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L’inverdimento
delle superfici verticali è un importante
elemento decorativo, ma è anche un modo per
sfruttare al meglio lo spazio approfittando delle
proprietà coibentanti
e del potere depurativo delle piante rampicanti. |
Sono decorative e rasserenanti, consentono di sfruttare lo
spazio verticale nei giardini e nei terrazzi molto piccoli.
Ma soprattutto sono in linea con i dettami della bioarchitettura
e con l'obbligo morale, per ciascuno di noi, di mettere
in pratica strategie di risparmio energetico. Le pareti
rivestite di rampicanti, anche su grandi superfici, costituiscono
dunque una scelta 'intelligente' sotto molti aspetti.
Le
perplessità più diffuse in merito al rivestimento
della casa con un manto vegetale riguardano l'idea,
peraltro infondata, che le piante rampicanti portino
nell'abitazione
umidità, insetti e lucertole.
E' un rischio davvero
minimo, accettabile se si considerano i numerosi vantaggi
che derivano dalla copertura di una parete con una vigorosa
pianta rampicante. Gli ambienti risultano più freschi
in estate, perché viene limitato il surriscaldamento
dell'intonaco. Le forme sempreverdi, ad esempio l'edera a
foglia larga, contribuiscono alla coibentazione invernale
riducendo gli effetti del gelo. Infine, il rilascio di ossigeno
dall'apparato fogliare sviluppato su ampie aree è consistente,
così come l'azione depurativa nei confronti delle
polveri in sospensione.
Questi benefici sono ormai scientificamente
verificati e vengono applicati nel campo della bioarchitettura,
soprattutto nel Nord Europa. A Norimberga, Dresda, Berlino
e in numerose altre città tedesche e svizzere,
i muri esterni degli edifici nei nuovi quartieri residenziali
si coprono di verde: non è il frutto di una casuale
preferenza dei proprietari, bensì di un progetto
bioarchitettonico di ampio respiro, che mira a valorizzare
le proprietà coibentanti delle piante e la loro
capacità filtrante nei confronti di alcuni inquinanti
dell'aria.
I bioarchitetti d'Oltralpe, da sempre all'avanguardia
nella ricerca e applicazione di soluzioni ecosostenibili
nell'ambiente urbano, considerano questa formula di rivestimento
vegetale un fattore determinante per la qualità di
vita in città.
Sono nate, perciò, specifiche tecnologie che permettono
di favorire l'ancoraggio delle radici dei rampicanti alle pareti
di una casa o di un
palazzo, al fine di favorirne il rapido e vigoroso sviluppo:
particolari sistemi di fili d'acciaio a traliccio, progettati
appositamente per i tralci rampicanti della vite canadese,
dell'edera, del glicine e di altre poderose piante
in grado di salire fino ad altezze considerevoli. La tecnica
di inverdimento verticale messa a punto in Germania prevede
anche particolari opere edili in prossimità delle zone
in cui verranno messe le piante, per favorirne l'impianto
e lo sviluppo: il verde nasce dunque insieme al progetto originario
dell'insediamento, casa privata o condominio, nell'ottica di
un approccio complessivo alla qualità dell'abitare.
Un
arazzo di fiori per il risparmio energetico
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Bisogna
davvero esser grati a Monsieur de Bougainville, che
portò in
Europa, a fine '700, l'arbusto rampicante più spettacolare
e straordinario per i climi miti. Una parete fiorita
come quella dell'immagine qui sopra è però privilegio
esclusivo delle zone in cui l'inverno è generoso.
La superficie coperta da un singolo esemplare arriva
a superare i 10 mq in condizioni opportune. Si tratta
di una pianta longeva, che richiede pochissime cure.
Per la manutenzione di esemplari a parete, occorre prevedere
una potatura di pulizia ogni anno a gennaio-febbraio.
