PARETI VEGETALI: EFFETT0 ANTISMOG
(Giardinaggio, aprile 2007)

L’inverdimento delle superfici verticali è un importante elemento decorativo, ma è anche un modo per sfruttare al meglio lo spazio approfittando delle proprietà coibentanti e del potere depurativo delle piante rampicanti.


Sono decorative e rasserenanti, consentono di sfruttare lo spazio verticale nei giardini e nei terrazzi molto piccoli. Ma soprattutto sono in linea con i dettami della bioarchitettura e con l'obbligo morale, per ciascuno di noi, di mettere in pratica strategie di risparmio energetico. Le pareti rivestite di rampicanti, anche su grandi superfici, costituiscono dunque una scelta 'intelligente' sotto molti aspetti.

Le perplessità più diffuse in merito al rivestimento della casa con un manto vegetale riguardano l'idea, peraltro infondata, che le piante rampicanti portino nell'abitazione umidità, insetti e lucertole.
E' un rischio davvero minimo, accettabile se si considerano i numerosi vantaggi che derivano dalla copertura di una parete con una vigorosa pianta rampicante. Gli ambienti risultano più freschi in estate, perché viene limitato il surriscaldamento dell'intonaco. Le forme sempreverdi, ad esempio l'edera a foglia larga, contribuiscono alla coibentazione invernale riducendo gli effetti del gelo. Infine, il rilascio di ossigeno dall'apparato fogliare sviluppato su ampie aree è consistente, così come l'azione depurativa nei confronti delle polveri in sospensione.

Questi benefici sono ormai scientificamente verificati e vengono applicati nel campo della bioarchitettura, soprattutto nel Nord Europa. A Norimberga, Dresda, Berlino e in numerose altre città tedesche e svizzere, i muri esterni degli edifici nei nuovi quartieri residenziali si coprono di verde: non è il frutto di una casuale preferenza dei proprietari, bensì di un progetto bioarchitettonico di ampio respiro, che mira a valorizzare le proprietà coibentanti delle piante e la loro capacità filtrante nei confronti di alcuni inquinanti dell'aria.
I bioarchitetti d'Oltralpe, da sempre all'avanguardia nella ricerca e applicazione di soluzioni ecosostenibili nell'ambiente urbano, considerano questa formula di rivestimento vegetale un fattore determinante per la qualità di vita in città.

Sono nate, perciò, specifiche tecnologie che permettono di favorire l'ancoraggio delle radici dei rampicanti alle pareti di una casa o di un palazzo, al fine di favorirne il rapido e vigoroso sviluppo: particolari sistemi di fili d'acciaio a traliccio, progettati appositamente per i tralci rampicanti della vite canadese, dell'edera, del glicine e di altre poderose piante in grado di salire fino ad altezze considerevoli. La tecnica di inverdimento verticale messa a punto in Germania prevede anche particolari opere edili in prossimità delle zone in cui verranno messe le piante, per favorirne l'impianto e lo sviluppo: il verde nasce dunque insieme al progetto originario dell'insediamento, casa privata o condominio, nell'ottica di un approccio complessivo alla qualità dell'abitare.

Un arazzo di fiori per il risparmio energetico
Bisogna davvero esser grati a Monsieur de Bougainville, che portò in Europa, a fine '700, l'arbusto rampicante più spettacolare e straordinario per i climi miti. Una parete fiorita come quella dell'immagine qui sopra è però privilegio esclusivo delle zone in cui l'inverno è generoso. La superficie coperta da un singolo esemplare arriva a superare i 10 mq in condizioni opportune. Si tratta di una pianta longeva, che richiede pochissime cure. Per la manutenzione di esemplari a parete, occorre prevedere una potatura di pulizia ogni anno a gennaio-febbraio. La buganvillea accetta anche potature drastiche, ma dopo un intervento severo occorre concimare abbondantemente con sostanza organica e non far mancare acqua. Per tutta la stagione estiva, una copertura di questo tipo contribuisce al risparmio energetico: gli ambienti interni rimangono più freschi e si riduce la necessità di azionare i condizionatori al massimo.

