LA
SIGNORA DEI MELI
(da
Gardenia, marzo 2005)
Basta
con gli insetticidi: per debellare Melolontha melolontha,
o maggiolino, un coleottero le cui larve si nutrono delle
radici di diverse speciearboree, tra cui i meli, scende in campo
l'ingegneria genetica. Un'équipe guidata da Barbara
Basso,ricercatrice del Cnr e docente di botanica
all'Università Statale di Milano, sta cercando di produrre
piantine di melo geneticamente modificate, indigeste all'insetto.
"Si tratta di portinnesti", spiega Barbara Basso,
"e cioè di piantine sul cui tronco dopo uno-due
anni di vita viene innestata la varietà di melo che si
vuol mettere a frutto.
In questo modo è Ogm solo la radice della
pianta, non la sua parte aerea. E quindi i frutti che ne nasceranno
sono assolutamente uguali a quelli cresciuti su portinnesti
non transgenici". La resistenza a Melolontha melolontha
è stata ottenuta inserendo nei meli un gene di Arabidopsis
thaliana, pianta della famiglia dei cavoli. Il gene fa produrre
ai meli una proteina che blocca la digestione dell'insetto,
inducendolo a nutrirsi di altro. La ricerca rischia però
di non essere portata a termine: i finanziamenti languono
da sette mesi.