La buganvillea accetta anche potature drastiche, ma dopo
un intervento severo occorre concimare abbondantemente
con sostanza organica e non far mancare acqua. Per tutta
la stagione estiva, una copertura di questo tipo contribuisce
al risparmio energetico: gli ambienti interni rimangono
più freschi e si riduce la necessità di
azionare i condizionatori al massimo. |
La parete vegetale: verde o fiorita
Se non ve la sentite di partire con un progetto importante
e 'scientifico', per coprire l'intero palazzo o villetta
in cui abitate, potete sempre prendere in considerazione
la possibilità di sfruttare qualche parete per trasformarla
in un arazzo vegetale. I benefici sono numerosi, sia sul
piano estetico che su quello del microclima che si viene
a instaurare laddove non c'è più il fastidioso
riverbero del sole sull'intonaco o sulla pietra.
Le possibilità di scelta sono molto ampie, e prevedono
risposte anche per chi desidera avere fiori decorativi. A tale
proposito, però, va chiarito che non esistono piante
rampicanti capaci di rimanere fiorite per mesi, a esclusione
della buganvillea al Sud. Può risultare dunque interessante
l'idea di coprire lo spazio disponibile con due o più specie
diverse, allo scopo di alternare le fioriture e prolungare
nelle stagioni la bellezza della parete vegetale. Bignonia,
bouganvillea, gelsomino vero (Jasminum) e falso (rincospermo),
glicine, caprifoglio e passiflora sono disponibili in una grande
varietà di
colori e offrono, in particolare se combinate fra loro,
affascinanti opportunità decorative.
Quanto alle piante
da foglia, forse sono meno spettacolari, ma la loro funzione
'antismog' è accertata ed efficace. Le migliori prestazioni,
sotto questo aspetto, sono svolte dalle specie con foglia grande,
come la vite americana (Parthenocissus tricuspidata o Ampelopsis
veitchii) e l'edera. La prima, insieme alla cugina 'canadese'
(Parthenocissus quinquefolia) offre il valore della colorazione
autunnale, che è più intensa sulle piante
esposte in pieno sole. Poiché ha la tendenza a spogliarsi
precocemente in autunno, conviene non far mancare acqua in
estate, fattore che contribuisce a spostare di alcuni giorni
il momento della caduta.
Far
fiorire una parete: 4 soluzioni insolite
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Ceanothus
thyrsiflorus,
è una soluzione affascinante
per rivestire un'area verticale
con
fiori blu in maggio-giugno.
È un arbusto sarmentoso
i cui rami vanno fissati a
un grigliato (non sono autoportanti). |
Il
fogliame verde,
bianco e
rosa di Actinidia kolomikta,
una stretta parente
del
comune kiwi:
adatta a
pareti
in penombra o
con
sole la mattina. |
Per
climi miti,
la bizzarra fioritura
dell' Aristolochia, che
copre rapidamente
le pareti
con il suo largo fogliame. |
Nelle
zone con inverno
freddo è consigliabile
Hydrangea
petiolaris,
ortensia rampicante robusta
e
di veloce sviluppo. |
... ma come si arrampicano?
Prima di fare la vostra scelta, è bene documentarsi
sulle modalità con le quali le specie da voi preferite
si arrampicano sul muro. Da ciò, infatti, dipendono
il vigore, il portamento e il tipo di manutenzione richiesta.
Le specie rampicanti hanno tanti metodi diversi per arrampicarsi.
Quelle autoportanti, come l'edera, hanno robuste radici aeree
per attaccarsi al supporto. La vite canadese utilizza
vigorosi viticci e radichette simili a ventose.
Sia le
piante autoportanti sia quelle munite di viticci hanno
bisogno, all'inizio, di un supporto per meglio aderire a muri
e tralicci. In seguito risultano del tutto autonome, al punto
da diventare invadenti perché sono in grado di arrivare
ovunque anche a grandi altezze, dove risulta complesso
intervenire con il lavoro di potatura.
Altri rampicanti, invece, si attorcigliano ai loro ospiti o
su di un supporto, tramite vari accorgimenti.
Per esempio,
il fusto può torcersi in senso orario nel caprifoglio
(Lonicera) o antiorario come nel glicine comune (Wisteria
sinensis),
mentre i piccioli delle foglie sono utilizzati dalle clematidi
per avvolgersi attorno al supporto.
