? La riproduzione per talea garantisce
esclusivamente il ricaccio dei rami buoni. In questo contesto,
la funzionalità deve giustamente e opportunamente prevalere
su altre considerazioni.
UNA SORTA DI CONSUMISMO ESTETICO
La
rifìorenza. Esistono rose che rifioriscono, ossia
che fanno susseguire le fioriture in modo più o meno continuo;
altre che dopo la prima abbondante fioritura primaverile,
pensano alla loro naturale sopravvivenza producendo, come
tutte le altre piante arbustive, i frutti. Se volessimo vestire
i
panni dei puristi, potremmo dire che l'introduzione del gene
della rifìorenza da parte delle rose provenienti dall'Oriente all'interno
del patrimonio genetico delle rose antiche europee, è stato
forse il primo segnale di una sorta di industrializzazione
e consumismo estetico, all'interno del mondo delle rose.
I sostenitori della purezza della specie sono stati diversi
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pensiamo subito a Gertude Jekyll quando si chiedeva:
«Perche aspettarsi la rifiorenza dalle rose,
quando non ce l'aspettiamo dai rododendri o dai lillà?»
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Altarir
(Barni, 2000) una varietà ideale non solo
per il verde pubblico ma anche per quello privato.
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Da allora molto tempo è passato e i cataloghi degli
ibridatori ci hanno abituato ad una tale ricchezza
e varietà di
forme, colori, profumi, da rendere possibile il soddisfacimento
di qualsiasi desiderio. E in più, anche le forme
«antiche» del
fiore possono riproporsi su una pianta «moderna» intesa
nella sua capacità di rifiorire. Figurarsi se
una caratteristica così evidente, non diventi importantissima
in un contesto di
abbellimento di spazi urbani. La capacità di
produrre fiori fin dai primi cenni di primavera e di
prolungarsi ben
oltre l'autunno (ancora più prolungata nelle
zone dal clima mediterraneo), è un must, diremmo
in gergo pubblicitario.
LA
RICERCA DI NOVITÀ «ESALTANTI»
Le
rose moderne peccano di eccessiva modernità? Paradossalmente,
potremmo dire che è la novità la grossa parte
del loro problema. Il consumismo del ventesimo secolo ha scoperto
le rose e ha deciso di che cosa c'era bisogno dopo secoli di
felici coltivazioni attraverso programmi di innovazione, ricerche
di mercato, pubblicità, slogan: «La freschezza
di ogni tempo», «La vigoria, il profumo, i colori», «La
bella della città», «un vero decollo», «II
bianco per tutta la sua durata», «La pienezza
della gioia, della vita, dello charme»...
Sembra che l'industria delle rose si stia modellando secondo
l'industria della moda, dello spettacolo. Ogni anno vengono
introdotte centinaia di varietà «esaltanti»,
pronte ad essere rimpiazzate da altre ancora più esaltanti,
l'anno successivo. E' come se il mondo poetico definito dalle
rose si stia configurando nei motivi stessi per cui si crea
e si lavora in un giardino, quelli cioè dettati dal
desiderio di fuga da questo tipo di mentalità.
Non è importanfe (credo) rispondere in maniera definitoria
a tutte queste domande, che più che domande sono, o
perlomeno ho cercato che fossero, considerazioni, osservazioni
il più possibile concrete.
DIALOGO TRA PUBBLICO E PRIVATO
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Cubana, una nuova cultivar di Kordes dal colore insolito,
autopulente |
Non è neanche
il caso di creare o alimentare fronti contrapposti, quanto
piuttosto stabilire quello che meglio
si adatta ad ogni situazione; in altre parole sarebbe incongruo
progettare un'aiola spartitraffico come fosse il giardino
di casa nostra (anche se fuori Italia molte di queste aree
lo sembrano proprio...), né fare del nostro giardino
un lotto di parcheggio del supermercato.
Se
però esistesse, come certamente esisterà,
una se pur piccola zona in cui queste due situazioni potessero
convergere a beneficio nostro e delle piante, forse sarebbe
il caso di individuarla. Se il «pubblico» non vuole
o non può concedersi il lusso di fare del «privato» non potrà neanche pretendere di diventare il nostro modello
o di poterci in qualche modo suggerire soluzioni stimolanti.
E' questa forse un'occasione di dialogo sprecata?
CONVEGNO
INTERNAZIONALE |
Le
rose moderne da paesaggio
Utilizzo, gestione, propagazione e scelta varietale
Faenza - 7/8 ottobre 2004 |
Giovedì 7
ottobre - Moderatore Helga Brichet - Past President
of The World Federation Rose Societies
-
Le rose coprisuolo per la valorizzazione del paesaggio
in Spagna: Martiria Figueres - ASPECTE, Banyoles;
Institut Municipal del Ayuntamiento de Platea d'Aro,
Girona
- Le rose da paesaggio nel restaurato «Roseto
Cervantes» e nei parterre
della città di Barcellona: Patrizia Falcone - Area de Proyectos
y Obras de Parcs i Jardins de Barcelona, Institut Municipal, Ayuntamiento de
Barcelona
- Le rose da paesaggio nel verde urbano in Germania: Bernd
Weigel - Verein Deutscher Rosenfreunde; The World Federation Rose Societies
-
II ruolo della rosa da paesaggio nel verde urbano in Italia: Elena
Accati Garibaldi - Università degli Studi di Torino
- Nuovi indirizzi per la gestione delle rose da paesaggio. Impianto,
potatura e concimazione: Alessandro Chiusoli - Alma Mater Studiorum,
Università di
Bologna
- L'irrigazione delle rose nei parchi pubblici in Israele: Dalit
Kaslassi - The Wohl Rose Park of Jerusalem
- Visita guidata alle prove di valutazione varietale di rose da paesaggio: Roseto "Raffaele
Mazzocchi" n Persolino (RA)
Venerdì 8
ottobre - Moderatore Ferdinando
Pimpini - Università degli Studi di Padova
- Propagazione, conservazione e qualità del materiale di partenza: Peter
Van de Pol - Università di Wageningen; P.P. Breeding
- Confronto fra cultivar di rose da paesaggio coltivate in condizioni
di bassa manutenzione. Risultati di un triennio di sperimentazione svolta
presso il
Roseto "Raffaele Bazzocchi" di Faenza: Maria Eva Giorgioni
- Alma Mater Studiorum, Università di Bologna
- Le novità varietali. Indirizzi del miglioramento genetico
delle Aziende: Rose Barni (Beatrice Barni), W. Kordes Sohne (Thomas
Prol), Meilland International (Jacques Mouchotte), Tautau Rosen (Jana Weigant)
- Difesa fitopatologia tradizionale e biologica: Stefano
Caroli - Comune di Faenza (RA) |