L'ORIGINE
DELLE ROSE GALLICHE
di François Joyaux
Il gruppo delle rose galliche presenta due caratteristiche del
tutto eccezionali. Da una parte, è uno dei rari gruppi
importanti di rose antiche che derivano da una rosa botanica
chiaramente identificata, la Rosa gallica, e non da una
varietà orticola dalle origini più o meno
oscure, come le Centifolia, le Damascena, le Cinesi,
eccetera. D'altra parte, tutti i gruppi che hanno fatto la loro
apparizione nel periodo moderno, vale a dire nel diciottesimo
secolo e soprattutto nel diciannovesimo secolo, hanno preso
a prestito dal gruppo delle galliche una parte del loro capitale
genetico. Sono queste due caratteristiche che conferiscono a
questo gruppo un posto centrale nella filogenesi delle varietà
orticole e che spiegano il perché una parte non trascurabile
delle ricerche scientifiche in questo campo verte sulle galliche.
DALLA
SPECIE BOTANICA ALLA MEDICINALE
Con le galliche, è dunque possibile partire dalla specie
botanica fondatrice del gruppo: Rosa gallica. E' una
specie che mostra una grande varietà fenotipica, in particolare
per quello che riguarda il colore. D'altronde è una specie
molto allogama: il numero d'ibridi interspecifici di Rosa
gallica è molto elevato: citiamo tra i più
conosciuti, Rosa macrantha, Rosa francofurtana,
Rosa dupontii, ecc. Tutte caratteristiche che contribuiscono
alla gran diversità della sua discendenza orticola.
L'area
d'espansione della Rosa gallica è molto vasta,
si estende dall'Asia Minore alle coste Atlantiche, dalla Scandinavia
ai confini del Mediterraneo. Nella stessa Francia, era diffusa
sino al diciannovesimo secolo, ma tende oggi a diventare sempre
più rara, a tal punto da essere stata inserita nella
lista delle piante protette nel 1982.
Uno dei motivi d'interresse delle galliche è che, partendo
da questa specie botanica, si può ricostituire in modo
abbastanza preciso sia la filogenesi sia la storia del gruppo.
La prima tappa fu la comparsa della Rosa gallica 'officinalis',
o se si preferisce, la "Rosa degli speziali"
o "Rose de Provins", dove quest'appellativo
è stato utilizzato per designare (abusivamente) l'insieme
del gruppo orticolo. Rosa gallica 'Officinalis' sembra
derivare direttamente da Rosa gallica tramite duplicazione,
con un numero di petali che passa da 5 a 15-20, il fiore che
diventa più grande, ed in generale una pianta che acquista
forza e diventa più grande. La letteratura corrente presenta
spesso Rosa gallica 'Officinalis' come una semplice mutazione
di Rosa gallica. Tuttavia, sarebbe interessante sapere
se non ci siano ugualmente state delle ibridazioni (senza poi
parlare delle modificazioni morfologiche dovute alla semplice
messa in coltura): da quanto ne sappiamo, non e stata condotta
nessuna ricerca su questo punto.
Sul piano storico, questo passaggio da Rosa gallica a
Rosa gallica 'Officinalis', illustra la fase del passaggio
della rosa selvatica alla rosa coltivata a fini medicinali.
In effetti, si conoscono
i numerosi impieghi di questa rose nelle varie medicine tradizionali
che avevano capito le virtù astringenti e toniche. Da
Plinio il Vecchio ai medici del diciannovesimo secolo, non
si smise mai di vantare i meriti di questa rosa che era dunque
coltivata nei giardini dei semplici e non nei giardini
d'ornamento.
LA
ROSA GALLICA IN FRANCIA
Tuttavia, qui sorge una domanda: a partire da che epoca si è
avuto la disponibilità di Rosa gallica 'Officinalis'?
Tradizionalmente in Francia si fa risalire la sua introduzione
per merito di Thibault IV, detto Le Chansonnier (1201-1253)
re di Navarra e Conte di Champagne e di Brie, più precisamente
al suo ritorno dalle Crociate attorno al 1240. Questa è
una spiegazione puramente "romantica", avanzata da
Opoix, speziale di Provins e gran difensore della "Rosa
di Provins", nella sua 'Storia e descrizione della
città di Provins', ma che non si fonda su nessuna
fonte certa. D'altronde, secondo altre fonti, la "Rose
de Provins" sarebbe stata introdotta in Francia al
tempo del "buon re René", vale a dire nel XV
secolo. In verità ignoriamo totalmente in quale epoca
nacque questa rosa. Alcuni autori ritengono che fosse già
conosciuta in epoca romana e che corrisponderebbe alla "Rose
de Milet" citata da Plinio il Vecchio. Diversamente,
il manuale di medicina intitolato 'Rosa gallica', pubblicato
da Champier a Parigi nel 1514, illustra ancora la specie botanica
a cinque petali e non la Rosa de Provins. L'incertezza
è dunque
totale.