 

La parete vegetale: verde o fiorita

Se non ve la sentite di partire con un progetto importante e 'scientifico', per coprire l'intero palazzo o villetta in cui abitate, potete sempre prendere in considerazione la possibilità di sfruttare qualche parete per trasformarla in un arazzo vegetale. I benefici sono numerosi, sia sul piano estetico che su quello del microclima che si viene a instaurare laddove non c'è più il fastidioso riverbero del sole sull'intonaco o sulla pietra.
Le possibilità di scelta sono molto ampie, e prevedono risposte anche per chi desidera avere fiori decorativi. A tale proposito, però, va chiarito che non esistono piante rampicanti capaci di rimanere fiorite per mesi, a esclusione della buganvillea al Sud. Può risultare dunque interessante l'idea di coprire lo spazio disponibile con due o più specie diverse, allo scopo di alternare le fioriture e prolungare nelle stagioni la bellezza della parete vegetale. Bignonia, bouganvillea, gelsomino vero (Jasminum) e falso (rincospermo), glicine, caprifoglio e passiflora sono disponibili in una grande varietà di colori e offrono, in particolare se combinate fra loro, affascinanti opportunità decorative.
Quanto alle piante da foglia, forse sono meno spettacolari, ma la loro funzione 'antismog' è accertata ed efficace. Le migliori prestazioni, sotto questo aspetto, sono svolte dalle specie con foglia grande, come la vite americana (Parthenocissus tricuspidata o Ampelopsis veitchii) e l'edera. La prima, insieme alla cugina 'canadese' (Parthenocissus quinquefolia) offre il valore della colorazione autunnale, che è più intensa sulle piante esposte in pieno sole. Poiché ha la tendenza a spogliarsi precocemente in autunno, conviene non far mancare acqua in estate, fattore che contribuisce a spostare di alcuni giorni il momento della caduta.

Far fiorire una parete: 4 soluzioni insolite
Ceanothus thyrsiflorus,
è una soluzione affascinante
per rivestire un'area verticale
con fiori blu in maggio-giugno.
È un arbusto sarmentoso
i cui rami vanno fissati a
un grigliato (non sono autoportanti).
Il fogliame verde, bianco e
rosa di Actinidia kolomikta,
una stretta parente del
comune kiwi: adatta a
pareti in penombra o
con sole la mattina.
Per climi miti,
la bizzarra fioritura
dell' Aristolochia, che
copre rapidamente le pareti
con il suo largo fogliame.
Nelle zone con inverno
freddo è consigliabile
Hydrangea petiolaris
,
ortensia rampicante robusta
e di veloce sviluppo.

... ma come si arrampicano?
Prima di fare la vostra scelta, è bene documentarsi sulle modalità con le quali le specie da voi preferite si arrampicano sul muro. Da ciò, infatti, dipendono il vigore, il portamento e il tipo di manutenzione richiesta.
Le specie rampicanti hanno tanti metodi diversi per arrampicarsi. Quelle autoportanti, come l'edera, hanno robuste radici aeree per attaccarsi al supporto. La vite canadese utilizza vigorosi viticci e radichette simili a ventose.
Sia le piante autoportanti sia quelle munite di viticci hanno bisogno, all'inizio, di un supporto per meglio aderire a muri e tralicci. In seguito risultano del tutto autonome, al punto da diventare invadenti perché sono in grado di arrivare ovunque anche a grandi altezze, dove risulta complesso intervenire con il lavoro di potatura.
Altri rampicanti, invece, si attorcigliano ai loro ospiti o su di un supporto, tramite vari accorgimenti.
Per esempio, il fusto può torcersi in senso orario nel caprifoglio (Lonicera) o antiorario come nel glicine comune (Wisteria sinensis), mentre i piccioli delle foglie sono utilizzati dalle clematidi per avvolgersi attorno al supporto.
Il pisello odoroso (Lathyrus) impiega viticci sensibili al contatto per avvicinarsi al supporto.
Infine, le specie che non hanno meccanismi naturali di arrampicamento necessitano di grigliati sui quali indirizzare di volta in volta e fermare i tralci. Molte rose sarmentose, ad esempio, si comportano da 'rampicanti', ma in realtà hanno bisogno del nostro aiuto per fissare i rami sul supporto.
I supporti più classici sono i grigliati e le reti (di metallo o plastica). Entrambi sono più funzionali se leggermente distanziati dal muro.
Utilizzate legacci a intervalli regolari per distanziare i tralci e limitare il rischio di un loro affollamento eccessivo, soprattutto nelle fasi giovanili.