Il pisello odoroso
(Lathyrus) impiega viticci sensibili al contatto per
avvicinarsi al supporto.
Infine, le specie che non hanno meccanismi
naturali
di arrampicamento necessitano di grigliati sui quali indirizzare
di volta in volta e fermare i tralci. Molte rose sarmentose,
ad esempio, si comportano da 'rampicanti', ma in realtà hanno
bisogno del nostro aiuto per fissare i rami sul supporto.
I supporti più classici sono i grigliati e le reti (di
metallo o plastica). Entrambi sono più funzionali
se leggermente distanziati dal muro.
Utilizzate
legacci a intervalli regolari per distanziare
i tralci e limitare il rischio di un loro affollamento eccessivo,
soprattutto nelle fasi giovanili.
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Un
muro di carpino
Qui a sinistra, una soluzione dawero inconsueta. Il
carpino non è un rampicante
ma ha la caratteristica di lasciarsi potare e condurre in forme diverse, fino
a formare archi, come nel giardino della Reggia di Colorno a Parma, dove è stato
piantato pochi anni fa nel corso dell'importante restauro storico del parco.
Qui il carpino è stato fatto crescere su un supporto sagomato per
ottenere una parete vegetale che al ruolo protettivo associa un'indubbia, e
sorprendente, funzione estetica. |
La
parete fiorisce in rosa
Qui a lato: fioritura di tamerice (Tamarix gallica) addossata a un muro
esposto a sud. In questo modo la pianta, sensibile ai freddi intensi e alle
gelate
primaverili, usufruisce delle condizioni migliori per fiorire generosamente.
I rami, fissati a un robusto grigliato metallico, vengono potati ogni anno
dopo la fioritura per conservare la forma appiattita.
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L'impianto: un momento delicato
La creazione di una fitta parete vegetale è frutto di
un impianto ben fatto. Per agevolare lo sviluppo dei tralci
in direzione verticale si possono adottare accorgimenti sia
in fase di piantagione sia durante la fase giovanile della
pianta, assecondando le sue esigenze di sviluppo. Per
cominciare, è bene ricordare che il suolo alla base
di un muro è generalmente povero e secco. Prima
di un nuovo impianto occorre aggiungere una generosa quantità di
concime organico e di terriccio fertile, e assicurarsi
che vi sia sufficiente profondità: un metro di terra
buona sarebbe consigliabile. Verificate che non vi siano problemi
di ristagno idrico, per evitare marciumi radicali soprattutto
in concomitanza con inverni umidi e freddi. Le specie rampicanti
erbacee (annuali) o sempreverdi si piantano in primavera
quando non c'è più rischio di gelate.
I
rampicanti a foglia cadùca possono essere piantati
all'inizio della primavera o nel tardo autunno, nel momento
in cui sono in riposo. E' facile trovare in commercio esemplari
di rampicanti, in vasi o vasche, già sviluppati.
Li potete mettere a dimora anche in tarda primavera, avendo
cura di irrigare moltissimo per tutta l'estate. Per l'impianto,
scavate una buca di diametro doppio rispetto alle dimensioni
del pane di terra e radici, tenendo presente che, nel caso
delle clematidi, è necessario un impianto un po' più profondo
del normale. Inserite il pane di terra nella buca; posizionate
un tutore alla base della pianta, inclinato verso il muro,
e guidate i tralci su di esso. Lavorate finemente il terriccio
da porre vicino alle radici, colmate con esso la buca e pressatelo
un poco. Tutti i rampicanti, e in modo particolare le clematidi,
gradiscono una severa potatura dopo l'impianto, per stimolare
una crescita più rigogliosa. L'operazione aiuta
a infoltire la vegetazione formando rametti laterali che
andranno fissati nelle direzioni desiderate.
Il museo con il muro vivente
Una superficie di 800 mq, oltre 15.000 piante: l'operazione
di inverdimento verticale effettuata sulla facciata del Museo
di Quai Branly, a Parigi, è oggi diventata
una vera e propria attrazione turistica ed è un modello
di stile estetico, oltre che un esempio concreto di ecoarchitettura.