DALLA
OFFICINALIS ALLA VERSICOLOR
La seconda fase significativa è il passaggio da Rosa
gallica 'Officinalis' a Rosa gallica 'Versicolor',
cioè da una rosa coltivata nei giardini dei semplici
per le sue proprietà medicinali ad una rosa apprezzata
ormai solamente per la sua bellezza.
Una volta ancora, sorge la questione che dovrebbe essere oggetto
di ricerca. In effetti con il nome di Rosa gallica 'Versicolor',
s'indicano due rose diverse. Da una parte, si trovano, anche
se raramente, allo stato naturale, degli esemplari di Rosa
gallica (5 petali) con colore mutato, queste hanno delle
striature porpora e bianche, e sono dunque Rosa gallica 'Versicolor'
selvatica. D'altra parte, esiste la varietà nota a tutti
gli amatori di rose antiche, cioè la Rosa gallica
'Versicolor' orticola a 15-20 petali. Quest'ultima è
anch'essa presentata come una mutazione di Rosa gallica 'Officinalis',
cosa effettivamente dimostrata dal fatto che su una stessa pianta
di Rosa gallica 'Versicolor' si possono trovare dei fiori
regrediti simili a fiori di Rosa gallica 'Officinalis'.
Sarebbe interessante sapere se Rosa gallica 'Versicolor'
deriva effettivamente da 'Officinalis' con mutazione
del colore, o se al contrario non provenga invece dalla 'Versicolor'
selvatica tramite duplicazione dei petali. Questo è un
punto che non sembra essere stato chiarito dalle ricerche genetiche.
L'epoca durante la quale apparve Rosa gallica 'Versicolor'
(orticola) è oscura quanto l'epoca nella quale apparve
'Officinalis'. Secondo alcuni archeologi italiani se
ne possono già vedere sugli affreschi (recentemente restaurati)
della "Casa del Bracciale d'Oro" a Pompei. All'altra
estremità della catena delle ipotesi, numerosi autori
citano delle date riconducibili alla fine del sedicesimo secolo.
Altri autori inglesi hanno anche proposto l'Inghilterra come
luogo di nascita, come Thomas Hanmer, che nel suo Garden
Book del 1659 sostiene che sarebbero apparse a Norfolk qualche
anno prima. Dobbiamo ammettere ancora una volta che non lo sappiamo.
Comunque sia con Rosa gallica 'Versicolor', si usciva
dai giardini dei semplici entrando nei giardini ornamentali,
cioè nella fase delle galliche orticole apprezzate solamente
per la loro bellezza. Cosa dimostrata ad esempio dai cataloghi
più antichi dei vivaisti che abbiamo a disposizione,
che non proponevano certamente questo fiore tra le piante medicinali,
come facevano
invece per l'Officinalis', ma tra i fiori ornamentali,
ad un prezzo più elevato.
LE ANTICHE GALLICHE OLANDESI
Lo sviluppo della creazione e della commercializzazione di galliche
ebbe inizio nei Paesi Bassi. Le varietà orticole, le
più antiche tra quelle ancora oggi in coltivazione, sono
in effetti originarie di questi paesi. Alcuni autori sostengono
che questa coltivazione delle galliche vi si estese già
dalla fine del diciassettesimo secolo. Questo rimane molto dubbio,
poiché un'opera come "Le Jardinier Hollandais",
pubblicato ad Amsterdam nel 1669, da Jan Van Der Groen,
sia in francese sia in olandese, che catalogava le varietà
(galliche ed altre) che si potevano trovare allora nei Paesi
Bassi, ne cita soltanto una ventina. Questo fatto è invece
accertato per la seconda metà del XVIII secolo.
Ivivaisti
di Francia introducevano queste rose, le coltivavano, assegnando
loro un nome francese (da qui i numerosi sinonimi) e le inserivano
nei loro cataloghi. Si ha notizia anche di alcuni vivaisti specializzati
nell'introduzione di varietà olandesi. Questo, ad esempio,
era il caso di Monsieur François, giardiniere del
Re, nel sobborgo Saint-Antoine a Parigi. Nel suo catalogo
del 1790 proponeva circa 200 specie e varietà, delle
quali molte avevano conservato il loro nome olandese: 'Fluwell
Roos', 'Groote Purper Roode' ecc., ma oggi è
molto difficile sapere con esattezza a che cosa corrispondessero.