Un muro di carpino
Qui a sinistra, una soluzione dawero inconsueta. Il carpino non è un rampicante ma ha la caratteristica di lasciarsi potare e condurre in forme diverse, fino a formare archi, come nel giardino della Reggia di Colorno a Parma, dove è stato piantato pochi anni fa nel corso dell'importante restauro storico del parco. Qui il carpino è stato fatto crescere su un supporto sagomato per ottenere una parete vegetale che al ruolo protettivo associa un'indubbia, e sorprendente, funzione estetica.

La parete fiorisce in rosa
Qui a lato: fioritura di tamerice (Tamarix gallica) addossata a un muro esposto a sud. In questo modo la pianta, sensibile ai freddi intensi e alle gelate primaverili, usufruisce delle condizioni migliori per fiorire generosamente. I rami, fissati a un robusto grigliato metallico, vengono potati ogni anno dopo la fioritura per conservare la forma appiattita.


L'impianto: un momento delicato
La creazione di una fitta parete vegetale è frutto di un impianto ben fatto. Per agevolare lo sviluppo dei tralci in direzione verticale si possono adottare accorgimenti sia in fase di piantagione sia durante la fase giovanile della pianta, assecondando le sue esigenze di sviluppo. Per cominciare, è bene ricordare che il suolo alla base di un muro è generalmente povero e secco. Prima di un nuovo impianto occorre aggiungere una generosa quantità di concime organico e di terriccio fertile, e assicurarsi che vi sia sufficiente profondità: un metro di terra buona sarebbe consigliabile. Verificate che non vi siano problemi di ristagno idrico, per evitare marciumi radicali soprattutto in concomitanza con inverni umidi e freddi. Le specie rampicanti erbacee (annuali) o sempreverdi si piantano in primavera quando non c'è più rischio di gelate.

I rampicanti a foglia cadùca possono essere piantati all'inizio della primavera o nel tardo autunno, nel momento in cui sono in riposo. E' facile trovare in commercio esemplari di rampicanti, in vasi o vasche, già sviluppati. Li potete mettere a dimora anche in tarda primavera, avendo cura di irrigare moltissimo per tutta l'estate. Per l'impianto, scavate una buca di diametro doppio rispetto alle dimensioni del pane di terra e radici, tenendo presente che, nel caso delle clematidi, è necessario un impianto un po' più profondo del normale. Inserite il pane di terra nella buca; posizionate un tutore alla base della pianta, inclinato verso il muro, e guidate i tralci su di esso. Lavorate finemente il terriccio da porre vicino alle radici, colmate con esso la buca e pressatelo un poco. Tutti i rampicanti, e in modo particolare le clematidi, gradiscono una severa potatura dopo l'impianto, per stimolare una crescita più rigogliosa. L'operazione aiuta a infoltire la vegetazione formando rametti laterali che andranno fissati nelle direzioni desiderate.

Il museo con il muro vivente

Una superficie di 800 mq, oltre 15.000 piante: l'operazione di inverdimento verticale effettuata sulla facciata del Museo di Quai Branly, a Parigi, è oggi diventata una vera e propria attrazione turistica ed è un modello di stile estetico, oltre che un esempio concreto di ecoarchitettura.