Questo nuovo straordinario museo voluto da Chirac e dedicato
all'arte 'non occidentale' è stato progettato con tecnologie
all'avanguardia per ridurre l'impatto ambientale. L'architetto
Jean NoveI ha affidato a Patrick Blanc il
compito di allestire, sulla facciata che guarda al Lungosenna,
un rivestimento vivente
alloggiato in un supporto particolare, nel quale le radici
possono trovare spazio e assorbire l'acqua che ruscella
lungo
la struttura. Il brevetto del Muro
Vegetale si basa su un'innovativa
tecnologia che ha superato il problema del peso del substrato
di coltivazione, e sulla scelta di specie che consentono la
'vegetalizzazione' tutto l'anno e per un periodo stimato di
oltre 30 anni. Il muro accoglie così una grande biodiversità.
Questo tipo di struttura può essere declinata in numerose
versioni, anche per ambienti interni: alcuni uffici all'interno
del Museo mostrano questo tipo di applicazione, che ha trovato
spazio, tra l'altro, anche all'Acquario di Genova, sempre su
progetto di Patrick Blanc.
Informazioni:
tel. 0033-1-56617000
e-mail: contact@quaibranly.fr
sito Internet
www.quaibranly.fr
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Copertura
di un palazzo in città
con vite americana. |
Un
condominio milanese che
ha scelto un rivestimento
ecologico
di vite canadese.
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La
splendida parete di rose 'Bobbie James' all'agriturismo
La Traversina, celebre
per la collezione di rose. |
Per
muri e recinzioni in pieno sole
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Disporre
i rampicanti a sud o sud-ovest comporta una lunga esposizione
alla luce diretta del sole: il terreno si asciuga rapidamente
e occorre quindi prevedere regolari irrigazioni. Un
muro ruvido o una recinzione rustica sono sufficienti
per i rampicanti che si attaccano con viticci o ventose,
mentre quelli non autoportanti richiedono l'aiuto di
griglie o tutori.
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Rampicanti
autoportanti
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Rampicanti
che richiedono tutori,
grigliati o pannelli di sostegno
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Campsis
x tagliabuana 'Madame
Galen': h = 10 m
Euonymus fortunei 'Coloratus': h = 5
m
Parthenocissus quinquefolia: h
= 15 m
Trachelospermum jasminoides (rincospermo o falso gelsomino):
h = 9 m |
Actinidia
kolomikta (kiwi ornamentale): h = 5 m
Clematis armandii: h = 3-5 m
Eccremocarpus
scaber: h = 3-5 m, posizione riparata
Humulus lupulus 'Aureus': h =
6 m
Jasminum officinale: h = 12 m
Lonicera periclymenum (caprifoglio): h = 7 m
Passiflora caerulea: h = 10 m
Wisteria floribunda: h = 9 m |
Per
esposizioni con poco sole o ombreggiate
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Nelle
esposizioni rivolte a nord e nord-est, i rampicanti
che crescono su pareti o recinzioni ricevono poca luce
solare e possono risentire magggiormente del freddo
e dell'umidità. I rampicanti autoportanti possono
facilmente aderire al muro, mentre gli altri sono facilitati
nella crescita se muniti di supporti adeguati.
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Rampicanti
autoportanti
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Cespugli
da far crescere a parete
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Hedera
colchica 'Dentata Variegata': h = 5 m
Hydrangea petiolaris (ortensia
rampicante): h = 15 m
Parthenocissus tricuspidata: h = 20
m
Schizophragma integrifolium: h = 12
m |
Chaenomeles
speciosa 'Moerloosei': h = m 2,4 x 5 (largh.)
Cotoneaster horizontalis: h = cm 90
x 150 (largh.)
Forsythia suspensa: h = m 3 x 3 (largh.)
Garrya elliptica 'James Roof': h = m
4 x 4 (largh.), posizione
riparata
Pyracantha "Orange Glow': h = m 3 x 3 (largh.) |
Rampicanti su tutori o grigliati
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Akebia
quinata: h = 10 m
Clematis alpina: h = 1,8-3 m
Lonìcera japonica 'Halliana':
h = 10 m
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Muro rivestito con glicine |
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