Ma altre sono state annotate in francese ed alcune, galliche,
sono ancora coltivate; 'Bizzare Triomphant', 'Lustre
d'Eglise', 'Soleil Brillant', ecc. Questa tradizione
di galliche olandesi proseguirà sino all'inizio del XIX
secolo. Il grande collezionista parigino che era André
Du Pont (1756-1817) si riforniva in parte nei Paesi Bassi.
Gli archivi nazionali francesi riportando anche traccia d'ordinativi
fatti dall'Imperatrice Joséphine a vivaisti olandesi.
Si sa ad esempio, che la collezione di Malmaison contava
nel 1810, tra le sue
galliche, i "Rosier Yan Eeden" di un vivaista
di Harlem: Redouté ne fornirà un'illustrazione
nel volume II (1821) della sua opera "Les Roses",
con questo commento di Thory: "Magnifica varietà
di Rose de Provins, ottenuta da seme da Van Eeden, abile vivaista
di Harlem con la quale decorò nel 1810 i bei giardini
di Malmaison".
Anche dopo il primo Impero (1804-1814), numerose galliche continuarono
ad affluire dai Paesi Bassi, in particolare dalla regione della
città di Gand, che diventerà belga nel 1830: nel
1817, un catalogo come quello di C. Lanckman, della città
di Gand ne proponeva numerose (con il loro nome francese).
Nel 1828, un quarto delle galliche inventariate da N. Desportes
nel suo Rosetum Gallicum, proveniva ancora dai Paesi
Bassi. Ed in un certo modo è sempre questa tradizione
che sarà seguita da un grande ottenitore belga come Louis
Parmentier ad Enghien (1782-1847).
Tuttavia, dopo la conquista dei Paesi Bassi da parte della Francia
durante la Rivoluzione, la loro trasformazione in Repubblica
poi in Regno d'Olanda annesso all'impero, questa situazione
andò a modificarsi. Estromessi dal mercato britannico
a causa del blocco continentale, i vivaisti olandesi furono
presto costretti a piazzare la parte principale della loro produzione
in Europa, ma d'altra parte, i vivaisti francesi gli fecero
una notevole concorrenza e finirono con il monopolizzare la
creazione e la coltivazione delle galliche (e d'altre rose).
LE
ANTICHE OLANDESI ANCORA IN COLTIVAZIONE
Ma
torniamo alle antichissime varietà galliche che ci vengono
dai Paesi Bassi. Tra quelle di fine Settecento e primi Ottocento,
con origini olandesi certificate, con un'autenticità
dunque verosimile, ed ancora in coltivazione, citiamo qui:
- 'Belle Parade':dall'Almanach Guerrapain del
1811, ma che è probabilmente molto anteriore. Verosimilmente
introdotta in Francia da Descemet.
- 'Belle sans Flatterie': dipinta da Salomon Pinhas,
il miniaturista del castello di Napoleonshohe (Cassel, Germania)
nel 1806. Forse introdotta in Francia dal vivaista Godefroy.
- 'Bizzare Triomphant': nel catalogo François
(Parigi) già dal 1790.
- 'Carmin Brillant': forse una creazione di Corneille
Stegerhoek (Norwyck, Paesi Bassi), citata dal catalogo Du
Pont già dal 1813.
- 'Grande et Belle': Almanach Guerrapain del 1811.
- 'La Belle Sultane': introdotta da Du Pont prima
del 1811.
- 'Le Rosier l'Eveque': nel catalogo François
già dal 1790.
- 'Lustre d'Eglise': nel catalogo François
già dal 1790. Aveva come sinonimo "Pivoine des
Hollandais" (peonia degli olandesi).
-
'Napoléon': Vibert scrive nel 1822: "Le
rose conosciute qualche anno fa con il nome di Napoleone,
Marie Louise e Re di Roma, sono d'origine olandese.
- 'Ombre Superbe' nell' Almanach Guerrapain del
1811.
- 'Ornement de la Nature' : prima del 1814.
- 'Soleil Brillant' nel catalogo François
del 1790.
- 'Velours Pourpre': Almanach Guerrapain del 1811.