Questo nuovo straordinario museo voluto da Chirac e dedicato all'arte 'non occidentale' è stato progettato con tecnologie all'avanguardia per ridurre l'impatto ambientale. L'architetto Jean NoveI ha affidato a Patrick Blanc il compito di allestire, sulla facciata che guarda al Lungosenna, un rivestimento vivente alloggiato in un supporto particolare, nel quale le radici possono trovare spazio e assorbire l'acqua che ruscella
lungo la struttura. Il brevetto del Muro Vegetale si basa su un'innovativa tecnologia che ha superato il problema del peso del substrato di coltivazione, e sulla scelta di specie che consentono la 'vegetalizzazione' tutto l'anno e per un periodo stimato di oltre 30 anni. Il muro accoglie così una grande biodiversità. Questo tipo di struttura può essere declinata in numerose versioni, anche per ambienti interni: alcuni uffici all'interno del Museo mostrano questo tipo di applicazione, che ha trovato spazio, tra l'altro, anche all'Acquario di Genova, sempre su progetto di Patrick Blanc.

Informazioni: tel. 0033-1-56617000
e-mail: contact@quaibranly.fr
sito Internet www.quaibranly.fr

 

Copertura di un palazzo in città
con vite americana.

Un condominio milanese che
ha scelto un rivestimento
ecologico di vite canadese.

La splendida parete di rose 'Bobbie James' all'agriturismo La Traversina, celebre
per la collezione di rose.

 

Per muri e recinzioni in pieno sole
Disporre i rampicanti a sud o sud-ovest comporta una lunga esposizione alla luce diretta del sole: il terreno si asciuga rapidamente e occorre quindi prevedere regolari irrigazioni. Un muro ruvido o una recinzione rustica sono sufficienti per i rampicanti che si attaccano con viticci o ventose, mentre quelli non autoportanti richiedono l'aiuto di griglie o tutori.
Rampicanti autoportanti
Rampicanti che richiedono tutori,
grigliati o pannelli di sostegno
Campsis x tagliabuana 'Madame Galen': h = 10 m
Euonymus fortunei 'Coloratus': h = 5 m
Parthenocissus quinquefolia: h = 15 m
Trachelospermum jasminoides (rincospermo o falso gelsomino): h = 9 m
Actinidia kolomikta (kiwi ornamentale): h = 5 m
Clematis armandii: h = 3-5 m
Eccremocarpus scaber:
h = 3-5 m, posizione riparata
Humulus lupulus 'Aureus': h = 6 m
Jasminum officinale: h = 12 m
Lonicera periclymenum (caprifoglio): h = 7 m
Passiflora caerulea: h = 10 m
Wisteria floribunda: h = 9 m

Per esposizioni con poco sole o ombreggiate
Nelle esposizioni rivolte a nord e nord-est, i rampicanti che crescono su pareti o recinzioni ricevono poca luce solare e possono risentire magggiormente del freddo e dell'umidità. I rampicanti autoportanti possono facilmente aderire al muro, mentre gli altri sono facilitati nella crescita se muniti di supporti adeguati.
Rampicanti autoportanti
Cespugli da far crescere a parete
Hedera colchica 'Dentata Variegata': h = 5 m
Hydrangea petiolaris (ortensia rampicante): h = 15 m
Parthenocissus tricuspidata: h = 20 m
Schizophragma integrifolium: h = 12 m
Chaenomeles speciosa 'Moerloosei': h = m 2,4 x 5 (largh.)
Cotoneaster horizontalis: h = cm 90 x 150 (largh.)
Forsythia suspensa: h = m 3 x 3 (largh.)
Garrya elliptica 'James Roof': h = m 4 x 4 (largh.), posizione riparata
Pyracantha "Orange Glow': h = m 3 x 3 (largh.)

Rampicanti su tutori o grigliati
Akebia quinata: h = 10 m
Clematis alpina: h = 1,8-3 m
Lonìcera japonica 'Halliana': h = 10 m
Muro rivestito con glicine