Forse una creazione di Stegerhoeck (Norwyck, Paesi Bassi)
IL
PRIMO GRANDE OTTENITORE FRANCESE DI GALLICHE:
JACQUES-LOUIS DESCEMET (1761-1839)
Come Du Pont e come l'Imperatrice Joséphine,
il primo grande ottenitore francese, che fu Jacques-Louis
Descemet, si approvvigionava probabilmente anche lui presso
ottenitori dei Paesi Bassi. Ma fu il primo, in Francia, a "seminare"
sistematicamente ed a mettere un numero importante di novità
in commercio. Abbiamo ricostruito nel dettaglio la sua biografia,
pubblicata nel 2000-2001 nel bollettino dell'Associazione
Rosa Gallica (n° 6-8).Nato
nel 1761, in una famiglia di giardinieri nel Giardino degli
Speziali di Parigi, Descemet s'installò a
Saint-Denis nel 1792 ed iniziò a "seminare"
verso il 1804. Dopo l'Impero, per motivi sia politici, sia finanziari,
lascerà la Francia e si esilierà ad Odessa dove
diventerà direttore del Giardino Botanico. Tra
le sue creazioni, tutte realizzate tra il 1804-1814, periodo
corrispondente esattamente al Primo Impero, le galliche occuparono
un posto preponderante. In totale, conosciamo i nomi di 214
delle sue creazioni: di queste, 147 sono galliche, il gruppo
di rose più popolare all'epoca. Oggi, di queste rose
ci restano 12 varietà dall'autenticità chiaramente
stabilita, altre 8 delle quali l'attribuzione a Descemet
non è ben chiara, e 5 delle quali è sicuramente
l'ottenitore,
ma dall'autenticità dubbia, e che nei fatti, non sono
forse più coltivate. Le galliche di Descemet delle
quali siamo più sicuri sono: 'Adèle', 'Agathe
Fatime', 'Agathe Nouvelle', 'Belle Biblis',
'Belle Flore', 'Belle Galathée', 'Belle Hélène',
'Belle Pourpre Violette', 'Imperatrice Joséphine',
'La Gloire des Jardins', 'Le Grand Sultan', 'Minerve'.
Queste varietà sono dunque le più antiche galliche
autenticamente francesi, le prime dunque a meritare pienamente
l'appellativo" Rose di Francia".
I
CATALOGHI DI VIBERT
Prima di esiliarsi in Russia, nel 1815 Descemet vendette
a Jean Pierre Vibert (1777-1866), vivaista
di fresca data installato a Chennevières-sur-Marne, una
gran parte della sua collezione e dei suoi 10.000 semi. Questo
acquisto fu il vero inizio di una carriera che si concluderà
ad Angers nel 1851. E' grazie ai primi cataloghi di quest'ultimo
che si conoscono con precisione gli ottenimenti di Descemet.
E come Vibert, durante la sua lunga carriera, metterà
in commercio una maggioranza di galliche: ce ne restano oggi
circa una sessantina. Così Descemet, e soprattutto
Vibert, furono durante l'epoca migliore delle galliche,
cioè durante la prima metà del XIX secolo, i due
grandi ottenitori di questo tipo di rose.
Altri vivaisti, metteranno in commercio delle galliche. Tra
questi dobbiamo citare almeno Miellez, Parmentier (Belgio)
Laffay, Mme Hèbert, ecc. Senza parlare poi di
diversi amatori come Roeser, Desprez, Gendron ed altri.
LA
COLLEZIONE DI "LA COUR DE COMMER"
In totale, possiamo stimare in almeno 2.000, il numero delle
galliche messe in commercio durante la prima metà del
XIX secolo. Di questo totale, meno di 300 sono ancora coltivate
oggi: la collezione completa si trova nel Roseto La Cour
de Commer.
Nel 1998 il catalogo esaustivo è stato pubblicato dalla
"Imprimerie Nationale" con il titolo "La
Rose de France", e nel 2000 è stata classificata
"collezione nazionale" dal "Conservatoire
français des collections végétales spécialisées"
(CCVS).
Grazie alla cooperazione del Laboratorio di Fitochimica dell'Università
di Lione, diretto dal Professor Jay, poi da M.
Heizman, direttore al Centro Nazionale della Ricerca
Scientifica, e di Mme Fernet, dell'Istituto Nazionale
di Ricerca Agronomica (stazione d'Angers), questa collezione
è oggetto di una ricerca genetica approfondita. Il DNA
di tutte le varietà esistenti è
stato estratto ed è stata redatta un'analisi dei componenti
principali. Questa ricerca è particolarmente interessante,
non soltanto perché verte su un gruppo chiave nella filogenesi
delle varietà orticole, ma anche perché ci risulta
che sia la prima volta che un gruppo di rose sia studiato nel
suo insieme. I primi risultati saranno pubblicati incessantemente,
con modi diversificati, per la comunità scientifica da
una parte e per gli amatori dall'altra.
Noi approfittiamo di quest'occasione per ringraziare tutti quelli
che hanno contribuito alla costituzione di questa collezione
ed al suo studio, in modo particolare, il signor Franchellin,
responsabile della Collezione di Haÿ-les Roses,
la signora Brumme, responsabile di quella di Sangerhausen
(in Germania), ed i signori Jay e Heizman già
nominati.